Pavia: la Certosa, un’opera di architettura fra le più significative e grandiose d’Italia
Complesso storico e religioso di importante valenza testimoniale, la Certosa di Pavia si presenta agli occhi del visitatore stagliandosi nel cielo come un edificio popolato da guglie, pinnacoli e torrette.
Situata a soli otto chilometri dal comune di Pavia, ciò che rimane del complesso è uno scrigno di rara bellezza, artistica e religiosa. Un’opera di architettura fra le più significative e grandiose d’Italia.
In origine, il luogo scelto per porre le fondamenta de la Certosa era un bosco stanziato in un antico parco di caccia del Castello di Pavia.
Edificato sul finire del XIV secolo, nel 1396 per la precisione, il complesso nacque per volontà di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano. E terminato poi dagli Sforza.
La costruzione realizzava un progetto dovuto a un voto, messo sotto forma di testamento, da Caterina, moglie del Visconti.
Desiderando portare a termine la gravidanza con la nascita di un figlio maschio, dopo la prima gestazione non andata a buon fine, la nobile fece voto di far costruire una Certosa presso Pavia, semmai fosse sopravvissuta alla nuova e difficile esperienza.
Il tanto atteso erede maschio nacque, anche se morì presto; Caterina, invece, sopravvisse, e tenne fede alla promessa fatta. A quel punto, la Certosa divenne anche una sorta di mausoleo di famiglia per celebrare la dinastia dei Visconti.
Il complesso, che raccoglie in sé più di un edificio, è un accostamento di diversi stili che trova la sua ragione di esistere nella bellezza dei marmi, delle pitture e delle decorazioni, i cui interventi sono opera dei più noti artisti dell’epoca.
Espressioni di forme che vanno dal tardo gotico al rinascimento, fino al barocco, in una cornice colma di suggestione dove il silenzio regna sovrano. Ed è varcando l’ingresso della struttura che il visitatore ha, fin da subito, la sensazione di accostarsi ad un luogo dalla forza evocativa ferma nel tempo. Mentre, in un tripudio di affreschi policromi, si accede agli interni.
Facciata de la Certosa
Ma, la cosa che colpisce nell’immediato è la facciata della Certosa di Pavia. Realizzata sovrapponendo semplici rettangoli, è finemente decorata seguendo il tipico procedimento dell’architettura rinascimentale lombarda. Nel basamento, che nelle intenzioni dei progettisti voleva essere testimone dell’età classica, sono inseriti medaglioni che raffigurano personaggi celebri dell’antichità, oltre che raffigurazioni mitologiche. Un altro gioiello compreso nella facciata è il portale. Opera di Antonio Amadeo in collaborazione con il suo allievo Benedetto Briosco è caratterizzato da colonne binate e bassorilievi con scene inerenti alla storia della Certosa. Al centro della facciata, un grande oculo sormontato da un timpano, mentre ai lati bifore coronate da lunette. Qui, l’abbellimento plastico si fa più sobrio, per lasciare spazio a lastre levigate con semplici motivi geometrici. La decorazione scultorea prosegue nei pinnacoli, dei quali furono realizzati solo quelli laterali, lasciando la parte centrale incompiuta.
Vestibolo
Ed è attraverso un vestibolo di epoca rinascimentale, che ci si appresta ad entrare nel complesso monastico. Nella lunetta d’ingresso, ormai sbiadita, trovano posto due angeli che reggono lo stemma di Gian Galeazzo Visconti. Conservata in condizioni migliori è la decorazione superiore, stesa da Bernardino de’ Rossi nel 1508. All’interno un grande arco di marmo a motivi di carattere rinascimentale; anche qui tondi con le effigi di Gian Galeazzo Visconti e Filippo Maria Visconti.
Chiesa
Il cuore della struttura è occupato dalla chiesa, che si presenta con una pianta a croce latina. Divisa in tre navate con abside e transetto, è coperta da volte a crociera su archi a sesto acuto, e ispirata, sebbene in scala ridotta, al duomo di Milano. Elemento originale del tracciato della navata è un quadrato ‘diagonale’, che si aggiunge al doppio quadrato di base della pianta: un disegno sovrapposto con cui si ottiene il tracciato della stella a otto punte che si ritrova rappresentato ovunque, con la sigla Gra-Car, simbolo della Madonna delle Grazie e della Certosa.
Cappelle laterali
Interessanti, da un punto di vista architettonico, sono le cappelle laterali e quella maggiore chiuse su tre lati da absidi semicircolari, schema trilobato che richiama lo stile classico. Una pala d’altare con La Maddalena ai piedi di Cristo del Peroni, e affianca il celebre Polittico del Perugino, è presente nella seconda cappella. Altri capolavori sono distribuiti nelle rimanenti cappelle. Di tutta l’architettura interna della chiesa l’autore è Giovanni Solari, che sovrintese ai lavori dal 1428 al 1462, quando gli successe il figlio Guiniforte.
