Festival Sole Luna 2017: con la dodicesima edizione si torna a costruire ponti fra le culture a Treviso

“È davvero incredibile come non si ha più voglia di fingere, a un certo momento.”

 

Festival Sole Luna 2017

Le parole pronunciate da Jeanne Moreau in uno dei capolavori di Michelangelo Antonioni, “La notte” (1961), vengono assurte a massima augurale in testa alla edizione No. 12 del Sole Luna Doc Film Festival, per la quarta volta di stanza nella città veneta di Treviso.

Al via il prossimo lunedì in data 11 settembre, essa succede alla settimana palermitana dello scorso luglio, mantenendo in cartellone molti titoli e facendone subentrare degli altri. Le location non cambiano: i film verranno proiettati nel cuore del centro, presso la suggestiva Sala Consigliare di Palazzo dei Trecento e la sede del TRA – Treviso Ricerca Arte a Ca’ dei Ricchi, distanti una dall’altra non più di 2-3 minuti a piedi.

L’evento, noto per l’accurata selezione di prodotti che ritraggono esclusivamente lo scenario reale, è nato nel 2006 in risposta alla preoccupante ondata di scontri fra culture divergenti: non è un caso si sia scelto nuovamente di inaugurare questa produzione proprio nell’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, ricorrenza simbolica che suggerisce una più ampia riflessione memoriale sulle vittime di tutti i terrorismi.

Per lo spettatore desideroso di assistere a realizzazioni provenienti da molteplici aree del mondo, difficilmente reperibili nelle sale come in televisione, il Sole Luna è una vera manna. Sotto gli occhi dei pazienti direttori artistici (in carica si distinguono al momento Chiara Andrich e Andrea Mura), nella passata decade sono fluiti non meno di 3000 documentari, i migliori dei quali rilanciati all’attenzione di un pubblico sempre maggiore una volta raggruppati nelle sezioni in e fuori concorso.

Restano in vigore perciò Human Rights, The Journey e la categoria dei corti, fiancheggiate da quelle fuori competizione Food for Life e, novità del 2017, Music in Doc: tutti nomi particolarmente eloquenti che simpatizzano col rinnovato fil rouge #crearelegami, inteso come atto di demolizione dei muri che continuamente vengono eretti all’interno delle società.

Festival Sole Luna Staff

Nondimeno fiorisce un nutrito apparato di eventi collaterali, che vanno dalle proiezioni straordinarie dei corti di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, già ospiti 12 mesi or sono grazie a “Uccellacci! 10 anni di Becchi Gialli” (pure recensito da Oubliette Magazine, allora come adesso accreditato in qualità di media partner), e Veneto Film Network, progetto di sostegno e promozione della cultura cinematografica del territorio, alla possibilità di immergersi in realtà virtuali ripensate alla luce delle tematiche che più stanno a cuore ai coordinatori, in particolare la fuga dai Paesi bellicosi, dalla passeggiata musicale attraverso la località ospite curata da Paola Gallo, navigata direttore artistico della compaesana associazione Musica in Valigia, alla mostra di disegni firmati da Gianluca Costantini e ispirati a molti dei film previsti dal programma.

Ancora, non si può tacere, per l‘appunto, il video contest #crearelegami rivolto agli studenti delle scuole superiori della città, il vincitore fra i quali si porterà a casa una fotocamera mirrorless per approfondire le proprie competenze autoriali, e la performance live di Roberto Cesselli, che al pianoforte accompagnerà la visione di niente meno che uno dei capisaldi intramontabili del genere, “Nanuk l’eschimese” (Robert J. Flaherty, 1922).

Per tornare al piatto forte della manifestazione, è bene sapere che 5 saranno le giurie chiamate ad esprimersi in merito alle diverse rose dei concorrenti, assegnando il Premio Città di Treviso alle produzioni migliori di Human Rights (l’anno scorso aveva trionfato il meraviglioso “16 Years Till Summer”, elogiato con vigore da Oubliette) e The Journey, il Premio della Giuria Interazioni (composta da 13 richiedenti asilo) al miglior cortometraggio, il Premio Soundrivemotion alla miglior colonna sonora (andato l’edizione passata al mediometraggio “TIDES: A History of Lives and Dreams Lost and Found (Some broken)” diretto da Alessandro Negrini, indimenticata figura protagonista tutt’oggi amichevolmente in contatto col festival nel corso dei suoi pellegrinaggi sulle strade della settima arte), il Premio della Giuria della scuola al favorito fra i candidati di The Journey, infine il Premio Rubino Rubini (dedicato, secondo la lettura dalla presidente Lucia Gotti Venturato, “al più grande documentarista delle imprese italiane nel mondo”, peraltro co-fondatore dello stesso Sole Luna).

Nick Cave 20000 Days on Earth

A chiunque si trovi nella Marca trevigiana attende quindi fino a domenica 17 un palinsesto assai ricco comprendente in dettaglio, accanto ai più rinomati “Bugs” (Andreas Johnsen, 2016) e Nick Cave – 20.000 Days on Earth (Ian Forsyth e Jane Pollard, 2014), le fatiche degli italiani Rossella Anitori e Darel Di Gregorio (“Il tempo delle api”), Riccardo Biadene (“Alain Danielou – Il labirinto di una vita”), Fabio Bobbio (“I cormorani”), Nicola Contini (“Il segreto delle calze”), Massimo Ferrari (“Dove vanno le nuvole”), Antonio Martino (“The Black Sheep”), Valeria Mazzucchi (“Dönüş-Retour”) e Giovanni Pellegrini (“Aquagranda in crescendo”).

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

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