“Cortocircuito poetico” di Franco Carta: la postfazione di Rita Nappi
“Sono sempre stato in una piccola scatola di vetro./ Essere ispezionato./ Esprimersi solo con parole su labbra che parlano/ troppo./ Essere lodato./ Ed essere un essere che mi è stato servito, senza/ opzioni./ […]” ‒ da “Scatola di vetro” “Cortocircuito poetico”
“Cortocircuito poetico”, edito nel 2024 da Edizioni DrawUp, è una raccolta del Poeta Ibrido Franco Carta ed è suddivisa in tre parti intitolate Accarezziamo i sensi con la poesia, Strappare la scena dal reale, Frammenti reali; nel volume è presente l’accurata prefazione di Maria A. Miraglia, poeta e membro dell’Accademia Europea delle Scienze e delle Arti di Salisburgo; la postfazione di Rita Nappi e la Nota dell’Autore.
L’autore, nato a Cagliari nel 1961, pratica la professione medica odontoiatrica dal 1986 e collabora come volontario con l’Onlus “Operazione Africa” dei Padri Gesuiti dal 2011. Scrive poesie in vernacolo sardo e racconti e poesie in italiano. Dalla sua produzione si ricorda “Girasoli in solitudine”, Vitale edizioni, 2021; “Liriche dalle isole”, Edizioni Billeci, 2021; “Verso la luce tra identità e radici”, LFA Publisher, 2022; “Dea madre terra verso il cambiamento”, LFA Publisher, 2023 (di cui è stato curatore); “Tutto il mondo è paese”, GIA Edizioni, 2024; “L’Atropo e i falsi idoli”, CTL Editore Livorno (2024). Presente in numerose antologie si cita “Racconti di Sardegna”, “Versi di Sardegna” (prima, seconda e terza edizione) e “Poeti e Scrittori d’Italia” (edite per Tomarchio Editore).
Nella Nota dell’Autore Franco Carta racconta la scelta del titolo del libro: “Il titolo scelto “Cortocircuito Poetico” descrive l’apparente contrasto tra tematiche e linguaggi che in realtà è semplicemente un’evoluzione del mio stile e della mia poetica”.
Per gentile concessione della casa editrice, presentiamo in esclusiva la postfazione della silloge “Cortocircuito poetico”.
Postfazione “Cortocircuito poetico” di Rita Nappi
Connubio di intenti nelle sillogi qui proposte dal poeta che attraverso evoluzioni, figure ed istantanee crea una comparazione e nel contempo un collegamento fra verso e pensiero. L’interpretazione mette in rilievo la tematica e lo stile diverso delle tre composizioni poetiche, tutte forti per bellezza e contenuto.
Esplosione di tematiche e danze di parole attraverso giochi e sarcasmo celato, attraverso il quale “saggi dei come Apollo che lavora online ed Afrodite attrice porno” strappano sorriso e riflessione se inquadrati in un contesto coevo.
Sentire puro è quello dell’autore quando parla di sentimento a tutto tondo fra odio convesso e amore concavo finché dalle sue parole… “Ho sentito la fine chiamare l’inizio affinché potessero incontrarsi.”
Mi soffermo sulla particolarità dell’oggetto con menzione di merito. Fili di metallo, ingressi chiusi e cavi staccati, sono solo un accenno indispensabile per comprendere come il realismo terminale affiora con eleganza nei testi di Franco Carta.
Fra tutte queste rincorse e piroette, con il ballo di Bacco sale sopra una funicolare irrequieta che sarà l’equilibrio del suo magico mondo poetico.
Accarezza i sensi con quel vino che si beve a grappoli, e offre una passione nella quale l’aria è leggera, si annusa la primavera; il mare è una sensazione… bagnato dalla luna, e quando la strada dorme, l’oscurità chiude il mondo.
Come la trama di un’opera divisa in atti e scene, propone un disegno come estensione di un abbozzo, un canovaccio nel quale (come le sue stesse parole dicono) “tesse poesie ed è come cucire abiti alle anime”, in un universo senza età, nel quale la realtà della realtà, nella ridondanza dell’azione è solo un lontano ricordo con il quale si evita il rumore della monotonia.
L’autore decide di sognare nei varchi del tempo, solitario ma libero, ed inafferrabile come l’acqua. Cerca di raggiungere bramoso il desiderio, stralunato e matto che induce, ribalta, svuota rapisce in una rincorsa fatta di intrecci ed incroci, alla conquista di un fuoco indomabile.
Affiorano sensi e sentimenti, le immagini che si mostrano sfacciate come la bellezza anemica di una vongola esotica, di amanti immature dal rossetto scuro.
Veste i panni dell’impresario, descrivendo le persone come se fossero piccole lego, costruzioni che si montano, smontano e assemblano, per dare la risoluzione di un puzzle o rompicapo e raggiungere poi così l’oblio.
Scrive, scrive come un fiume in piena, mente fervida, senza niente tralasciare, rapisce e poi respinge con forza ed energia, grida, sogna, balla a piedi scalzi, rendendo la sospensione di false realtà e protagonisti come in un cinema muto senza sapere di essere moviola di vita.
Assurge il poeta al ruolo del tutto a tutto tondo in un valzer di poesie che si srotolano in un cortocircuito di cui si percepiscono suoni e luci come in una grande festa e spari di fuochi d’artificio ad incendiare il cielo per rendere magica la notte.
Invito alla lettura al lasciarsi trasportare sulla scena che invoglia e apre il sipario del nonsense vincendo in stupore e curiosità cogliendo tra i versi i messaggi criptati, e formule per superare ostacoli con un sorriso.
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Info
Leggi da Prefazione di Maria A. Miraglia
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