“Rebecca e le Janas” di Claudia Zedda: storie e tradizioni per far crescere il singolo e la comunità
Claudia Zedda è un’autrice cagliaritana, che vive a Quartu S. Elena e per lavoro e passione si sposta spesso sul territorio a portare in giro le sue conoscenze e competenze nei campi dei saperi tradizionali perfettamente contestualizzati e armonizzati nel nostro quotidiano vivere, dando luogo a laboratori, corsi, dibattiti e presentazioni delle sue varie e vaste produzioni.
Laureata nel 2008 in Lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ha viaggiato per lavoro, rientrando in Sardegna dove attualmente svolge attività di web contest specialist e di scrittrice free lance per diverse testate sia regionali che nazionali. Ha pubblicato su quotidiani e riviste e collaborato con emittenti televisive locali.
Tra le sue molte passioni, coltiva soprattutto quella per la fotografia e per la cucina, comunicando il tutto con il pubblico che da anni la segue sui suoi tre blog: claudiazedda.it, essere freelance.it, koendi.it.
Profondamente innamorata della sua terra natia, è riuscita a portare dentro i suoi libri in modo appassionato e originale le tradizioni più antiche, quelle più e meno note, approfondendo, grazie ai suoi studi e alle sue ricerche sempre in fieri, gli aspetti etnoantropologici e sociologici, senza mai trascurare il contatto col presente, fondendo in modo avvincente realtà e fantasia, adattando di volta in volta il pesante bagaglio di una tradizione ancestrale con esigenze legate alle differenti tipologie di lettori cui, di volta in volta, si rivolgo i suoi testi.
Ha pubblicato nel 2012, con La Riflessione, Creature fantastiche in Sardegna e Est antigoriu; nel 2014 il romanzo L’amuleto e nel 2017 Rebecca e le Janas, entrambi con Condaghes. In uscita, con lo stesso editore, Janàsa.
Rebecca e le Janas si presenta come una raccolta di racconti, storie intrise di leggende sarde, in cui i motivi tipici della tradizione sono stati in parte rivisitati in chiave attuale, proposti in una forma accattivante come narrazione per ragazzi, ma che conserva lo stesso fascino e godibilità anche per un lettore adulto. Le storie sono tutte concatenate poiché le vicende di Rebecca bambina, che si legano a quelle delle sue ave, si collegano poi in un dipanarsi di eventi, con quelle delle sue figlie.
Una tradizione familiare, dunque, trasmessa e condivisa per via matrilineare per lo più, fa da cornice e dà sostanza ai vari quadri narrativi, ognuno in sé compiuto e ottimamente dialogante con gli altri.
Trovano spazio le janas, le trasformazioni umane e animali, le formule magiche e le preghiere, is brebus, come pure le ricette che dopo ogni episodio narrato vengono fedelmente riproposte al lettore con invito a realizzarle, per sentire odori e sapori, per entrare nel vivo della Storia. Così scopriamo come fare su pan’e saba, il pan di sapa, su framentu, cioè il lievito madre, le zeppole, sos coricheddos, is pirichitus de bentu. In un’atmosfera tra il sognante, il reale e il fantastico, compaiono esseri magici, si presentano, si spiegano, si fanno conoscere e capire. Non solo le piccole janas, Chìriga per prima, quasi fata madrina, ma anche su cherbu assassinu, il cervo assassino-Erkitu, la cui storia insegna alla piccola protagonista e ai lettori a non giudicare dalle apparenze, perché tutti siamo diversi e ognuno a suo modo è speciale.
Anche la figura de Sa Coga, donna che per la tradizione poteva portare malattie e morte sui neonati e li poteva rapire alle loro madri, viene rivisitata in Tziedda Coga, essere quasi benevolo e protettivo, insieme alla sua “compagna” Jana Mustacciola.
E la ninna nanna cantata alla piccola innocente Caterina è pure tradizionale “anninnia” con la quale le mamme facevano addormentare i piccini. Tzia Luna, Sa mama ’e su putzu, Sa mama ’e su entu… accompagnavano la crescita dei bambini nel lontano passato isolano, spiegando in modo fantasioso e immaginifico realtà e situazioni, tenendo il più possibile lontano i più piccoli dai pericoli.
Così, ora, questo viaggio nel mondo magico è, insieme, un viaggio di crescita personale per i nostri piccini, di scoperta e di riappropriazione delle radici per tutti i lettori di questa piacevole quanto interessante e avvincente narrazione.
Tutti pronti, dunque, dopo aver letto Rebecca e le Janas, a immergerci nella lettura di Janàsa che uscirà in questi giorni!
Written by Katia Debora Melis