“La virtù femminile” di Harumi Setouchi: abbandonare il mondo fluttuante
La vita di quella monaca le era parsa ancora più pura, come una storia descritta su un rotolo dipinto.
I libri scritti dai giapponesi, come La virtù femminile, sono diversi da quelli europei, o americani. Hanno una consistenza lieve, frasi che ti si posano dentro con leggerezza, eppure imprimono quanto ti stanno mostrando.
La scrittura è attenta alla natura e ai particolari: “Il tenero fogliame della collina Arashiyama si protendeva sulle rive del corpo superiore, e splendeva nel cielo plumbeo come una fiamma di intenso verde smeraldo”.
Harumi Setouchi in qualche modo narra la sua stessa storia nel libro La virtù femminile, perché ha un vissuto molto simile alla monaca della quale descrive le gesta, anche se, in realtà, molto è stato preso in prestito dalle vicende di un’altra monaca, anche lei con un passato tormentato.
In questo romanzo d’atmosfera, si narrano la storia di due donne in particolare: la monaca Loto della saggezza e una stilista di kimono, Ryoko.
Ryoko ci parla della sua vita, dei suoi amori, ma è un personaggio di secondo piano. La vera protagonista è la monaca, tanto che mi domando se, anche senza Ryoko, la quale dà senso al suo ruolo solo come persona che ascolta, il romanzo non sarebbe stato più scorrevole.
Loto della saggezza viene venduta bambina, quando è ancora Tami, per 200 yen e diventa una Maiko. Successivamente diverrà Mille draghi, una famosa Geisha.
Leggiamo di eventi per noi inaccettabili, dove le donne, le quali posseggono la virtù femminile della pazienza, della sottomissione all’uomo, della cura di sé solo in riferimento a quanto possono dare al proprio Danna, cioè colui che le mantiene.
“Era inammissibile che osasse avere una relazione con un cliente che aveva rivaleggiato con il suo Danna per possederla; non avrebbe potuto esservi slealtà più spregevole”.
Eppure ci si immerge nella storia di questa donna, dei suoi amori; perché lei tanto ha amato e forte è stata la passione che ha animato il suo corpo.
Ci si confonde fra cadute di petali che paiono una nevicata, e il sentire di come una bambina di 13 anni possa essere stata deflorata.
Di come abbia sopportato sul suo il corpo di tanti uomini. Di come abbia subito le percosse. Di quanto abbia tentato di avvilire il suo corpo, diventando un’alcolizzata.
Ma anche del suo riscatto quando, sposata a un uomo che non ama e che non la ama, viaggia per l’America, vestendosi all’occidentale. Di come abbia avuto una relazione con un’altra donna.
“La costa si allontanava, pareva ormai soltanto un obi srotolato”.
E poi, poi quando ha capito che avrebbe voluto solo diventare una monaca, allontanandosi dal mondo, con la testa rasata, senza più kimono e obi preziosi.
Così, ormai settantenne, racconta tutta la sua storia a Ryoko, non tralasciando nulla. Scrivendo un libro autobiografico per mantenersi, perché Mille draghi da tutti è stata conosciuta e c’è chi ancora la venera come la più famosa Geisha.
Lei che, nonostante la sua vita dove ha visto e vissuto di tutto, lascia quello che viene descritto come “il mondo fluttuante”, cioè la vita dove era famosa, per lasciare tutto e tutti e ritirarsi nel tempio di Giò.
Un romanzo intenso, ricco di amori veri, storie false, passioni; anche amori platonici che risultano essere più intensi di quelli consumati.
La vita che oscilla fra Tokio e Kyoto, fra sete di kimoni, rituali del the, sake e profumi.
Vi lascio con la frase che si scambiano Loto della saggezza e il suo eterno innamorato; lui le dice che ha speciali virtù umane e lei risponde: “Non è esatto. Si tratta di virtù femminile”.
© 2003 Neri Pozza editore
ISBN 88-7305-752-7
Pag. 511
€ 9,35
Written by Miriam Ballerini