“La donna che scrisse la Bibbia” di Moacyr Scliar: tra l’assurdo ed il fiabesco
La bruttezza è un elemento fondamentale, almeno per comprendere questa storia.

Se avete desiderio di leggere un libro fuori dagli schemi, particolare, a tratti scioccante, La donna che scrisse la Bibbia di Moacyr Scliar fa per voi!
Cominciando a leggerlo, dato il titolo La donna che scrisse la Bibbia, non mi aspettavo di certo un testo irriverente, ironico, che smitizza parodiando la storia che noi tutti conosciamo, contenuta nella Bibbia.
In corsivo comincia la storia di questo terapista e della sua paziente che gli ha lasciato una cartellina con all’interno scritta una storia: quella che andiamo a leggere.
Scritto in prima persona dalla paziente: “Colei che vi parla è brutta. Bruttissima. Brutta repressa o brutta infuriata…”
Non conosciamo il nome della protagonista, non lo sapremo mai. Sappiamo solo che era talmente brutta che la sorella aveva rotto tutti gli specchi per proteggerla!
Lei passa le giornate lontana dagli altri, su per le montagne, masturbandosi con una pietra. Mentre la sorella “Tanto bella almeno quanto io ero brutta”, si vede con un pastorello che, prima, se la faceva con le capre!
Alla ragazza brutta viene insegnato a leggere e a scrivere, cosa assolutamente inverosimile a quel tempo per una donna, e data in sposa al re Salomone.
Salomone che ha già un harem con settecento spose e trecento concubine.
Lei pensa che, una volta sposata, dal momento che il suo fisico non è male, al contrario del viso, potrà sedurlo e dividere con lui il suo letto; ma Salomone non la chiama mai.
La ragazza scopre che, fuori dalle mura del palazzo, c’è il pastorello che si appartava con la sorella, lapidato e poi cacciato da suo padre dopo che l’aveva messa incinta. Allora pensa di fargli avere una pergamena da portare al proprio padre, per convincerlo a rapire il re, visto che lui non le si concede.
Il pastorello viene preso e, per difendere la pergamena perde un braccio.
Salomone la fa chiamare e, stupito che una donna sappia leggere e scrivere, le affida il compito di riscrivere la Bibbia: “Secondo gli anziani, Dio aveva prima creato l’uomo dal fango… ma perché l’uomo e poi la donna?… Decisi di correggere tali equivoci”.
Quando suo padre scopre che è saccente e scrive, la critica, perché non l’ha fatta sposare per quello! Cos’ha che non va, lei che non fa come le altre donne che pensano solo a farsi belle e a scopare?
Da queste poche righe avrete di certo compreso che le parolacce non mancano, anzi, eccedono! Non vi è velo di pudore che tenga, laddove si racconta di sesso e di incontri vari.

Moacyr Scliar autore de La donna che scrisse la Bibbia, figlio di ebrei russi emigrati in Brasile “è uno di quei romanzieri che sono capaci di prendere il lettore per mano e condurlo attraverso situazioni sospese tra l’onirico e il reale”.
Ovviamente, per scrivere questo testo, ha dovuto modernizzarlo, portandolo ai giorni nostri, seppur mantenendo le caratteristiche del palazzo e del modo di vivere del tempo.
Un testo assurdo, a tratti fiabesco, a tratti reale, come quando racconta delle decisioni salomoniche, riportando la scena famosa del bambino tagliato a metà per scoprire chi fosse la vera madre.
La donna che scrisse la Bibbia è un libro fuori dai denti, leggero, divertente, esagerato.
© 2012 Voland
ISBN 978-68-6243-116-3
Pag. 227
€ 7,00
Written by Miriam Ballerini
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