Terza edizione del Contest nazionale di poesia “Free Poetry” – partecipazione gratuita
“Voce, Musica, Pittura, Poesia…/ con loro, le emozioni rivivono,/ con vigore risvegliano/ il bel ricordo di ogni passato/ che avvolgeva l’anima./ Ogni Talento rappresenta/ un poderoso ritorno/ ai tumulti del cuore/ rimasto inalterato nel tempo/ che, a dispetto degli eventi bui,/ si regala all’Eternità” – “Talenti immortali” tratta da “Pensieri” di Teresa Stringa

Regolamento:
1.La terza edizione del Contest nazionale di poesia “Free Poetry” è promossa dalla casa editrice Tomarchio Editore in collaborazione con il portale web Oubliette Magazine La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Il tema è libero.
2. Articolato in una sezione:
A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando (a fine pagina web su “Lascia un commento”) indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione dovrete anche voi cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.
4. Premio:
“Free Poetry” vedrà un solo vincitore.
Il premio consiste nella pubblicazione di una raccolta poetica di circa 100 pagine, in modo interamente gratuito per l’autore risultato vincitore.
L’autore vincitore riceverà un contratto regolare di pubblicazione.
L’annuncio del vincitore avverrà a fine agosto 2022.
“Free Poetry” avrà cadenza annuale.
Nel 2020, la prima edizione del Contest ha visto come vincitore il poeta Francesco Paolo Catanzaro con la pubblicazione della silloge “Dal profondo dei nostri sospiri”. Nel 2021 la seconda edizione ha visto come vincitrice la poetessa Antonietta Fragnito con la pubblicazione della raccolta “La rosa, la cosa, l’anarchia del verso”.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando alla voce “Lascia un commento”, è fissata per il 10 agosto 2022 a mezzanotte.

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta dall’editore Rosario Tomarchio e dallo staff della casa editrice Tomarchio Editore.
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: segreteria@tomarchioeditore.it indicando nell’oggetto “Info Contest Free Poetry” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la Pagina di Facebook: https://www.facebook.com/Tomarchio-Editore-103044724670916/
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (Gdpr 679/2016). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!
Johanna Finocchiaro
Dicharo di accettare il regolamento
Ispirata a Claude Monet – Le ninfee (1907)
DITA
Cos’è che sento?
Osservo le dolci ninfee:
ci vedo dita.
Le dita divine di Dio.
Le dita umane e affascinate dell’artista, conquistate.
Questi colori fatti d’acido e memoria, veloci.
Nessun tempo e nessun luogo.
Il fotogramma di un cuore puro.
Ecco ciò che sento.
E la vita, a guizzi,
che collega le dolci ninfee danzanti tutte,
gentilmente.
E la gioia.
E il giallo che amo e rincorro.
Ci trovo ciò di cui ho bisogno.
La confusione nell’ordine naturale.
Mi chino; troppa luce.
Ne ammiro di gusto tanta sapienza. Muta.
Il genio ch’esplode negl’occhi.
Che dipinge le acque, i laghi, i monti e i loro fiori
poi,
tra frenetiche mani e nuvole viaggiatrici.
Che veste infine noi,
di quiete.
In eterno.
Il genio, il capolavoro che si materializza, Dio.
angela rosauro
dichiaro di accettare il regolamento
Senza rumore
Di zefiro profumata
tenera foglia
ondeggia i suoi verdi
fin su le chiome più ardite
per poi lumeggiare lungo gli argini ciottolosi
di fiumane ancora gonfie
appena nata e già raminga
troppo esile che la sua corsa si plachi
mugghia gagliardo vigore
il ruggito del maestrale
presagio d’inverno vicino
enfia
ombrosi marosi
risale indomito oltre la battigia
serpeggia mulinelli dorati
striscia trascina sbatacchia
ritroso granello
appena bagnato
s’impenna grandeggia
sbanda poi fugge lontano
dove il rimbombo del mare
è solo ricordo
pure
il candido fiocco
volteggia leggiadro
le fragili trine tenute dal niente
sembra galleggi
al ritmo ansante del gelo di bora
breve un istante
fino a svanire di opaco lontano
così
le nostre vite
dentro questi svogliati giorni
rotolano
senza far rumore
Thea Matera
Dichiaro di accettare il regolamento
WINDSWEPT TREES(Alberi spazzati dal vento)
Non guardi la bellezza
che affolta svernate pólle,
la postilla scritta in ombra
della “Fantasia di Munari”,
l’alchimia di silenzi
in giri di filari,
l’ottimismo del Balla futurista?
In te non sussulta la vertigine
che spezza il solco di catrame,
nella benedizione di cieli tersi,
di binari siderali della mente.
Non riconosci il merito
di estrosi ritrattisti e saltimbanchi nelle febbrili luci di Montmartre, nelle sfumature oblique
del faubourg,
nell’armonia Blu Dodger
della Metafora,
dove tremano iridi nei lampioni, dove incontro il senso
della resa, ai piedi della Croce.
IL TRENO DELLA VITA CON MIO FIGLIO
—————————————————————-
La tua mano, piccolissima,
si perde nella mia
Ti devo portare nelle strade del mondo
Mi volto
Un treno passa veloce, e non si ferma
Ritorno a guardarti
La mia mano, tornata piccola, si perde nella tua
Mi volto
Il treno ritorna lento, e si ferma
È ora di andare
Il treno non puo aspettare le nostre lacrime
INCANTO ETERNO
Ch’io fui ora non so
s’è perso
nella notte dei tempi
sbocciavano le primule
nell’abbraccio del sole
le stelle si tuffavano
nel mare argenteo
baciato dalla luna
un altro colore
negli occhi solcati
il tempo non concede
lo stesso amore
lo stesso odio
gli stessi gemiti
come petali nel vento
si radunano in pensieri
e si fermano
dove si scioglie il nodo
e la pioggia straripa
nella sponda dell’anima
seppellita da ciottoli di rena
in un nebuloso volo
che ha ingabbiato un arcobaleno
nel pozzo dell’eternità.
Antonella Vara – accetto il regolamento
SINFONIA DEL GIORNO NUOVO
( Alla Poesia )
Vederti uscire al mio desiderio
da un lampo di turchese
per mescolarti alla linea
luminosa del mattino.
Di smisurata meraviglia
trovarti in questi versi
che mi fanno chiudere le palpebre
dischiudere le labbra
in una sinfonia quasi d’ estate
che dopo inverni caduti
è così leggera nei giri della luce
fra i campi di lavanda e le nuvole.
Aspettarti dove il giorno raddensa in giorno
sulle finestre già aperte,
attraverso e sopra di me
il futuro scolpito per l’eterno
sui profili delle pietre al sole
sopra il chiaro delle stelle
del medesimo chiarore
di questo mio sorridere bagnato
di brina tra un refolo e il silenzio.
Saperti ovunque e altrove
come le voci del mondo
che vanno e poi tornano
nel respiro calmo dell’ alba
come a quest’ ora un amore
nel sonno lasciato
ad un velo di foschia
e al tempo dietro il tempo.
Di là dai muri, di là dalle guerre,
saperti qui come la vita attorno
che rinasce in uno sguardo.
Inatteso come il profumo dolce dell’aria.
Francesca Santucci
COME FRA I ROVI IL GIGLIO DELLA VALLE
Da tempo, ormai, dea del mistero
ancòra nel mio cielo oscuro orbiti, madre,
luce e respiro nelle mie notti insonni,
vento per l’aria nei giorni della nebbia.
Pensiero palpitante oltre la morte,
nel cuore inevitabile risiedi,
placido come si giace la rugiada
cristallina nel ventre del suo fiore.
Viva bellezza nella mia solitudine
fiorisci come il candido mughetto,
araldo di primavera fra le erbe nascosto,
alle farfalle ignoto, ma non al chiar di luna,
che il suo profumo suscita e diffonde.
Ombra sulla mia anima la tua assenza grava,
stupore di sogno s’invola il tuo ricordo
che non cancella il tempo né l’oblio
e sfolgorante nel silenzio irrompe,
come fra i rovi il giglio della valle.
(accetto il regolamento)
Basta armamenti !
Vorrei sentire qualcuno (finalmente)
a gridare forte : “basta armamenti” !
Vorrei vedere i capi di stato
a fare qualcosa di giusto una volta tanto …
a ribellarsi … ad arrabbiarsi …
a incavolarsi come si deve
contro coloro che creano certe porcherie …
contro chi ammazza la gente …
anche (e quasi sempre) quella che non c’entra niente !
Sentir dire ancora nel duemilaventidue
che si stanno ammazzando tra fratelli …
gente sicuramente creata nemica senza ragione
da un qualcuno senza cuore …
con in testa solo interessi …
solo denaro e solo colpi di cannone !
Qualcuno che addirittura si diverte
a far demolizioni !
Poveri noi che concia …
poveri noi in che mondo viviamo …
e poveri i nostri giovani … che sono si il nostro “futuro”
ma che si ritroveranno tra le mani
un mondo rovinato da un’altra inutile guerra
voluta da gentaglia che nella testa
sicuramente non hanno il cervello …
hanno dentro solamente
(molto … ma molto sporca)
cattiveria mischiata con solo ghiaia e terra !
Accetto il regolamento
L’ASSEDIO
Lascia che te lo dica
questo chiasso ostile
è un ostacolo alla luce
l’assedio preme ogni pietra
Ti conviene
incamminarti nella bruma
racimolando raggi al crepuscolo
che sfiora la fresca notte
Continuare a sperare
e lasciare scalfitture di unghie
sulla parete
non serve ormai
verremo espugnati prima dell’alba
Dopo non resterà
altro che vegliare
accanto ai solchi
di un autunno dai semi insonni
verso un’inutile estate
di terra orfana di spighe
Rosamaria Manca
Accetto io regolamento.
Nemica è la menzogna.
Arrivi tu, che nel mio petto rimbombi come se si alternassero passi d’uomo, e forte ed incalzante mi spezzi il fiato. Paura, abbandonami, permettimi di alleviare ogni singolo turbamento tramite la scrittura e di deliziare tramite questa dell’autenticità. Come posso adesso trovar pace se non attraverso lei? E come posso trovare verità se ogni ipocrita menzogna mi ammalia? La poesia è l’arte di rivelare preziose verità con le parole, ed io non posso più trovare salvezza se tu mi sottrai da essa.
Diego Civita. Sezione A( Accetto il regolamento)
“Dell’Amore”
Non è bastato un nome,
per sedermi accanto a te,
Venere e traiettoria dei pensieri,
son salito sul monte
e ho ritrovato di te:
ogni segno,
ogni gesto,
degno,…
d’una natura madre,compagna e amica.
Hai fermato il tempo
e congelato il mio sangue
e insieme siamo andati a dipingere la storia.
Un epigrafe ti ho giá scritto,
per sempre…
sul letto dell’ amore!.
Pastore di sillabe
Quando le giornate si fanno buio
l’ombra diserta i confini
fa voce d’eguale
mette i raggi al cielo
perché pedali più in fretta
Così tu dici
quante parole restano sospese
a lacrimare di solitudine
come nuvole da ultimo si dissolvono
se non fanno gregge
Mi spingi
a diventare pastore
a riunire le sillabe disperse
a farne corpo
per assecondare la luce
salvare con la bellezza il mondo
(Accetto il regolamento)
Francucci Sara
Accetto il regolamento
COS’E’ UNA MAMMA?
È la mano che culla il mio lettino adorno di balocchi
e aspetta lì finché si chiudessero i miei occhi
cantando sino all’imbrunire nenie d’amore
avvolgendomi col suo calore.
È la mano che regge il mondo
in quest’assurdo girotondo
se cado mi rialza con quella forza ardita
e con un bacio portentoso cura la mia ferita.
