“Ucraina, Russia e Nato in poche parole” di Marco Travaglio: una lezione etica di giornalismo

“L’Ucraina è una e trina. Più trina che una. il suo nome, in slavo antico, significa “vicini al confine”. Ai “margini”, perché il suo territorio sulle due sponde del fiume Dnipro separa l’Europa centro-orientale dalla Russia meridionale e dall’Asia centrale.”

Ucraina, Russia e Nato in poche parole di Marco Travaglio
Ucraina, Russia e Nato in poche parole di Marco Travaglio

Nel suo libro Ucraina, Russia e Nato in poche parole, pubblicato nel 2024 da Paper First, il giornalista Marco Travaglio offre una riflessione critica sul conflitto in Ucraina, esaminando le motivazioni che spingono Russia e Occidente a scontrarsi in un confronto acceso e pericoloso.

Focalizzandosi sulle ragioni storiche e politiche che hanno alimentato il conflitto tra Russia, Ucraina e Occidente, influenzate dal ruolo della Nato, inclusa la sua espansione verso est.

Il giornalista, noto per la sua penna incisiva, ripercorre gli eventi che hanno portato, nel febbraio 2022, all’invasione russa dell’Ucraina, sottolineando l’importanza di comprendere le radici del conflitto.

Travaglio non giustifica l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e non riduce la questione a un semplice scontro tra buoni e cattivi, ma denuncia le azioni aggressive di Mosca, evidenziando però come la politica dell’Occidente abbia contribuito a creare la situazione odierna. Analizzando con obiettività le responsabilità e le dinamiche politiche internazionali che hanno contribuito alla crisi attuale.

Travaglio elabora più di una riflessione nel suo saggio, in cui accusa la politica estera occidentale di aver ignorato le legittime preoccupazioni della Russia riguardo all’espansione della NATO, che Mosca considera una minaccia alla sua sicurezza. Che è poi il focus su cui il giornalista pone maggiormente la sua attenzione.

Le osservazioni di Travaglio, sviluppate nel suo saggio, si fondono su considerazioni di carattere geopolitico in merito al coinvolgimento dei due blocchi, senza cadere in semplicistiche interpretazioni. E, soprattutto lontano da una visione manichea che vede le ragioni della crisi da una parte soltanto dei contendenti.

L’autore, inoltre, fa una disamina dei fatti analizzando il contesto storico che ha portato alla disintegrazione dell’Unione Sovietica, inclusa la promessa da parte dell’Occidente, di non espandere l’influenza della NATO verso est. Vissuta ovviamente dalla Russia come la violazione di un impegno preso, anche se mai formalizzato.

Dunque, l’autore denuncia sì l’invasione russa dell’Ucraina, invitando però il lettore a una valutazione più ampia sul ruolo delle diplomazie internazionali, il cui approccio di sanzioni e isolamenti non è stato un deterrente per fermare il conflitto fra Russia e Ucraina.

Il giornalista, inoltre, mette in discussione la narrazione che i media hanno fatto del conflitto, ricordando che spesso le informazioni arrivate al pubblico siano state frammentarie, o peggio ancora influenzate da ideologie politiche, lasciando poco spazio ad un approfondimento critico.

Sono state molte, infatti, le interpretazioni formulate da parte di osservatori e di opinionisti, talvolta neppure troppo titolati, il cui scopo era influenzare l’opinione pubblica, offrendo una percezione del conflitto non sempre aderente alla cronaca dei fatti. Con una sbrigativa narrativa del conflitto, a causa di una visione non oggettiva, ma frutto di uno schieramento ideologico troppo semplicistico.  Con proposte di soluzioni di stampo militare, con tanto di escalation armata, anziché privilegiare la diplomazia. A differenza di Travaglio, che con un’analisi a 360 gradi sulle dinamiche geopolitiche che hanno alimentato e ancora alimentano il conflitto in Ucraina, mette in discussione le posizioni ufficiali e invita i lettori a riflettere sulle possibili vie di uscita dalla crisi.

“Ci hanno raccontato che il negoziato è possibile soltanto se la Russia si ritira dall’Ucraina. Ma se la Russia si ritira non c’è bisogno di negoziare nulla.”

Il libro non si limita comunque alla descrizione degli eventi che hanno portato al conflitto, ma solleva interrogativi sul ruolo dell’Europa e degli Stati Uniti nella gestione delle relazioni internazionali. Criticando l’approccio occidentale che, secondo Travaglio, ha spesso ignorato le istanze di dialogo e negoziazione, preferendo invece la politica delle sanzioni e del rafforzamento militare.

Il saggio di Travaglio non è solo una disamina di un conflitto armato, ma un’esplorazione che parte dalle sue radici: la tensione tra nazionalismi, le manipolazioni delle grandi potenze e il prezzo pagato da un popolo intrappolato in un gioco più grande di lui.

