Virtual Private Network: come funziona il VPN e perché aumenta la privacy della connessione
“Nel Fedro di Platone, Socrate diceva che la scrittura era una minaccia per la cultura perché a un libro non si possono fare domande. A Socrate mancava Internet.” – Luciano De Crescenzo

Lo scrittore napoletano Luciano De Crescenzo, con una sagace battuta, mette in campo il buon caro Socrate per evidenziare la grande rivoluzione avvenuta con la possibilità per tutti (o quasi tutti) di accedere alla rete. Per coloro che cercano la conoscenza Internet è diventato un’enorme biblioteca, una radio senza limiti di frequenza ed una cineteca sempre aperta e fornita delle ultime novità.
La continua evoluzione della rete porta inevitabilmente continue novità sull’utilizzo delle piattaforme. Tra le ultime di grande importanza è la reintroduzione della possibilità di effettuare la prova gratuita su Netflix e la VPN Netflix.
Da giugno 2019, infatti, per i nuovi utenti sarà possibile usufruire gratuitamente per due settimane dell’accesso a Netflix, al termine delle quali si potrà optare su uno dei tre piani fruibili, che ricordiamo velocemente: Base (mensile 7.99 euro con 1 schermo), Standard (mensile 11.99 euro con 2 schermi e qualità d’immagine HD), Premium (mensile 15.99 euro con 4 schermi e qualità d’immagine Ultra HD).
L’altra grande novità riguarda il Virtual Private Network (VPN). Ma facciamo un passo indietro. Nel 2018 è entrata in vigore una nuova legislazione dell’Unione Europea che “sblocca” i blocchi geografici, dunque se prima non era possibile visionare un contenuto al di fuori del proprio Paese ora è possibile accedervi pagando i servizi al Paese nel quale vivete.
Con la cancellazione di questi blocchi geografici si è reso anche possibile trasportare con noi questi servizi a cui siamo abbonati per i primi quattro mesi di permanenza. Per esempio, se abbiamo un abbonamento (uno qualsiasi dei tre elencati sopra) a Netflix e dobbiamo fare un viaggio di un mese in un altro Stato europeo possiamo connetterci con la nostra password senza ricever alcun blocco.

Se invece, per lavoro o per studio, dobbiamo trasferirci in un altro Stato abbiamo quattro mesi di tempo prima di cambiare il nostro abbonamento per aprirne uno nello Stato in cui abbiamo deciso di vivere. Queste normative sono attive non solo per Netflix ma anche per le altre piattaforme di streaming.
Il cambiamento in meglio per gli utenti è chiaro: se si sta seguendo la serie preferita, per esempio The Walking Dead o The Big Bang Theory, oppure si vuole visionare i film vincitori degli ultimi Oscar lo si può fare senza alcuna difficoltà e senza pagare ulteriori servizi con lo stesso user e password che si usa in Italia.
À l’envers con il VPN si può comodamente stare sul proprio divano ed accedere al fornitissimo catalogo americano (tre volte più grande di quello francese) che, per ovvie ragioni, è il più ambito da tutti gli amanti delle serie.
La privacy diventa totale con il VPN perché accedendo a Netflix verrà visualizzato l’indirizzo IP del server e non il proprio. Non male, vero?
“Il Web è progettato per essere universale: per includere tutto e tutti.” – Tim Berners Lee