“Non oltre le porte del sole”, il romanzo postumo di Renato Pigliacampo: la malinconia della scienza
Domenica 14 ottobre 2018 Marco Pigliacampo, attraverso le pagine Facebook, dà comunicazione dell’avvenuta pubblicazione e disponibilità all’acquisto (ilmiolibro.it) del volume postumo del padre, Renato Pigliacampo.
Il volume, la cui uscita era stata anticipata lo scorso settembre a Porto Recanati (MC) presso la Pinacoteca Civica “Moroni” durante la cerimonia conclusiva di premiazione della XXIX edizione del Concorso di Poesia “Città di Porto Recanati” che il prof. Renato Pigliacampo, poeta e saggista, aveva fondato, si intitola “Non oltre le porte del sole”.
Come il figlio scrive nel post di commento esso è “un libro complesso e bellissimo, storico e scientifico, molto personale” che aveva completato proprio pochi giorni prima di sentirsi male ed essere ricoverato. Un libro al quale aveva dedicato molto studio e del quale si sentiva particolarmente orgoglioso; persuaso, nella sua caratteristica e mai antipatica ampia stima di sé (v. nota in calce n°2), era convinto che potesse rappresentare un po’ la “summa” del suo tanto scrivere e investigare.
Non si tratta del primo romanzo di Pigliacampo avendo pubblicato nel 1999 “Il Vergaro. Storia di contadini nella terra di Leopardi”[1] nel quale, con un procedimento a ritroso, andava ad analizzare i caratteri di vari suoi avi immersi in un clima solidale di concordia e rispetto a stretto legame con il lavoro della terra. Con quell’opera Pigliacampo tratteggiò in maniera egregia e assai realistica le condizioni socio-economiche e con esse psicologiche ed emozionali di una fetta distintiva della classe sociale marchigiana nel corso dei secoli, quella dei contadini, dei mezzadri astuti e modesti, appesantiti dal lavoro ma custodi di una dignità imbevuta di alti insegnamenti morali.[2]
Dalla breve sinossi del nuovo romanzo, disponibile sul sito dove si può acquistare il volume che consta 288 pagine, così leggiamo: “Nella Roma degli anni ’70 lo scienziato Marco Otti, geniale e antiaccademico, scoprì la formula della vita, realizzando l’uomo uguale a se stesso. Ma i ricercatori d’oggi non prestano alcuna attenzione ai segni di coloro che li hanno preceduti. Solo il giovane Henrico sembra interessato ad andare oltre con le sue sperimentazioni sulla “memoria genetica”. Grazie a lui, Renato potrà rivivere le storie dei suoi antenati, dai tempi antichi alle generazioni recenti. Scoprirà nel suo DNA ricordi terribili di gesti efferati, la fede di Savonarola, i segreti di Cagliostro, la poesia di Leopardi. Capirà infine che la psiche trascende la tecnologia quando un uomo è alta ricerca di sé”.
Uomo poliedrico attivo in numerosi campi delle scienze umane (professore all’università di Macerata, poeta, scrittore, saggista, critico letterario) e del civile (impegno umano e di denuncia, presenze in associazioni a sostegno delle persone con discapacità, incarichi all’interno dell’ENS – Ente Nazionali Sordi e finanche in politica), Renato Pigliacampo, con la sua prematura morte ha lasciato una grande eredità culturale che in questi anni si cerca di coltivare e approfondire, nel ricordo dell’importante figura che per decenni, in Regione e fuori, si è speso abbondantemente e in prima linea nella difesa della LIS – Lingua Italiana Segni sottolineando – spesso in contrasto e polemica con amministrazioni locali – l’importanza dell’inserimento in corsi di studio, universitari e non.
Un cospicuo fondo di testi (letterari e di studio, di investigazione e ricerca) facenti parte della sterminata biblioteca personale del prof. Pigliacampo sono stati donati a maggio dello scorso anno dalla famiglia alla Biblioteca Comunale “Silvio Zavatti” di Civitanova Marche (MC) affinché vadano a costruire un fondo dedicato e siano resi disponibili alla cittadinanza. Tra di essi ingente è la presenza di libri, studi e approfondimenti legati al mondo audioleso per il quale Pigliacampo viene ricordato come uno dei più attivi e veementi difensori degli ideali del mondo ipocasustico. Come si legge dall’articolo che diede comunicazione alla notizia in questo vasto corpus di 1500 testi figurano “volumi in gran parte dedicati a problematiche di sociologia, psicologia, pedagogia, linguistica, con particolare riguardo per l’integrazione sociale dei diversamente abili e delle persone sorde, ma anche riviste scientifiche, tesi di laurea, sezioni di articoli su sordità, handicap e neuroscienze”. [3]
Sempre per celebrarne la grande attività letteraria, e con lo stesso animo di rimarcare l’importanza di un esponente talmente prolifico e ben inserito nel suo ambiente, nel 2016 veniva alla luce un ricco volume antologico curato dal sottoscritto col titolo di alcuni suoi versi: “Nella sera che cala sul litorale”.[4] L’opera, arricchita da una nota del poeta e critico maceratese Guido Garufi e contenente al suo interno numerosi commenti critici di eminenti intellettuali sulla scrittura di Pigliacampo, proponeva, in un percorso diacronico a partire da opere del 1967, una selezione ragionata di alcuni dei migliori testi poetici della sua produzione, passando per tutte le sue opere pubblicate sino a giungere a “Nel segno del mio andare” (2013). Così nel “Percorso antologico nella poesia del Guerriero del Silenzio” è possibile ritrovare, pur in chiave sinottica, molte delle tematiche e dei contorni ambientali cari a Pigliacampo, i dilemmi esistenziali, i dolori, le considerazioni sulla morte nonché le delusioni e gli stati di scoramento ma anche il suo carattere mai domo, pronto alla battaglia, a denunciare mali e a impegnarsi nel costruire un nuovo presente.
