“Anatomie comperate” di Gabriella Montanari: gli approdi linguistici scremati dal superfluo

Se c’è un poeta in Italia che sa rompere gli schemi, uscire dal seminato e mutare sentimenti e liricità, immagini di fuoco e densità emozionale è Gabriella Montanari.

Anatomie comperate

La sua è una irriverenza che sconvolge non solo per gli approdi linguistici scremati dal superfluo, ma anche per le realizzazioni emozionali che, proprio perché hanno pesato troppo nella realtà e nell’immaginario sociale, adesso devono essere ridotti a cuccioli che abbaiano e non avranno più neanche l’osso.

Eppure, a leggere bene, a soffermarsi su ogni poesia, si sente una sacralità della vita rara oggi, si avverte che Gabriella è intrisa di un fulgore che per districarsi deve spellarsi, fare il saltimbanco di se stessa, chiudere spiragli obsoleti, aprire fessure che ci portano dentro i risvolti inediti della realtà finalmente fuori dalle abitudini, dalle assuefazioni, dal regime instaurato dai luoghi comuni.

Così le parole assumono una verginità capace di assommare in sé capovolgimenti e aperture sull’infinito, senza comunque mai diventare astrazione.

Un lettore superficiale direbbe subito che si tratta di surrealismo rinnovato e portato a esiti diversi da quelli storici, invece il rutilare delle immagini è un effetto di strabismo semantico che ravviva quella sorta di processione d’idee che tuttavia non si accavallano, non si elidono a vicenda, ma vanno a comporre una nuova carta di significati di cui l’uomo non ha conoscenza e che bisogna recuperare se vogliamo intraprendere un nuovo cammino di speculazione emotiva.

O forse ne ha conoscenza ma si vergogna delle azioni compiute dal corpo, perché la letteratura e l’arte ci hanno abituati a seguire storie senza che mai, è Patrick Suskind a scriverlo in un delizioso libro intitolato sull’Amore e sulla Morte, i protagonisti abbiano avuto bisogno di defecare.

Gli escrementi non fanno parte dell’umanità in cammino? Non sono materia da affrontare?

Il corpo può diventare oggetto di poesia o di pittura solo se realizzato nella sublimità dell’eros?

La Montanari non ci sta a questo gioco perverso di nascondere quella parte di noi uomini che ci contiene, che ci regge, che ci permette di pensare e di sentire e allora ecco le Anatomie comperate (non è un errore, non leggere, caro lettore, comparate) edito da Whitefly Press, anatomie che sono disponibili al mercato, allo scambio, a quello che Zygmunt Bauman chiama Amore liquido.

Ma, a parte la posizione che chiamerei ideologica, anche se ormai la parola è fuori moda, la posizione della poetessa è ferma e urticante e illumina quegli aspetti dell’esistenza che di solito restano nel buio della psiche a fermentare malanni irrisolvibili, a far vedere il mondo con le lenti di una miopia colpevolizzante.

Gabriella Montanari

Lei invita a uscire dal pantano, dalla posizione supina in cui la società ha relegato soprattutto la donna e lo fa con libertà assoluta, mentre magari “I grilli sfregano un jazz sincopato” o mentre avviene quell’impensabile e formidabile “Petting rurale” che potrebbe diventare l’emblema dell’intera raccolta.

Ma diventa comunque difficile portare degli esempi, non so evidenziare “Midolli e leggende”, anziché “Siero nuziale” o “Fecondazione insistita”. La Montanari è totalmente aperta all’esigenza di imprimere una forte accelerata sulla disarmonia a cui l’orecchio del lettore è abituato, anche per ricavarne la sostanza del nuovo modo di vedere e di ascoltare il palpito della vita, il corpo nelle sue pulsioni variegate.

Due versi comunque mi hanno tramortito: “Conservo vecchie foto/ del loro non essere stati”. Mi sono parsi la summa che mi ha sempre fatto pensare alla dissolvenza.

Ma c’è tanto altro in questo libro, direi troppo, perché va a toccare i temi centrali dell’essere umano, va a scavare in quella intimità che con ferocia quasi è stata sempre difesa e che adesso è allo scoperto.

Lasciatemela dire una cosa che può percepire soltanto chi si pone su queste pagine con complicità.

Nello scompiglio che arriva violento, nello smarrimento che coglie e tramortisce, vive una piccola dolce fetta di tenerezza, quella che vivifica ogni parola, ogni verso, ogni affermazione, ma senza diventare languore o liricità. Appena una indicazione per dire che il corpo ha il vento segreto dell’amore che lo protegge da qualsiasi tentativo di dare e avere.

 

Written by Dante Maffia

 

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