“La stanza sull’acqua” di Roberto Pazzi: Cesarione attraverso lo specchio, tra se stesso e Ottavio

“Solo una schiava egli poteva amare. Perché solo una schiava poteva condividere quella sventura di prigioniero di genitori così soverchianti. E solo ai suoi piedi egli poteva deporre la maschera d’oro della sua condizione per farsi uomo.”

La stanza sull’acqua

Il libro che mi sono trovata tra le mani non è un saggio ma un bellissimo romanzo ricco di poesia, dolcezza e amore. Sto parlando de La stanza sull’acqua” di Roberto Pazzi edito per la Bompiani, in edizione tascabile, nel 2012.

La storia che si snoda tra queste pagine ritrae il grande escluso nella battaglia, per l’Egitto e l’egemonia sull’impero romano, tra Ottaviano, il futuro Augusto, e Marco Antonio con la grande regina Cleopatra: Cesarione.

Nessuno, o quasi, si è mai chiesto cosa quel ragazzo, nato Re, provasse realmente. Mi accorgo che la storia gli dedica poche righe, come se non fosse mai esistito, come se a nessuno importasse davvero se avesse qualcosa da dire. Sua madre, prima tra tutti, gli ha mai chiesto cosa ci fosse nel suo cuore prima di lasciarlo alle balie?

“…la storia poche righe

Ti dedica. Così

ti plasmò con un estro più libero la mente.” – Da Cesarione di C. Kavadis

Questa storia, dal sapore di un’antica favola, si svolge e naviga sulle acque del Nilo. Lo stesso fiume che salvò Mosè, lo stesso fiume che accolse il viaggio di Giulio Cesare e Cleopatra.

La battaglia di Azio è appena finita, non bene per Antonio, in maniera che non lasciava speranza alla Regina Cleopatra. L’unica speranza che era rimasta sul tavolo degli eventi era rappresentata dal vero erede di Giulio Cesare, il suo unico figlio maschio Cesarione.

Il ragazzo viene imbarcato nottetempo, in compagnia di alcuni fedelissimi, lungo le acque della fonte vitale dell’Egitto, verso le terre di paesi lontani.

Quello che la regina non poteva sapere è che la paura del nuovo governante del regno ha contagiato anche le persone a bordo. Alcuni dei servitori iniziato a congiurare fin da subito contro il ragazzo reale mentre altri si adoperano per far in modo che la rivolta non abbia atto.

Nel frattempo, nelle sue stanze, Cesarione si interroga sui suoi genitori. Non ricorda molto di suo padre e per lui nutre una curiosità che è volta a comprendere meglio se stesso, ma nessuno è in grado di dirgli quello che desidera sapere. Inoltre, un’altra cosa lo assilla: potrà mai sentirsi libero di essere se stesso, scevro dal peso dell’essere il figlio del grande Giulio Cesare? E cosa pensare di sua madre?

Roberto Pazzi

Cesarione, ora lontano da corte, non sa più che idea avere sulla donna che lo ha generato.

Qualcuno lo amerà mai davvero per la sua persona e non per quello che rappresenta?

La storia di questo giovane si intreccia a quella di un’altra regnante in fuga: Afra.

La ragazza sta scappando perché, presentata come un uomo a corte, non può a lungo continuare a nascondere la sua femminilità ai suoi dignitari. Costoro non esiterebbero a ucciderla scoprendo il sotterfugio, quindi non le rimane altra scelta che partire.

I due giovani si incontrano così, a metà del loro percorso, si innamorano e scoprono quanto, in realtà, siano simili. Il destino li ha uniti ma, di nuovo, la sorte li separerà, portandoli in direzioni opposte.

Roberto Pazzi ci porta in un mondo antico, ci guida lungo le linee di un sogno poetico talmente tangibile da poter essere vero.

“E mentre con un sorriso che increspava le labbra sottili Ottavio camminava per la stanza, rialzando il viso scorse la propria immagine allo specchio grande di fronte al letto. Chissà quante volte l’altro erede di Cesare avrà fissato il proprio viso pensando a lui, che minacciava di cacciarlo da tutti gli specchi della terra.”

 

Written by Altea Gardini

 

 

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