Caterina Valente: l’ultima nota di una Stella senza tempo
Caterina Valente se n’è andata in silenzio, lunedì 9 settembre 2024, nella sua casa di Lugano.

Caterina Valente aveva 93 anni, portati con quella stessa grazia che ha segnato tutta la sua lunga carriera, ricca di successi. Con lei, scompare una delle voci più versatili e potenti del XX secolo, una donna capace di attraversare epoche e generi con una naturalezza che solo i grandi artisti possiedono.
Nata a Parigi, il 14 gennaio 1931, Caterina cresce in una famiglia in cui l’arte è di casa: il padre, abile fisarmonicista, e la madre, un clown acrobatico. Un’infanzia vissuta tra circhi e teatri, in un mondo di musica e spettacolo che la forma fin da piccola. Le arti del palcoscenico, per lei, non erano solo un mestiere, ma un destino.
Presto capisce di avere una voce capace di incantare e una naturale predisposizione per le lingue, cantando con la stessa facilità in italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese. Una capacità che le apre le porte dei cuori di tutto il mondo.
La grande occasione arrivò negli anni ’50, quando la sua voce incantò il pubblico tedesco e, di lì a poco, quello mondiale. Era il 1954 quando incise “Ganz Paris träumt von der Liebe”, un successo immediato che segnò il suo ingresso nell’Olimpo delle star internazionali.
Da quel momento, non ci fu angolo di mondo che non conoscesse il suo nome o la sua voce. Si esibì accanto a giganti come Dean Martin, Bing Crosby e Perry Como, riuscendo a fondere stili musicali con una versatilità unica: dal jazz alla bossa nova, dalla musica classica alla canzone popolare.
Caterina Valente era un’artista completa. Il teatro, il cinema, la televisione la videro protagonista su entrambi i lati dell’Atlantico, unendo come pochi il vecchio e il nuovo continente.
Per gli americani, era la raffinata cantante europea; per gli europei, era la star mondiale capace di portare sul palco il meglio di ogni tradizione musicale. Negli anni ’60, partecipò a numerosi programmi televisivi negli Stati Uniti, confermando quella sua capacità innata di affascinare qualsiasi pubblico.
La carriera di Caterina Valente fu caratterizzata da un continuo desiderio di rinnovarsi. Mai ferma su un unico genere, esplorava nuove sonorità, sempre pronta a mettersi in gioco, che fosse con il jazz, la samba o la musica latina. Non per nulla collaborò con artisti di calibro come Benny Goodman e Svend Asmussen, legando il suo nome a quello di vere leggende.
Con il passare degli anni, e dopo innumerevoli concerti e tournée, Caterina scelse di ritirarsi lentamente dalla scena. Ma il ritiro non le tolse nulla: il suo posto nella storia della musica rimase intatto, come un faro per chi cercava ispirazione.
La sua era una musica che andava oltre il mero successo commerciale: “Non cantavo per diventare famosa”, diceva spesso, “ma perché amavo la musica e ciò che poteva far provare agli altri”.
E proprio questa sincerità artistica è l’eredità che Caterina Valente ci lascia. Più di 1.350 registrazioni in undici lingue testimoniano una carriera che ha saputo parlare al cuore di popoli diversi, da un lato all’altro del globo.
Brani come “Malagueña”, “The Breeze and I“, e la sua indimenticabile interpretazione di “Le Tourbillon”, restano scolpiti nella memoria dei suoi ammiratori.
Con la sua voce, Caterina ha fatto da ponte tra le culture. Artista di rara sensibilità, ha portato la musica europea nel mondo, rendendola accessibile a tutti. E nel farlo, ha unito intere generazioni, che si sono riconosciute nelle sue note, nelle sue interpretazioni, nel suo modo di stare sul palco.
Ora che se n’è andata, rimane il ricordo di una donna che ha attraversato decenni senza mai perdere di vista l’essenza della sua arte. Caterina Valente ha segnato la sua epoca con una discrezione e un talento fuori dal comune, lasciando una traccia indelebile. Il suo nome sarà per sempre accanto ai grandi della storia della musica. E la sua voce, quella voce che ha fatto sognare il mondo, continuerà a risuonare, ispirando chi verrà dopo di lei.
Written by Cinzia Milite