Intervista di Emma Fenu a Ilaria Bidini: una donna contro le barriere mentali che gravano sulla disabilità
“Che cos’è la normalità però? Io non mi sono mai considerata normale, anzi! Sono felice di essere eccentrica e a volte anche di essere vista come “Quella che dà noia”. Se avessi voluto essere normale di sicuro non avrei dato scandalo appena nata? Eh beh, invece ho iniziato già subito a far casino! Oggi ho 31 anni e posso dire di essere fiera della vita che ho avuto e delle persone intorno a me che mi hanno sostenuto in questo cammino chiamato Vita…” – “Io & la mia normale disabilità“

Ilaria Bidini è una giovane donna di Arezzo dall’accento simpatico, dal viso dolce e sensuale e dal carattere forte e determinato.
Un vero concentrato di grinta e femminilità.
Nata con una patologia che lei definisce “condizione”, ossia l’Osteogenesi Imperfetta, e costretta in sedia a rotelle, ha dovuto combattere sia contro le barriere architettoniche sia contro quelle mentali, queste ultime fondate su pregiudizi e discriminazioni riguardanti i disabili, considerati infelici e destinati alla solitudine.
Diventata popolare sui social, è un modello per molti e molte, ma ha dovuto subire le offese gratuite di quanti, nascosti dietro uno schermo e un nickname, rientrano nel triste fenomeno del cyberbullismo.
E.F.: Cosa è per te la femminilità?
Ilaria Bidini: Fino a qualche anno fa rifuggivo qualsiasi cosa che riguardasse la mia femminilità. Mi vestivo da maschio e portavo i pantaloni tutti i giorni: avrei volentieri bruciato le minigonne e di truccarmi non se ne parlava proprio. Poi ho deciso di “abbracciare” anche questo mio lato, anche se penso che la femminilità non si limiti all’uso del trucco o al modo di vestire ma anche come ci si pone nei confronti dell’altro. Si può essere femminili anche se si ha una disabilità come l’Osteogenesi Imperfetta.
E.F.: Quali sono i peggiori pregiudizi che deve affrontare una donna?

Ilaria Bidini: Io, purtroppo, ho dovuto misurarmi con molti pregiudizi da parte delle altre donne poiché non mi hanno mai riconosciuto come tale (fino ad oggi!), forse a causa dell’altezza o del mio viso “infantile”. Parlando in generale, credo che ci siano molti pregiudizi per quanto riguarda il genere. Perché ci sono giochi ritenuti adatti solo alle bambine e altri adatti solo ai bambini? Perché nel mondo del lavoro, le donne siano ancora molto sottovalutate? Perché se una donna ha tanti uomini attorno a sé viene considerata una “puttana” mentre un uomo è visto bene agli occhi degli altri se ha molte donne? Credo che ci sia ancora molto su cui lavorare.
E.F.: Quali sono le false idee della società riguardo all’Osteogenesi Imperfetta?
Ilaria Bidini: L’Osteogenesi Imperfetta è una patologia ancora poco conosciuta e attorno ad essa ruotano molti pregiudizi. Primo tra tutti la possibilità di diventare genitori. Di recente ho fatto un video dove parlo del mio futuro progetto di avere dei bambini: me ne sono state dette di tutti i colori e mi è stato caldamente consigliato di non farne poiché, essendo la mia condizione ereditaria, potrei mettere al mondo un bambino destinato ad una vita triste. Vane sono state le mie risposte e le spiegazioni date loro quando ho risposto che la mia vita non è triste e che, comunque, la probabilità di trasmettere l’Osteogenosi Imperfetta è del 50%. Altri pregiudizi riguardanti la mia condizione, sono quelli comuni che riguardano la disabilità in generale, ossia la convinzione che non possiamo fare nulla, che dobbiamo stare in casa, che non siamo capaci di prenderci cura di noi stessi, che abbiamo pochi o nessun amico, che siamo angeli asessuati senza un’appagante vita affettiva.
E.F.: Come definiresti il cyberbullismo?

Ilaria Bidini: Il cyberbullismo è la forma di bullismo telematica, attuata attraverso i mezzi di comunicazione, dove il bullo o la bulla è protetto dall’anonimato, cioè nascosto dietro lo schermo. Si tratta di un fenomeno difficile da contrastare sia per via dell’anonimato sia perché può colpire chiunque e in alcuni casi, ad esempio su “YouTube”, non è facile nemmeno per la Polizia postale rintracciare il mittente. Le vittime sono devastate dal punto di vista psicologico, perché colpite nell’autostima: in alcuni casi ripetute offese o minacce possono indurre a commettere atti autolesionisti o estremi.
E.F.: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ilaria Bidini: Progetti per il futuro? Eh purtroppo (o per fortuna) sono una persona molto ambiziosa. Ti svelo i più importanti: costruirmi un futuro assieme all’amore della mia vita, Federico, e magari abitare insieme; laurearmi in Scienze dell’Educazione e della Formazione (ma non so ancora di preciso che cosa farò da “grande”); presentare il mio libro “Io e la mia normale disabilità” ad Arezzo; pubblicare il terzo libro che sto attualmente scrivendo. Chiaramente intendo continuare la mia campagna contro le barriere mentali e architettoniche e contro il bullismo e il cyberbullismo. Mi sono resa disponibile nelle scuole per poterne parlare perché sono convinta che, un po’ per volta, ce la faremo a rendere il mondo migliore.
Written by Emma Fenu
Info
Ciao Ilaria! Complimenti per il tuo carisma e la forza di volontà. Sei una tosta e dovrebbero prenderti come esempio.
Anche io sono disabile, ho problemi di udito e di vista, ma lo vivo come se non lo avessi.
Da poco mi sono anche laureata in traduzione specialistica dei testi come la prima ragazza con problemi d’udito presso l’Ateneo cagliaritano.
Anche io mi sono spesso sentita presa in giro e ho subito atti di bullismo, seppur diverso da quello attuale, alle scuole superiori a cui anche alcuni professori aderivano… ma anche qualche anno fa, nel 2008, ho vissuto un’esperienza particolare che preferirei non ricordare perché fa male ricordarlo. Però qui nei social non mi è mai capitato, ma so che è una cosa che deve essere fermato ad ogni costo.
Forza e coraggio! Continua così!
Con stima!
Daniela