“I dolci profumi del Bengala” di Chitra Banerjee Divakaruni: le fragilità femminili diventano motivo di resilienza

Un nuovo, coinvolgente romanzo dalla penna della scrittrice indiana, naturalizzata statunitense, Chitra Banerjee Divakaruni. Ancora un mondo popolato da donne forti, che di generazione in generazione ci raccontano vite vissute intensamente in una quotidianità fatta di normalità e di eccezionalità insieme.

I dolci profumi del Bengala

I dolci profumi del Bengala”, edito in Italia da Einaudi, è la storia di quattro donne, tutte appartenenti alla stessa famiglia, in un legame che va di madre in figlia e attraversa, di generazione in generazione, tre secoli e due continenti.

E ora, seduta al tavolo che possiede da decenni, passa le dita sulla scalfittura scavata nel legno da Bela, dopo un litigio tra madre e figlia. Cosa può scrivere nel suo inglese arrugginito per convincere Tara a cambiare idea? Non riesce nemmeno a immaginare la vita della nipote, il travolgente mondo straniero in cui si muove. Ha solo una manciata di fotografie”.

È Sabitri che prova a scrivere una lettera alla nipote in America, quella bambina che non ha mai avuto il piacere di vedere dal vivo ma solo in alcune fotografie che la madre, sua figlia Bela, le ha inviato di tanto in tanto.

E ora la stessa Bela chiede a sua madre di intercedere presso sua figlia affinché cambi idea sull’abbandono degli studi universitari. La richiesta mette in moto in Sabitri la macchina dei ricordi che la porterà a ripercorrere il cammino della sua vita, a ricordare sua madre Durga, donna forte, lavoratrice instancabile.

Durga teneva la schiena curva. Durante il tragitto le sporgenze delle sue vertebre andavano su e giù sotto il logoro corpetto del sari. Era la più strenua lavoratrice che Sabitri conoscesse. Se non fosse stato per lei la famiglia sarebbe andata in rovina da un pezzo. Guardando la madre Sabitri sentiva dentro di sé un subbuglio di emozioni, un misto di tristezza, rabbia e amore”.

Quella madre che la ama a tal punto da rinunciare a lei, mandarla a vivere a Kolkata in casa di una ricca signora che le avrebbe assicurato il vitto e l’alloggio nel periodo degli studi.

Ma l’amore per il rampollo di famiglia le costerà la permanenza nella magione della ricca dama e da allora la sua vita prenderà una piega diversa che la porterà a sposare Bijan, uomo mite, un intellettuale che Sabitri convince a scegliere strade più ambiziose, che lei voleva percorrere a tutti i costi in modo da dimostrare a tutti che la sua era una vita diversa da quella di tutti gli altri poveracci rimasti al villaggio.

Ma molti imprevisti avrebbero ostacolato il suo sogno di felicità, compresa la fuga di sua figlia Bela negli Stati Uniti, per inseguire il ragazzo di cui si è innamorata, perseguitato politicamente in patria.

Sabitri aveva vissuto parecchi periodi bui. La perdita del figlioletto ucciso da una malattia in Assam. La morte del marito nell’incendio di una raffineria, un incidente innescato, bisbigliava qualcuno, dal sindacato dei lavoratori”. Ma nonostante tutto ciò Sabitri riesce a realizzare il suo sogno di aprire una pasticceria, che chiama con il nome di sua madre, Durga sweets.

Anche per sua figlia Bela la vita riserverà momenti di enorme difficoltà, soprattutto in un rapporto di coppia che nato all’insegna di un amore sincero e profondo presto si rivelerà privo di quelle basi su cui era solo in apparenza fondato.

Si erano conosciuti all’università. Lei era una matricola inesperta; lui frequentava l’ultimo anno. Lei era una timida studentessa di lettere; lui studiava chimica. Ma soprattutto Sanjay era il leader carismatico dell’ala studentesca del potente partito comunista… si era lasciata ammaliare dalla sua eloquenza incendiaria, dalla disinvoltura con la quale citava liriche rivoluzionarie”.

Chitra Banerjee Divakaruni

Innamorata di Sanjay al punto di abbandonare la sua famiglia e il suo paese per seguirlo fino in America. Una fuga che la madre non le avrebbe mai perdonato.

Ma le delusioni sono in agguato, proprio mentre nel suo grembo cresce la sua creaturaAll’improvviso Bela fu certa che fosse una femmina. Questa persuasione la colmò di tenerezza e di sconforto. Doveva trasmettere alla figlia un messaggio pieno di saggezza, capace di aiutarla nelle scelte che il mondo implacabile l’avrebbe costretta a fare”.

Quella bambina, Tara, porterà in sé i semi di una irrequietudine e di una determinazione che avevano caratterizzato le sue antenate, a cominciare da sua madre, Bela, per andare a ritroso verso sua nonna Sabitri e verso la sua bisnonna Durga.

In un crescendo di flashback e di ritorni che tengono alta l’attenzione del lettore, la Divakaruni disegna ancora una volta un universo femminile in cui le fragilità diventano motivo di resilienza, fonte di rinascita di una forza interiore solo apparentemente sopita e soverchiata dalle vicende della vita.

Un mondo al femminile dove gli uomini che vi si affacciano esprimono il peggio di sé, e le donne sono quindi costrette a trovare, come riflesse in uno specchio, la loro determinazione, la loro volontà di andare avanti nel mondo, di farsi strada, di affrontare e risolvere piccoli e grandi problemi.

E ancora una volta l’autrice de “La maga delle spezie”, ci fa assaporare sullo sfondo i colori, i profumi, i rumori di un’India madre e matrigna, che accarezza e colpisce, che accoglie e allontana.

 

Written by Beatrice Tauro

 

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