È un mirabile esempio di benevolenza e d’umiltà
perché mi ha insegnato che il saper pregare è la via della felicità
soprattutto nei momenti di sfiducia
perché infonde nel cuore la pace infusa.
È un’ombra che si nasconde nella stanza accanto
e io le continuo a parlare senza nessun rimpianto
perché una mamma anche se non la vedi
è ancora lì ai tuoi piedi.
Una mamma è colei che vivrà sempre nel cuore di ogni figlio
con l’eleganza e profumo di un giglio.
Il sorriso di un figlio è la pace di una madre.
POESIA
Poesia
magica parola antica
agognata
nelle varie Odissee umane
Poesia
parola inedita della Storia
quando i vagiti
apparivano lontani
Poesia
incanto futuro
dell’eventuale possibile
Intanto Poesia
mi è guida
Filomena Gagliardi
(accetto il regolamento)
FUOCHI D’ARTIFICIO
Un bagliore di luce,
il rombo di tuono,
un bianco raggio
irradia il suo colore,
e come corolla
nel cielo si apre,
rapido passaggio.
Se non trovi la parola
nella notte serena,
cerca un bagliore,
un fragore di tuono
un raggio verde,
lungo, abbagliante
che il buio disperde,
e uno rosso a seguire
in fuga improvvisa,
cascata brillante,
meteora nel cielo,
regnante.
Paola Cuneo
Accetto il regolamento
DOLCI RICORDI
Oggi m’illumino di dolci ricordi,
ricordi meravigliosi del mio Paese:
Vizzini, bellissima cittadina
dove è nato Giovanni Verga,
anche il mio bisnonno si chiamava
Giovanni Verga e una volta si sono incontrati
a Vizzini e sono rimasti amici.
Vizzini, con la mia stupenda famiglia.
Mio papà, bravissimo musicista d’Opera,
faceva concerti in tutta la Sicilia,
anche con la banda in tutte le belle feste
del nostro amatissimo Paese!
Mia mamma, sempre elegantissima e bellissima,
mi comprava sempre tanti bei vestiti,
scarpe, borse ecc. ecc.
Mio papà mi riempiva di libri, riviste,
occhiali da sole, profumi e creme per il viso.
Eravamo felicissimi,
mio papà era il capo del pastificio,
che forniva pasta buonissima
in tutta la Sicilia e parte dell’Italia.
Io per amore ho lasciato tutto,
la scuola, i miei genitori,
due fratelli, uno di sedici anni
e uno di quattro anni.
Siamo partiti per l’Australia
in viaggio di nozze nel 1964
e siamo ancora qui.
Siamo ritornati tante volte,
dopo un anno ci siamo comprati la casa
e ormai la nostra vita era a Melbourne.
I miei bambini non volevano tornare a casa,
amavano tantissimo i miei genitori
che gli compravano tutto
e li portavano sempre a farli divertire,
ma siamo ritornati sempre qui,
nonostante il pianto dei nostri bambini
che non volevano lasciare
i carissimi nonni e gli zii!
Ho sempre pianto per i miei tesori lontani!
La lontananza è un dolore incredibile!
(Accetto il regolamento)
POLO ANDREA
ACCETTO IL REGOLAMENTO
MI CADONO DENTRO LE FOGLIE
Mi cadono dentro le foglie
e quando fiorisco
Non se ne accorge nessuno
in questo autunno del cuore
piove così tanto adesso
il dolore delle madri
su entrambe le sponde
salici in ginocchio lungo i fiumi
con le mani nell’acqua
per sentire l’ultima volta
il sangue dei loro figli
morti in battaglia che scorre.
ANDREA POLO
PRIMAVERA NELL’ ARIA
Primavera nell’aria
sulle ali del vento
arriva mite e bonaria
e il mondo, contento,
le spalanca i suoi regni
mentre sui rami degli alberi
lei traccia disegni
di fiori candidi e teneri
come pensieri fatati
da ammirare incantati
Primavera nell’ aria
ha passi timidi, esitanti
ma una bellezza straordinaria
e profumi e colori, tanti
che riempiono gli occhi
come nitidi e abbaglianti
raggi di sole su mille specchi.
accetto il regolamento
Luciano Tarasco. accetto il regolamento
ALLORA
Allora non posso scordare
quando sei stata qui
ho visto gli oggetti spostati
i miei occhi guardavano altrove
disciolti nel letto del fiume
mi hai mostrato il bagliore
di pietre trasparenti nell’acqua
ed ho allungato la mano
come la pinna di un pesce
a cercare il tuo sorriso
sopra i filari del sole
dove sembravi fuggire
forse sulle ali di un cigno
forse sulla dorsale di un satellite
con quelle grandi antenne d’insetto
come pertiche sulle quali m’arrampico
invano
SERENATA
per il 79° di mia moglie
Tremolante moccolo ormai di candela,
se fossi Paride, solo a te darei la mela.
Berlusconi? Uno sull’altro, cento milioni.
Massimo Bottura? Una cena al chiaro di luna.
Un giullare medievale? A più voci, un madrigale.
Atropo, fra le Moire assassine? Una vita senza fine.
Se poi fossi Renzo Piano e avessi potere,
contro tutte le norme da osservare,
una casa ti costruirei, sulla scogliera,
a meno di un metro dalla riva del mare,
con una grande veranda scoperta, dalla quale
lanciare l’amo innescato per pescare,
e la sera guardare affacciati le lampare
lontane luccicare,
accanto a un vecchio grammofono
pieno di vecchie tue canzoni,
da ascoltare secondo le emozioni:
…un gusto un po’ amaro di cose perdute,
di cose lasciate lontano da noi.
E se infine fossi Argo, con l’aiuto di Atena
ti costruirei una grande barca a vela,
con la quale entrare nei porti che sognavi, e approdare
a Corinto, a Epidauro, a Rodi, a Mitilene …
e qui domandare dei posti dove si mangia bene,
servita da Apollo in persona come cameriere.
E dopo cena via a ballare su una rotonda
del litorale del mare Egeo, tra i lampioni
del lungomare, insieme alle figlie di Nereo.
Ma non sono che un barbone, un miserabile
straccione, vedo bene che ti accontenti
di una serenata senza strumenti, sconclusionata,
non suonata e non cantata sotto la finestra
come si conviene,
come fa un degno amante all’innamorata,
lo so che ti basta il semplice saluto
della mia anima maldestra,
tanto tanto tanto spaventata.
“Quarantena”
Caffè bollente
e solo una tazzina
“ guarda che si fredda”
così
m’abbracci
ti mando un bacio
“lascia un poco aperto”
che senta i passi
il gatto
il pane appena sfornato.
– accetto il regolamento
Vincenzo e Mara
(Monia Minnucci- Dichiaro di accettare il regolamento)
E mi si ferma l’anima,
non più tu a battermi nel cuore,
io, il tuo alito,
tu, la mia pelle,
noi, l’amore dentro la carne,
la bellezza dentro,
dal momento in cui il cielo m’ha trafitta.
Quella speranza, che io non sono,
con morbide lettere ha costruito un nome,
e tu, in me, ma lontano,
così nascosto da poterti solo sfiorare.
Il primo gioco segreto,
con le mani mi carezzavo aspettando l’attesa,
così certa di vita,
così sottile luce,
ma tu,
difficile da trattenere,
del paradiso ti sei fatto raggio
nel distacco impossibile del sangue.
E vorrei tenerti in grembo come un fiore.
NADIA TURRIZIANI
L’Amore
Una piccola finestra
sul cortile del nostro amore
cattura immagini d’altri tempi
e sensazioni di antichi sapori.
Gorgheggiano i nostri cuori
all’unisono
e zampillano i nostri occhi
colmi d’amore.
Detesto la cattiveria altrui
propensa a giudicare
a titolo gratuito
l’unione indistruttibile
che incatena i nostri cuori.
Gli anni di differenza
per loro un abisso insormontabile
sono per noi
amanti e complici
solo il completamento
al nostro essere
di uomini e amanti.
Possa il nostro amore
essere d’esempio
affinché
i cuori gelidi e insensibili
degli uomini
possano finalmente intiepidirsi.
– accetto il regolamento
COSA RESTA
Si disperde tra le dita la vita
come sabbia sulla battigia
raggiunta dal vento.
Si eclissa tra gli anfratti
levigati dall’acqua sulla costa.
Si infrange come spuma
sulle rocce e si dissolve.
Dentro la terra ogni
cellula del corpo svanisce.
Si converte in polvere sottile
in cibo che nutre
lo stormire di foglie caduche
che accolgono passeri più effimeri
delle nostre membra evanescenti.
Tutto ci sopravvive.
Il cielo resta immutato
al nostro scomparire.
La terra ci accarezza e
torna a farsi grembo
per le nostre ceneri impalpabili.
Si dissipa in un batter d’ali
l’involucro di questo spirito
indomito
e resta un flebile fruscio
che migra in un filo d’erba nuovo.
Incurante dei nostri spasmi
di visibilità
il cammino- schivo -ricomincia
senza il nostro consenso.
(G.Mastromarco)
poesia di Grazia Mastromarco
Accetto il regolamento
A TE
Sei il mio tramonto in riva al mare.
Sei l’aria di primavera.
Sei il mio buongiorno.
Sei il mio sentiero tra gli alberi,
il mio rifugio,
la mia sorgente.
Sei la carezza del vento.
Sei neve silenziosa.
Sei sogno e canto,
notte stellata
e rugiada delicata.
Sei la mimosa in fiore.
Sei il melograno attraente
e il primo grappolo d’uva.
Sei il tempo
che mi si poggia addosso
modellandomi.
Sei tutte le emozioni che vorrei vivere.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
La nuova voce
Settemila anni fa
non c’era la scrittura
ma esisteva la parola
nessuno poteva rubare all’amante
i versi che fluivano
fuggendo come turchesi
dal filo che li univa
I primi segni contarono
e compilarono
diversamente dalle pietre scheggiate
che disegnarono subito
i fianchi delle donne.
Ma ora la parola udita
era anche vista
Come un attore
La linea cambiò nuovamente ruolo
Fece diventare la mano voce
Dopo un po’ di tempo
l’amante capì la voce visibile
ora c’era, lo aspettava
pronta a portare i suoi versi a tutti
non solo all’amata
-Accetto il regolamento
Spostamenti consentiti
per “attività motoria all’aperto”
Oltre una sbarra di ferro
Arrugginita,
Tra due quartieri
diresti pasoliniani,
un sentiero ti porta
verso un luogo che non
è un luogo,
in un parco che non è
un parco,
dove c’è un bosco
che non è un bosco,
un rovo che non è
un rovo.
Tra il fango in un canneto
ridono gialle ginestre
s’insinuano bianche
le pratoline
e il lockdown dice:
“non ti scordar di me”.
(Roma, primo giorno di primavera 2021)
Accetto il regolamento
Il diversismo poetico
Quella che narrare voglio stasera
è la favola di un sogno antico
nella speranza che divenga vera
e ci riconsegni un mondo amico.
A nulla serve sennò poi il sognare
in notti uguali ma sempre magiche
ove s’annulla il lento divagare
nel rimembrar di storie fantastiche.
Come un cantastorie compongo rime
per calmare il mio demone inquieto
spiccando voli fin sull’alte cime
sfiorando nubi timoroso e lieto.
Come fiori esili e profumati
ci doniamo docili alle farfalle
per esser qual fragranze trasportati
incontr’ogni collina monte e valle.
Il nettare nell’aria si dissolve
mentre l’amore potrebbe spiegare
come un vetusto scritto che risolve
il significato della parola amare.
Sarà forse tutta pura fantasia
che con tenerezza va oltre la realtà
oppur mera illusione o utopia
che allontana dalla quotidianità.
