“Invincible – Omnibus 1” ideato da Robert Kirkman: un fumetto yankee

Invincible è un fumetto che più yankee non si può, ideato da Robert Kirkman e che ha ispirato una serie animata molto seguita dalle nuove generazioni, a cui, honoris causa, appartengo.

Invincible Omnibus 1 di Robert Kirkman
Invincible Omnibus 1 di Robert Kirkman

Nolan, il padre di Invincible proviene da un pianeta lontano come tanti (nel senso di distanza) e come pochi (nel senso di qualità). Egli è stato inviato sulla Terra (manco fosse un profeta di Dio), dice, per proteggerla. Dice. Anche gli americani, i russi, gli inglesi, i romani, i macedoni, i mongoli, i franchi, i nazisti hanno sempre detto così. Ognuno è un imperialista sui generis, secondo il suo genere (che ognuno professa come innato).

Nolan da anni va dicendo al diciassettenne figlio (Mark Grayson all’anagrafe) che un giorno anche lui avrà dei superpoteri, come tutti quelli che hanno del sangue, pur imbastardito, di quel pianeta misterico: astro lontano eppure fin troppo vicino.

È la filosofia imperialistica: io sono qua, a casa mia, ma intanto sono da te, che è pure, ora, casa mia. Le mie basi occupano il tuo territorio per meglio proteggerti (dalle tue limitatezze). Guai se… Occhio, eh!… Non pensare nemmeno per scherzo di cercare di far a meno di me. Tu, ormai e per sempre, sei di mia pertinenza!

A pagina 479 leggo il Piano dell’opera: sono nove volumi, tutti intitolati Invincible Omnibus, dove varia soltanto il numero. Sto leggendo ora il 1.

Nella prima di copertina papà e marmocchio stanno svolazzando. Il primo ha le braccia che puntano verso il basso e ha un fisico scolpito da culturista nonché un paio di baffoni da contadino. Le tempie sono grigie. I colori degli abiti e dei calzari sono azzurri e rossi. Lo sguardo è tetro. Deve aver vissuto momenti migliori. Il secondo ha le braccia tese in avanti, come per accrescere la propria aerea dinamicità. Lo sguardo è sorridente: pare tanto fiero di sé e di essere figlio di tanto padre.

A pagina 11 e 15, prima Mark e poi Nolan, fanno una cosa che mai Clark Kent/Superman e Bruce Wayne/Batman, ma neppure Dick Grayson/Robin (a proposito, come mai questa omonimia?) farebbero: parlano con la bocca piena. Chissà se l’ha mai fatto Peter Parker/Spiderman? Forse sì!

Aspetta: Gray-son: figlio del Grigio, che se s’incavola diventa un grizzly (stesso etimo!)

A pagina 82 la mamma di Mark è depressa. La vita di un supereroe prevede delle trasferte che possono durare “quasi sei mesi” – così capitò quella volta che: “Si è perso anche il tuo compleanno.” – il figlio cerca di consolarla ma non mi pare tanto gaio manco lui.

Pagina 99 riporta quattro scene identiche: i tre familiari sono a tavola. L’unica che sa dire qualcosa, nella terza: “Allora…” e poi nella quarta: “… Avete avuto una giornata interessante?” – è lei, la fin troppo paziente consorte e genitrice. Quando, nella pagina seguente, i due si decidono a rispondere, non mostrano ilarità, anzi… il loro sguardo è sempre più penoso. Quello di lei è quasi conciliante, mentre dice, per cambiare argomento: “Favoloso. A chi va un po’ di dolce?”

A pagina 139 papà dimostra di essere super anche dal punto di vista erotico, tanto che lei gli dice “Oh, amore… sei un animale!” – e poi gli dà un consiglio pratico dettato dalla sua femminile saggezza.

Non ci sono scene di sesso, che sono soltanto suggerite da un paio di “Vooosh!” Dopo il sesso lei gli dà un mezzo pugno, quando nota la propria maglia: “Me l’hai messa al contrario, razza di scemo!” – e lui se la ridacchia beato.
Le 8 scene delle pagine 151 e 152 riprendono il figliolo che dorme come un bimbo, per tanto “… sonno arretrato…”.

A pagina 159 scopro che una supereroina è lesbica e soddisfatta di esserlo. A pagina 220 accade una scena che potrebbe andare bene per una soap opera. L’amore degli altri desta tristezza se tu sei in quel momento super-scompagnata.

A pagina 369 il capo dei capi dei servizi segreti yankee e quindi mondiali mostra una faccia così infame che si fa fatica a guardarlo. Com’è brutto!
Da pagina 382 a pagina 384 ci sono delle scene che poco comprendo. Chissà se mai le capirò.

