“Gli ultimi Ebrei” di Claudia Desogus: il mistero del Palazzo Carcassona
Sardegna terra di conquista, di supremazia e sottomissione, di vite intrecciate e di sangue versato. Terra di storia sconosciuta e, troppo spesso, ignorata o dimenticata.
Sardegna terra di coralli, del pregiato oro rosso degli abissi marini, scippatore di sussurri. La Sardegna è una terra magica che incanta e ghermisce chi la vive.
Essa è lo scrigno delle gioie, dei dolori, degli amori, dei tormenti, dei segreti, delle vittorie e delle sconfitte delle anime che l’hanno abitata, vissuta e profondamente amata.
Gli esseri umani non hanno mai vissuto nella pace universale. La diversità non è mai stata valorizzata ed esaltata per rendere il mondo migliore, bensì è stata marcata per accentuare ancora di più le distanze e le differenze e per favorire i giochi di potere e preminenza.
Essi hanno sempre fatto delle scelte viscerali smaniosamente fomentate dalla cupidigia, scelte di vita per alcuni, pagate con la dipartita di altri.
Temi forti che, apparentemente, non hanno niente a che vedere con il romanzo per ragazzi di cui oggi vi voglio annoverare.
“Gli ultimi Ebrei” è il coinvolgente capolavoro di Claudia Desogus, brillante scrittrice cagliaritana, una delle più promettenti che, per motivi lavorativi, attualmente vive a Malta.
Il romanzo, edito da Catartica Edizioni, è uscito il 05 maggio 2022 riscuotendo un notevole successo e oggi, nonostante sia trascorso più di un anno dalla sua pubblicazione, vende ancora molto bene.
Claudia Desogus ama tantissimo la sua terra natia e i suoi fatti storici, per cui studia e si documenta. Successivamente, grazie alla sua fantasia e alla sua genialità, trasporta, trasforma e lenisce fatti remoti, li catapulta (in questo caso specifico) negli anni Novanta, li intride di magia e mistero e fa sì che diventino un’avvincente storia per giovani lettori e non solo, poiché il romanzo è ben apprezzato anche dai lettori maturi.
La storia racconta fatti storici che si ricollegano ai temi forti di cui vi ho proferito prima ma, l’abilità della scrittrice è tale per cui fa sì che i concetti trapelino dalle pagine, in modo garbato, solleticando le menti senza però gravare eccessivamente sulle giovani coscienze.
“Felicio, il bisogno di schiacciare, di umiliare qualcuno, meglio se appartenente ad una categoria debole e minoritaria, è da sempre insito nel genere umano. L’animo umano può elevarsi ad altezze inconcepibili e abbassarsi a livelli vergognosi. L’uomo può essere un dio e un demone a un tempo. Non inoltrarti mai nelle viscere dello spirito umano, è un fango putrido e immondo. Nessuno riemerge con l’animo intatto.” ‒ cit. da Gli ultimi Ebrei
Claudia Desogus, forse inconsapevolmente, con il suo romanzo ben miscelato e bilanciato, riesce ad avvicinare generazioni distanti, mentalità discordanti, credo differenti, etnie avverse, classi sociali disomogenee, per poi riporre contemporaneamente tutto sullo stesso piano e, dopo aver fatto calare delicatamente il velo del sentimento della fratellanza che avvolge e stravolge, raggiunge un armonioso obiettivo comune: la salvezza dell’anima e la pace interiore dei personaggi.
“Tutto è perduto Elisa. Tutto è perduto. Io che mi credevo potente tra gli uomini, in realtà non sono nulla. Pietra, ecco quello che sono. La vanità mi ha condannato. Stai lontana dalla vanità e dall’ambizione Elisa. Stai lontana Elisa, stai lontana dalla gloria e dall’ambizione. Nasconditi dal mondo. Un cuore vuoto vive in pace. Non sono che vuoto assoluto.” ‒ cit. da Gli ultimi Ebrei
Anche la struttura scelta per la stesura del romanzo è perfetta. Esso infatti è diviso in 19 capitoli nei quali si raccontano gli avvenimenti moderni e le avventure vissuti dai due giovani protagonisti nel 1992, e 2 intermezzi nei quali l’autrice racconta i fatti storici avvenuti cinquecento anni prima che sono indispensabili per ricollegarsi agli avvenimenti del 1992 e per la comprensione del romanzo stesso.
