Firenze Libro Aperto 2018: molti autori, poche novità editoriali
Il weekend appena trascorso (28-29-30 settembre 2018), è stato all’insegna della manifestazione “Firenze Libro Aperto 2018” nella grande location della Fortezza da Basso, appuntamento imperdibile per gli appassionati di libri, così avrebbe dovuto essere almeno sulla carta.
Gli spazi sono raddoppiati e hanno occupato ben due livelli del maggiore padiglione fieristico, permettendo ai visitatori un ampio margine di spazio per poter curiosare tra uno stand e l’altro, ma tuttavia pochi editori hanno saputo catturare il mio interesse.
Qui credevano di trovare luogo sicuro per la promozione piccoli e medi editori, impossibilitati a partecipare ai grandi saloni di Milano e Torino, ma che evidentemente non hanno potuto cogliere l’occasione di attrarre un vasto pubblico; infatti nonostante i numerosi nomi e presentazioni in cartellone, l’affluenza non è stata delle migliori.
A discapito del salone del libro fiorentino ci sono stati vari elementi: la concomitanza con altri appuntamenti importanti per la città (Corri la vita, Wired next fest), il clima estivo che non faceva venire voglia di chiudersi tra quattro mura, il disinteresse all’evento di grandi case editrici, il sito internet che a pochi giorni dall’evento non funziona, la mancanza di novità editoriali in programma.
Quest’ultimo elemento per me è fondamentale, visto che i visitatori che vanno ad una fiera del settore vengono attratti soprattutto dai nuovi libri, dalle anteprime cosa che in queste giornate purtroppo non ho visto se non in pochi casi.
Erano presenti nomi importanti, primo fra tutti Stefano Benni, ma purtroppo le loro presentazioni non erano state curate nel dettaglio e non riuscivano ad acuire un vero interesse, visto che i libri erano già stati pubblicati da diverso tempo e spesso erano in contemporanea presentazioni di autori dello stesso genere.
La nota positiva, visto la mancanza di pubblico, è stata poter dialogare tranquillamente con vari scrittori in un clima rilassato e tranquillo, cosa difficile altrove, e aver potuto stringere la mano a molti di loro.
Sicuramente il rapporto diretto è la cosa che piace di più a tutti i lettori, sebbene spesso si nutra verso lo scrittore una grossa aspettativa, stavolta non sono stata delusa.
Stefano Benni conserva una sana ironia anche passeggiando per strada, Matteo Bussola riesce a commuoverti anche nelle presentazioni, Marco Vichi riesce a raccontarsi e raccontare i nuovi autori con interesse; ho apprezzato le incursioni dei fumettisti come Giacomo Bevilacqua, Sio e Tito Faraci, Tuono Pettinato.
Sicuramente gli aspetti positivi sono stati proprio nell’incontro con questi autori e nelle serate musicali con noti cantautori, visto che i testi musicali sono spesso poesie associabili alla letteratura (vedi Bob Dylan Premio Nobel), ma è stata la dimostrazione che per catturare l’interesse del pubblico questo non basta.
Visto che in Italia si legge sempre meno, nei saloni e nelle fiere bisognerebbe coinvolgere il pubblico non tanto nelle presentazioni, ma negli acquisti, pubblicizzando maggiormente giovani e meritevoli autori senza lasciarli da soli dietro a dei tavolini in plastica col loro libro davanti.
Il mio articolo non vuole sicuramente sminuire questa fiera, anzi, il mio intento è far capire che bisogna continuare a coinvolgere il pubblico e a promuovere la lettura.
Invito gli organizzatori ad una maggiore consapevolezza e ad una cura più attenta a tutti i particolari e non lo dico per fare una sterile polemica, ma perché veramente Firenze che è una città di cultura ed arte merita di avere una manifestazione ai massimi livelli.
Probabilmente il mio giudizio deriva anche dal fatto che per un panino al lampredotto ho aspettato un’ora, ma capisco che era buono, il tempo e l’esperienza possono migliorare le cose.
Written by Gloria Rubino
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