Painting Words #10: intervista a Maria Pappalardo, illustratrice

La rubrica “Painting Words” vuole tracciare l’arte contemporanea con una serie di domande rivolte alle personalità più interessanti del panorama odierno. Nella prima puntata abbiamo incontrato Iena Cruz, nella seconda Lorenzo Babboni, nella terza Eugenio Sicomoro, nella quarta Gabriele Artusio, nella quinta Kimi, nella sesta Antonio Bonanno, nella settima Silvia Crocicchi, nell’ottava Giovanni Lopez, nella nona Alessandro Coppola ed in questa decima vi presentiamo Maria Pappalardo.

Maria Pappalardo intervista Painting Words
Maria Pappalardo intervista Painting Words

Maria Pappalardo è nata a Catanzaro ed è mamma di Vincenzo, suo senso della vita. Il suo un lavoro interessante e come lei si definisce “un interprete di emozioni disegnate a matita”.

La sua matita come elemento imprescindibile, anche se decide di laurearsi in scienze dell’educazione e della formazione dopo un casuale incontro con un bambino speciale che l’ha presa per mano e non l’ha più lasciata, introducendola così nel suo mondo, quello dell’autismo.

Poi come spesso accade la vita cambia tutti gli scenari e lei riprende in mano la matita dedicandosi solo a questo, grazie anche al sostegno di persone come Antonio Chieffallo. Lei stessa dice: ”se sono arrivata tra queste righe è anche grazie a tutto ciò che ho affrontato e al supporto ricevuto”.

 

S.T.: Emozioni espresse dalla linea/tratteggio della matita. Quando nasce la tua passione e se c’è, racconta un episodio particolare che ti ha fatto capire che l’arte sarebbe stata predominante di vita.

Maria Pappalardo: Il disegno è con me da sempre, un ricordo e nemmeno bellissimo, fu quando disegnai un pappagallo in quarta elementare, la maestra era convinta che non fossi stata io a farlo ma era il mio, un semplice ricalco! Ci rimasi male, ma è stato l’input che mi fece incaponire per dimostrargli il contrario.

 

S.T.: Interessante il tuo esprimere in immagine il contenuto di un libro letto: come è nata in te questa idea?

Maria Pappalardo: I libri sono viaggi, ognuno li vive con senso proprio, i miei viaggi sono la proiezione in immagine delle mie emozioni. Mi viene naturale, sono una super empatica e tante volte per mettere a tacere le emozioni è tradurle in immagini.

 

S.T.: Chiaro scuro: contrasti o anche sfumature?

Maria Pappalardo: Contrasti! La mia testardaggine mi aiuta tanto in questo! Ho imparato con il tempo vedere le sfumature, guardare soprattutto lì dove altri si fermano.

 

S.T.: Utilizzi altre tecniche oltre la matita?

Maria Pappalardo: Prediligo la matita, è quella che più mi rappresenta. Dal tratto leggero al tratto marcato in base all’umore e alle sensazioni del momento.

 

S.T.: C’è un elemento della tua personalità che si palesa più spesso nelle tue opere?

Maria Pappalardo: Il non finito li accomuna! Penso però che questa domanda debba essere fatta a chi le guarda. Tanti mi dicono che abbiano l’anima.

 

S.T.: Quale il tuo sogno nel cassetto?

Maria Pappalardo opere a matita
Opere a matita

Maria Pappalardo: Un cassetto è poco! Ci vuole un armadio!

 

S.T.: Scegli tre aggettivi con cui definirti…

Maria Pappalardo: Empatica, testarda e permalosa.

 

Written by Simona Trunzo

 

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Leggi le interviste agli altri artisti della rubrica Painting Words

 

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