Cinema 2016: da Edoardo Leo a Jim Jarmusch, ecco tutte le novità sui film in uscita nelle sale italiane
“Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima.” – Ingmar Bergman
Bentrovati cari amici e amanti del cinema al sesto e ultimo appuntamento di quest’anno con la consueta rubrica bimestrale che mira a guidarvi verso una scelta cinefila giusta e coscienziosa: vi presentiamo una veloce panoramica sulle grandi e piccole produzioni che popoleranno le nostre sale nei mesi di novembre e dicembre, qui di seguito riassunte in poche righe.
È nostro interesse accattivarvi al punto di spingervi a destinare alcune serate in nome di questa intelligentissima attività culturale.
N.B. Vengono indicate le date di uscita italiane dichiarate al 3 novembre 2016, senza improbabilità suscettibili di rettifica. Ordunque, scopriamo cosa potremo gustare a…
Novembre
3 novembre: “7 minuti”, di Michele Placido. Nel 26esimo anno dall’esordio alla regia del celebre attore (già autore di “Romanzo criminale”, 2005) esce nelle sale un dramma a sfondo sociale che narra di un gruppo eterogeneo di operaie (fra cui spiccano Fiorella Mannoia, Ambra Angiolini e Cristiana Capotondi) disposte a sacrificare sette minuti della loro pausa pranzo per salvare dal licenziamento alcune colleghe.
3 novembre: “In bici senza sella”, di Francesco Dafano, Chiara De Marchis, Matteo Giancaspro, Cristian Iezzi, Gianluca Mangiasciutti, Giovanni Battista Origo e Solange Tonnini. Film a episodi, girato da 7 esordienti, dove si ride e sorride sulle condizioni in cui versano tanti giovani alla ricerca di un posto fisso, di un contratto a tempo indeterminato, obiettivi di vitale importanza da conquistarsi ad ogni costo.
3 novembre: “Kubo e la spada magica”, di Travis Knight. Apprezzatissimo quinto film d’animazione della Laika, ambientato in un antico Giappone dove il giovane Kubo parte alla ricerca di un’armatura prodigiosa che può sconfiggere la terribile maledizione imposta alla sua famiglia da uno spirito dei tempi passati. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nella categoria miglior film d’animazione; da non perdere.
3 novembre: “Un mostro dalle mille teste”, di Rodrigo Plà. Dramma messicano in cui una donna, vedendosi il marito in fin di vita divorato dal cancro e minacciato dalle compagnie assicurative, mette in atto un piano estremo per ottenere i soldi necessari alle cure.
3 novembre: “Non si ruba a casa dei ladri”, di Carlo Vanzina. Il 59° film per il cinema di uno dei più prolifici “re” della commedia italiana accarezza il caper movie narrando il piano vendicativo di Antonio e Daniela (Vincenzo Salemme e Stefania Rocca), che costretti a pagare il master alla figlia lavorando come camerieri presso un affarista responsabile dell’inabissamento della loro azienda in una gara d’appalti truccata, si ingegnano per derubarlo proprio quando per lui le cose, perso l’onorevole che lo proteggeva, cominciano a mettersi male.
3 novembre: “La pelle dell’orso”, di Marco Segato. Esordio nella fiction per il documentarista de “L’uomo che amava il cinema” (2012), un solido film d’avventura che vede l’apprezzato teatrante Marco Paolini nei panni di un ex galeotto, cui è rimasto solo il figlio 14enne, pronto a giocarsi la paga di un anno di lavoro in una cava di pietra sulla cattura di un temibile orso che si aggira nei pressi del proprio villaggio.
3 novembre: “La ragazza del treno”, di Tate Taylor. Il regista di “The Help” (2012) mette mano all’omonimo best seller di Paula Hawkins in cui una donna divorziata (Emily Blunt) sogna una vita di coppia felice come quella che vede ogni giorno all’interno delle case dal finestrino del treno; un giorno tuttavia si trova inaspettatamente coinvolta in un inquietante caso legato proprio a quell’anelato nido d’amore.
7 novembre: “Botticelli – Inferno”, di Ralph Loop. Documentario d’esordio che muove da un’opera botticelliana rimasta a lungo sconosciuta ai più, un disegno ispirato alla prima cantica dantesca, per enuclearne i motivi e i segreti.
7 novembre: “L’anima nera di Donald Trump”, di Riccardo Valsecchi. Mediometraggio documentario sulle figure pericolosamente inclini al ritorno delle atmosfere totalitaristiche di Donald Trump, per il quale i cittadini americani voteranno alle urne il giorno dopo l’uscita del titolo, e del suo florido sostenitore David Duke, leader del partito Neo Nazista, ex membro del Ku Klux Klan.
7 novembre: “Oasis: Supersonic”, di Mat Whitecross. Documentario su una delle band rock più controverse degli ultimi decenni, forte di una gran messe di materiali inediti.
8 novembre: “All’improvviso Komir”, di Rocco Ricciardulli. Un metronotte scopre con un vecchio amico appena uscito di prigione che il fratello di quest’ultimo ha fra le mani una tratta di bambini; recandosi a sporgere denuncia scovano però uno dei bimbi nel baule della loro auto. Abbandonarlo o accudirlo?