Tre dei quattro riquadri di pagina 412 dimostrano che, quando ci si è appena amati, la nostra mimica facciale è ridotta al minimo. Contano i dolci pensieri che coviamo in testa…

Gli amanti sono complici di un furto recato al resto dell’umano genere: e ne sono quietamente fieri.
Le pagine da 428 a 430 dimostrano che i supereroi d’entrambi i sessi non possono che rimanere allibiti e poi sghignazzare dell’ignoranza mediamente umana.

A pagina 454 un alieno, chiuso nel salotto di casa sua, torna a essere sé e a dirsi: “Whew! Finalmente… Non avrei resistito un minuto di più in quella forma.” – a me una cosa simile capitò quando nell’Hotel Posta di una repubblica marinara basta che sia mi cavai di dosso l’abito nuziale.

“Figliolo… dobbiamo parlare” – dice Nolan, alias Omni-man, all’amato figlio.

Amato? Domani leggerò che gli avrà da dire. La tragedia è nell’aria, come si usa dire in questi casi.

É una logica imperialista, non solo ma soprattutto yankee. Gli USA sono per lo più privi di rispetto per i popoli invasi (come tutti, del resto).

Invincible è nei casini. Ma il fatto che gli dice che intende parlargli significherà bene qualcosa! Speriamo! Colloquio a distanza fra me e colui che m’ha indotto a leggere Omnibus 1:
– Nolan è un figlio di puttana. Però non sa di esserlo. Lui crede che ciò che fa sia giusto.
– Una logica imperialista. Punto.
– Viltrum, il pianeta di origine di Nolan, è una metafora degli anglosassoni
– Di tutti i popoli in verità. Civis romanus sum. I popoli assoggettati dai cesari diventano automaticamente romani. Ma devono rinunciare al loro passato.
– Più o meno. Spesso si integravano. Il vero problema è se non pagano le tasse come gli ebrei dell’epoca. Non è così importante se mantengono le loro tradizioni.
– La cosa che più importa sono i soldi. Il potere economico. Qui c’è anche un culto del DNA, di tipo nazista. Dopo aver massacrato il figlio di botte, sul viso di Nolan, che sta volando chissà dove, scorrono delle lacrime che fanno ben sperare. Ricordo con quanta tenerezza e moine faceva sesso con l’amata (?) (!) mogliettina, la sua vittima più martoriata. Nolan è una vittima/boia del sistema. Senti, figlio: a pagina 320, Atom Eve è più in carne del solito (in confronto, per esempio, di come appare a pagina 178). Effetti della trasfigurazione in supereroina? O refuso grafico?
– Boh. Credo gli sia semplicemente venuto così il disegno.
– Refuso grafico sarebbe. Non so.
– Ignoro!
– Non ti pare che, per gli anni 2000 e rotti, non sia troppo avanzato il tele-trasporto startrekkiano?
– Ehhh… invece i supereroi sono all’ordine del giorno!
– In effetti. La più assurda delle eroine si trasforma senza manco doversi cambiare. È una ragazzetta di quindici anni. Poi si scopre che ne ha circa trenta. Invecchiando, ringiovanisce! Fra poco sarà una bimbetta. Quando si trasforma diventa un colosso maschio che, finito di combattere, orna a essere lei. E poi lei di nuovo lui, d’emblée. Avendo quasi trent’anni, lei ama gli uomini adulti. È… quasi una gerontofila!
– Non lo sapremo mai. Non è facile trovarne di simili in giro. Eh eh!
– Il tele-trasporto richiede una tecnologia non raggiungibile in un’epoca normale come quella. Tutto è surreale.
– Guarda, secondo me si gioca anche su quante cose vengano usate dall’elite per il controllo. Tipo gente che è morta ed è poi rimpiazzata da dei robot.
– Come in quel film con Leonard Nimoy, ricordi? Terrore dallo spazio profondo, del ‘78.
– Molte teorie del complotto non escludono che il governo yankee possegga tecnologie avanzate che sono tenute segrete. A me fa ridere che ogni volta che quello schifo d’uomo si tele-trasporta qualcuno gli faccia notare che quel fatto costa milioni di dollari ai contribuenti.
– Ti ricordi quel film con Nimoy. L’ultima scena è agghiacciante. Anche lui era stato sostituito.
– Sì, l’abbiamo visto insieme tanti anni fa!
– Lo fa, quel giochetto del tele-trasporto, perché ci ha preso gusto, dice. È un atto immorale, secondo una logica del risparmio. Ma come me lo spieghi? Trasformazione particellare?
– Non me lo spiego. Così come taccio dei combattimenti nello spazio in cui basta trattenere il respiro.
– In che senso?
– Qualsiasi corpo è sottoposto ai cambiamenti di pressione e il vuoto e il freddo dello spazio ti uccidono all’istante se non sei in tuta. Ma è un fumetto ed è divertente così.
– Ah!
– Sai? Anche quello con Nimoy era un remake!
– Mi pare un fatto biologico. Da Super. Un uomo è riuscito a stare dodici minuti sott’acqua. Un fachiro è, si dice, rimasto sepolto sotto terra per un mesetto.
– Si, ma nello stesso stato atmosferico. O protetto da una super-pelle. Oppure ha fatto finta.
– Superman è un uomo d’acciaio. Poteva tutto. Difficile da credere ma fumettisticamente probabile.
– Il punto dello spazio non è trattenere il respiro, è che il tuo corpo finisce per implodere. A meno che tu non abbia dei reattori interni che t’impediscano l’implosione. Fantascienza pura.
– Una morale (provvisoria). Il pianeta di Nolan è imperialisticamente immorale. Ma non è che la Terra sia messa meglio. Nolan è infettato dal buonismo terrestre. Per cui ci saranno delle sorprese.
– Quanti ne leggi, di episodi?
– Due al dì. Utili a far calare i trigliceridi. M’inquieta un fatto. Invincible mi dà ansia ma sento che dovrò leggerlo tutto, tutti i tomi, dico. E non vedo l’ora di restituirteli.
– Molto ben realizzato, veramente.
– Pagina 369: La sua vera faccia di boss dei servizi segreti agli stessi servizi segreti. Manco la CIA sa di lui. Gustòuş cme un sc-iâf a l’órba: quando è buio gli schiaffi si gustano di più.
– È al servizio dell’umanità ma non è una brava persona. Probabilmente trae un bel profitto economico per fare ciò che fa. E anche psicologico…
– Pagina 382: Universo parallelo? Lo capirò domani?
– Chissà…
Il giorno dopo…
– Finito.
Quel che mi pare diverso dagli altri supereroi, tipo Marvel, non è la varietà dei mostriciattoli. ma il fatto che, come anche con Hulk, che era forte e grosso, ma senza superpoteri, le dimensioni contano fino a un certo punto. Invincible non ha un grande fisico ma batte facilmente dei giganti ben più massicci di lui.

