“Tutto questo fuoco. La rivoluzione delle sorelle Brontë” di Ángeles Caso: tre giovani brillanti

Consiglio vivamente la lettura del libro “Tutto questo fuoco ‒ La rivoluzione delle sorelle Brontë” della scrittrice spagnola Ángeles Caso, edizione Marcos y Marcos 2024.

Tutto questo fuoco di Ángeles Caso
Tutto questo fuoco di Ángeles Caso

Affascinata da sempre dalla storia di queste tre sorelle che riescono a diventare scrittrici famose ed entrare nella storia della letteratura inglese, ho particolarmente apprezzato questo libro intitolato “Tutto questo fuoco”, una sorta di biografia romanzata in cui l’autrice, pur prendendosi qualche licenza narrativa, rimane fortemente ancorata alle notizie storiche.

Nelle bandelle della copertina de “Tutto questo fuoco” leggiamo:

“Crescono isolate, senza madre, in una canonica ai margini della brughiera. Soprattutto sono donne, e nell’Inghilterra vittoriana, le donne devono solo sposarsi e fare figli. Sottomissione e bellezza, possibilmente un degno patrimonio, servono a conquistarsi un buon partito. Charlotte, Emily e Anne Brontë non sono certo ricche, la loro bellezza non rispetta i canoni dell’epoca; di sottomettersi ad un uomo, poi, neanche a parlarne. Nutrono, per di più, una strana passione. Fin da bambine, ogni pomeriggio, nella piccola sala da pranzo della canonica, tirano fuori gli scrittoi, affilano le penne e scrivono. Non si fermano qui; le tre sorelle Brontë, senza nessuna protezione, contro tutto, riescono a pubblicare. E quando pubblicano, sfondano. Non è un successo passeggero: Jane Eyre e Cime tempestose restano tra i romanzi fondamentali della letteratura mondiale. La signora di Wildfell Hall è un romanzo scandalosamente femminista, sempre più apprezzato. Come hanno fatto, le sorelle Bronte? Da dove viene tutto questo fuoco?”

L’autrice ci guida quindi alla scoperta di queste tre eccezionali sorelle che fin da giovanissime rivelano una mente assai brillante, sono amanti della scrittura, inventano storie fantastiche, scrivono ottime poesie e sognano di potersi mantenere pubblicando le loro opere.

Sono donne contro corrente per il loro tempo: “Guardate noi, invece, povere donne, costrette a scrivere di nascosto, a pubblicare sotto pseudonimo, a nascondere tutto questo fuoco dentro di noi, mascherando come ladre il desiderio e la furia. Guardateci stirare, cucinare, cucire, spazzare i pavimenti, cercando di rubare minuti, secondi, alla vita che scorre veloce per poter scavare lì dentro, nella brace che arde nelle nostre teste” ma precorritrici di quella rivoluzione culturale che a poco a poco libererà le donne dalla convinzione maschile che “La letteratura non si concilia con la vita di una donna”.

Il padre è uomo di larghe vedute e consente loro di acculturarsi sui più svariati argomenti e di viaggiare da sole per perfezionare la lingua tedesca e francese. Anche il fratello Branwell è ricco di talenti ma ben presto, dedito all’alcool e all’oppio, finirà tragicamente.

Le sorelle Brontë sembrano destinate a una vita dura e a diventare insegnanti o istitutrici presso famiglie di alto rango, da cui verranno spesso umiliate per le loro povere origini, ma guidate dalla coraggiosa Charlotte, decidono di pubblicare prima una raccolta di poesie e solo in un secondo momento dei veri e propri romanzi. Il nome con cui pubblicano però non è il loro. Infatti scelgono di pubblicare con nomi maschili, per evitare il giudizio morale che la critica avrebbe senza dubbio addossato a delle scrittrici donne. Currer, Ellis e Acton Bell sono i tre pseudonimi scelti. Nomi che verranno abbandonati solo molto tempo più tardi, destinando finalmente il nome Brontë a imperitura gloria.

Incipit del libro “Tutto questo fuoco”:

“Emily Brontë allungò la testa verso le scale e lanciò un richiamo: «Il ferro è caldo!»

Charlotte scese subito in cucina. Sua sorella stava impastando il pane con le sue braccia forti e quell’impeto che metteva in tutto ciò che faceva. Il mattarello rotolava avanti e indietro come se stesse schiacciando un esercito di ribelli del regno di Gondal. La vecchia Tabby era appena tornata a casa e si era già messa a lavare la pila di piatti della sera prima. Charlotte ebbe di nuovo l’impressione che la cameriera quella mattina fosse un po’ più bassa, come le capitava sempre più spesso negli ultimi mesi: la grande Tabitha Aykroyd, compagna fedele, allegra e piena di magnifica follia della famiglia Brontë, invecchiava e rimpiccioliva di giorno in giorno, magari fino a diventare un nanerottolo di cui avrebbero dovuto prendersi cura.

