“Come l’arancio amaro” di Milena Palminteri: il senso di essere donne
L’arancio amaro dai frutti asperrimi diventa un importante arbusto su cui innestare frutti dolcissimi, esattamente come il corpo femminile da sempre sottomesso, usato, spesso colpevolizzato rimane il portatore dell’enorme potere di sedurre e di generare.
“Carlotta mia, io dell’arancio conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo, è quello della libertà. Prega per me, figlia mia e fatti albero di arancio amaro, con le spine e con i fiori.” – “Come l’arancio amaro”
Sono le parole che la madre rivolge a Carlotta in questo romanzo “Come l’arancio amaro” (Bompiani, 2024) che racconta la storia di tre donne a partire dagli anni ‘20 fino agli anni ‘60 in una Sicilia dove è difficile avvertire i cambiamenti.
La domanda che si percepisce è: a cosa serve essere giovane, piena di idee e progetti se sei nata nel tempo sbagliato e nel luogo sbagliato?
E le nostre protagoniste cercano, anche inconsapevolmente, di trovare il senso dell’essere donne in un mondo che continua a scegliere al posto loro.
Agrigento anni ‘60. Carlotta ha 36 anni, il suo sogno da sempre era quello di esercitare la professione di avvocato e per questo studia legge, ma al momento di iniziare il suo lavoro viene consigliata da uno zio acquisito di fare il concorso come archivista perché l’avvocatura non è cosa da donne.
Ma è proprio nell’Archivio che scoprirà un segreto che coinvolge le altre due protagoniste di questa storia.
1924: mentre il fascismo si sta affermando in ogni parte d’Italia, la giovane Nardina, spinta dalla voglia di affermazione sociale di sua madre, invece di seguire il suo sogno di laurearsi, sposa il nobile Carlo Cangialosi e di fatto rientra nel ruolo stabilito per le donne: essere mogli e madri. Ma la giovane non riesce a rimanere incinta e questa colpa, che si dà per scontato che sia sua, la avvolge sempre più come un’ombra.
E qui entra in gioco un’umile serva, Sabedda, figlia del fattore di casa Cangialosi, bella, indomita e selvatica che cede alle lusinghe del cugino del barone Carlo rimanendo incinta di un figlio che non potrà nemmeno sfamare e che porterà il disonore anche su suo padre.
A questo punto viene messo in atto dalla madre di Nardina, Bastiana, e da certo don Calogero, in odore di mafia, un piano scellerato che cambierà il destino di tutti.
Carlo muore il giorno in cui Carlotta viene al mondo e questo lascerà in lei un vuoto incolmabile soprattutto perché si ritiene in qualche modo responsabile di questo proprio perché femmina, probabilmente non desiderata, in un casato che necessita di eredi maschi e le lascia la sensazione che nessuna persona amata possa rimanerle vicino.
Il padre non l’ha conosciuto, l’amata bambinaia la lascia quando è ancora piccola, la madre sembra più una fredda istitutrice che un genitore affettuoso e Carlotta si chiude sempre più in se stessa assumendo, anche al lavoro, atteggiamenti scostanti che tengono lontane le persone.
La scoperta casuale di questo segreto di famiglia le farà rimettere in discussione tutte le poche certezze che l’avevano accompagnata fino a questo momento.
L’autrice, Milena Palminteri, esordisce con un romanzo intenso, “Come l’arancio amaro”, sostenuto da una lingua ricca di sfumature dialettali e popolato da personaggi che con fatalismo ma anche fierezza abbracciano i loro destini non avendo la forza di cambiarli.
Written by Beatrice Benet