Economia e calcio: quanto fattura la Serie A (e il confronto con l’estero)

Il calcio è da sempre una di quelle passioni che muovono e smuovono passione e animo di milioni di tifosi in Italia e non solo.

Calcio quanto fattura serie a
Calcio quanto fattura serie a

Sono tantissimi ogni weekend, ma in realtà per come sono strutturati i calendari di calcio oggi, anche durante tutta la settimana si muovono per seguire la propria squadra del cuore in trasferta, per seguire i propri beniamini, in qualsiasi categoria ci si trovi. Ma come si può immaginare facilmente oggi il mondo del calcio segue anche altre necessità e diventa sempre più un business.

Un aspetto certamente meno nobile e poetico della cosiddetta fede calcistica di tanti supporter, ma altrettanto fondamentale per poter garantire sostenibilità a questo sport e un’opportunità affaristica per tanti imprenditori.

Il calcio, come sanno ormai tutti, è lo sport che muove più denaro di tutti nel nostro Paese, creando un giro d’affari immenso grazie ai diritti tv, alle sponsorizzazioni, al mondo dei gadget e del merchandising, ma anche allo sbigliettamento delle partite, senza considerare la fase di compravendita dei calciatori e la quotazione in borsa di alcuni club.

Opportunità che però mettono alcune squadre in condizioni migliori di altre, così da ottenere anche un risultato sportivo differente. Infatti esaminando pronostici sulla Serie A si può notare come costantemente in alto nelle classifiche delle pretendenti al titolo ci sono squadre come Inter, Juventus, Milan e Napoli, che riescono a raccogliere più denaro rispetto alle concorrenti.

E allora capiamo insieme quali sono gli introiti principali in Italia per i club.

I diritti tv

Quello dei diritti Tv è uno degli elementi principali di immissione di denaro nelle casse dei club. Nel nostro Paese a detenere i diritti e a trasmettere le gare, in particolar modo per quanto riguarda la Serie A e la Serie B, sono Dazn e Sky.

L’ultima trattativa di compravendita, relativa al quinquennio 2024-2029, è andata in porto a ottobre 2023 con la vincita dell’asta in favore di Dazn, che aveva fatto un’offerta complessiva di 900 milioni all’anno. L’offerta italiana è più o meno in linea con quelle degli altri campionati esteri se si pensa che in Germania l’ultima trattativa per la Bundesliga vede un contratto quadriennale e la spesa di 4,4 miliardi di Euro, tra Dazn e Sky, oppure anche in Spagna i diritti di trasmettere le partite della Liga sono stati venduti a Movistar e DAZN, per 4,95 miliardi nel quinquennio 2022-2027.

Fa eccezione però, come si può immaginare, la Premier League inglese. Nel Paese di sua maestà i diritti delle gare di calcio di trasmettere le partite sono stati venduti a Sky e TNT per un totale di 6,7 miliardi di sterline, ovvero circa 7,8 miliardi di euro, per il quinquennio 2024-2029 con una spesa annua, quindi, di circa 1,95 miliardi di euro.

Il giro d’affari nel calcio

Ma ovviamente il denaro non arriva solo dagli accordi per la vendita dei diritti Tv. A far rimpinguare le casse dei club di calcio di casa nostra ci pensano anche altri fattori ed elementi. Come accennato prima si tratta di ricavi che arrivano dal botteghino, dagli accordi con gli sponsor, ma anche i finanziamenti pubblici per la messa in opera di lavori negli impianti ad esempio, senza considerare la fase di compravendita dei giocatori, così come il merchandising dei prodotti commerciali delle squadre, e tanto altro.

Se si volesse quantificare questo giro d’affari, andando a prendere in esame le squadre dalla Serie A scendendo fino alle serie minori professionistiche, questo sarebbe calcolabile in circa 78 miliardi di euro, ovvero il corrispettivo del 3% dell’intero PIL italiano. Inoltre il mondo del calcio, bisogna considerare, dà un posto di lavoro a circa 112.000 tra dipendenti, collaboratori, consulenti e professionisti. E poi c’è tutto l’aspetto che interessa la fiscalità ad essere importante, insieme a quello previdenziale, poiché nelle casse dello Stato rientrano circa 1,2 miliardi di euro.

 

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