“Jackie Kennedy e Lee Radziwill. Storia di due sorelle” documentario di Edward Cotterill: glamour ed invidia
“Credo che il ruolo principale della first lady sia prendersi cura del presidente in modo che possa servire meglio le persone.” ‒ Jackie Kennedy

Simbolo di stile e di eleganza, Jacqueline Bouvier Kennedy Onassis è stata una figura femminile al centro dell’attenzione per lungo tempo.
A lei, icona del bel mondo, la piattaforma Nexo Plus (di Nexo Digital) ha dedicato uno spazio per presentare un documentario, realizzato nel 2017, dal titolo Jackie Kennedy e Lee Radziwill. Storia di due sorelle.
Prodotto e diretto da Edward Cotterill, il docufilm non è focalizzato soltanto sulla persona di Jackie, appellativo con cui in molti erano soliti definire la Kennedy, ma soprattutto sul rapporto, spesso conflittuale, che la legava alla sorella minore Lee. Anche, in questo caso, come in altre situazioni familiari, le due erano unite sì dall’affetto, ma anche da rivalità, più o meno evidenti, manifestate soprattutto da Lee nei confronti di Jackie.
“Era assillato dal pensiero degli uomini che muoiono in giovane età.” ‒ Jackie Kennedy
Jacqueline Bouvier Kennedy Onassis nasce nel 1929 da una famiglia appartenente all’alta società newyorchese. Di temperamento tranquillo, trascorre spesso le vacanze della sua infanzia presso la tenuta dei nonni a East Hampton, coltivando la passione per la lettura, la poesia e la fotografia.
Senza tralasciare lo studio delle lingue straniere.
Terminata l’università e il corso di laurea in Belle Arti, raggiunge l’Italia per approfondire la disciplina artistica. Tornata negli Stati Uniti si dedica al giornalismo in veste di foto reporter.
Professione che, come raccontato nel filmato, la porta a frequentare l’ambiente politico di Washington, durante il quale conosce John Fitzgerald Kennedy, astro nascente del Partito Democratico. È il 1953 quando, dopo un breve corteggiamento, i due si uniscono in matrimonio, con un’unione che pare avere tutte le carte in regola per essere solida.
Se non fosse che John è suscettibile al fascino anche di altre donne, e non soltanto di sua moglie.
Comportamento che provoca sofferenza in Jackie che però, in nome del suo importante ruolo, nasconde agli occhi di tutti. Perché, preservare l’integrità della propria famiglia di fronte al mondo è il suo primario scopo; trascurando, o fingendo di non essere a conoscenza del ‘vizietto’ di suo marito.
Nel frattempo, diventata mamma di Caroline nel 1957 e di John nel 1960, appare come una moglie e una mamma irreprensibile, appoggiando in toto le scelte politiche del marito. Che, figura istituzionale innovativa, grazie a uno stile non convenzionale, almeno non come quello dei presidenti del passato, suscita ammirazione e interesse nel mondo, ottenendo ampi consensi di immagine ed elettorali.
Il più importante dei quali è vincere la corsa alla Casa Bianca nel 1960 contro il candidato repubblicano Richard Nixon. Anche se il suo incarico sarà purtroppo di breve durata. È infatti il 22 novembre 1963, giorno rimasto nella memoria collettiva, quando il presidente è vittima di un attentato, di cui ancora oggi la dinamica dei fatti è piuttosto opaca, mentre a bordo di una decappottabile visita la città di Dallas.
Colpito da un’arma da fuoco che ne stronca l’ancor giovane vita, accanto a lui è Jackie, esterrefatta e disperata, che cerca con gesti inutili di fermare il copioso sangue di suo marito. Così come mostrano le riprese televisive che raggiungono ogni angolo del mondo restituendo immagini divenute immortali.
Sangue, che macchia l’abito Chanel della first lady indossato per l’occasione, e diventato simbolo di un giorno funesto che cambierà la storia dell’America e dello scenario politico mondiale. Da quel giorno Jackie non è la stessa donna. Gratificata dal matrimonio, nonostante le numerose infedeltà del marito, le viene a mancare l’uomo su cui aveva puntato tutto. Ma non le viene a mancare l’attenzione dell’opinione pubblica e della stampa.
Considerata la più amata delle first lady d’America, l’amore e la devozione che continua a nutrire per il marito la portano a condurre uno stile di vita sobrio, come evidenziato dal documentario.
Dedicandosi soprattutto ai due figlioletti mantiene alta la memoria di John con dignità, aiutata in questo da Bob, fratello del presidente, che sarà per lei un riferimento per affrontare le conseguenze del vuoto che il marito ha lasciato nella sua vita.
Si trasferisce a New York, in un appartamento con affaccio su Central Park, dove intende far crescere i suoi ragazzi; e pur conducendo una vita riservata, continua a essere l’obiettivo di fotografi e paparazzi che vogliono immortalare i suoi momenti e quelli dei suoi figli.
