“Tutto ciò che la luce tocca” di Janice Pariat: un romanzo sull’impatto dell’uomo nell’ambiente

“Il primo passo della saggezza è conoscere le cose in sé; questo significa avere un’idea degli oggetti.” ‒ Carlo Linneo

Tutto ciò che la luce tocca Janice Pariat
Tutto ciò che la luce tocca Janice Pariat

Shai, giovane donna indiana, Evelyn studentessa inglese e lo scrittore Goethe, che trova illuminazione durante il suo viaggio in Italia, sono i personaggi che animano il romanzo Tutto ciò che la luce tocca pubblicato nel 2024 da Salani editore e realizzato dalla scrittrice indiana Janice Pariat.

Opera non lineare che sfida i confini tradizionali della narrativa, Tutto ciò che la luce tocca non è semplicemente un romanzo su persone e luoghi, ma una meditazione profonda sulla relazione tra l’uomo e la natura, tra passato e presente, tra ciò che è visibile e ciò che invece sfugge anche allo sguardo più attento.

Il tempo, uno dei temi del romanzo, racconta del passato, del presente e del futuro che si intrecciano fra loro, collegando gli eventi narrativi e i personaggi del romanzo in modo sottile ma significativo.

In questo senso, il contesto narrativo diventa una riflessione sul tempo inteso come una forza continua, che crea un senso di continuità e di interdipendenza fra le esperienze umane in stretta connessione fra loro.

Ma veniamo alla storia, che non è una, ma è un insieme di storie, la quale si sviluppa in una polifonia di voci che si focalizzano inoltre sul tema del viaggio, come su quello della luce e della natura.

Ed è proprio attraverso l’impiego di una polifonia di voci, affidate ai diversi personaggi, che l’autrice costruisce intensi dialoghi, che connettono tra loro i protagonisti del racconto e al contempo al lettore, palesando ogni storia interconnessa con le altre. Ognuna delle quali è interpretata da una prospettiva diversa. Elemento questo che arricchisce la narrazione, offrendo al lettore una visione d’insieme complessiva e caleidoscopica. Soprattutto lì, dove ogni personaggio si confronta con la propria interiorità.

Tra le personalità citate nel romanzo vi sono esploratori, studiosi, artisti e persone comuni, tutti legati da un tema comune: la ricerca di identità in stretta connessione con la natura. Natura, altro punto fermo della narrazione, forza dinamica e in costante trasformazione. Che dà ai vari soggetti l’occasione di confrontarsi con il proprio sé, offrendo della narrazione un mosaico di esperienze e riflessioni interiori che portano il lettore a riflettere su alcune questioni esistenziali di rilievo. Quale, per esempio, il rapporto uomo-natura, strettamente in relazione con la questione ambientale. Ambiente, che non solo è sfondo di una narrazione interessante ma diventa protagonista, come fosse un personaggio a sé stante.

Romanzo, che con la sua particolare struttura narrativa si presenta come un racconto narrato su più livelli, vuole essere una sorta di omaggio alla natura e a figure storiche quali Alexander van Humboldt e Charles Darwin, i cui studi e viaggi scientifici hanno spiegato alcuni dei misteri del mondo naturale.

Humboldt, con la sua visione della natura come un insieme strettamente connesso, e Darwin con la sua teoria dell’evoluzione, rappresentano figure di riferimento per i personaggi del romanzo, le quali rivelano come l’autrice impieghi i contributi dei due studiosi per riflettere sul nesso tra conoscenza scientifica e spiritualità.

“Dopo pranzo mi arrampico sulla collinetta. Lassù sono praticamente sola, anche se a volte la bambina che avevo visto qui il primo giorno corre tra i cespugli con il suo gatto.”

Janice Pariat citazioni
Janice Pariat citazioni

Janice Pariat è una scrittrice indiana che ha sempre dimostrato un forte interesse per la complessità della natura umana, per il legame tra l’uomo e il mondo naturale, oltre che una forte relazione con la cultura nord-orientale indiana, che ha plasmato nel tempo la sua visione narrativa.

“Una sera, dopo aver dato da mangiare alle galline, lascio aperto lo sportello del pollaio e una volpe o un gatto si porta via uno dei nostri uccelli più grassi.”

Altro tema su cui si focalizza una narrazione intensa e ricca è il viaggio. Inteso geograficamente, ma anche da un punto di vista emotivo, oltremodo spirituale, che si apre a una dimensione filosofica, la quale risponde a un’esigenza di risposte da parte dei protagonisti del romanzo. Lì, dove ogni persona si fa viaggiatore per cercare la propria identità.

C’è chi viaggia superando i confini fisici per esplorare nuovi territori, e chi invece intraprende un viaggio interiore alla ricerca di sé stesso e del proprio posto nel mondo. Diventando, il viaggiare, una metafora della vita stessa, in un cammino verso la comprensione e l’illuminazione da parte di ogni persona. Che, attraverso spostamenti geografici vive una trasformazione emotiva e psicologica, una nuova comprensione del sé e del mondo circostante, in cui ogni esperienza contribuisce alla propria crescita personale interiore ed è rappresentativa di un processo evolutivo.

 “Quando entro in casa, in cucina non c’è nessuno che gira il contenuto delle pentole sul fuoco, pesta il pepe nel mortaio, corre per preparare il pranzo.”

I luoghi nel romanzo, i paesaggi descritti di Janice Pariat, parte integrante della storia, non sono semplici scenari, ma vere e proprie entità che interagiscono con i personaggi e con la trama.

Dalle foreste del Sud America agli angoli remoti dell’India, diventano specchi dello stato d’animo dei personaggi. Ogni luogo, con la sua energia e una personalità propria, contribuisce a definire le esperienze vissute dai protagonisti, in quanto l’ambientazione descritta non è mai un elemento neutrale, ma è un potente strumento narrativo che guida le loro riflessioni oltre che le loro azioni.

Tutto ciò che la luce tocca invita il lettore a riflettere dell’impatto dell’uomo sull’ambiente, e sull’importanza di ristabilire un equilibrio tra esseri umani e natura. Ed è inevitabile che il tema ecologico, il quale permea il romanzo, diventi il messaggio del libro, da cui si evince come la storia narrata diventi anche monito contro il disinteresse dell’uomo per il pianeta.

L’autrice approfondisce inoltre le conseguenze dello sfruttamento delle risorse naturali, del cambiamento climatico e della distruzione degli ecosistemi.

“È un pomeriggio di sole, anche se lo scintillio del gelo invernale si insinua già sul finire del giorno. Abbiamo raccolto un mucchio di senape, oggi, e questa sera il nostro syrwa sarà bello piccante e sostanzioso.”

La luce, ancora, che nel romanzo simboleggia la conoscenza, diventa il filo conduttore che lega l’esperienza umana alla realtà naturale, altro elemento del romanzo. Intesa anche in questo caso in senso metaforico, è il simbolo della conoscenza e dell’illuminazione interiore. Come la natura, la luce è mutevole e l’autrice impiega le descrizioni naturalistiche per parlare anche di cambiamento, perdita e scoperta.

Diventando infine, una riflessione sull’illuminazione, sia in senso fisico che filosofico.

La luce è ciò che rende visibile il mondo, ma è anche ciò che rivela le emozioni e i pensieri più nascosti. Come suggerisce il titolo, non si può comprendere tutto ciò che la luce tocca; ci saranno sempre zone d’ombra, aspetti del mondo che resteranno sempre misteriosi. Tuttavia, è proprio questa dualità che rende la vita interessante e ricca di possibilità.

Un dualismo tra luce e ombra quindi, che sottolinea come questo aspetto rifletta le esperienze dei personaggi di Tutto ciò che la luce tocca, spesso alle prese con il ricordo e l’oblio, dove la memoria, altro spunto narrativo, diventa una forza che guida i personaggi.

L’autrice suggerisce che la memoria sia una benedizione ed anche un fardello: connette l’uomo con il suo passato e con le persone e i luoghi che ha amato, facendone però un prigioniero del suo passato.

La prosa di Janice Pariat, che evoca sensazioni tattili e visive, immerge il lettore in un mondo ricco di dettagli sensoriali grazie a uno stile di scrittura lirico e meditativo, quasi poetico.

Allontanandosi da schemi narrativi classici, l’autrice ha dato alle stampe un libro dalla enorme potenza evocativa, con riflessioni filosofiche e meditazioni che aiutano il lettore ad aprirsi a nuovi orizzonti, non solo culturali ma soprattutto emotivi, presentando il racconto come una commistione di esperienze e riflessioni.

“I giorni sono evidentemente più caldi, anche se le sere e le notti sono ancora fredde, e io per scaldarmi i piedi riempio ancora una borsa d’acqua calda da portare a letto.”

 

Written by Carolina Colombi

 

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