Il romanzo, così strutturato, è di piacevole lettura poiché il lettore attratto dal mistero, dalla magia e dagli intrighi, si tuffa nel racconto bramoso di conoscere l’evolversi degli eventi e, capitolo dopo capitolo, giunge alla fine del romanzo in brevissimo tempo.
Sono tanti gli articoli e le recensioni positive pubblicati fino ad oggi sulle riviste, sui social e sui giornali.
“Tutto il romanzo è un perfetto equilibrio tra mistero, magia e fatti storici reali, una perfetta miscela tra thriller storico e fantasy, un emozionante viaggio attraverso avvenimenti di cui ormai quasi nessuno coltiva la memoria, all’interno di una cornice storica davvero molto ben ricostruita dall’autrice che ci restituisce uno spaccato molto vivido di quello che erano Alghero, Sardegna ed il Mediterraneo nel medioevo. È un libro dedicato sicuramente ad una fascia di età abbastanza giovane ma non per questo non deve essere letto anche da un pubblico più adulto che può sicuramente trarre interessanti spunti di conoscenza e di riflessione.” ‒ David Usilla
“Claudia Desogus ci racconta una storia fantastica basandola su fatti storici indiscussi, riportati in appendice, su falle misteriose anche per gli studiosi, su leggende e miti: il passato rivive sotto la sua penna, si fa leggenda, ipotesi, si amore fra vivi, complicità fra avi e ragazzi, gli eroi di questo romanzo.” ‒ Emma Fenu
“Gli ultimi ebrei è un testo che non sarebbe errato proporre nelle scuole medie inferiori come lettura e come strumento di elaborazione e di approfondimento di una triste eppure importante pagina della nostra storia.” ‒ Chiara Ricci
L’indiscusso valore del romanzo viene ancora una volta riconosciuto lo scorso luglio
quando “Gli ultimi Ebrei” si aggiudica il 2° posto nella 64^ edizione del prestigioso premio “Sandomenichino” nella sezione “Premio Pinocchio” che è quella dedicata alla letteratura per ragazzi. Questa sezione è stata introdotta nel 2019 ed è organizzata in collaborazione con la “Fondazione Collodi”.
TRAMA:
La storia si evolve nell’incantevole città di Alghero nel 1992.
Una scolaresca in uscita didattica visita il Palazzo Carcassona che fu la dimora dell’omonima ricchissima famiglia ebrea espulsa nel 1492 dal Regno di Spagna.
In questa occasione Elisa viene attratta da un evento fantastico. “Qualcosa” che in realtà è “qualcuno” le chiede disperatamente aiuto e, nonostante inizialmente sia un po’ stordita e confusa, si convince della veridicità dei fatti e per venirne a capo, coinvolge il suo amico Marco e gli chiede di affiancarla e aiutarla nelle ricerche.
I due ragazzi, azzardando un pochino raccolgono diversi indizi, ritrovano gioielli preziosi e antiche opere d’arte e fanno ricerche storiche su personaggi e su fatti, vissuti e accaduti cinquecento anni prima, per riuscire a liberare la famiglia Carcassona da una maledizione.
“E quel medaglione ancora recava in sé una misteriosa scritta, simbolo di un popolo antichissimo, di una religione maledetta, di un Dio misterioso. Raccontava la storia, forse la fuga, di un popolo perseguitato e aveva il potere di liberare le anime prigioniere e magari di parlare col mare?” ‒ cit. da Gli ultimi Ebrei
Elisa e Marco, avendo pochissimo tempo a disposizione, infrangono le regole scolastiche, familiari e civiche e si concentrano esclusivamente sulla promessa fatta, sospinti dal sentimento dell’uguaglianza e dal desiderio di essere utili al prossimo.
Due giovanissimi protagonisti che si nutrono di valori per raggiungere l’obiettivo. Due adolescenti che non vogliono disattendere le aspettative di coloro che hanno supplicato aiuto.
Come già detto, in questo romanzo i fatti storici sono combinati in modo eccezionale con elementi di grande fantasia e ci permettono di conoscere episodi poco noti della storia sarda, ma anche di riflettere su temi che da sempre, nel bene e nel male, tormentano gli esseri umani.
Written by Manuela Orrù