Presbiterio
Che dire del presbiterio, all’interno del quale trova posto l’altare maggiore? Non è in uso per le celebrazioni religiose che si svolgono nella navata centrale, davanti alla cancellata. La navata del presbiterio è chiusa alla vista dei fedeli, come nella tradizione monastica, e certosina in particolare, da un tramezzo realizzato nel 1600 e decorato con statue barocche dello scultore genovese Tommaso Orsolino. Lungo il perimetro, sino all’abside, il presbiterio è interamente occupato dagli scranni riservati al clero celebrante, dove trova posto un ciclo di affreschi del periodo barocco, mentre la volta presenta affreschi di epoca rinascimentale. Il vasto ciclo affrescato che ricopre le pareti del presbiterio fu commissionato a Daniele Crespi, pittore dell’Accademia Ambrosiana; si tratta di un ciclo con scene tratte dal Nuovo Testamento, dalle agiografie dei santi certosini e di altri santi, inserito nell’architettura gotica tramite un complesso sistema di quadrature decorative. Il grande altare maggiore è sormontato da un grande ciborio in forma di tempio a pianta centrale, sormontato da una grande cupola. Gli affreschi che ornano le pareti e le volte del transetto si devono a Borgognone, coadiuvato da un gruppo di maestri anonimi, in cui si può rilevare una forte impronta bramantesca.
Lavabo dei monaci
Risalente al 1400 è il lavabo dei monaci, capolavoro scultoreo, scolpito dai Mantegazza, e collocato nel braccio destro del transetto; mentre la vetrata è opera dei de’ Mottis, autori delle celebri vetrate del Duomo di Milano.
Transetto
Nella parte destra del transetto si trova la tomba di Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, mentre nella parte sinistra si trovano le statue giacenti del Duca di Milano Ludovico il Moro e di sua moglie Beatrice d’Este.
Coro in legno
A proposito del coro in legno, è importante aggiungere che è un’opera d’intarsio rinascimentale, commissionata da Ludovico il Moro. Notevole sia dal punto di vista dell’intarsio che per la qualità dei disegni.
Sacrestia
Inoltre, nella sacrestia vecchia è conservato un Trittico in avorio e osso, appartenente alla famiglia degli Embriachi. Realizzato nel primo decennio del ‘400 quale pala d’altare maggiore vi rimase fino alla metà del ‘500. Capolavoro d’intaglio di gusto gotico è composto di minute composizioni e adornato di piccoli tabernacoli con statuine di santi al suo interno. Nel 1984 fu trafugato e poi recuperato, quindi sottoposto a opera di restauro.
Il chiostro
Tipico delle strutture religioso è il chiostro. Sono due i chiostri che fanno parte del complesso della Certosa. Il chiostro piccolo era il luogo dove si svolgevano le attività comunitarie, e collegava la chiesa, la sala capitolare, la biblioteca e il refettorio attraverso i portici. Il chiostro grande, invece, ospita le celle che tutt’oggi sono adibite ad abitazioni dei monaci.
Il refettorio
Il refettorio fu tra i primi ambienti a essere edificati. Nei primi anni fu utilizzato come chiesa, perchè di ampia spaziatura rettangolare. La volta a spicchi rappresenta la decorazione più antica, che comprende una Madonna con Bambino e Profeti, nelle lunette attribuite a Borgognone. È presente anche un pulpito marmoreo con un grande arco classico e la balaustra con statue, scolpite all’inizio del Cinquecento. Di epoca più tarda è l’affresco dell’Ultima Cena, opera del 1567 realizzata per mano di Ottavio Semino.
Foresteria
L’antica foresteria è nota anche come Palazzo Ducale. Edificata fra il 1616 e il 1667 è opera di Francesco Maria Richino.
Gipsoteca
Vi è inoltre una gipsoteca che custodisce le copie in gesso di varie sculture e oggetti dei Visconti.
Curiosità
Sul retro della chiesa, un alto muro di cinta delimita i terreni dove vengono coltivate erbe medicinali. In questo spazio, dietro l’abside, si trova anche una grande vasca per pesci in marmo decorato, che in passato serviva ai monaci per allevare pesci d’acqua dolce e conservarvi quelli pescati nei canali adiacenti.
A gestire per primi il complesso furono i certosini, poi la comunità cistercense e per un breve periodo quella benedettina.
Dopo l’unificazione del Regno d’Italia, nel 1866, la Certosa fu dichiarata monumento nazionale e acquisita tra le proprietà del demanio dello Stato italiano, con i beni artistici ed ecclesiastici contenuti nel complesso.
Dal 1968 ospita una piccola comunità monastica cistercense. Altri edifici che fanno parte del complesso monumentale ospitano le sale del Museo della Certosa di Pavia e la locale stazione dei carabinieri.
Written by Carolina Colombi