Forse son’io che sento il bisogno
di qualcosa di nuovo nell’esporre
al continuo mutare dell’ingegno
che in mio soccorso talor’accorre.
Potrà sembrare una fiaba strana
che di tutto parla e non dice niente
ma è questo il mistero che dipana
ciò che proviene dall’astrusa mente.
(Accetto il Regolamento)
Miriam Bruni
Accetto il regolamento
“Dodecasillabi sotto-chemio”
Una poesia per intero? Sono giorni
che non la scrivo. La stanchezza mi vive
aggrappata – più di un nugolo di figli
alla coniglia. E a breve avrò un seno
in scatola, e capelli finti, di fibra
sintetica. Ma la luce e l’amicizia
mi distendono la fronte – facendomi
beata. Alle vene già chiedo di essere
brave nelle prossime settimane. Ma
le recisioni più lunghe da guarire,
le asportazioni più dure da accettare,
non riguardano ciò che stava sopra,
bensì dentro il cuore.
Mariupol (Ukraine)- marzo 2022
Soffro con te
insieme ai tuoi logaritmi mentali,
sul cuscino di cotone a fiori
dove appoggi le ciglia finte
di un recentissimo passato.
E’ l’ora della guerra.
Le bombe esplodono
a distanze sempre più vicine,
il sibilo assassino mi contorce le budella.
Vorrei scappare nella notte fredda
col mio colbacco d’aviatore
e l’uniforme lisa accartocciata sotto il letto.
Non c’è più ragione per vivere o morire,
il mio domani si perde fra le stelle,
annientato da futili pretesti e falsi arrivederci.
Il pensiero sorvola ormai le nostre teste
per cadere poi sconfitto
nelle trincee delle nostre atrocità.
Accetto il regolamento
Simone Turri
dichiaro di accettare il regolamento
AMORE AD ALTA QUOTA
Il viaggio più bello è l’amore
Assapori ogni attimo di questo straordinario sentimento
Vivi ogni istante come fosse unico, come fosse l’ultimo
Vorresti toccare il cielo con un dito, se potessi
Vorresti correre come la luce, se potessi
Vorresti fermare il tempo, se potessi
Il viaggio più bello è l’amore
Sali ad alta quota per le vie infinite del sentimento
Vedi ogni aspetto come fosse idilliaco, perfetto
Vorresti invecchiare mai, se potessi
Vorresti gridarlo all’universo, se potessi
Vorresti esplodere di felicità, se potessi
Il viaggio più bello, lo so, è l’amore
Nicola Matteucci
Dichiaro di accettare il regolamento
SCHEMI
Cosa mi sta sbaragliando?
Il brontolio di mille stomaci,
ruminando e ruminando?
Il vezzeggiare delle pagine vuote?
Sta arrivando il solito tsunami:
son bimbi o gabbiani a gridarlo?
M’impalano sensi di colpa antichi,
la crudeltà dello spremiagrumi.
Rifuggo circolare
in questi miei noiosi universi
dove i pianeti
son sassolini nella scarpa fradicia.
Lineare passo da questo a quello,
al da fare e non fare
in nome di gogne e pomodoricidi.
Volo via con quest’odore di limonene e carvone:
non si vede, che peccato!
Ma è ancora notte:
il preciso cosmo dei vestiti sulla sedia
mi suggerisce
quanto sia pericoloso pensare ora.
Giovanna Fracassi
Accetto il regolamento
Ci sono amori
Ci sono amori
che nascono per una sola stagione
giacciono poi dimenticati
oppure sembrano sopiti
dormono nelle illusioni
e s’inerpicano con coraggio
sui sentieri più sconnessi della vita
senza neppure una meta.
Ci sono amori
che si cercano senza saperlo
si vogliono scordare
e invece restano
nei viaggi immensi e profondi
sulle onde intermittenti dell’anima
e s’odono appena
come un’eco lieve
proprio quando il cuore
trema di sgomento
e di solitudine
o palpita d’emozione.
Ci sono amori
che improvvisi ritornano
si riconoscono
e di nuovo si scelgono
per quel per sempre
finalmente pronunciato
a fior di labbra
sul ciglio dell’eternità.
Sorvolo
In cerca delle parole
che mi facciano volare
io e te in mezzo al mare
come due gabbiani che
sorvolano dall’alto.
Silenzi assordanti e
rumori silenziosi
si incrociano come le onde
che confondono i nostri pensieri.
Ahimè io povero in questo mondo
mi giro intorno
ho paura di trovarmi solo con il vento.
Quelle pietre che hanno segnato il mio cammino
In cui sono inciampato
siano pietre miliari per il prossimo
per indicare quanto dista la pace,
quell’oasi d’amore
che in questo deserto di sabbia
si desidera come il sonno
dopo lunghe fatiche,
come si desidera l’arcobaleno
dopo la tempesta
e la pioggia dopo l’aridità.
Accetto il regolamento
Alessio Asuni
Accetto il regolamento
Ti scrivo nell’Alto il mio nome
(A Marina Cvetaeva)
Era altro destino l’incontro d’amore.
La vita ha il suo canto
di strada nel buio
– lì dove il nemico si annida
e fende improvviso –
o l’aria, ch’è fuori di noi.
Sull’argine d’anima
ci prese Pietà
e avversa fu l’Arte: degli occhi
non volle memoria d’eterno
– sperai la tua mano alla mia
nell’ultimo fiato – e tacemmo
nei versi il “per sempre”.
Chissà se mai Rilke sturbò
la sua Poesia che sovente
ci venne magnanima
o cruda sentenza dal sangue.
Chissà.
Mantovani Gabriella
Accetto il Regolamento
LA FIAMMA DELLA TUA ANIMA
Dedicata a Edgar Allan Poe
Non ti conoscevo ,
Matthew m’ha parlato di te
in un mattino di primavera
ho incontrato il tuo fantasma,
ha preso forma e vita
ed io t’ho veduto:
il tuo viso scarno e pallido,
lo sguardo vivo,
i capelli scompigliati,
ingessato in un abito
vecchio ma non logoro
come un’ombra
uscito dalle pagine d’un libro.
T’ho riconosciuto
ho visto il candore machiavellico
dei tuoi pensieri
macchiarsi d’ardore
e nel guizzo dei tuoi occhi
ho visto ardere
la fiamma della tua anima.
Voglio provare ad immaginarti
nell’ultimo frammento della tua vita
dove hai lasciato ai posteri
misteri e quesiti irrisolti
riconciliato nei tuoi pensieri
con l’universo.
Immagini di strada.
Un uomo corre alla stazione.
Due sguardi tristi si abbracciano per l’ultima volta prima dell’addio.
Un bimbo piange.
Un vecchio, dimenticato dal mondo, tende la mano per qualche centesimo.
Una folla di rumorosi turisti, rubano con una foto, la bellezza della città.
Venditori ambulanti fermano passanti di fretta.
Troppa gente, troppo rumore intorno a me.
Forse non esisto neanche io.
I tuoi occhi mi stanno cercando.
Non mi importa di questo mondo.
Continua a rincorrermi.
È l’unica cosa che conta!
– accetto il regolamento
Porto insicuro
Son l’uomo del caffè macchiato freddo
l’impulso che tracanna a tutto fiato
un cocktail poco alcolico amaranto
dischiuso sotto il cielo a gocciolare.
Impronte di bicchieri zuccherosi
volano via col soffio della sera
dal mio Porto insicuro sotto vento
dall’angostura che langue e non dilaga
a formidabili amori a crepapelle
tra i tavoli di briciole e diamanti
io, come tanti, spazzato dal maestrale
mi avvio poi verso casa pancia a terra.
Roberto Marzano (accetto il regolamento)
“NEL METRO SMARRITO”
Nell’ indifesa perdita
nella ripresa di respiro
in questo affondo vita
dal giro occhi allo scolpito
essere nudo marchia
sangue.
Questo senso immediato
nel limite del lontano
apprendo nostalgia.
In questa pura verità
affondo pelle.
Approva la mia inquietudine
dallo stelo che non cammina.
Nel primo dove
Sotto fa da base a sopra.
Nella prima corsa al profumo
sentirò passi di germoglio.
– accetto il regolamento
Angelo Napolitano
Accetto il Regolamento
FIGLI, O PEZZI DI CUORE
Magari non ti chiamo,
e spesso non ti chiedo…
però son qui che ascolto
anche quei tuoi silenzi immaginati.
Conosco i tuoi bisogni,
forse non proprio tutti,
perché il mio infinito
si è ripiegato in te che l’hai compiuto.
Il tuo l’hai dispiegato
proprio dal risultato
che ho raggiunto io,
fin dove l’ho saputo germogliare.
Non me ne faccio un cruccio,
anzi, ne son contento,
e ascolto lungo il vento
le tue avventure pazze e generose,
mischiando all’apprensione
un pizzico d’invidia,
contento che tu sia
più agile di me nell’imparare,
nel superare i fossi,
saltare gli steccati,
sorridere coi fessi,
tacere con chi ha da insegnare;
urlare coi violenti,
parlare con chi ascolta
e non tenerti tutto riservato…
Conservati così… che più mi piaci…
Anche se non capisco,
imparerò da te ad ascoltare.
L’amore divino
Araldo cantico
Dell’usignolo
Sull’amore divino
Intessuto
Nell’essenza
Inebriante del
Gelsomino e
Caprifoglio etrusco
Stellare dondolati dal
Vento del giorno e
Della notte,
Colore, odore e
Canto nella
Parola adesso….
Bogdana Trivak accetto il regolamento
Donatella Ronchi
Dichiaro di accettare il regolamento
17 Giugno
I suoni si aggrovigliano nella testa
Mischiandosi con le parole,
Così che facciano meno male.
I ricordi tardano a scomparire
Nonostante il giorno possa offrire
Nuova vita.
Corrono le note sopra il pentagramma del tempo
Ma lasciarsi sopraffare da ciò che non c e
Impedisce l ascolto di nuova musica.
Afferra lo strumento appeso al chiodo
E fa che la musica
Prenda di nuovo a scorrere.
Caterina Muccitelli – Accetto il regolamento
ALL’IMPROVVISO
All’improvviso la vita muta
un momento felice
un attimo dopo tristezza.
L’umore gioca in altalena
a terra si schianta
ruzzola su terreno acuminato di sofferenza e dolore.
Più alto il balzo maggiore il botto
non coriandoli e stelle colorate
solo lacrime amare, singhiozzi strozzati, urla inghiottite.
Bruscamente poi
una parola, un cenno, uno sguardo
sovviene il sorriso
il cielo plumbeo è spazzato via
rientra lo scintillio del sole illuminante il mondo.
Torna il momento felice.
Sangue e patria
Di morto, e morte,
stendardo di iridescenza
ingorda e degrado, morale, di bastioni,
di giustizia incontaminate
ombre di vecchia qualità baraonde,
di pazzie da pietà,
motivo di gioia,
di immensi sforzi
e di avversità in conflitto qualche
volta hai taciuto,
Asia,
della arrogante
presunzione naufragata nella compassione,
delirio che non muore,
incatenamento atroce, flebile
falsità ed antiche
sdegnose tristezze
obbrobri torreggianti
nel terrore, abbandono e ferocia,
crudel obsoleta furia.
Incandescente vergogna dilaga,
e distrugge, chi
è mellifluo, assorto nella fiaba.
– accetto il regolamento
INCANTO
“Era pane un pesce
c’era di tutto
senza un prezzo
su di sè”. Alza il volume
di questa radio
Vibrante radio
Della tua voce. Prendi
la perla
Piccola e nascosta nell’angolo
della tenda
della donna nera
Shhhh
“non sai come prenderla.” Sono le macchine , Sopruso
alle nostre mani
ai piedi, agli orecchi
agli occhi. Le macchine non hanno odore.
E’ un fiore
sul fondo di una tazzina di caffè
la Previsione. Prevedere
tictac
prima fase
tictac
verso la consapevolezza del
vivere quotidiano, Tictac
Sintomo
Tic
dell’esistenza
Toctoc
della connessione
Corpo
Mente
mondo. shhhh
(“Previsione uguale pensiero tendente all’infinito e azione tendente a
zero”. )
E manca il fiato.
E’ un fiore
sul fondo di una tazzina di caffè
una coincidenza
una possibilità
sintomo
dell’ esistenza. La circolarità è un fiore
Un accadimento, un filo d’erba che si muove al vento. Osserva il riflesso
della luna d’argento in un pozzo, quello vicino alla tenda della donna nera che scorga
dalla ferita
della Terra. La circolarità è un fiore
Un accadimento, un filo d’erba che si muove al vento. E Cervelli fioriti
Gelsomini in fiore
Azzurri e bianchi
Piccoli e veloci le idee
Nel marasma
Delle telenovelas
Dei giornali
Delle conferenze
Buie e spente. Stang!
Cervelli luce
Cervelli odore. Il sogno è la mente
che si diverte
quando non c’è alcun processo
di
Elaborazione
Alberi parlate tra voi!
è l’ aroma
Il profumo
informazione
E la Telepatia vegetale
Permea
L’aria. Levati, Uomo interferenza
spostati, Usa uomo
Il nervo olfattivo
Shhhhhhh
Annusa
I pensieri globali
Nel tuo piccolo angolo craniale
E Lo scontro
è dramma
Del nuovo che
Scoperchia
Il vecchio
Mentre a est
Cospirazionisti illuminati
Gruppi rivoluzionari
Talebani
Bambini annegati tra la terra e il pianto
Fiori sepolti nell’asfalto
Silenzi spezzati da singhiozzi
Politici corrotti
Ora tutto a tutto questo metto un punto
E a chi seduto sul divano guarda annoiato
Sputo un urlo in faccia
Cammino
poi corro
Verso madri
e padri
Torturati
In quell’angolo di mondo
Dimenticato
Ad est. E le parole
Diventan fiori
Pianti
Come semi piantati
And there will be a time
in cui non ci saranno più guerre, l’allodola abbraccerà il leone
la manta come
un ombrellino da sole
alla bambina
vestita
da primavera
che passeggia per le strade del nuovo mondo:
Incanto
Accetto il regolamento
Innaffio occhi, aridi ed ingenui,
con lo stupore primordiale
d’andare alla ricerca dell’amore
mentre muta forma il male,
ma l’amore è il cavaliere vittoriso.
Con le ali aperte attraverso il buio
raggiungo la celeste isola calda.
Non c’è più ombra e misura,
la chiave bronzea della paura
è soltanto una campanella
a vigilare sulla stella Delirio.
Disteso su un prato di viole
inseguo impaziente il desiderio,
ascolto le canzoni di Battiato,
rivivo in me le emozioni provate
dinanzi le drammatiche tele
di Caravaggio e con un salto
immagino nuove porte e
nuove sfide per mutare
il mondo che mi gira intorno.
Quando la sera stanco torno
sono il bagnino perso nel mare.
– accetto il regolamento
Andirivieni ( Dotta Ignoranza)
Vado e torno,
Riparto e non mi fermo.
A pensare.
Sarebbe la fine.
Solo la sabbia sembra piacevole,
con la sua ironia baciata dal sole.
Il bacio umano è traditore,
Il suo sorriso millantatore.
Ed io cado nella trappola,
ed ingoio veleno,
di ragnetti incoscienti
che paura non hanno
di ferire un animo nobile.
Stanco di questo andirivieni,
vorrei restare.
E stop.
E affrontare l’incontrovertibile pena.
Anche se non conosco il perché.
Solo dei miei
sono consapevole,
in un mondo di
Dotta Ignoranza.
– accetto il regolamento
Tardi non è per amare
Sarà l’ombra della sera
a farti spazio nel silenzio
dove aspetto con ansia
che sia tu a chiamarmi
e provocarmi testarda
ché arroventi i tuoi sensi.
Sarà l’inutilità delle parole
a soddisfarmi di te amata
quando i passi si acquietano
e implori un eterno piacere.
Le nubi a cenci di viola e nero
nascondono i rossi desideri,
carezzi le spalle alla luna
e mi parli della verità del domani.
Accetto il regolamento
Per ogni volta che il mare mi vedrà danzare
spiegherò alla Terra
che non posso correre
ma soltanto volare
respirando nuvole e vuoti
in equilibrio al mediocre frastuono
come se l’universo
mi avesse ancora chiamata
a comprendere silenzi e particelle
che nessuno saprebbe raccontare.
– accetto il regolamento
UN CUSCINO DI ROSE
Ho appoggiato la testa
su un cuscino di petali di rosa
trafugati dal giardino di ieri
quando la cetonia dorata
volava basso
e le bambine crudeli si divertivano
a legarle un filo
alla zampetta verde smeraldo
per farla roteare come una giostra
C’era un pozzo frigo
dove calavamo un secchiello
di cocomero
da consumare sotto la pergola dell’uva
al monotono gorgheggio delle galline ovaiole
innamorate della nonna dalla pezzola nera
Non è la prima volta che mi introduco
nel giardino di ieri
a prelevare profumati petali
e scenografiche zinnie
per far dispetto alle farfalle
Esso è piccolo e colorato
Anche se una grande casa da tempo
lo ha seppellito
io l’ho salvato
preservato
ingannato
E’ bastato un semplice copia incolla
per farlo scivolare per sempre
nella mia stanza interiore
nel tempo soggettivo dei ricordi
dove tutto rimane immutato.
– accetto il regolamento
Lenta si appresta la notte
e lente riaffiorano le ombre
addestrate in questo tempo
che maneggia le sue ore
alle carezze della prima sera
in quel momento del dopo
che tace
il respiro del prima…
la notte,
con i suoi difetti
con i suoi disordini
con le sue strade buie
e qualche passo lento
votato alle sorti della luna…
la notte,
con i suoi mestieri
che girovagano solitari
fra piccole pause
che innamorano
che pregano
o condannano
la notte,
che preda le sue nostalgie
come fosse alle prime armi
e le intinge nel silenzio
a piccole dosi
per distrarre la pena
che non racconta più delle stelle…
la notte,
che rovista fra gli ultimi scheletri
che cavalca le paure
e tempra le scelte
fra le voci imprigionate nei presagi
la notte,
con i suoi odori
acri e pungenti
sparsi in quegli angoli segreti
dove la vita esiste
nei suoi peccati
e nei suoi comandamenti
dove il paradiso ha i suoi lati oscuri
se ne hai paura…
e chiude poi i battenti
sulle sue verità
e sopisce i suoi misteri
smarriti
nelle trasparenze dell’alba
quell’alba che dispensa dal freddo
dalla luce dei lampioni
già spenti
mentre sparsi su una panchina
sonnecchiano ancora
vecchi titoli di giornali
un pasto freddo
e la memoria di un ultimo saluto…
dimentica la notte
dimentica i suoi intendimenti
e le sue allegorie
dimentica quel tacito accordo
che non ha accenti
né punteggiatura
dimentica l’inciso sulle pietre
d’altronde, nessun cielo
è mai crollato sotto la sua pioggia…
o cosi sembra.
– accetto il regolamento
APPENA DOPO
Contavamo
le timide stelle,
affacciati alla finestra
di una vita immaginata
e appena dopo
il rotolio dei sogni
e le stelle promesse fulminate!
Prima le grandi, poi le più innocenti
Ora il sole tiene a bada la notte
e con lei trattiene ogni spavento,
il sole si sposta
e l’alba ancor ci muore
e sono già oltre i giorni
della primavera e dell’estate,
muta in tempesta
il tuono brontolato
e appena dopo
il cielo è tutto un pianto
Raramente andiamo insieme in due
e le felicità, rimaste sole,
se ne vanno dove va il bene andato a male:
indifferenza e pietra,
poi ognuno a rosicchiare il suo dolore
E appena dopo
i nostri sogni trasformati in vizi!
…E come se da qui
si potesse sempre e soltanto andare via,
desiderar di nuovo e ancora ritornare
e quando il cercare è tutto quanto resta,
sbagliare anche i ricordi,
e appena dopo,
anche qui tutto è diverso!
Volevamo essere un po’ meno nostri
ed un poco più degli altri
e per noi,
che aspettavamo un Dio,
generare
ancora fiori
e voci e amori e pianti
e appena dopo di noi
solo un ricordo,
forse un rimpianto
Accetto il regolamento
– Accetto il regolamento
VOLEVO PIU’ AMORE
Volevo più amore, volevo più sole,
per scaldare il cuore, non sapevo amare,
tu dimmi come hai fatto in una giornata oscura
a farmi vedere il sole mentre piove,
dimmi come hai fatto a farmi innamorare,
una tempesta, l’amore con solo tre ore,
dove hai imparato in quale scuola,
con sole tre parole, “Ti AMO AMORE”
il resto l’ho letto negli occhi,
ho sentito al volo il richiamo dell’amore.
E’ Amore quando il cuore duole
è Amore che mi spinge tra le tue braccia
ci conosciamo appena da tre ore,
il fulmine famoso è arrivato anche se non piove,
col cielo sereno hai scatenato una tempesta nel mio cuore,
ancora non so il tuo nome, mai sbaglierò,
ti chiamerò per sempre Amore, non credevo,
non sono più quella di ieri,
sono un’altra, che si è innamorata al primo sguardo,
ho avuto storie, sesso e niente amore
il cuore ha detto sempre, NO, non è lui l’uomo,
ora mi sta dicendo VAI è l’ora dell’Amore,
l’inizio di una bella storia,
uno, mille giorni tutti uguali
vicino a lui la cura è sicura,
mi farò curare, lui sa come fare,
tre ore e tre parole hanno scatenato
una tempesta nel mio cuore.
Lo sconosciuto che incontrai
Mi disse forse ti ho già visto.
Burattinaio di vecchia stirpe
Uomo maturo ma infine
Solo millantatore ammiccante.
Voleva spegnere un lumicino
In me affamato d’amore
Col finto boato di cattivi
Sillabici acufeni invasivi
Un silenzio d’ombre parlanti.
Triste lavoro il mio d’amanuense
Indifferente ai nuovi flagelli
Di musici travestiti da guitti.
Sola sopravvivente speranza
Una lapide bianca con segnato
Il mio nome ai più sconosciuto.
Sbiadita la data di nascita
Essenziale quella di morte.
Ma la vita è un pozzo a due secchi
Uno scende a riempirsi mentre
L’altro sale per esser vuotato.
Chi ha facoltà di fermare il cuore?
Non chi agogna un carnale rifugio
Usato per la sua vanità
Dal giorno epifanico sino
All’ultima notte sognata
Scivoloso e audace rinculo.
Accetto l regolamento
– Accetto il regolamento
Il canto di Aura
Passi in linea
tracciano il cammino
sassolini bianchi
disegnano l’anima.
Pensieri.
Emozioni deposte
lungo il sentiero.
Respiro di montagna
nel canto di Aura.
Stanco
il pulsare svuota il cuore.
Mantello
di boschi rinati
sulle spalle di Artemide.
Colto il bersaglio
la cuspide d’oro
divide il senno
dall’amore.
In fondo
siamo
felicemente tristi.
Molto bella! frasi essenziali agganciate alla vita e insieme evocatrici in un disegno molto personale.
Dichiaro di accettare il regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali
L’UOMO CHE SEI
C’erano semi da seminare.
“Ci penserà il vento” pensò il contadino.
Ma il vento, quel giorno, non giunse puntuale
e i semi caddero nell’indifferenza.
C’erano braccia da afferrare nella stazione dei dimenticati.
“Ci penserà il prossimo che passa per caso” pensò il viandante.
Ma il prossimo, quel giorno, non giunse puntuale
e le braccia caddero nella miseria.
C’era un cuore di donna da riempire,
di gioia, d’amore, di vita vera.
“Ci penserà un altro, non io” pensò il vigliacco.
Ma l’altro uomo, quel giorno, non giunse puntuale
e la donna cadde in una lacrima immensa.
C’erano un bambino da educare,
da forgiare bene come vaso d’argilla.
“Ci penserà il maestro che incontra” pensò l’egoista che aveva da fare.
Ma il maestro non giunse puntuale e il bambino divenne un uomo brutale.
Ma un giorno un uomo vide i semi da seminare.
“Ci penserò io” disse a se stesso,
alzando subito la manica al cuore.
E quel giorno giunse puntuale
e i semi crebbero all’infinito.
Poi quell’uomo, soddisfatto di questo,
afferrò le braccia dei dimenticati.
“Ci penserò io che passo per caso” pensò aprendo la propria mano.
E quel giorno giunse puntuale,
e quelle braccia crebbero
e costruirono il mondo.
Poi quell’uomo incontrò la donna
caduta sola nella sua lacrima.
“Ci penserò io che amo senza chiedere nulla”.
E quel giorno giunse puntuale,
e la donna fiorì nel suo sogno d’amore.
Quell’uomo incontrò il bambino
da forgiare come vaso d’argilla.
“Ci penserò io”, affermò sorridendo,
e il bambino diventò un uomo vero.
Quell’uomo ora non è lontano
ed è a un passo tra il cielo e il cuore,
si muove in silenzio senza farsi notare,
è in ognuno di noi quando decide di amare.
Rosita Matera,
23 marzo 2015
Salvatore Denaro
Dichiaro di accettare il Regolamento
RESPIRI
Quando siamo proiettati
completamente fuori da noi stessi,
i pensieri assalgono
e diventano sofferenza del corpo
sicché aumentano i battiti
di disperazione, la visione si annebbia
e si stringe il cuore…
Torniamo al respiro, naturalmente
Inspiriamo portando dentro,
Lasciamo andare fuori,
Concentràti in questo movimento,
Prendiamo energia
E lasciamo andare i pensieri sprecati,
il veleno della mente triste o amara.
Attraverso il respiro
Attingiamo a ciò che non ha mutamento,
Siamo tutt’uno con l’Essere,
Eterna Coscienza di beatitudine.
Nella meditazione pace e sollievo
Italo Zingoni
“Accetto il Regolamento”
L’ULTIMO TRAM
Bisogna abituarsi a fare i conti con la storia
solo che il savoir faire di certi critici moderni
non basta ad evitare che il nulla ci sovrasti
né che in un attimo poi tutto si cancelli
prima che parta l’ultimo automatico backup
Dovrebbero imparare- almeno quelli-
che un paio di metri sotto terra
lavorano di nascosto gli sterminatori
e di noi tutti -dittatori compresi-
altro non resterà che un mucchio d’ossa
e qualche inutile gingillo messo apposta
nelle tasche per corrompere il portiere
Qualcuno si distrae facendo finta di niente
-adesso iniziano le repliche alla televisione-
le sere si allungano -qualcosa inventeremo-
ne abbiamo piene le tasche dei discorsi
che lasciano il tempo che trovano
ma anche delle guerre che non lasciano scampo
e delle pandemie che ci sono sempre state
Godetevi pure questo inizio d’estate precario
-le previsioni non sempre dicono il vero-
magari tenetevi un diario –come una volta-
inseguite la vita e il mistero delle illusioni fasulle
poi cercate di prendere al volo l’ultimo tram
prima che la corsa sia per sempre finita.
(Accetto il regolamento)
Serve misura, distacco
le pagine che non ho
a non scrivere di te
a tacere il monte che sei e
le mie Pleiadi.
Mettici ancora dell’altro
(sul tutto già detto)
liriche greche, non mie,
a toccare il tuo vivo e
perdonali tutti, gli amori,
così impudenti
la manutenzione monotona
dei sentimenti che osa
il ripetersi, nonostante.
E non morire.
Nico Gioli
Accetto il regolamento
Crono
Tempo che divori tutte le cose
torna indietro.
Fammi tornar ragazzo
per solo 365 giorni ancora.
Ho avuto troppi pochi sogni
e li hai divorati.
Ho versato troppe poche lacrime
e le hai divorate.
Non ho sfruttato la mia ingenuità
e tu l’hai divorata.
Mi hai ingannato.
Non sapevo per quanto a lungo si è adulti.
Zorzetto
“Accetto il regolamento ”
“Occhi limpidi e cuore puro”
Quel che siamo stati
Se siamo stati qualcosa,
Lo siamo ancora,
Non Siamo poi così lontani,
Di quando eravamo vicini,
E tu lo sai.
E allora dai,
Occhi limpidi
e cuore puro,
Tu li sai,
son sincero,
Il cielo non è sempre nero.
E allora, vai.
Apri le tue braccia
Verso il sole,
Apri le tue braccia,
E voleremo,
Quel che siamo stati,
Ancora noi saremo,
E tu lo sai,
E tu lo sai.
Sarò passione
Sarò amante e innamorata
un intreccio che dà l estasi.
Passione e amore
il nettare
che dolcemente sazia,
che nutre,
che delizia il palato.
Sarò passione,
tentazione
il profumo dell’amore
intriso di desiderio
che inebria i sensi.
Emozioni da desiderare
coccole per accendersi
Sesso da vivere
piacere da raggiungere insieme.
Sarò il fuoco che brucia
di passione…..
Susy Carraturo
– accetto il regolamento
ACCANTO A TE
Nei taciti momenti della tua vita
lei, muta, affiora alla tua mente.
Quel primo momento
ritorna come un’eco lontana,
il suo viso tra la penombra di una radura
è pensiero incessante,
quel momento rivissuto mille volte,
come dietro a un vetro osservi da lontano.
Cammini tra i sentieri della tua storia
bellezza di pioggia e di tramonti,
affanno di silenzi e di lame taglienti,
il suo viso tra le rime dorate di nuvole in fiamme
è marmo scolpito dalle tue mani.
Quel fotogramma nella tua mente
sbiadito, ha perso ogni colore.
Un altro giorno volge al termine
ed ogni suo significato
ti porta inevitabilmente a lei,
quale che sia
la tua scelta e il tuo coraggio lungo la strada
lei, muta, ti sta accanto
con il potere di una forza
che non sa di possedere.
– accetto il regolamento
Accetto il regolamento
LA CITTÀ CELESTE
Io vedo.
La mente non comprende,
ne forse è in grado di recepire,
le dimensionalità
d’un sogno senz’ argini.
Io vedo,
l’orizzonte pervaso di una luce
che a perdita d’occhio si dispiega,
lungo le coordinate della Coscienza.
E vedo…
brevi accenni di dorate dimore
che splendono armonia e pace
dall’ infinito mare di promesse
che ad esse conduce.
Fuggenti contrade
in libera espressione di potenza,
disperse nell’ebbrezza
dell’unica Verità ormai illusa.
L’attuale esistenza muterà frequenza
e la città celeste ne diverrà allora
vigile questione di scelta.
BELLEZZA
La bellezza …
Non ha origini…
A luce…
In lume….. Si ama.
– accetto il regolamento
Alessio Romanini
Accetto il regolamento.
Porpora foglie come l’amor
Dell’acero di porpora le foglie
dipingono il ponentino serale.
Un tramonto sul terreno di foglie
madide, nella quiete frugale,
come il mio cuore mesto d’amore.
Fuggo gli sguardi, l’amore fatale.
Si ignudano infreddolite le fronde
sibilando; con fredda tramontana.
Tra spogli rami, le foglie nasconde
al suolo. Come l’amor, allontana.
Calma apparente
Il cielo è un cerchio stellato
in preghiera
e canta la luna, sul pentagramma
che mi strappo nel petto.
E sotto
il mondo è un giaciglio distratto
fresco spensierato,
il rombo d’un tuono
non scuote la terra
che gira insolente,
sul buio dove
le lucciole
con un refolo di freschezza guidano criceti
nel cerchio d’una scommessa.
Poi lenta,
sommessa, la gioventù
è l’alba sconnessa
diadema d’un giorno qualunque. La calma apparente.
Franco Carta
accetto il regolamento
L’orizzonte
Se l’orizzonte potesse parlare
di sguardi, pensieri e segreti narrare
di sogni infranti e desideri
di amori impossibili eppur veri
di amori di un giorno o di una vita intera
tra un arcobaleno e una bufera.
Ma l’orizzonte al tramonto tace
e dipinge ricordi di caldi colori
all’alba invece è più loquace
e sussurra ai sognatori.
Se l’orizzonte potesse cantare
seguendo le onde e i ritmi del mare
catturando l’eco tra le montagne
sibilando col vento tra le campagne
frusciando piano nel sottobosco
scrosciando e danzando nel piovasco.
Ma l’orizzonte continua a tacere
per custodire, protegger e celare
al di là di ciò che si può vedere
dove solo chi sa potrà ritrovare.
Paola Capozzi
Accetto il regolamento
Angela Costa
Accetto il regolamento
Ho raccolto lacrime
sotto salici,
e resina dei pini
per incollarli al cuore.
Impigliata e la speranza
nel pantano del cuore.
Nella sua nudità di sangue
ne intingo il pensiero,
e pagine bianche si nutrono.
Lacrime sotto salici
ho raccolto
per dissetare il cuore
per darle ancora poesia,
goccia su goccia
per non lasciare che muoia
nell’ultimo fuoco del sole.
TORNEREMO A TIMBUCTÚ
Il mio ricordo si confonde
con la sabbia di mille spiagge,
il sapore di mille amori,
vissuti o forse solo sognati.
Sangue della terra, sogni di bambine
mi legano alla polvere di terre lontane.
Se mai vorrai trovarmi
potrai venire a Timbuctú,
antica città sulla riva del gran fiume,
di bianche torri e cupole dorate.
Terra rossa d’Africa sospesa nel vento,
sopra il mare, le steppe e i deserti.
Terra rossa come il sangue versato
che la sabbia asciutta assorbe.
Vite perdute, che non genereranno altre vite,
perché il nulla le ha assorbite
in una tragedia insensata.
I mostri insonni della battaglia
ci scrutavano dalle colline.
I bambini delle bande,
armati di mitragliatrici,
prendevano d’assalto le vie del paese.
Vento di sabbia rossa come sangue
acceca gli occhi e soffoca il respiro.
Il cielo della notte è senza stelle,
un aspro odore regna nelle case.
Tre colpi alla porta, qualcuno che chiama.
— Stanno arrivando! — Un urlo spaventoso.
Rompe il silenzio il rombo dei motori,
grida scomposte rompono le ombre.
Uomini feroci con bandiere nere
vengono a prendere le nostre vite.
Torneremo un giorno alla città leggendaria.
L’oro s’è spento, muto è il mercato,
le bianche mura sentono il peso degli anni.
Tra le onde del fiume il riflesso degli aironi,
sagome nere nell’ultima luce rossa,
immobili, in attesa di prede.
C’è un’oasi nel gran deserto
che ospita coloro che si sono ribellati
e non vollero nessun padrone.
Nell’oasi, un grande giardino
con datteri, arance, melograni.
Profumo di gelsomini intorno
alle tombe millenarie.
L’acqua sgorga dalla roccia,
gelata nella luce accecante,
tra ciuffi d’erba sensitiva,
e bagna un albero di mango.
Non sarà facile camminare
sino all’oasi, nel cuore del nulla…
quante carovane si sono perdute,
le sabbie sono piene di ossa
di coloro che hanno fallito.
