Profezia di morte di Girolamo Savonarola
Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola nacque a Ferrara il 21 settembre 1452, fu religioso, politico e predicatore appartenente all’ordine dei frati domenicani.

Instaurò il suo modello teocratico per la Repubblica fiorentina dopo la cacciata dei Medici avvenuta il 9 novembre del 1494 a causa di una sentenza che ha riconosciuto colpevole di viltà e debolezza nei confronti del sovrano francese, Piero de’ Medici (detto il Fatuo).
Savonarola ebbe un forte seguito per la sua rettitudine, profezie su Firenze ed attacchi alla Chiesa di Roma ed a tutti gli intellettuali ed aristocratici che non seguivano le scritture e la parola di Dio.
Questa sua integrità portò la scomunica da parte di Papa Alessandro VI nel 1497, ed il popolo ‒ che ve lo dico a fare? ‒ se precedentemente lodava il pio Savonarola successivamente si presentò alle sue porte per catturarlo.
Fu impiccato e bruciato sul rogo il 23 maggio 1498 come eretico e scismatico presso Piazza della Signoria a Firenze con due suoi confratelli, Domenico Buonvicini e Silvestro Maruffi. Le ceneri furono gettate dal Ponte Vecchio nell’Arno.
Nel 1559 le sue opere furono inserite nell’Indice dei libri proibiti, secoli dopo furono rivalutate e considerate illuminati trattati di teologia.
Riportiamo una delle sue profezie che riguarda la precisa descrizione della morte inflittagli dai fiorentini.
“Andranno gli empi al santuario
Con le scure e con il fuoco
Le porte spezzeranno
Ed abbriveranno e piglieranno gli uomini giusti
E nel luogo principale della città
Li abbruneranno
E quello che non consumerà il fuoco
E non porterà via il vento
Getteranno nell’acqua.”

Così è stato.
Il consiglio è di rileggere la profezia e di meditare profondamente sulla difficoltà dell’uomo di instaurare un cammino che tende al bene. Ché la polarità bene/male son concezioni mortali e l’arbitrio nostro è la via verso Dio.
Che sia bene o male la scelta che operate, Dio vi amerà perché è Amore, ma la domanda è: voi siete capaci di amare?
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