“Dahmer contro Dahmer” di Lionel Dahmer: la vera storia del cannibale di Milwaukee

Il saggio “Dahmer contro Dahmer” fu scritto per la prima volta nel 1994 a ridosso dei fatti appena accaduti. Credo che pochi non siano a conoscenza di chi sia Jeffrey Dahmer, per loro dirò che è stato il mostro di Milwaukee.

Dahmer contro Dahmer di Lionel Dahmer
Dahmer contro Dahmer di Lionel Dahmer

Per la prima volta non ci troviamo di fronte a un saggio che ripercorre i crimini e le vicende processuali, bensì a un testo sofferto, scritto da un padre che si trova a dover fare i conti con una verità devastante: suo figlio è un pluriomicida.

“Che cosa si prova a essere il padre di un uomo il cui nome è diventato sinonimo di depravato assassino?”

Lionel Dahmer ci parla del suo bambino, di come è nato, dopo una gravidanza difficile, con una madre depressa che si imbottiva di medicine.

Troviamo le foto di quando Jeff era piccolo, poi, da ragazzino ad adolescente e si nota come qualcosa nella sua espressione sia cambiata.

Il peccato di questo padre è stato non accorgersi dei problemi del figlio, ma oltre alle vicissitudini della vita che parevano quasi fare apposta per distrarlo, c’è anche il fatto che, caratterialmente, lui e Jeff si sono sempre assomigliati. Entrambi chiusi, entrambi con fantasie strane.

Lionel si rimprovera spesso di questo: se fosse stato più attento, se fosse intervenuto in qualche modo… forse quei ragazzi che il suo Jeff ha ucciso, sarebbero ancora vivi.

Jeff, forse consapevole di quanto stava accadendo dentro di sé, comincia giovanissimo a bere, di fatto da adolescente è già un alcolizzato.

Il padre e la seconda moglie, una donna dolcissima che è sempre stata loro accanto, fanno di tutto per proporgli delle alternative. Gli studi, la carriera militare, il lavoro…

A un certo punto lo mandano a vivere con la nonna, la madre di Lionel.

Ogni qualvolta lei li chiama per aver trovato cose strane in camera di Jeff, oppure per alcune sue sensazioni, loro intervengono.

“E io posso solo immaginare come, invaso dalle indescrivibili visioni e voglie che stavano prendendo il sopravvento su di lui, si sentisse completamente estraneo al prossimo, distante da tutto quanto è normale e accettabile, da ciò che è possibile rivelare a un altro essere umano. Dentro di sé era già un prigioniero, nel novero dei condannati”.

Lionel si domanda cosa sarebbe stato se Jeff, invece di un carnefice, fosse stato una vittima: per lui, genitore, sarebbe stato più facile ricordarlo e pensare a lui con affetto. Invece, padre del colpevole, la storia è completamente diversa. Non lo ha mai abbandonato, gli è sempre stato accanto; ma la vita di un colpevole, come quella delle persone care, è davvero difficile e dura.

Dopo il primo arresto per aver molestato un ragazzino, Lionel si rende conto di cosa possa fare Jeff. Chiede al giudice di tenerlo rinchiuso fino a quando non si sarà disintossicato.

Ovviamente non è stato ascoltato e, tutto quello che è avvenuto, è storia nota. Capiamo bene che, anche qualora fosse uscito ripulito dall’alcol, comunque la sua strada sarebbe proseguita nella sua carriera omicidiaria.

Il padre ci parla di come ha vissuto quello che tutti noi abbiamo visto ai tg: quando portavano fuori da casa bidoni di acido e scatole contenenti resti umani.

Ci parla del suo dolore e di quello di Jeff. Certo, Jeffrey non può sentire un pentimento così come lo concepiamo noi, la sua patologia gli impedisce tutto ciò; ma nel suo piccolo ha sempre cercato di chiedere scusa al padre, forse l’unica persona di fronte alla quale provasse una sorta di vergogna.

Nel libro vediamo bene come, quando accade un crimine, la questione non riguarda solo il colpevole e la vittima: intorno alla vicenda tutto si amplia, colpendo le persone care alla vittima, ma anche i famigliari del colpevole.

Lionel arriva nel suo racconto all’omicidio in carcere del figlio. Molti si sono detti felici, parlando di contrappasso, ecc. Di fatto mostrandoci come ognuno ha dentro di sé un piccolo mostro.

Dall’altro lato c’è invece chi scrive ai serial killer, per elogiarli, per ammirarli, non capendo quanto sia profondo il loro abisso.

I proventi del libro, così come nel 1994, anche oggi, andranno alle famiglie delle vittime di Jeffrey.

Lionel ci ha raccontato anche di alcuni parenti che si sono avvicinati durante il processo, dicendo che capivano quanto anche loro stessero soffrendo.

Improvvisamente ci fa capire Lionel, da un signore qualunque, era diventato un Dahmer; inseguito dai giornalisti e da chi ce l’aveva con Jeff.

Molti hanno scritto in seguito alla lettura del saggio a Lionel, per ringraziarlo, perché anche un genitore con figli “normali” possa accorgersi di segnali anomali. Perché ogni genitore ha l’obbligo morale di vigilare e di intervenire.

Jeffrey Dahmer - Lionel Dahmer
Jeffrey Dahmer – Lionel Dahmer

Un saggio che sprigiona da ogni pagina la sofferenza, i dubbi, il dolore di un padre che, nonostante un figlio “mostro”, non lo ha mai abbandonato, fino alla fine.

Una fine orchestrata affinché Dahmer finisse ammazzato in carcere, alcuni elementi ci portano in quella direzione.

Ora è anche lui un padre con un figlio vittima, perché ormai non è più un serial killer, ma un giovane ucciso a sprangate.

 

© 2023 Sperling & Kupfer
ISBN 978-88-200-7827-0
Pag. 209
€ 20,00

 

Written by Miriam Ballerini

 

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