“Incubi e deliri” di Stephen King: una monetina fa deragliare un treno?

Si tratta ancora di far credere a te ciò che credo io. Almeno per un po’.

Incubi e deliri di Stephen King
Incubi e deliri di Stephen King

Lo so, “Incubi e deliri” è una raccolta di racconti datata, ma sapete bene che i libri di Stephen King sono sempre in voga, perciò, volendo, lo si riesce a reperire molto facilmente.

Ovviamente il mio consiglio è di andarlo a cercare, perché ci sono dei pezzi che vale assolutamente la pena leggere.

Di solito King, anche quando scrive racconti, è “diarroico”, come lui stesso si descrive, pertanto anche i suoi pezzi brevi, finiscono per l’essere lunghi tanto quanto un romanzo.

In questo caso, invece, i racconti de “Incubi e deliri” rientrano nel range, ma proprio per questo, sono davvero tanti.

King ammette di essere un credulone: “Sono fatto per credere cose strampalate”, pertanto perché non usare questa sua ingenuità per farle credere anche a noi?

Ecco che allora nascono questi tanti racconti, alcuni horror, con i classici mostri.

Vampiri come in “Il volatore notturno”: “Nossignore, niente albergo o motel per te, dico bene? Quando tu fai il vampiro, sei come Frank Sinatra, lo fai a modo tuo”.

Fantasmi di “E hanno una band dell’altro mondo”: “Lesse il messaggio in uno stampatello irregolare: Andatevene finché siete in tempo.

Nemmeno mancano gli zombie in “Parto in casa”: “Il nome della prima cittadina americana dove erano stati avvistati i morti ambulanti era forse ancor più memorabile: Thumper, in Florida”.

Ma pure mostri “nuovi”: che ne dite del pensiero di venire mangiati da una jumbo dentiera giocattolo? Eccola in “Denti Chiacchierini”: “Erano i più grossi Denti Chiacchierini che avesse mai visto. Erano anche gli unici che avesse visto con i piedi, enormi scarpe arancioni con ghette bianche, come quelle di un cartone animato.

O se un dito lunghissimo uscisse dallo scarico del vostro lavandino? Ovviamente s’intitola “Il dito”: “La prima volta che sentì grattare, Howard Mitla era solo nell’appartamento al Queens dove viveva con la moglie.

Oppure possiamo addentrarci in storie di suspense come in “Scarpe da tennis”: “Quando notò le scarpe da tennis la prima volta, John Tell lavorava alla Tabori Studios da poco più di un mese”.

O veri e propri deliri, come ad esempio “La Cadillac di Dolan”, di questo c’è anche il film! “Non mi facevano più male le mani. Era stupefacente. Spalavo senza fatica e in non più di cinque minuti il cofano posteriore della Cadillac era completamente ricoperto.

Non c’è un unico filone, ma ogni racconto ci porta in qualche posto diverso: una strada è verso l’inverosimile, l’altra va in direzione della follia.

Per leggere “Incubi e deliri” bisogna ripetere con King il suo catechismo, altrimenti non possiamo entrare in queste stanze col giusto spirito:

Stephen King citazioni
Stephen King citazioni

“Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come Pony Shetland. Credo che si possa strappar via l’ombra a una persona con un picchetto da tenda…” e così via!

Insomma, venticinque pezzi che vale la pena leggere. Certo, ci sono alcuni brani che non sono all’altezza dei migliori, capita; ma di King non si butta mai via niente!

 

© 1994 Sperling & Kupfer

€ 16,90

Pag. 826

ISBN 88-200-1871-3 86-I-94

 

Written by Miriam Ballerini

 

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