Il noto Concorso di Poesia “Città di Porto Recanati” da lui ideato e presieduto per numerosi anni, dall’anno della sua morte è stato portato avanti dalla famiglia con la mia collaborazione, nelle vesti di Presidente di Giuria, avendo negli ultimi tempi più volte collaborato ad eventi con Renato Pigliacampo (reading poetico su “Disagio psichico e sociale” alla Casa della Poesia di Palazzo Bice Piacentini a San Benedetto del Tronto il 12/10/2013, la presentazione del suo libro “Lettera ad una logopedista” alla Sala Castiglioni della Biblioteca “Mozzi-Borgetti” di Macerata il 20/12/2013,…) ed essendo nata una amicizia e cooperazione. In seno al concorso si è aggiunto il Premio Speciale “Renato Pigliacampo” che annualmente viene attribuito a un’opera poetica considerata particolarmente vicina alla vita e ai contenuti lirici del fondatore del concorso, quali la disabilità sensoriale o la battaglia per i diritti degli handicappati. Tale premio è stato assegnato negli anni a Rita Muscardin di Savona (2016), Rosanna Giovanditto di Pescara (2017), Flavio Provini di Milano (2017) e Dina Ferorelli di Bari (2018).
Da vecchie conversazioni con lui ricordo anche che mi parlò di una silloge che aveva quasi terminato dal titolo enigmatico di “Penite Animus” che a tutt’oggi resta inedita e che spero che, come avvenuto col romanzo “Non oltre le porte del sole” possa venire alla luce.
Il nuovo romanzo di Pigliacampo, stando ai pochi estratti letti, s’impone come innovativo, se si tiene presente la sua intera produzione precedente ma l’autore non si discosta ai motivi principi per i quali ha sempre affidato alla carta i suoi pensieri e le sue disquisizioni. Qui, in “Non oltre le porte del sole”, Pigliacampo si mostra ancor meglio come uomo appassionato di scienza al punto da far del suo protagonista-alter ego il depositario di un messaggio evolutivo e di cambiamento per il futuro che un po’ lo tormenta ma che saprà come utilizzare e svelare, quando avrà trovato le condizioni più congeniali. In questa solitudine dello scienziato, che poi è sorella della solitudine comunemente connaturata all’animo melanconico del poeta, è contenuta, forse, tutta la ricerca instancabile e tortuosa di una vita per giungere alla sua lettura esatta con un metodo in cui, alla spontaneità del sentimento, coniuga, in maniera ben più palese di quanto non avesse fatto prima, l’elogio della ragione.
“Si trovò solo e spaesato per la strada. Ormai gli accadeva sempre più spesso. Pensò: “Se avessi un solo amico medico o chimico o biologo con cui confidarmi”. Era una solitudine di studioso e ancora di più di uomo. Come scacciare la solitudine dalla sua vita? Fosse stato uno scienziato plurilaureato, come erano di solito i ricercatori ‘ufficiali’, allora sì che sarebbe stato invitato nei convegni e il suo lavoro valutato per ciò che effettivamente era: il nuovo! Il dubbio tuttavia di rendere nota la Formula lo inquietava. I presuntuosi cattedratici non avrebbero capito. No. Meglio per ora continuare a vivere in solitudine, cullandosi lo straordinario segreto.”
Written by Lorenzo Spurio
Note
[1] Renato Pigliacampo. Il vergaro. Storia di contadini nella terra di Leopardi, Moretti & Vitali, Bergamo, 1999.
[2] La mia recensione a questo volume è contenuta in Lorenzo Spurio, Scritti marchigiani. Diapositive e istantanee letterarie, Le Mezzelane, Santa Maria Nuova, 2017. All’interno dello stesso volume sono presenti altri testi critici sull’attività poetica di Renato Pigliacampo. La mia recensione al suo romanzo piacque molto all’autore che, in una mail personale datata 11/06/2014, così scrisse: «La tua recensione è OTTIMA. Mi piacerebbe collegarla in qualche Rivista o qualche sito altro a quello nostro. Ah! Se trovassi un SERIO editore o/e un Regista si potrebbe trarci un documentario o un film inerente la STORIA del passaggio dalla MEZZADRIA ALLE PICCOLE INDUSTRIE e la generazione dei giovani imprenditore tipica del famoso slogan “sviluppo sul modello marchigiano”. […] Basterebbe un atto di buona volontà, un film così. […] Si potrebbero utilizzare, sul progetto scenico, attori locali. Idem al documentario IL GIOVANE FAVOLOSO girato proprio a Recanati».
[3] Laura Boccanera, “Il corpus librario del professor Pigliacampo donato alla Biblioteca Zavatti”, «Cronache Maceratesi», 4 maggio 2017.
[4] Renato Pigliacampo, Nella sera che cala sul litorale. Percorso antologico nella poesia del Guerriero del Silenzio, a cura di Lorenzo Spurio, PoetiKanten Edizioni, Sesto Fiorentino, 2016.