“Rosa pietra stella”, film di Marcello Sannino: la collettività di chi vive ai margini
Presentato al 49° Festival di Rotterdam, al Giffoni Film Festival e all’ultimo Festival di Pesaro, è uscito nelle sale il 27 agosto “Rosa pietra stella” (titolo che omaggia la canzone “Carmela” di Sergio Bruni), il primo lungometraggio di finzione di Marcello Sannino.

Carmela (Ivana Lotito, Azzurra, la moglie di Genny Savastano in Gomorra) è una ragazza-madre che vive di espedienti e lavoretti precari (falsa testimone per conto di un avvocato corrotto, spacciatrice di permessi di soggiorno a immigrati irregolari…) sotto sfratto: ma se la figlia Maria (Ludovica Nasti la Lila de “L’amica geniale”) e la madre Anna possono andare dalla sorella Nunzia (diplomata, regolarmente sposata, cattolica praticante e con un lavoro fisso!), per Carmela “lì” non c’è posto.
E Carmela lo cerca il suo posto, ma viene rifiutata dalla scuola dove la preside ne contesta i metodi educativi, dai servizi sociali che le stanno col fiato sul collo e pure dalla Chiesa dove il prete elargisce aiuti in base a criteri di pratica religiosa e si rifiuta di dare a Carmela una casa (sfitta!) perché “non l’ha mai vista a Messa”.
Il suo posto, Carmela potrebbe trovarlo da e con Tareq “stanco di essere un immigrato anche se sono qui da 20 anni”, un piccolo imprenditore, onesto e ligio alle regole (compresa quella di indossare il casco!) di Carmela ma chi non riesce a diventare visibile non ha “diritto” a una vita normale.
In una Portici mostrata sotto una luce fredda, invernale, quasi un vetrino da laboratorio come un microcosmo metafora di una contemporaneità, multiculturale e polverosa, Tareq e Carmela sono sottoproletari destinati a essere confinati in una giungla di “homo homini lupus” dove la ragione, le leggi e le regole non hanno cittadinanza.
E così sgomberata dalla casa canonica, l’unica possibilità di avere un contratto d’affitto regolare è quello di prostituirsi (con una scelta etica ed estetica assolutamente da apprezzare la scena è coperta dal nero)… senza neppure sapere se l’otterrà.
Ma sicuramente lotterà.

La storia è ispirata alla vita di una persona reale, Susanna, amica di gioventù del regista il quale ha dichiarato “il film racconta il momento in cui Carmela, per necessità ed inconsapevole desiderio, deve uscire dalla sua solitudine, tradire il suo orgoglio ed incontrare “l’altro”. Un “nuovo” altro, sconosciuto, disperato anch’esso. Quindi ritrovandosi in mondo dove la lotta di classe è stata sostituita da una lotta interna tra coloro che vivono nella marginalità e nella clandestinità, Carmela usa le poche armi che ha a disposizione per la sua sopravvivenza”.
Non ci sono valutazioni etiche, morali o legali, un lusso irraggiungibile per chi non ha né diritti né visibilità.
Il film è prodotto da Parallelo 41 che sostiene e valorizza il territorio attraverso l’idea di cinema leggero con troupe ridotte e location di strada e tecnologie digitali e da Bronx Film che ha co-prodotto il lungometraggio “Napoli, Napoli, Napoli” per la regia di Abel Ferrara, presentato come Evento speciale fuori concorso alla 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Written by Monica Macchi