“Uomo del mio tempo” poesia di Salvatore Quasimodo: evitare la guerra

Di seguito si potrà leggere la poesia intitolata “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo ed una breve biografia del poeta.

“Uomo del mio tempo” 

Salvatore Quasimodo poesie Uomo del mio tempo
Salvatore Quasimodo poesie Uomo del mio tempo

“Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,

con le ali maligne, le meridiane di morte,

t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno

quando il fratello disse all’altro fratello:

«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,

è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue

salite dalla terra, dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.”

 

Salvatore Quasimodo - poesia Uomo del mio tempo
Salvatore Quasimodo – poesia Uomo del mio tempo

Salvatore Quasimodo nasce a Modica il 20 agosto del 1901 e muore a Napoli il 14 giugno del 1968. Poeta italiano, è stato uno degli esponenti di rilievo dell’avanguardia ermetismo.

Il suo nome è legato anche alla traduzione di vari componimenti dell’età classica, soprattutto liriche greche, ma anche di opere teatrali quali quelle di Molière e di William Shakespeare. Nel 1959 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura.

In anni recenti, perché sempre andrà di moda utilizzare a sproposito la conoscenza degli avvenimenti successivi come parametro di paragone tra “ieri” ed “oggi”, gli è stato rimproverato di aver inoltrato supplica a Mussolini perché gli venisse assegnato un contributo per potere proseguire l’attività di scrittore.

Salvatore Quasimodo, pur professando idee antifasciste non fu attivo nella Resistenza perché fondamentalmente promuoveva l’idea di pace come si potrà ad esempio leggere proprio in questa poesia “Uomo del mio tempo” nella quale distingue figli e padri inserendo quest’ultimi nei guerrafondai “primitivi” della pietra e della fionda ed esortando i figli (gli uomini del suo tempo) a dimenticare l’operato dei padri per costruire un mondo senza sangue. Idee non dissimili da quelle di Lev Tolstoj e Mahatma Gandhi: per poter arrivare alla pace bisogna esercitare la non-violenza, ergo attivare dentro di sé l’impegno verso la pace e disporlo per il prossimo, sia egli amico od avversario.

Negli anni cruenti della Seconda guerra mondiale Quasimodo si occupò principalmente della traduzione del Vangelo secondo Giovanni, di alcuni Canti di Catullo e di episodi dell’Odissea che verranno pubblicati dopo il 1945.

 

Info

Approfondisci la biografia di Salvatore Quasimodo su Wikipedia

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *