“Viaggio nella terra dei sogni” di Maurizio Bettini: tra fulgore divino ed enigmi

“Il dio di Delfi né nasconde né dice, ma significa” Eraclito

 

Viaggio nella terra dei sogni

Ho fatto un viaggio e ho visto me agire tra le pieghe di sogni che sono miei ed eppure non lo sono.

Ho fatto un sogno e mi è parso di camminare tra le epoche conoscendo le abitudini di uomini che non ho mai conosciuto ed eppure, in certo modo, sento vicini.

Vi svelo che ho, in realtà, letto un libro che parla di sogni, di scienza dell’interpretazione dei sogni e di come sia cambiato il punto di vista, tra gli antichi e i moderni, in merito ad essi.

Viaggio nella terra dei sogni” di Maurizio Bettini, edito per “il Mulino” nel 2017, ci trasporta in un cammino fatto di responsi oracolari, sogni premonitori e illuminazioni artistiche, non togliendo spazio a chi, critico e scettico, alla fine della sua vita, ha dovuto porgere il capo alla realtà che non era stato in grado di accettare o di cui non gli era stata offerta in dono la visione che lo avrebbe salvato.

Maurizio Bettini, classicista e scrittore, insegna Filologia Classica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena, dove ha fondato il Centro «Antropologia e Mondo antico». Dal 1992 tiene regolarmente seminari presso il Department of Classics dell’Università della California (Berkeley). Cura la serie «Mythologica» presso Giulio Einaudi Editore e collabora con la pagina culturale de la Repubblica.

Bettini è il nostro Virgilio o la nostra Sibilla Cumana, ci accompagna con eleganza e sostiene ogni passo del nostro incerto cammino tra i passaggi che la storia ha creato per mostrarci, in sogno, quello che siamo stati e che potremo essere.

“La storia non è poi la devastante ruspa che si dice. Lascia sottopassaggi, cripte, buche e nascondigli. C’è chi sopravvive.” Eugenio Montale

Quando è iniziata la volontà di voler comprendere quello che ci veniva mostrato in sogno?

Agli albori della civiltà.

Chi furono i primi?

Non credo ci sia una risposta adatta ma i popoli della Mesopotamia si occupavano di esegesi dei sogni già prima che lo facessero i greci.

Da allora, non abbiamo mai smesso di cercare di comprendere cosa i sogni vogliano dirci.

Certo, gli antichi pensavano che fosse il modo in cui gli dei comunicavano con loro. Non potendosi manifestare nel loro fulgore divino, decidevano di parlare per enigmi e, nel caso di Asclepio, per prescrizioni mediche attraverso i sogni dei mortali.

Per alcuni, la pratica dell’onirocritica, è una professione molto redditizia: Artemidoro di Daldi scrisse un intero manuale atto all’interpretazione dei sogni. Che crediate o meno ai messaggi nascosti nei sogni, perché è lecito essere scettici e non sareste nemmeno i primi, questo manuale ci riserva una formidabile testimonianza su cosa sognavano i contemporanei di Artemidoro e sulla società del suo tempo.

In tempi moderni sono stati pubblicati molti manuali che si occupano di analisi dei sogni, chi di noi non ha mai sfogliato la Smorfia? Lo sapevate che il suo nome deriva dal dio che presiedeva alla sfera del sonno e, quindi dei sogni?

Vi dice nulla il nome Morfeo?

Tutti, poi conosciamo l’interpretazione dei sogni di Freud.

Maurizio Bettini

Avvertiamo che qualcosa è cambiato nel modo di interpretare e dare un significato a quello che sogniamo. Gli antichi pensavano che i sogni venissero da fuori, dal mondo divino e dal destino, una visione del loro futuro, mentre, nella nostra società e nel nostro tempo riconosciamo loro una funzione di rielaborazione di quello che è la nostra persona e il nostro passato.

Un libro che molto ha insegnato sui sogni divini è l’Odissea, che poi sarà accompagnato dall’Iliade da Virgilio. Ma anche tutta l’opera in prosa del teatro greco e romano ci restituiscono sogni, incubi e decisioni capricciose del destino che farebbero impallidire ognuno dei nostri passati.

I greci e i Romani usavano anche verbi e termini diversi per parlare dei loro sogni. Noi diciamo: Ho fatto un sogno mentre loro: Ho visto in sogno.

Certo, i sogni sono nostri e vengono a trovare noi mentre non siamo presenti a noi stessi, ma siamo certi del chi vede chi? Siamo certi, davvero, che siamo noi a farli?

Anche queste sono domande a cui si è tentato di dare una risposta e Freud sembra averla trovata, anche se come capitato a molti artisti, chi mai potrà dirci se la sua pubblicazione sia o meno frutto di uno dei Suoi sogni?

Ho davvero amato questo libro, che mi ha ricondotto tra le pieghe del mito e nella quotidianità dei nostri avi, i nostri sogni saranno, in parte, cambiati ma non saremo mai così dissimili da loro.

“Due sono le porte del sonno: di corno la prima, così si dice, di dove le ombre vere possono uscire agevolmente; splende l’altra di candido avorio, ma di qui inviano i Mani al cielo sogni ingannevoli. Anchise parlando accompagna il figlio a questa porta, insieme alla Sibilla, e dalla porta d’avorio li fa uscire. Enea s’affretta alle navi, per rivedere i suoi compagni” – Virgilio “Eneide”

 

Written by Altea Gardini

 

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