Abbondano le battute volutamente stupide, quelle che fanno gli umani normali tutti i giorni. Volgarizzano ma rendono più condivisibili i personaggi, buoni o cattivi che siano. E quelle politicamente scorrette: per due volte (anzi, tre) si dice che il portare da parte di un super un normale, tenendolo per la schiena e per le cosce, è “così gay”.

Straordinarie sono le espressioni perplesse dei volti, e quelle che rimangono fisse per 3/4 riquadri. I super si dividono in due schiere, come i gay, e i diversi portatori di valori, in: chi fa outing e chi non ci pensa proprio. In chi è fiero di esserlo e chi si vergogna un casino. Invincible ha dei limiti: non guida, forse non ha manco la patente. Ma se ne frega (anch’io me ne fregavo, fino a quando mi misi con una che non guidava).

A contatto con gli extraterrestri, non esiste più la lingua. Si comunica in una modalità, come dire, basic, che è universale. Risposta stupita di un extraumano alla domanda se parla la lingua del terrestre: “Quale lingua?” – Gli idiomi locali sono dei dati culturali azzerati dal tempo. Quel che conta è il flusso delle informazioni, non la glottologia che si adotta. Superman era imbattibile, con un unico guaio: l’intolleranza alla kriptonite rossa. Al che veniva aiutato da Batman e Robin, che non avevano superpoteri ma nemmeno handicap di quel tipo. Qui nessuno è insuperabile. Perciò immagino si sia scelto l’augurale nome di Invincible. Il più forte essere finora m’è parso quell’orrido felino di Battle Beast. Ma non si sa quel che si celi nel resto del Kósmos.

Quanti tomi ci sono ancora? Otto? Şio vaca! Lo sai che cosa m’interessa più della storia: arrivare alla fine! Ma soprattutto questo: la finirà di frignare e di ingoiare litri di alcol la mammina di Mark?  Riuscirà a raggiungere una più serena menopausa? Si troverà un nuovo moroso privo di poteri ma più affidabile di quel Nolan? Io una così me la sposerei subito. Salvo pentirmi di lì a pochi mesi.

(Avvertenza: quello che precede è la raccolta di messaggi al cellulare fra me e colui che m’ha affidato un compito terribile: leggere ‘sto fumettaccio yankee… e… prevedo… gli altri otto della serie!). Alla prossima, spero!

 

Written by Stefano Pioli

 

Bibliografia

Robert Kirkman (soggetto e sceneggiatura), Cory Walker (disegni), Ryan Ottley (disegni), Bill Crabtree (colori), Invincible Omnibus 1, Saldapress, 2023

 

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