Procedi senza esitare, le dune alla tua sinistra.
Il corso del gran fiume ti condurrà al porto
tra le barche che scivolano lievi.
Gli stagni riflettono il sole
e il volo degli aironi.
Il cormorano ti mostrerà la direzione.
I manghi ti offriranno ristoro.
All’orizzonte, il miraggio
delle cupole dorate di Timbuctú.
Dalle bianche terrazze
le donne ti osserveranno,
tra i pergolati di gelsomino.
E dopo migliaia di miglia,
dopo la sete e il sole cocente,
troverai riposo nella brezza della sera.
L’oasi ti accoglierà mentre il muezzin
chiamerà i fedeli alla preghiera.
A Timbuctú anche il fiume s’è fermato,
stanco della sua corsa senza fine.
Vento di sabbia, nel sole che nasce
da una boscaglia arida e riarsa.
Saremo accolti da veri amici,
come se avessimo un appuntamento
da lungo, troppo a lungo atteso.
Noi rinfrescheremo quell’oro,
ravviveremo le fontane
che elargivano latte e miele
e pianteremo fiori colorati
sulle bianche tombe.
All’orizzonte, il sole d’un nuovo giorno
squarcia la tenebra che ci circonda.
(Accetto il regolamento)
Alessandro Alexandr Alban
Accetto il regolamento
Titolo: Al Mare
Su quella spiaggia
Di marzo
Il vento sollevava
Un poco la sabbia
Del pomeriggio stanco
Ultimo addio
A quella calda terra
Mentre i tuoi capelli
Freschi come schiuma
E oscuri come le sue profondità
Disegnavano arabeschi
Sulla schiena perfetta
Ancor tremula
IL FUOCO DELL‘ETNA!
Quanti ricordi si affollano nella mia mente,
sembra il vulcano dell’Etna in eruzione,
e tra le fiamme brucia il mio cuore.
Sicilia bella,
col profumo dell’Etna ti sono vicina,
bellissimo e indimendicabile
è passeggiare tra le tue nere orme,
tra i tuoi maestosi crateri,
visitare i tuoi negozi colmi di sorprese,
il tuo ristorante meraviglioso,
bruciando di infinite emozioni.
Sono tanto, tanto lontana,
vivo in un’altra isola bella,
grandiosa, maestosa, splendente:
l’Australia!
Ma non è bella come te Sicilia mia!
Ti tengo stretta al cuore
e ti sogno continuamente,
sono felice di essere tua figlia
e con te brindo alla nostra gioia
insieme ai miei figli,
ai miei nipoti
e ai miei dolcissimi pronipoti.
Siamo tutti figli tuoi e per sempre ti stringiamo forte forte al cuore!
Giovanna Li Volti Guzzardi
Accetto il regolamento.
Antonio Croce.
*****
“Mezzogiorno a Kiev”
A Kiev, spariti sono i cimiteri ed i candelabri.
Il male, mietendo, si è insinuato tra frontiere fiorite,
come gramigna o zizzania, in odore di verità;
papaveri dilaniati, erbe e virgulti rasi al suolo. E rovi.
Dal dolore dipinte sono le notti; i giorni col suono di sirene.
Una terra pregna di sangue di corpi caduti e,
all’improvviso, strappate alla speranza.
Corpi ed anime; pene, dolori e amori legati con filo spinato.
Sguardi spenti per sempre in fosse comuni.
Fucili, in coro con l’eco dei cannoni, sulle piane gravide di grano,
mischiano la polvere al sangue vivo.
Di pelle di metallo si fanno le dita; d’insulti ed odii,
come spine pungenti, i mortai.
Al vento della morte sono dispersi cumuli di cenere e sogni.
A kiev, a mezzogiorno, si mangia sofferenza, disperazione e companatico.
tra polvere da sparo ed odore di bruciato.
Un grido si speranza solamente, una preghiera, un miracolo di pace,
le nebbie della miseria umana può dilatare.
In una nuova primavera, germogliano i semi dei campi,
che mani di zappa hanno coltivato e buoi giganti continuano ad arare.
Dalla mia penna sonnecchiante.
Adesso ti vedo,
si ti vedo,
sbuchi dall’inchiostro
della mia penna sonnecchiante.
Ecco stai per prendere forma,
intravedo i tuoi capelli mossi
sempre ordinati, adagiati
In modo selvaggio,
sulla tua camicia nera,
chiusa dentro il gilet,
che stringe il petto
e le tue spalle muscolose,
da far invidia ad Endimione
del Canova.
Tremo al solo pensiero.
Solamente ad immaginale.
Adesso entrano in scena
i tuoi occhi furfanti.
Quel tuo sguardo sensuale,
che mi fa stramazzare a terra
A testa in giù,
come una gatta in calore.
Adesso la penna delinea
le tue carnose labbra
Rosse fuoco , coralli preziosi.
Mi sembra di sentire nel silenzio della mia stanza.
Alcune tue parole ammalianti,
che rimbalzano stelle cadenti,
nelle notti di plenilunio.
Mentre la luna fa capolino
sopra la montagna cosparsa
di abeti innevati.
Bramiscono i cerbiatti,
alla ricerca dell’amore puro.
Ti vedo ,vieni incontro a me.
Ti spalanco il sorriso.
Ti accolgo
tra le mie calde braccia
Ristoro dei miei sensi
assetati, affamati
Ti stringo,mi stringi,
così forte da non staccarsi.
Come edera sui muri.
Per un’infinità di minuti.
Minuti preziosi.
.Che hanno il profumo
del tempo eterno.
Sorniona la penna,
mi guarda felice.
Ha inciso nero su bianco, parole.
Versi che ti hanno dato vita .
Hanno dato vita ai miei occhi colmi di struggente malinconia.
(accetto il regolamento)
Cristian Luca Andrulli
Sezione A – Dichiaro di accettare il regolamento.
JE SUIS POUR TOI
Io sono per te l’accendersi dimenticato anche quando arriva l’inverno,
Io sono per te l’unico che conta anche quando ci diamo il secondo buongiorno,
Je suis pour toi l’andare inquieto di quel silenzio che non si sazia mai di noi due,
Io e tu toi et moi,
Io sono per te la lunga notte che si avvicina lenta quando non arriva,
Je suis pour toi una canzone dal dolce rincorrersi quando diventa sempre la stessa,
Io sono per te una dolce compagnia in quel periodo che non c’è,
Je suis pour toi lo stesso ricordo incondizionato spesso essenziale,
Io sono per te l’unico che conta anche quando ci diamo il secondo buongiorno,
Je suis pour toi un modo migliore di essere,
Io sono per te l’accendersi dimenticato anche quando arriva l’inverno,
Je suis pour toi una canzone dal dolce rincorrersi quando diventa sempre la stessa,
Io sono per te lo stesso di sempre anche quando tu non ci sei,
Je suis pour toi,
Toi et moi,
Je suis pour toi il treno incapace di fermarsi,
Je suis pour toi l’andare inquieto di quel silenzio che non si sazia mai di noi due,
Io e tu toi et moi,
Io sono per te,
Je suis pour toi
***
BRINDO AGLI INIZI
La vera magia sta negli inizi,
hanno il fascino dell’incertezza
e sanno di attesa della scoperta,
richiedono un sacrificio al buio
e non garantiscono il finale
ma hanno in sé tutta la forza delle possibilità;
brindo agli inizi,
perché sono pieni di nostalgia
e riprendono vita alla fine di ogni cammino
quando il disegno è ormai chiaro,
perché racchiudono i momenti più belli,
quelli dell’impegno e della lotta;
brindo agli inizi, ai primi mattoni
che sbiadiscono ma riacquistano colore
quando il pensiero si fa leggero,
perché non c’è alcuna sicurezza in un inizio
ma solo una lontana, dolce promessa.
Brindo agli inizi, anche se è difficile iniziare,
brindo al finale perché la fine non è mai la fine
ma solamente un nuovo, emozionante inizio.
Enrico James Scano
– Accetto il regolamento del concorso
INVISIBILI
Quando sono entrata c’era già
si lavava le mani col sapone
mi sono sentita un’intrusa
disturbare quei momenti intimi
dove un bagno era casa sua;
ha preso distanza dallo specchio
per guardarsi bene e contemplarsi
tutta assorta nella sua immagine
come se lo specchio le parlasse;
si spazzola i capelli accuratamente
ogni bianca ciocca lentamente
li adagia sul seno, intorno al viso,
lo guarda attenta e premurosa
pulito, diafano, senza una ruga
sopracciglia come l’arco di una chiesa
l’aria di una eterna transfuga.
Le due valigie sono linde
ben sistemate sul carrello
una è rossa, sangue disperso
l’altra nera, come la sua vita;
chi sa cosa ci ha messo dentro
che avrà scelto come soli averi
da far traballare in questo suo tempo.
Sarà Chiara o Caterina
forse Carmen o Lucia
furtiva la guardo dallo specchio;
sarà un delirio appena fatto
un angelo sceso a risvegliarmi.
Son ben discreti questi senza tetto
dispersi nei banchi dell’università;
all’entrata uno dormicchiava
come un custode annoiato
il volto nascosto dalla mascherina;
più lontano un altro anziano
ascolta il suo cellulare
mentre carica la batteria;
dall’altra parte uno con lo zaino
giovane come uno studente.
Son ben discreti questi senza tetto
vigilano questi spazi enormi e caldi
prima echeggiavano allegre risate.
Se il mio desiderio potesse cambiare il mondo
se le mie parole toccassero il cuore dei potenti.
Ana Maria Andrino Botelho.
Dichiaro di accettare il regolamento
d’estate l’afa è un uomo semplicemente lo vedi
sepolto di foglie e di solchi beh… non dice niente un quadro rosso caso mai buono a succhiare due pennellate di vernice nella brezza imperfetta noi pure sotto un cielo naturale sbucciati da Dio
tre minuti eterni dal lampadario all’asciugamano come fanno i cookie di stagione con dentro un piccolo uovo o una piccola larva senza nome ogni giorno dieci lunghi anni
in un angolo della casa
insieme ai tuoi occhi ancora fottuti di sete
un nulla intero una macchia di caffè dove il lieve contorno riluce
ma conta meno di un pugno di neve in questo spazio fuori misura
tutte le volte bombardato di bambini e di sigarette che si mescolano la tua roba unta da lavare
gli ingredienti del cous cous da portare
sul tavolo rotondo
quanto basta per morire con un colpetto d’amore di te -amico di sempre- diffuso qui tra
le lenzuola dei pensieri e la bocca umida di parole
accetto il regolamento
Vincenzo Giusepponi di Montecosaro (MC)
Sezione A, Poesie. Dichiaro di accettare il regolamento.
VOLEVO MORIRE
Avevo 18 anni
ed ero indiano
dalla nascita.
Mi ero innamorato
segretamente
di una ragazza
di solo 14 anni,
ma era promessa
da suo padre
a un uomo maturo
di 50 anni
che non l’amava
e che gli piaceva
soltanto
perché era bella.
Piansi molto per noi,
perché sapevo
che non potevo
aiutarla
e nemmeno
sposarla io.
Seppi che anche lei
piangeva sempre
e sua madre
non riusciva
a convincere il padre.
Da sempre siamo poveri
quaggiù in India
e il ricco 50nne
avrebbe donato
soldi alla famiglia
di lei e sfamato
i suoi fratellini
più piccoli,
Poi si sposarono,
ma lui non l’amava
e la maltrattava.
Così ebbe un parto
molto difficile
e morì a 15 anni
dopo aver dato
alla luce un figlio
sano e robusto.
Io credetti
di impazzire,
volevo morire
e per un mese
piansi sempre
e poi mi consolai
quando una frase
di Budda
mi risuonò forte
nella testa.
