“Oltre il muro Gaza – Beyond the Wall Gaza” di Beatrice Benet e Shadi AlQarra: uno sguardo intimo
“Odio gli indifferenti.” ‒ Antonio Gramsci
Pubblicato nel 2024, in una sua prima edizione, il testo Oltre il muro Gaza di circa 100 pagine, realizzato da Beatrice Benet e Shadi AlQarra, gode della prefazione di Moni Ovadia che dà inizio a un testo dall’importante contenuto testimoniale.
Grazie anche all’eccellente lavoro fotografico di Shadi AlQarra, il libro descrive le condizioni attuali del popolo palestinese residente presso la striscia di Gaza. Che, in seguito all’attacco del 7 ottobre 2023 da parte del gruppo terroristico Hamas, ha subito ritorsioni gravissime con incessanti bombardamenti, i quali hanno provocato la morte di oltre 42mila persone, oltre che a distruggere gran parte del territorio in questione.
Ed è grazie all’intreccio di parole e frasi, raccolte e quelle sviluppate da Beatrice Benet e alle immagini di Shadi AlQarra, che si può risalire alle origini del conflitto; dal momento in cui il territorio palestinese è stato oggetto di contesa fra palestinesi ed ebrei, in seguito a un’arbitraria occupazione dei coloni oltre i loro confini stabiliti dalla mozione dell’ONU nel 1947.
Sviluppato in edizione bilingue, italiano e inglese, per coinvolgere una più ampia platea di persone, il testo prende in esame il difficile contesto di Gaza, soffermandosi sulla sua storia recente.
“Gaza è un’anima pura, è il battito del cuore di ogni essere libero. Ogni muro sarà demolito, un giorno, ma il silenzio è l’accettazione del male.” ‒ Moni Ovadia
Il testo esplora inoltre la difficile condizione sociale, politica ed economica in cui vivono i cittadini di Gaza, con le problematiche connesse ad una situazione a dir poco drammatica. E sono proprio le spaventose condizioni di vita del popolo palestinese il focus del libro. Condizioni che vanno oltre le continue tensioni politiche, la mancanza di risorse alimentari e farmaceutiche in primis, che mettono in discussione l’esistenza del popolo stesso.
Logorando l’esistenza di coloro che sono rimasti a testimoniare quanto la malvagità non conosca limiti. Semmai, la sua ampia portata è difficile da arginare.
Testimoni involontari e disperati del male subito da figli, genitori e parenti, vittime innocenti di un destino sciagurato che vede in loro dei terroristi; in realtà vittime innocenti delle brutture messe in atto dal governo di Israele, nella figura principalmente del suo premier.
Attraverso le testimonianze raccolte dalla Benet e dalle immagini di AlQarra si analizzano le strategie di sopravvivenza, la speranza e la capacità di trovare un significato nella vita, nonostante le condizioni estreme di difficoltà.
Ed è attraverso la scrittura che si alza forte la voce di Beatrice Benet, con l’obiettivo assai nobile di portare alla luce e alla conoscenza del mondo occidentale la resilienza del popolo palestinese, le sue sfide quotidiane, la sopravvivenza da affrontare giorno dopo giorno.
Con uno stile scorrevole ed empatico, va dato il merito alla Benet, oltre al suo particolare impegno a favore della popolazione palestinese, di aver portato all’attenzione una realtà scabrosa da conoscere in tutta la sua drammaticità, con tutti gli orrori che si porta appresso.
Il muro che separa Gaza dal resto del mondo è assurto a simbolo inteso come barriera fisica, politica ed emotiva, che non solo isola Gaza ma anche le speranze e i sogni della sua gente.
Il cui impatto psicologico e sociale non è quantificabile, anche perché il conflitto bellico in questione è sempre stato motivo di imbarazzo per l’Occidente.
“I crimini atroci perpetrati ininterrottamente per molti decenni dai governi, dall’autorità militare e dai coloni israeliani, sono stati inflitti a un popolo indifeso e solo…” ‒ Moni Ovadia
Riguardo al lavoro fotografico di Shadi AlQarra, la cui forza visiva ha un potenziale emotivo immenso, si armonizza e si inserisce nella giusta misura fra le parole, dialogando con esse attraverso le immagini in unicum davvero importante.
Offrendo uno sguardo intimo e toccante sulla vita quotidiana di Gaza, per catturare sì la suggestione del luogo, ma soprattutto la devastazione del territorio. Immagini, che si fanno strumento per far emergere il vissuto delle persone, da cui si evince la loro forza e il loro coraggio.
La tragedia umana, di enormi proporzioni, che si cela dietro le immagini è una rappresentazione fedele e spaventosa da cui emerge la resilienza di individui che affrontano la miseria e il dolore portati da un inutile conflitto. Che non risolve la situazione e non la porta verso una pacificazione.
“I più lungimiranti di noi avevano previsto che prima o poi lungo questa deriva luciferina avrebbe preso forma il massacro genocidario che scorre sotto i nostri occhi.” ‒ Moni Ovadia
Risultato di una collaborazione fra Beatrice Benet, scrittrice e attivista, con Shadi AlQarra, fotografo palestinese che vive nella Striscia di Gaza e in prima persona partecipa alle tristissime vicende che si consumano su quel territorio, il testo ha soprattutto lo scopo di sensibilizzare il pubblico occidentale sull’attuale realtà di Gaza.
Oltre il muro Gaza non è soltanto un testo di denuncia, ma anche un appello alla speranza, con un messaggio che si infila a forza tra le parole: il bisogno di abbattere i muri, non solo quelli fisici, ma anche quelli mentali e ideologici, per promuovere una comprensione reciproca che si possa declinare con un ampio progetto di pace. Che si estenda sì al popolo palestinese, come ad altre realtà in cui la popolazione è vessata da conflitti che non avrebbero ragione di esistere se ci fosse la volontà di non sopraffazione.
Il testo di Beatrice Benet e le immagini di Shadi AlQarra creano un impatto emotivo profondo nel lettore.
Rabbia, tristezza, speranza, e senso di ingiustizia, combinazione di parole e immagini che riesce a creare una connessione profonda tra la realtà di Gaza e il lettore, invitandolo a riflettere su come la comunità internazionale percepisce e reagisce alla situazione di Gaza.
Quale è dunque il ruolo della diplomazia internazionale a proposito del conflitto in questione?
Gran bella domanda che va oltre i numeri delle vittime sviscerati dalle statistiche.
La risposta, purtroppo, non è delle più soddisfacenti.
Perché del conflitto, la diplomazia internazionale dovrebbe occuparsene con maggior incisività.
Soprattutto agire affinché le organizzazioni umanitarie possano essere d’aiuto alla popolazione.
Un fatto comunque è certo, opere come Oltre il muro Gaza possono influenzare il dibattito internazionale ed essere motivo di sollecitazione.
“Viviamo in un villaggio globale sconvolto dalle guerre, un pianeta, quello degli uomini, dove tra l’altro qualcuno ha seminato cento milioni di mine antiuomo…” ‒ Gino Strada
Written by Carolina Colombi
Info
Acquista “Oltre il muro Gaza” su Amazon