Emily sembrava di ottimo umore e ansiosa di dire qualcosa: «Charlotte, Tabby deve parlarti della signora West».

«Della signora West?» Charlotte si ricordò di quella donna grassoccia, la moglie del fabbro del paese, che aveva visto, solo due giorni prima, inseguire le sue galline che razzolavano libere e felici lungo la strada per Keighley, reggendosi con le mani una pancia immensa. «Ha perso il bambino?»

«No, no, per carità… Diglielo, Tabby».

Tabby smise di lavare i piatti e si asciugò le mani, disponendosi a raccontare con la massima solennità qualcosa di importantissimo: «Ha partorito stanotte. E il bambino è grasso come un vitello già cresciuto, gigante e sano. E mentre stava partorendo, alle cinque del mattino, con un dolore atroce che sembrava stesse per esploderle la pancia, le è apparsa sua nonna».

Charlotte fece un gesto stupito: «Le è apparsa sua nonna…? Vuoi dire il fantasma di sua nonna?»

«Sì, sì, il fantasma. È sceso dal cielo e si è messo lì al suo fianco e le ha tenuto le mani mentre partoriva, e le ha detto di non aver paura, che tutto sarebbe andato bene e che il bambino doveva chiamarsi Abimael, come il suo povero marito. E poi è uscito il bambino, proprio così, grasso e sano, e quando si è messo a piangere, la nonna le ha accarezzato i capelli ed è svanita».

Emily guardava sua sorella tutta compiaciuta. Sapeva che non le piacevano queste storie di fantasmi e apparizioni, di cui lei invece andava matta, e si divertiva a stuzzicarla.

Charlotte scuoteva la testa: «Non dire sciocchezze, Tabby!»

«È vero, chiedilo alla levatrice, era lì con lei e me l’ha appena raccontato…»

Ángeles Caso citazioni
Ángeles Caso citazioni

Non volendo impegolarsi in quell’assurda conversazione, Charlotte Brontë prese il ferro e salì di sopra, pronta ad affrontare il più velocemente possibile la montagna di panni che l’aspettavano su una poltrona, lenzuola, trapunte, sottovesti, gonne, fazzoletti e camicie del padre e di Branwell. Sul pianerottolo incrociò Anne, che la mattina si svegliava sempre un po’ più tardi delle sorelle e ora finalmente scendeva a fare colazione.

«Buongiorno cara. Dormito bene?»

In risposta, Anne sbadigliò e stirò le braccia. Charlotte la lasciò proseguire per la sua strada, sapendo che a quell’ora, appena sveglia, la sua sorellina non era in grado di spiccicare verbo.

E a quel punto, tutta la casa, quell’edificio in pietra e legno che era la canonica dove vivevano il reverendo Brontë e la sua famiglia, nella cittadina di Haworth, si rilassò e si lasciò sprofondare placidamente in quella sequenza di suoni rassicuranti, così simili al silenzio, che si diffondono nelle allegre mattine d’estate. Fuori si udivano i colpi ritmati di John Brown che intagliava nella sua bottega, e il cupo gracchiare dei corvi che cercavano di imporsi sul canto dei passeri, deboli e fieri, e sul magnifico trillo di quel tordo che stava nel punto più remoto del cimitero, tra gli alti cedri. In lontananza, oltre la chiesa, risuonavano gli zoccoli di un paio di cavalli che risalivano la strada principale verso una delle fabbriche di tessuti. Si sentivano bambini che giocavano, gli strilli di una mamma a caccia della bambina fuggita dai doveri domestici per raggiungere i fratelli nei prati, e il chiocciare delle galline eccitate dal passaggio di un cane.”

 

 Note sull’autrice

Ángeles Caso è nata a Gijon nel 1959, figlia di un eminente filologo. Dopo la laurea in Geografia e Storia intraprende la carriera giornalistica. Decide però di abbandonare il giornalismo e intraprende la carriera di scrittrice. Alterna il romanzo storico alla narrativa di pura fantasia, ma al centro della sua attenzione c’è sempre il coraggio delle donne. Il suo libro “Controvento” le è valso il Premio Planeta.

 

Written by Giovanna Fracassi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *