“Ballata di un giorno di luglio” poesia di Federico García Lorca: tu cerchi l’amore
Di seguito si potrà leggere la poesia intitolata “Ballata di un giorno di luglio” di Federico García Lorca ed una breve biografia del poeta.
“Ballata di un giorno di luglio”
Campani d’argento
portano i buoi.
Dove vai, bambina
di sole e di neve?
Vado per margherite
sul prato verde.
Il prato è molto lontano
e hai paura.
Né l’airone né l’ombra
teme il mio amore.
Teme il sole, bambina,
di sole e di neve.
Se ne andò dai miei capelli
ormai per sempre,
Chi sei, bianca bambina?
Di dove vieni?
Vengo dagli amori
e dalle fonti.
Campani d’argento
portano i buoi.
Che cos’hai in bocca
che prende fuoco?
La stella del mio amore
che vive e muore.
Che cosa porti nel cuore
così leggero e fine?
La spada del mio amore
che vive e muore.
Che cos’hai negli occhi,
nero e solenne?
I miei tristi pensieri
che mi feriscono.
Perché porti un mantello
nero di morte?
Ahi, sono la vedovella
triste e senza beni,
del conte dell’Alloro
degli Allori!
Chi cerchi qui,
se non ami nessuno?
Cerco il corpo del conte
degli Allori.
Tu cerchi l’amore,
vedovella perfida?
Tu cerchi un amore
che forse trovi.
Stelle del cielo
sono i miei desideri,
dove troverò il mio amante
che vive e muore?
È morto nell’acqua,
bambina di neve,
coperto di nostalgie
e di garofani.
Ah, cavaliere errante
dei cipressi,
una notte di luna
la mia anima t’offre.
Ah Isis sognatrice.
Bambina senza miele,
tu che in bocca di bambini
versi il racconto.
T’offro il mio cuore.
Cuore tenue,
ferito dagli occhi
delle donne.
Cavaliere galante,
resti con Dio.
Vado a cercare il conte
degli Allori.
Addio, signorina,
rosa dormiente
tu vai per amore
e io alla morte.
Campani d’argento
portano i buoi.
Il mio cuore sanguina
come una fonte.
La poesia “Ballata di un giorno di luglio” di Federico García Lorca è stata scritta nel mese di luglio del 1919.
Federico García Lorca nasce a Fuente Vaqueros il 5 giugno del 1898 e muore il 19 agosto del 1936, fucilato da militanti del movimento politico CEDA all’alba perché di sinistra, omosessuale e massone e gettato “in un burrone ad alcuni chilometri alla destra di Fuentegrande” nei dintorni di Víznar, vicino a Granada.
Poeta, drammaturgo e regista teatrale spagnolo raggiunse il riconoscimento internazionale come figura emblematica della generazione del ’27, un gruppo principalmente di poeti che introdusse le avanguardie artistiche ‒ come il simbolismo, il futurismo e il surrealismo ‒ nella letteratura spagnola con risultati eccellenti, in quella che fu definita la Edad de Plata.
Lorenzo Spurio scrive sul poeta: “Se è vero che molte sono state le ipotesi attorno alla reale localizzazione dei resti mortali del Poeta (tra cui quella secondo la quale essi vennero trafugati e inumati a Salto, in Uruguay, sotto un possente monumento che ne celebra il ricordo), secondo Benjamín Amo “le evidenze testimoniali e documentali rendono chiaro il fatto che Federico venne assassinato in un punto concreto”, vale a dire in quel posto nel quale, però, mai si è trovato il suo corpo né tracce dei suoi resti.” [Leggi l’articolo “El enigma Lorca”, documentario di Benjamín Amo]
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