Diceva che niente se ne va
prima di averci insegnato
ciò che dobbiamo imparare,
così capii la rassegnazione.
Divenni adulto,
ma non mi sposai mai
ed ora che sono anziano
ricordo ancora
il dolce profumo dei
suoi lunghi capelli
e il colore dei
suoi bellissimi occhi.
Il medico del villaggio
mi ha detto che
presto morirò
perché mangiamo
poco in India
e ho preso un male
che non si cura.
Per ultimo desiderio
vorrei rivedere
la tomba di colei
a cui ho dedicato
tutta la vita mia;
la rivedo viva
e sorridente
con la luce
del mio cuore
innamorato
che sarà suo
per sempre.
Una bellissima poesia d’amore.
Lontana dalla solita retorica.
Complimenti!
E PER QUANTO DIRANNO DI NOI
Esposti ai venti di gloria
per quanto il vello d’oro
coprirà i nostri sandali
noi sorgeremo ancora
ai bordi dell’oblio.
Come uomini fieri
totalmente esposti
assedieremo regni
e arsenali sguarniti
senza tregua e governo
e per quanto diranno di noi
dei nostri figli impuri
e delle nostre amanti
continueremo a scrivere
pagine e pagine di dolore.
Avremo si
una mente fertile da vendere
al mercato dell’onnipotenza
dove financo la morte
chiederà di noi.
– accetto il regolamento
Innamorarsi
Fu il tuo primo sguardo
quasi incantato,
fu quella luce
che brillava nei tuoi occhi,
fu il tuo dolce sorriso
bello come il paradiso,
fu la tua voce
pacata ed emozionata,
fu il tuo cuore
che bussava alle porte del mio,
fu così che ci innamorammo,
fu così che appendesti
la tua anima sulla mia
e fummo una sola cosa.
-Accetto il regolamento
ER BUSILLI DE L’INCONTRARIO
Come Giano, du’ facce e ‘na capoccia,
ciavemo drento er Bene e puro er Male,
‘sta legge ch’è pe tutti… univerzale,
ce fa cresce er busilli ne la boccia.
L’incontrario te scopre quer che vale:
nun godi er frutto si nun c’è la coccia,
nun cerchi pace si nun c’è chi scoccia,
la notte more quanno er giorno sale.
Così a ‘sto monno p’apprezzà l’Amore,
che governa ‘sta favola infinita,
l’omo nun pò fà a meno der dolore.
Senza er pianto che scenne su la pelle
nun t’accorgi der dono ch’è ‘sta vita:
ce vò lo scuro pe vedé le stelle.
Accetto il regolamento
Lidia Peritore
VORREI ESSERE ATTIMO
Vorrei fermare il tempo
renderlo eterno
cristallizzarmi dentro
e divagar la mente
da assillanti pensieri.
Fuggir potrei
in altre dimensioni
vivere in mondi alieni
piccolo atomo
inesistente, un niente
e non subir lo smacco del destino
disperderei le tracce
per non tornare più!
Serva mi sento dell’esistenza
nulla riserva
mercimonio soltanto
di genti malmenate
trattate a mo’ di stracci
condannate a languire
da vile tornaconto.
Hanno violato l’anima
violentato il corpo
rifiuta albergo il cuore
nei malsani luoghi
ove la pace è assente
e non si sente parlar d’amore
sentimento fugace
dura solo un giorno e dopo muore.
Intorno il guardo volgo
rifugio ameno cerco
e subito mi accorgo
quanto meschina sia l’umana gente
dibattuta da sempre
fra pietose bugie e odiose trame.
E se potessi, adesso
vorrei essere attimo,
sublimar l’esistenza
scevra di ogni parvenza
di turbe esistenziali.
Come schioccato dardo,
veloce allor nel Cosmo
mi immetterei
dileguandomi tosto
con “moto rettilineo,
uniforme e continuo”
puntando all’infinito
per non fermarmi mai….
ACCETTO IL REGOLAMENTO
PROMESSA E NOSTALGIA
Promessa e nostalgia
giocano prendendosi per mano
nel turbine di venti
che ho nascosto nel mio ripostiglio:
l’una vorrebbe che avanzassi,
l’altra mi avvinghia a sè
come una madre con un figlio
appena nato.
E in questa maniera
io non nasco mai.
-Francesca Castellano
Dichiaro di accettare il regolamento
Non sarà questo giorno
non sarà tutti i giorni
sarà per sempre
questo amore che
mi esplode il cuore
e mi fa scrivere le solite
sciocche parole d’amore.
Saranno i pensieri
i baci i sorrisi
i messaggi le carezze
i nostri visi.
Sarà la vita
che a volte ci va stretta
il tempo insieme
che scorre troppo in fretta.
Sarà che ti amo
come non ho amato mai
e non è una bugia, lo sai.
Sarà che mi ami
più di quanto immaginavo
e a volte ancora mi sembra strano.
Ma per sempre sarà
il nostro amore.
Me lo sussurra il cuore.
© Daniela Giorgini
Accetto il regolamento
Maria Carmela Dettori
Accetto il Regolamento
TI PARLERO’ ANCORA MAMMA
Ti parlerò ancora, mamma,
perché resti il mio cruccio irrisolto,
il mio nodo non sciolto,
quella pesca immatura sul ramo,
mai pronta, mai colta,
questo straccio d’anima, sai,
ha cercato invano i contorni di te,
con le ciglia socchiuse
a scavare uno specchio indeciso,
che a te rimandava
un passato dai contorni di me,
ero ciò che volevi e non eri,
ero la tua ribellione sconfitta,
la tua libertà e voglia d’amore
rimaste in soffitta,
ma rivivevi solo il dolore
e non leggevi il silenzio
che mi lasciavi nel cuore
punendo i tuoi fallimenti,
le tue rese troppo silenti,
invece vorrei parlarti ancora
e dirti quanto sei stata grande,
quanto era potente
il tuo grido di libertà inascoltato
che dentro di me hai lasciato,
assopendolo poi
come abominevole peccato,
ma nell’ombra dei tuoi ideali
io sono il campo che si rinnova
nel seme dimenticato della tua gioventù,
quel sogno sfiorato ad occhi chiusi,
quell’abbraccio che avrei voluto darti,
le parole che avrei voluto dirti
a dissipare le tue paure,
lo sai ora
che mi baci con labbra di marmo,
ma l’estate era allora morente
quando sulla pesca acerba
comparve il rosso di un sole nascente.
CALDO
è una notte calda
non riesco a dormire.
provo a uscire di casa
la notte è bellissima
c’è un poco di fresco.
Nonostante sia tardi
Bambini lontani
gridano, giocano:
un ricordo mi assale.
Guardo in alto:
neppure una nube.
Provo a contare le stelle
Ma ce n’è sempre
una ce manca.
– accetto il regolamento
MARE E CIELO
Mare e cielo
così è
che si schiudono gli sguardi
dopo tanta nebbia
dopo tanto oblio.
Ci riconosciamo
fresche stelle
d’un chiaro respiro
d’agave succulenta
nel giardino del mondo.
Angelo Bonanno
– accetto il regolamento –
Passaggi
Lasciare impronte, segni materiali di un passaggio
che rendano testimonianza di me, della mia vita.
Come un esploratore ho saggiato percorsi, scostato rami
selvatici dai sentieri più ombrosi, attraversato valichi
da città trafficate a spiagge desolate. Ho incontrato persone,
le ho amate o rifuggite.
Le ho lasciate sulla via della seta a scambiarsi
perline colorate, o le ho strette nell’abbraccio dolente
dei viaggiatori che la strada richiama.
Camminare è guarire, per me, dei mali dell’esistere,
sempre con lo sguardo diretto a un orizzonte
che curva su un abisso di cielo,
e dentro il cuore quelle parole antiche e benedette:
“la vita è un viaggio, non ci si può fermare”.
Ma il pensiero più bello è che il viaggio non l’ho fatto da solo
e ho seminato, lungo il percorso, fiori che già sono traccia
del mio lungo viandare, e quando sto per soggiacere
alla fatica, un odore di fresco accompagna
i miei passi a non smarrirmi.
Silvana Sonno
Accetto il regolamento
L’illusione
Il tempo passa
Arrugginisce le vite
Paura di essere felice
Paura di esternare le paure
Vivere senza certezze
Coincidenze e serenità
Essere felici in un oceano
di lacrime non versate
Cammino in strade conosciute
Senza sapere
dove sto andando a finire
L’illusione della vita
Accetto il regolamento
“CHE L’AMORE È FORSE UNA COSA DELICATA? DIREI, INVECE, CHE È TROPPO RUDE E TROPPO ASPRA, E ANCHE TROPPO VIOLENTA: E PUNGE COME UNO SPINO ( WILLIAM SHAKESPEARE)
Dal Pruno del tuo Amor
s’alza la cima aspra
come una spina:
fiorisce al sangue del
peccato un cimelio
antico di rovina
perduta nel tempo:
dentro il fosso della
passione il fango
sommerge quello
stupore,
Ninfea del bianco tuo
ardore, e s’avviluppa
la carne tribolante,
immonda, al
vile tuo disamore,
infangata nel dolce
diniego,
come Lepre nelle fauci
del Boa……
S’inghiotte la selvaggina,
nell’eremo del dolore
e del pianto……..
accetto il regolamento
Quel che resta
Sai, rimane poco alla fine del giorno
o forse niente delle striature violacee
che colorano le sere dipinte all’orizzonte.
È una marcia con ritmi incalzanti
e i passaggi sono frecce inaspettate
lanciate da balestre misteriose
e oscuri e ambigui gli obiettivi.
Resta un barlume di lampi accesi,
scintille luminose che si spengono
ed è energia impalpabile e scattante
a risvegliare gli occhi dal buio.
Sai, le foglie sfuggono i pensieri
e accartocciate si adagiano stanche
su un autunno che lento muore.
È un’attesa in un tempo vuoto
e perduto in una strana clessidra
l’illogico fluire di diffusa evanescenza.
É cieca lotta di elementi senza senso
mentre danzano svuotate le parole
e le mani disegnano cerchi, come luna,
raccogliendo dai frammenti quel che resta.
accetto il regolamento
BACI SUL MARE di Sakya Pegoraro
(Accetto il regolamento)
Era il silenzio,
che ergeva come un faro
a rifulgere sciami di stelle
e questi nostri baci impigliati
fra le fitte maglie del mare
dove un’acuto sciabordìo di sensi
irrimediabilmente
ci portava al largo.
Contavamo i desideri
sospinti da pennellate di luce
nella tela di San Lorenzo,
descritti con le dita
sulla sabbia tiepida del tempo;
cancellati dal grecale
e da quelle fievoli note di risacca
che ad una ad una
aggiungevano una lacrima
alle sfumature dell’alba.
Sakya Pegoraro
2022 – Tutti i diritti riservati – ©️
LUNA MIGRANTE
A te ululo, spicchio di luna.
Là, sul mare tomba desolata
scendi, barca in rotta di speranza
tra le luci di schiuma salsa.
Dietro di te lasci soltanto
stracci ciancicati d’umanità,
nebulosa di polvere straniera,
preda ghermita da amore ipocrita.
Sandra Ludovici
Accetto il regolamento.
La ragione del cuore
Propositi di luce
infiorano il tuo viso
scolpito dalle ombre.
Grida,
che per te vorrei morire,
Vita mia:
sfregio, ricompensa
e antico pianto.
Svetto dalla
tenerezza lacerante
del tuo sguardo
e t’amo
nel respiro,
ti sorrido nella carne,
in ogni punto del corpo
che si apre
al mistero di te.
– accetto il regolamento
Vincenzo Patierno
(Accetto regolamento)
Terra mia
In sogno, mi ritrovai a passeggiar
tra familiari strade e stradine.
