Uno scatto sulla realtà: come Millennials e Gen Z vedono il mondo attraverso la fotografia

Dimmi come scatti e ti dirò chi sei. Possiamo prendere spunto dalla piccola rivisitazione di questa celebre citazione per parlare di fotografia e per capire come persone nate in epoche differenti, seppur vicine, hanno approcci profondamente diversi alle immagini e al modo di produrle. In questo approfondimento metteremo due generazioni a confronto, i Millennials e la Gen Z e scopriremo come la data di nascita influenza in maniera inaspettata il modo di fare le foto.

Questa non è una posa Millennials
Questa non è una posa Millennials

A porre recentemente il focus su questo particolare tema è stato il portale MYPOSTER, specializzato in foto prodotti, stampe personalizzate ed elaborazione digitale dell’immagine, che ha prodotto un interessante studio per punti su affinità e divergenze tra Millennials e Gen Z nell’approccio alla fotografia, sia a livello teorico che pratico.

La prima, e significativa differenza, è quella sulla scelta dalla posa fotografica. Da una parte abbiamo una generazione, quella dei Millennials, nata in un’epoca in cui la possibilità di scattare foto era ridotta e limitata nel tempo. Dall’altro abbiamo la Gen Z, nata in un momento storico caratterizzato da sovraccarico di immagini, social media e connessioni h24. Una diversità che nella scelta della posa si traduce per i più giovani in una ricerca della naturalezza vista come mezzo per affermare la propria unicità.

Anche una foto come un semplice selfie può dire moltissimo di chi lo ha scattato. I Millennials, ad esempio, tendono a preferire inquadrature dall’alto con riprese ravvicinate sul viso. La Gen Z, invece, non ha paura di mostrarsi a figura intera e spesso utilizza nuove modalità espressive come lo 0.5 selfie (in gergo tecnico un selfie in versione grandangolare) e il fisheye, obiettivo ultra-grandangolare usato per creare immagini panoramiche o emisferiche.

Molto probabilmente il tema su cui gli approcci divergono in maniera più marcata è quello della scelta dei momenti da fotografare. Per i Millennials la fotografia è sempre collegata a un momento speciale che, immortalato, dovrà superare la prova del tempo. Per la Gen Z, al contrario, la fotografia è quotidianità e racconto della vita di tutti i giorni.

Piccoli momenti speciali Gen Z
Piccoli momenti speciali Gen Z

Per questo motivo i più giovani tendono a dare maggior peso alla comunicazione di sensazioni e stati d’animo e non esitano a ricorrere a immagini sottoesposte e desaturate, sincere e crude come la realtà. Oppure a foto con soggetti in movimento e scenari fuori fuoco per rappresentare la frenesia della vita di tutti i giorni.

La buona notizia è che non ci sono soltanto distanze e differenze tra le due generazioni ma anche importanti punti di contatto. Molto simile, per fare un primo esempio, l’opinione sull’intelligenza artificiale che sta prendendo sempre più piede nel mondo della fotografia.

Sia Millennials che Gen Z riconoscono l’AI come un valido supporto per elevare la qualità delle immagini, per sperimentare nuovi metodi espositivi e per aumentare produttività ed efficienza. E questo nonostante i secondi continuino a conservare qualche timore su come i nuovi software di AI possano portare ad appiattimento ed omologazione dell’identità.

L’altro aspetto che accomuna entrambi i gruppi è quello della nostalgia per i primi anni 2000, visti come un’epoca d’oro per la fotografia e non solo. Uno sguardo verso il recente passato che si traduce in un rinnovato interesse per l’immagine analogica o per i filtri che la simulano. O ancora nella caccia alle vecchie fotocamere digitali o addirittura a quelle a pellicola.

Nostalgia 2000 Gen Z
Nostalgia 2000 Gen Z

Fin qui abbiamo analizzato cosa accomuna Millennials e Gen Z quando si parla di fotografia e approccio all’immagine. Ma cosa aspettarsi, a livello estetico e di approccio, nei prossimi mesi e anni?

Gli esperti del settore prevedono una progressiva riduzione dell’importanza dell’estetica curata e patinata “portata” dai Millennials, in favore di uno stile più realistico ed espressivo che, come abbiamo visto, caratterizza l’approccio filosofico dei più giovani.

Una visione che potrebbe dare sempre più spazio alle fotografie che ritraggono momenti della vita quotidiana, magari non perfette se lette alla luce dei canoni tecnici tradizionali, ma sicuramente più espressive e cariche di sentimenti.

 

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