“Musa Sarda”: l’introduzione dell’antologia poetica

La prima edizione dell’antologia poetica “Musa Sarda” edita nel 2025 da Tomarchio Editore vede, al suo interno, tredici fra poeti e poetesse che vivono in Sardegna.

Musa Sarda introduzione antologia
Musa Sarda introduzione antologia

Le raccolte poetiche presenti nell’antologia “Musa Sarda” sono così denominate: Di vento e di vele di Alessandra Sorcinelli; Punti deboli di Altea; Poesie del cuore di Antonio Atzei; Sulla soglia del buio di Dennys Cambarau; Anima della mia terra di Elisa Fonnesu; Mani d’amore di Francesca Petrucci; Sogno o realtà di Gabriella Zedda; Il filo del tempo di Gisella Putzu; Voci dell’anima di Giuseppe Secci; La Sirena è Donna di Laura Deriu; Donna è amore di Marco Ambu; Fiori di mirto di Maria Rita Farris e Sottile come un filo di vento di Veronica Scano. In copertina un’opera di Gianni Argiolas.

Per gentile concessione della casa editrice si pubblica in anteprima l’introduzione dell’antologia “Musa Sarda” che racconta brevemente i versi degli autori e delle autrici presenti nel volume.

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Introduzione ‒ “Musa Sarda”

Nella vita pensante e sentita la poesia siede su un trono al centro di una camera sfarzosa ‒ che in altri lidi viene chiamata anima ‒ dell’appariscente reggia ‒ che negli stessi lidi prende il nome di corpo. Da quel nucleo privilegiato, la poesia determina le azioni, infatti il suo compito è il fare ‒ dal greco ποίησις derivato di ποιέω con il significato di “fare, produrre” ‒, un fare che si manifesta nella creazione di immagini sotto forma di parole: veri e propri stili di esistenza che portano in luce ciò che è in ombra.

Nell’antologia “Musa sarda” tredici voci omaggiano la Sardegna cantando di sogni, ricordi, aspirazioni ed emozioni in rapporto corale con la percezione interiore.

Alessandra Sorcinelli partecipa all’antologia con la raccolta intitolata “Di vento e di vele” inumidendo il sentire in un’immensa marea in cui avvolge la propria anima perduta a sfumare il tramonto, istantanea come il lievito che non aspetta. Tra i vicoli e le piazze, con il sapore del caffè sulla lingua, si brinda al disincanto ed al giorno di nuovo riscatto.

“Punti deboli” è il titolo della raccolta di Altea che presenta sfaccettature impossibili dell’anima che, nell’attesa, trascorre giorni interi a languire. Gli sguardi addosso scorticano e si indossano maschere in penombra ‒ osservandole estasiati ‒ mentre si porta l’anima sull’altare dell’altrove cercando di tamponare la falla.

Antonio Atzei con “Poesie del cuore” esprime con semplicità il mistero della vita con le sue passioni ed i suoi tormenti, dalla furia del fiume al tempo del riposo e della quiete, dal cuore in cammino all’amore per la Sardegna, da un litigio all’importanza della vita interiore, dal simbolo dell’ulivo alle parole gentili per la madre.

“Sulla soglia del buio” raccolta di Dennys Cambarau accompagna in un mistero informe mentre il mais crescendo sugli ampi campi si mostra mutevole come il vento e il cuore umano. L’infinito s’accende con le stelle e la Memoria cavalca i suoi fantasmi; seduto su un ramo qualunque il poeta leggiucchia piano il libro del Destino.

Elisa Fonnesu con “Anima della mia Terra” coinvolge in un versificare che omaggia l’isola tinta di odore di mirto nel silenzio del bosco che sa di acqua scrosciante mentre la luce si intrufola tra i rami in un quadro d’autore col timore orientato in una distesa di sabbia. Si cita, in rilievo, la presenza di una lode alla scrittrice Grazia Deledda.

La raccolta di Francesca Petrucci intitolata “Mani d’amore” racconta ombre di selva, muti sguardi pazienti e tenere mani sapienti, storie di janas e del nostalgico cuore ribelle che, nelle braccia del sole, arrampicano parole. Dove non entra il tempo, sul filo d’ombra dell’antica stanza, s’attorce la notte ancora vittoriosa in un’immensa luna gialla.

“Sogno o realtà” di Gabriella Zedda accarezza il figlio pensando alla dipartita terrena quando la nostalgia preme ma il conforto di essere ancora in vita allieva le fatiche della malattia e dell’età. L’implorazione a Dio, la richiesta di perdono, diventa accettazione del proprio fato come la foglia tremante spinta dal vento.

Gisella Putzu, con la raccolta intitolata “Il filo del tempo”, rimembra il simbolo dell’acquasantiera dove da piccola si bagnava i polpastrelli ed un vestito appeso nell’armadio di pizzo francese lungo. Forte come il tempo immenso, un filo congiunge il cuore dell’amore al corredo antico dell’altare nella benedizione di Dio.

“Voci dell’anima” di Giuseppe Secci trasporta in un baglior d’argento che illumina il roseto lungo una solinga spiaggia; il poeta mira con gli occhi il color del mare ricordando uno specifico bocciolo che sorride agli altri fiori; in un rumoroso silenzio dei giorni di pioggia la Musa entra nei sogni ispirando l’amore di Don Chisciotte e Dulcinea.

Nella raccolta “La Sirena è Donna” di Laura Deriu lo spumeggiante mare echeggia in rimembranze di antichi desii; l’essenza di ogni cosa si mostra nel cielo immenso e nelle onde schiumose. Nei pensieri si rivede l’imperfetto sogno come un ciondolo dorato, ormai perduto, mentre la pelle inaridisce e si prende quel che rimane.

Marco Ambu partecipa con la raccolta intitolata “Donna è amore” nella quale, come si evince dal titolo, la donna è protagonista ed io narrante delle poesie. Da sirena che si lascia trasportare dal mare e dalle correnti ad umana che vive nel sogno una realtà fiabesca di vera passione che fa perdere il lume della ragione.

“Fiori di mirto” è il titolo della raccolta di Maria Rita Farris che, sulla riva del mare, tra chiarori inaspettati dei primi sussulti della sera riporta una melodia antica raccogliendo le spighe perdute che si aprono su immensi prati. Uno scoglio rosso avvolge nella strada della sera con il lento andare sulla battigia fra grani di rosari ed invocazioni.

I versi presentati da Veronica Scano nella raccolta “Sottile come un filo di vento” mostrano il mondo immaginario del viaggio di Pinocchio, batuffoli di infinita dolcezza dell’amore incondizionato, specchi di sale nei quali il profeta di poesia ignora la mente umana come un fuoco che gira attorno nella neve di eterna follia.

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Written by Alessia Mocci

 

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