Spoglio da timori
mi sentivo.
Arder braci non vidi.
Artefatte nebbie
acre l’etere
non resero. Visi
non gotici incrociavo.
S’eclissarono lucchetti
e barricate. Un gongolar
in quel che
di costumanza è chimera.
Avrei voluto, vivamente,
che quel sognar
a rispecchiar fosse
il respirar da desti.
Non smetterai di sognare
di perseverare nell’amore
guardare con stupore
dal bagliore dell’alba
al rosso di un tramonto
dentro i misteri della notte
ciò che non sappiamo
di una simulata sapienza
l’inesauribile poesia
di una vita.
Raffaele Di Palma
Accetto regolamento
Dichiaro di accettare il regolamento.
Fabiola Murri
L’ora preferita
L’ora preferita
attende sotto il poggio verdeggiante,
lambelli di luce l’attraversano
rimandando una sottile aria tiepida
tra le vesti ruvide dei villani,
al centro della piazza un vecchio
scaccia via dei cani affamati
attaccati al bavero della sua lisa giacca,
la campana del vespro infastidisce le orecchie
dei giocatori al bar,
il silenzio è a quell’ora bisbiglio e complice,
gli altri dietro le finestre ad ascoltare
chi lamenta la seduzione dei pensieri
alla vergine messa al giogo…
l’amore andava confuso,
nascosto
ma la giovinezza ama la nudità!
CELATE IN UN FILO D’ERBA…
Posi la piuma nel tuo calamo ed il vento calò stancamente
sopra di noi le sue spire di salice.
Non finimmo di stupirci neppure quando l’ultimo sole
coprì d’ombre il nostro fuoco.
Ora un calice porta al vento le ceneri nostre e il timore
ci rende audaci,
nella bocca l’odor di vaniglia di baci mai dati.
Se e quando torneremo i giochi saranno fatti,
lampi di cielo nel grigio di orbite vuote e stinchi di calce
per bambini di creta!
Ma già è coro il nostro grido, forte e liberatorio:
dalle rime della pelle i nervi affiorano, vivi, e si nutrono
di eloquenti silenzi.
Quello che vogliamo, tu ed io, lontano dalla turba,
amache, indaco e azzurro, saranno il nostro letto che
di volta in volta ci porterà in volo.
Sia pure in un battito di ciglia
avremo interminabili momenti
abbiamo soffiato via tutta la cenere ed è scoperto
il sangue vivo ed il fuoco delle vene!
Rammenti? Con l’ultimo sodalizio chinammo ad arco il torso
e i nembi del sarcasmo furon corona
mentre tendini forti ci portavano oltre il muro,
senza suoni, quasi una preghiera disciolta
in rivoli sulfurei di aceto e miele!
Ma adesso…tutto è silenzio: la sera culla
I tuoi brividi con lucida indifferenza
mentre ogni canto si spegne in soffocati sussurri.
I presagi della notte ti cingono il capo, e ti fanno
Oscuro minotauro che scalpita…che scalpita,
che scalpita di inesausti zoccoli.
Il turbine dei pensieri ti è corona e di tanta disperazione
ti rende sovrana !
Da tanto or questo è il tuo regno.
Le esternazioni del tempo s’involgono in richiami ancestrali
che non sempre cogli, quando gli angoli più reconditi
si distendono ad arco lungo la linea sottile del tuo pensiero!
Eppure sappiamo cosa si nasconde nel rosapallido di una prima aurora,
quando il sangue si fa brina ed il cuore ferma a tratti il suo andare.
E pensare che un solo filo d’erba può celare in sé tutte le lacrime del mondo!
============================================================
N.B.:Aderisco d accetto in toto quanton previsto dal regolamento del concorso così comenbandito.
DEI TURNI, PROPRI E ALTRUI, CAPITANO ACHAB
“Rokovoko è un’isola lontanissima a sud–ovest.
Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai.”
Herman Melville: “Moby Dick”
È un caffè ben zuccherato.
È la mia opera prima, la sola:
il più insperato traguardo
della giornata sfilata,
senza nessuno se ne avveda,
fino alla proda.
Zucchero filato. Croccante. Cioccolata. Per una moneta!
M’attendono solo vecchi senz’occhi
al riparo d’incerte pensiline.
Con loro stanno intriganti
consunti pensieri, stantii propositi
che si pensava invece mai fatti.
Eppure è giorno che brulica.
È risacca che, nonostante,
corre via, oltre il proprio turno.
Tamburi battono lontano, sempre più distanti.
Aderisco ed accetto quanto previsto dal regolamento del concorso così come bandito.
Dammi tu un quotidiano riparo
Chioma che appare ombrello
E tronco che mi ripari dal vento
Radici per non dimenticare
Che la vita è già il fallimento della morte
Mentre tutte le altre categoria del fallimento sono inventate dall’uomo
Dammi tu un quotidiano riparo quando il sorriso si farà amaro
E le lacrime di rugiada scenderanno al suolo senza far rumore
Solo un rapido refrigerio nella nebbia dell’indifferenza.
– accetto il regolamento
L’inferno nel tempo di follia
Quando eravamo stranieri nella nostra terra.
Quando piedi scalzi danzavano sui prati arsi
e la luna grigia
svaniva tra la nebbia di polvere
che la terra vomitava.
Nuvole basse piangevano lacrime di
piombo,
mentre lamenti e preghiere
si abbracciavano imprecando.
– accetto il regolamento
Annalea Vallesi, dichiaro di accettare il regolamento.
DI DOMENICA
Com’era la tua arte prima di me:
era il nulla immobile
con un sorriso di passaggio.
Com’era allora al mio arrivo:
era acqua nel deserto
e tiepido sole dopo la pioggia autunnale.
Com’è ora e come sarà domani:
in verità, se non ci sei,
non saprò più a chi parlare.
Accetto il regolamento
“Dall’alba al tramonto”
Di brigida forte
Nel giardino della mia anima
Giorni senza guerra
Alba e tramonto si incontrano
Si prendono per mano
Germogliano sogni e speranze
Si dissolvono per sempre
Rimpianti e rimorsi
Non esistono più incubi e fantasmi
Solo gioie non più paure solo gioie
suoni di antiche nenie flautate
Che cullano i ricordi più belli
Sereni e felici si librano leggeri
Senza tempo e senza confini
I fiori più colorati e senza spine
Le note più allegre
sconfinano dai pentagrammi
Sono tutti lì gli affetti più cari
Come un giardino incantato
Dall’alba al tramonto
futuro e passato come un eterno presente
Emozioni colori profumi
Tutto è appagante leggero
inebriante …
Simona Stefani
(Accetto il regolamento)
All’acqua di Rosa
Scandiscono il Tempo
le viole ed il silenzio,
il mio cuore è contento
a dispetto di quel frastuono
che echeggia nel Vento.
Prendersi cura degli Altri
nutre di più,
è una virtù.
Nell’aria solo il vile potere
del rigattiere che vende
scampoli di vita rubata,
frammentata.
Quando i nostri corpi
non si possono più toccare
impariamo una nuova arte di comunicare,
senza intasare troppo l’etere virtuale,
cambiamo canale.
Doniamo al Cielo con il Vento
il nostro turbamento
i nostri desideri al Firmamento.
Fili di perle uniscono
ogni stella congiunta al Sentimento,
siam più vicini di quanto pensiamo
ogni pentacolo, una mano.
I nostri cuori ci vogliono unire
nel verbo sentire.
La materia evaporata
urla l’allarme con il richiamo
delle Sirene che emettono
nel vento il loro lamento.
Non possiam più fare finta di Nulla,
questa richiesta di Necessità
del nostro Pianeta Terra,
dell’Umana beltà.
Dipingiamo la nostra Mente
con la quiete che si sente su un lembo di sabbia
affacciata sulla soglia infinita.
Questa è la Vita
anche se inscatolata in
matriosca perlata.
Si schiude a piccoli passi,
cipolla odorosa
pelarla ora si può
Dolce ed agra la vita, oibho’!
Esiste la guarigione in ogni tensione,
ogni distillato effluvio
di Rosa la nostra magica pozione.
( Accetto il regolamento)
Nulla resta intatto
*****
Nulla resta intatto…
uguale ad un istante prima
Tutto muta inesorabilmente
Anche l’alba e il tramonto
saranno diversi
ad ogni battito di ciglia
E il respiro mi ricorda
che sono ancora qui
Sempre me stessa
e allo stesso tempo
diversa e mutata
Come la scogliera…
roccia dura da scalfire
ma anch’essa erosa
dallo sbattere perenne dell’onda
in balia del vento
suo grande dominatore.
Maria Paterlini
Salvatore Denaro.
Accolgo il regolamento
Silenzi di ammassi nuvolosi
lontano ai margini di terre emerse.
Sibilanti movenze di venti improvvisi
lo scroscio del mare ne dà parvenza.
Eppur tuona lo spirito interno
la forza che irradia il mondo creato,
nutre e alimenta l’intima essenza.
Per quali dimensioni venimmo
a essere in questo istante
espansi nel vuoto cosmo,
quando la materia si anima d’intenti
e trascolorano le forme floreali della realtà, decidemmo o non decidemmo
l’impianto, lo sviluppo e il fine
del nostro impegno.
IL TEMPO DI UN RESPIRO
Ferma come un albero,
in questo tempo sospeso,
dove sappiamo che è in arrivo qualcosa
da troppi ancora incompreso.
Contemplo la mia chioma,
il sole penetra tra i nostri rami intrecciati
e anche tu cerchi tra le tue foglie un po’ d’ombra,
per lasciare andare questa sensazione che ingombra.
..Il tempo di un respiro..
Tutti i rami fieri seguono le loro vie,
vedo anch’io i miei figli scrivere un giorno le loro biografie.
Forti, pieni e verdi,
pur avendo bisogno dei loro fratelli eterni.
Ferma come un albero,
in questo tempo sospeso,
osservo i nostri piedi,
sento la complicità che hanno con la terra
e avverto come lei ci afferra,
quando l’equilibrio traballa.
..Il tempo di un respiro..
Il tempo di seguire con lo sguardo una farfalla.
Quanta strada dovranno ancora fare,
e quanto fermi dobbiamo ancora stare.
Che poi guardando indietro,
quanto tempo abbiamo perso.
Ma ora siamo qui a capire le nostre radici,
simili ai rami intrecciati che parlano al cielo,
uniti a loro anche se in un mondo parallelo,
anche loro ferme nelle loro vie
e più le osservi a fondo,
più riusci a sciogliere tutte le bugie.
Ferma come un albero
..il tempo di un respiro..
Rimango e sento a cosa aspiro.
– accetto il regolamento
— CONTEST TERMINATO —
I finalisti saranno contattati via e-mail
Ringraziamo per la partecipazione :)
Accetto il regolamento
Cadere è un bellissimo verbo coniato da Dio nel giorno iniziale
Cade il seme
Cade la neve
Cade il sogno e si rigenera
Cadono i frutti della terra
Cadono le stelle
Cadere è universale
FINALISTI “FREE POETRY”
Angelo Bonanno con “Mare e Cielo”
Emanuela Tolomeo con “Incanto”
Franco Carta con “Calma apparente”
Patrizia Stefanelli con “Ti scrivo nell’Alto il mio nome”
Nadia Turriziani con “L’Amore”
Roberto Marzano con “Porto insicuro”
Rosita Matera con “L’uomo che sei”
Sara Francucci con “Cos’è una mamma?”
Beatrice Di Paola con “Immagini di strada”
Luciano Gentiletti con “Er busilli de l’incontrario”
RISULTATI CONTEST:
https://oubliettemagazine.com/2022/08/31/vincitrice-e-finalisti-della-terza-edizione-del-contest-di-poesia-free-poetry/