È un fotografo in particolare che sorveglia tutti i suoi movimenti, appostandosi nei pressi della sua abitazione senza darle tregua. Si tratta di Ron Galella, che nel documentario si presta a rilasciare una testimonianza, confermando l’ossessione’, se così si può dire, che aveva per la ex-first lady. Accanimento mediatico che avrà un risvolto con denunce e udienze in tribunale. Per concludersi infine con il perpetuo allontanamento del fotografo dalla vita della Kennedy.
Vittima anche della depressione, Jackie cerca di riprendere in mano i fili della sua esistenza dedicandosi a lavorare nel campo della moda. È il 1968, quando il cognato di Jackie, Bob Kennedy, vittima di un attentato presso Los Angeles rimane ucciso. Per Jackie è un ulteriore trauma da cui si riprende a fatica, distanziandosi dalla famiglia Kennedy e dedicandosi a sostenere cause umanitarie.
Corteggiata, in virtù non solo della sua bellezza ma anche della sua intelligenza, dopo un periodo di vedovanza, nel 1968 si unisce in matrimonio con Aristotele Onassis, magnate greco, che in passato aveva intrecciato una storia sentimentale con la sorella di Jackie. Unione che però non è felice e si conclude con il divorzio.
La sorte certo non è stata benevola con Jackie, che nel 1994, a soli anni 65 anni, dopo una devastante malattia, muore nella sua casa di New York.
Nonostante Jackie si fosse allontanata da tempo da Lee, la sorella assiste al suo funerale con partecipazione e affetto. Quello che probabilmente non le ha manifestato in vita.
“Tutti dovremmo fare qualcosa per correggere i torti che vediamo e non solo lamentarci di loro.” ‒ Jackie Kennedy
Lee Bouvier, conosciuta come Lee Radziwill, di temperamento ribelle e caratterialmente diversa da Jackie, si distingue dalla sorella perché innanzitutto non è amante dello studio. Si racconta che il suo più grande desiderio fosse fuggire da casa, insofferente ad ogni tipo di regola. Fuga che la porterà in Italia per studiare arte, disciplina per cui mostra una certa inclinazione.
Quando poi si cimenta nell’attività di attrice, le performance di Lee non suscitano alcun interesse.
Che si vede perciò costretta ad abbandonare la carriera cinematografica.
Donna fra le più fotografate e ammirate del suo tempo, oggi la si potrebbe definire un influencer, per l’ascendente che ha avuto sul mondo della moda e sul design.
È il 1961 quando intreccia una storia sentimentale con Aristotele Onassis, che però farà un passo indietro, su suggerimento della madre delle sorelle Bouvier, per non intaccare l’immagine del presidente Kennedy.
Sposata con un pubblicitario, il suo matrimonio avrà breve durata. Ottenuto l’annullamento dalla Sacra Rota, sposa il principe Radziwill, squattrinato ma con un titolo nobiliare e con un cognome che accompagnerà Lee per il resto della sua vita.
Personaggio anticonvenzionale, Lee Radziwill stringe amicizia con Andy Warhol e Truman Capote; poi, insofferente della vita domestica nel 1972 segue il tour americano dei Rolling Stones.
In seguito sarà testimonial dello stilista Giorgio Armani.
“Fare qualcosa che ti piace: è questa la definizione di felicità.” ‒ Jackie Kennedy
In breve è questa la storia di due donne unite non solo da un importante legame familiare, ma dallo stile e dall’eleganza, interpretando il glamour degli anni ‘60. Ed è sul loro legame che si sofferma il documentario, e sul rapporto piuttosto singolare che le ha sempre contraddistinte. Fra questi, la sobrietà di cui Jackie appariva dotata in abbondanza.
Un rapporto affettivo animato da rivalità dovute non solo a evidenti differenze caratteriali, che vedeva Lee in continua competizione con Jackie, probabilmente per gelosia, si racconta infatti abbia avuto rapporti anche con John Kennedy, e per gli altri aspetti positivi della sorella. Rapporto che si viene a incrinare in maniera insanabile quando Jackie decide di sposare Aristotele Onassis, legato in precedenza a Lee da una relazione di carattere sentimentale.
“I poeti sono coloro che cambiano il mondo.” ‒ Jackie Kennedy

Lavoro realizzato in maniera esaustiva, pur nella sobrietà che lo distingue, il documentario mette in luce aspetti di Jackie che spesso sono stati oscurati dalla personalità prorompente di Lee. Di cui è responsabile anche parte della stampa orientata più alla spettacolarizzazione dei personaggi che non al fedele resoconto degli eventi.
Dal documentario si evince quindi, che Jackie era una donna bella, ma soprattutto dotata di uno stile impareggiabile, quello che di certo non mancava neppure a Lee; ma anche di un tipo di intelligenza che le ha permesso di affrontare con dignità i duri colpi che la vita le ha inferto.
“Avrei dovuto immaginare che sarebbe stato troppo chiedere di poter invecchiare con lui e vedere i nostri figli crescere insieme. Ora lui è una leggenda, ma avrebbe voluto essere solo un uomo.”
Written by Carolina Colombi
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