Intrecciando la cronaca con la storia offre al lettore un quadro completo e potente di una realtà che troppo spesso viene mostrata in bianco e nero, favorito anche da un’attenta cronologia dei fatti che si sono consumati durante il conflitto armato tra Kiev e Mosca. In supporto dei quali si è servito dell’ausilio di mappe, incluse all’interno del testo, che fotografano i territori dove a tutt’oggi spirano impetuosi venti di guerra, che non sembrano fermarsi.

L’autore, così come è nella sua logica di pensiero, non si accontenta di offrire al lettore risposte semplici, e non si piega alle pressioni del conformismo, ma scava nel cuore pulsante della questione, rivelando i giochi di potere, le ambiguità geopolitiche e le sofferenze umane che spesso restano nell’ombra. Che dovrebbero, invece, essere preponderanti in una disamina equilibrata e puntuale dei fatti.

Il giornalista stende inoltre una marcata sottolineatura su di un maggior impegno che, grazie a una mediazione internazionale dovrebbe assumersi la diplomazia, la quale dovrebbe adoperarsi per trovare una soluzione per porre fine al conflitto.

Travaglio esplora anche le implicazioni economiche e geopolitiche di una guerra che vede il coinvolgimento di potenze nucleari, le cui conseguenze globali potrebbero essere deleterie per l’intera umanità. Sottolineando infine, che il mondo non deve impiegare la guerra come soluzione a qualsiasi tipo di diatriba, ma dovrebbe investire il proprio impegno nella diplomazia, al fine di cercare soluzioni pacifiche.

Con questo suo lavoro dedicato alla situazione dell’Ucraina, Marco Travaglio invita i lettori a guardare oltre la superficie della narrazione ufficiale, penetrando nelle pieghe complesse di una delle crisi più drammatiche del nostro tempo.

Marco Travaglio citazioni Ucraina
Marco Travaglio citazioni Ucraina

Citando i fenomeni del Novecento, quali nazismo e comunismo, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, l’autore non trascura di ricordare la guerra nei Balcani degli anni Novanta del Novecento, che si è consumata nei territori della ex-Jugoslavia, ed è stata un ulteriore esempio di drammatici scontri.

Travaglio affronta il tema dell’Ucraina con la stessa precisione chirurgica e lo stesso coraggio intellettuale che hanno reso celebri i suoi lavori precedenti, sottolineando il ruolo dell’America, che non si rassegna a vedere finita l’egemonia che per lungo tempo ha esercitato in varie zone del mondo.

Mentre, con un occhio all’Europa, stigmatizza l’insieme di nazioni, che non si sono impegnate a salvare vite, loro malgrado, coinvolte in un conflitto di cui non sono per nulla responsabili. E per di più, senza offrire loro un periodo di pace, come spesso invocato anche da papa Francesco.

Travaglio ricorda ancora che dietro ogni guerra ci sono uomini e donne, vite spezzate e sogni infranti, e che il dovere del giornalismo è dar voce a chi non ha voce.

Le sue pagine sono come un grido contro l’indifferenza, sono un appello a non chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie, ed anche un monito a cercare la verità anche quando è scomoda.

Il libro di Travaglio sull’Ucraina non è solo un’opera di denuncia, ma una lezione etica di giornalismo. Al contempo è un invito a non lasciare che il proprio pensiero sia investito dalla propaganda.

Come è un invito a distinguere i fatti dalle opinioni, a restare vigili di fronte alle complessità del mondo, oltre che a coltivare uno spirito critico: fondamento di ogni democrazia sana.

“Ci hanno raccontato che chi reclama un negoziato vuole la resa dell’Ucraina. Ma la resa tocca a chi ha perso tutto e non ha più nulla da negoziare.”

In conclusione, Ucraina, Russia e Nato in poche parole è un saggio che non suggerisce alcuna facile risposta sul bagno di sangue che si sta consumando fra russi ed ucraini, ma stimola a una discussione più ampia su guerra, diplomazia e politica internazionale. Con un’analisi che va oltre la superficie, il giornalista sollecita il lettore a una discussione critica sulle vere cause della guerra, oltre che sugli errori delle diplomazie occidentali, che hanno troppo spesso preferito sanzioni e isolamento invece di promuovere il dialogo.

Marco Travaglio, fautore della libertà di pensiero, con la sua penna vivace offre non solo la lettura di un saggio, ma un faro per orientare il lettore nel caos del presente. Con parole incisive che riecheggiano un richiamo alla responsabilità, il libro sull’Ucraina può essere considerato una pietra miliare, un testo imprescindibile per chi vuole capire non solo un conflitto, ma le dinamiche che plasmano il nostro tempo.

In un mondo affollato di voci che spesso si scompaginano in un coro indistinto, la voce di Marco Travaglio si erge come un modello di onestà intellettuale, confermandosi con quest’opera una delle voci più coraggiose del panorama giornalistico italiano. Per dare infine prova che il giornalismo è una missione, non un semplice mestiere. Ricordando che la ricerca della verità è l’atto più dignitoso che un giornalista possa compiere.

“Mentre gli Usa soffiano sul fuoco, l’Europa segue tutt’altra strategia: quella dei suoi interessi di buon vicinato con la Russia.”

 

Written by Carolina Colombi

 

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