Selfie & Told: la band I Cheyenne racconta “Insieme”, videoclip diretto da Joe Bastardi

“Hai camminato sola e scalza lungo corridoi/ Che si allungano nel tempo come tentacoli/ Ti sei persa tra le pagine di Lev Tolstoj/ e come Anna non hai mai creduto nei miracoli/ Questo mondo nuovo induce a cambiare idee/ A stancare ciò che è bello/ e a cercare nuove trame anche se fatue/ […]” – “Insieme”

I Cheyenne

Ciao, siamo I Cheyenne, nati e vissuti in provincia, ma non una qualunque, la nostra è la provincia più povera d’Italia.

La musica per noi è evasione, salvezza, amore.

Il nostro genere è il rock, oppure è il pop, non lo sappiamo e non ci è mai interessato saperlo. Le nostre canzoni sono così come ci vengono, ci piace immaginarle sospese, libere, senza nessuna etichetta addosso.

Francesco Addari, Francesco Perra e Matteo Floris, questi sono i nostri nomi.

Oubliette Magazine – Voci dal sottosuolo. In questo sito ci sentiamo un po’ a casa. La nostra città, Iglesias, ha un glorioso passato minerario, chiunque di noi ha almeno un parente che ha lavorato in miniera.

Noi il sottosuolo ce l’abbiamo un po’ nel sangue.

Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!

 

I.C.: Ciao Francesco!

I Cheyenne: Ciao carissimo, tutto bene?

 

I.C.: Tutto bene dai. Sono qui per farti un po’ di domande sulla tua band I Cheyenne, posso?

I Cheyenne: Sì puoi, però facciamo una cosa veloce perché vorrei andare al mare.

 

I.C.: Ah già, voi avete la fortuna di vivere in Sardegna, tra l’altro a due passi dal mare. Vi invidio parecchio per questo. Dai, parlami un po’ de I Cheyenne.

I Cheyenne: Sì, non lo nego, ci riteniamo molto fortunati, però quando si tratta di andare a suonare fuori dalla Sardegna (come diciamo noi sardi “in continente”) questa fortuna ti prosciuga la cassa del gruppo, ma va bene così, non mi piace lamentarmi, non voglio tediarti parlandoti dei costi terribilmente alti dei trasporti e della continuità territoriale inesistente. Parliamo piuttosto de I Cheyenne, ci siamo formati nel 2006, undici anni cazzo, non mi sembra vero. Abbiamo litigato tanto, ci siamo mandati a cagare diverse volte, ma continuiamo a suonare insieme, a quanto pare ci vogliamo bene. Di dischi ne abbiamo fatti due, “Maestrale” nel 2010 e “Il giardino del tempo” nel 2013. Di concerti ne abbiamo fatto tantissimi, in questi 11 anni non ci siamo mai fermati. Abbiamo partecipato anche a tanti contest un po’ in tutta Italia, qualcuno lo abbiamo anche vinto, ma il dato più sorprendente sono i nostri 13 secondi posti. A un certo punto stavamo pensando di cambiare nome in “I Toto Cutugno”. Sto scherzando!

 

I.C.: Avete pubblicato un nuovo singolo, di cosa parla?

I Cheyenne – Insieme

I Cheyenne: Sì, si intitola “Insieme”, e farà parte del nostro nuovo disco. Non mi è mai piaciuto parlare dei testi che scrivo, ma purtroppo questa è una domanda che fate proprio tutti e quindi mi sono preparato due righe. Il riferimento al personaggio più bello di Tolstoj riassume certamente come possa essere insito nella natura umana ricercare di continuo qualcosa di nuovo, di diverso… Questa continua ricerca, che spesso parte dall’insoddisfazione, può allontanarci da quello che abbiamo, per tentare di raggiungere qualcosa che, troppo spesso, è solo fatuità. In questo “mondo nuovo” il desiderio sfrenato dell’essere umano di cercare qualcosa di nuovo e di diverso ha perso ogni freno, ogni limite. La positività del ritornello, tuttavia, racchiude un significato di profondo amore, che arriva anche a farsi speranza; perché talvolta, il rapporto con un’altra persona, specialmente se illuminato dal sentimento più nobile che la natura abbia donato all’uomo, può aiutare a ritrovarsi, a rialzarsi, a riscoprire il vero tra gli inganni, a darsi la forza di guardare dritte in faccia le difficoltà con la consapevolezza di poter trionfare, vincere.

 

I.C.: Il video “Insieme” è molto bello e so che per molti è anche scandaloso (invito tutti i lettori a playarlo), com’è nata l’idea di questo video-clip?

I Cheyenne: Il videoclip è frutto di un’interpretazione del brano da parte del regista Joe Bastardi e racconta un amore non comune e non canonico tra due psicopatici, in cui ciò che dovrebbe condurre al bene, viene corrotto e distorto dalle ombre che abitano dentro i due protagonisti e si trasforma in un pericolosissimo gioco di amore e morte. Eros e Thanatos abitano contemporaneamente l’animo dei personaggi del video e li spingono irrefrenabilmente a soddisfare entrambe le loro pulsioni.

 

I.C.: Una classica domanda, che sicuramente ti fanno sempre, come mai questo nome I Cheyenne, vi piacciono gli indiani?

I Cheyenne: No, non lo abbiamo scelto perché ci piacciono gli indiani, lo abbiamo scelto perché ci piace Fabrizio De André. Lui nell’81 pubblicò un disco dove il tema principale era il confronto tra il popolo dei sardi e il popolo degli indiani d’America che De André riteneva molto simili tra loro per diverse caratteristiche. In un certo senso abbiamo voluto omaggiare quello che era il suo pensiero e quindi da band sarda abbiamo scelto il nome di una popolazione degli indiani d’America. Una delle canzoni più belle di quel disco è Fiume Sand Creek, dove De André racconta attraverso gli occhi di un bambino un massacro avvenuto realmente ad una popolazione Cheyenne. Ecco perché abbiamo scelto questo nome.

 

I.C.: Un’altra domanda classica, progetti per il futuro?

I Cheyenne

I Cheyenne: Stiamo completando le registrazioni del nuovo disco, il cui titolo sarà “Luci e Oscurità” un lavoro in cui stiamo investendo moltissime risorse e in cui crediamo moltissimo. Lo consideriamo come un punto di arrivo frutto di tutta l’esperienza accumulata in questi anni. Un punto di arrivo e ovviamente una nuova partenza per il futuro. Ci crediamo e vogliamo dire la nostra in questa scena musicale italiana.

 

I.C.: Ti ringrazio per avermi dedicato un po’ del tuo tempo. Un grosso in bocca al lupo per tutto!

I Cheyenne: Figurati, è stato un piacere parlare con te. Adesso posso andare al mare. E viva il lupo!

 

Written by I Cheyenne

 

 

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