9 novembre: “A spasso con Bob”, di Roger Spottiswoode. Dal regista di “Sotto tiro” (1983) e “Il domani non muore mai” (1997), una commedia agrodolce in cui un artista drogato si rimette pian piano in sesto aiutato da un gatto che gli si è affezionato.
9 novembre: “Che vuoi che sia”, di Edoardo Leo. Al suo quarto film da regista (dopo “Noi e la Giulia”, 2015, “Buongiorno papà”, 2013, e “18 anni dopo”, 2010), Leo ipotizza che una coppia in difficoltà economiche, e desiderosa di costruire un futuro degno di accogliere una nuova vita, escogiti un lucroso piano di prostituzione che includa la ripresa di un video hard da postare su Internet. Il quesito è: fino a che punto è immorale vendere la propria intimità se poi l’utile denaro comincia a piovere dal cielo?
9 novembre: “Genius”, di Michael Grandage. Da un ex-attore, un distinto esordio in cabina di regia che sviscera il paziente e fondamentale lavoro dell’editore Max Perkins (Colin Firth), scopritore di Fitzgerald (Guy Pearce) ed Hemingway (Dominic West), nonché strenuo sostenitore del giovane romanziere Thomas Wolfe (Jude Law). Nel cast troviamo anche Nicole Kidman.
9 novembre: “Knight of Cups”, di Terrence Malick. Il settimo lungometraggio del regista di “The Tree of Life” (2011) e “La sottile linea rossa” (1998) approda in Italia con oltre un anno di ritardo rispetto alle prime uscite post-festivaliere in Germania; segue da vicino l’errare di uno sceneggiatore in crisi nella Los Angeles contemporanea (Christian Bale), diviso fra amori effimeri e relazioni durature (Cate Blanchett e Natalie Portman), piscine e tarocchi. Da vedere.
9 novembre: “Masterminds – I geni della truffa”, di Jared Hess. Tratto da una storia vera, il film ritrae un gruppo di improbabili ladri muniti di furgone compiere un furto da 17 milioni di dollari in una banca americana. Nel cast Kristen Wiig, Owen Wilson e Zach Galifianakis.
9 novembre: “Morgan”, di Luke Scott. Cineasta dalla produzione radissima (ad oggi solo nel 1977 attore, solo nel 2016 regista di un lungo), Scott si domanda se Kate Mara debba o meno staccare la spina ad Anya Taylor-Joy (protagonista del recentemente apprezzato “The Witch”, 2015), un essere artificiale il cui ciclo vitale sviluppato in un remoto laboratorio di ricerca risulta ormai a rischio.
9 novembre: “Sing Street”, di John Carney. Dal regista amante della musica autore di “Once” (2006) e “Tutto può cambiare” (2013), la storia di un ragazzo dublinese con alle spalle una famiglia disastrata e in cuore la voglia di costruirsi a Londra una carriera come concertista assieme ad alcuni aitanti compagni di classe. Da vedere.
10 novembre: “I cantastorie”, di Gian Paolo Cugno. Dal regista di “Salvatore – Questa è la vita” (2006), la storia di un imprenditore colpito da due crisi: economica e matrimoniale; decide di tornare nella patria Sicilia, nella quale non metteva piede da trent’anni. Accompagnato dalla figlia, la sua vita acquisterà nuova linfa dalla conoscenza di un singolare cantastorie.
10 novembre: “Fai bei sogni”, di Marco Bellocchio. Uno dei maggiori registi italiani dell’ultimo mezzo secolo prende in prestito il best-seller omonimo di Massimo Gramellini e ne trae, con umiltà non abituale, la storia di un assenza inconsolabile, quella di una madre prematuramente scomparsa che ha segnato indelebilmente i ricordi del giovane protagonista, poi cresciuto (Valerio Mastandrea) e divenuto giornalista intenzionato a far affiorare la vera causa della sua dipartita. Nel cast anche Bérénice Bejo; da non perdere.
10 novembre: “Fratelli di sangue”, di Pietro Tamaro. Un regista esordiente racconta di Antonio “Il Camaleonte”, che esce di prigione dopo 10 anni di reclusione, e Teresa, giovane commissario di polizia, la quale stenta a vivere appieno le sue relazioni estranee al lavoro. Entrambi sembrano destinati a incontrarsi per combattere Don Ferdinando, il boss che ha causato la strage della famiglia di Antonio.
10 novembre: “Gabo – Il mondo di García Márquez”, di Justin Webster. Documentario che intende indagare come un ragazzo cresciuto in una regione estremamente provinciale sia riuscito a diventare uno dei romanzieri più acclamati dell’America latina, portavoce delle lotte politiche della seconda metà del Novecento, irriducibile fautore della forza dell’immaginazione. Questo è Gabriel García Márquez.
10 novembre: “La leggenda di Bob Wind”, di Dario Baldi. Biopic italiano su Roberto Cimetta, brillante regista teatrale d’avanguardia morto nel 1988 ed oggi alquanto negletto, collaboratore fra gli altri di Luca Ronconi e Roberto Benigni.
10 novembre: “La ragazza del mondo”, di Marco Danieli. Quest’esordio alla regia ci porta all’interno di un’interessante vicenda che vede Giulia, figlia di Testimoni di Geova ed ella stessa aderente alla comunità religiosa, innamorarsi di un ragazzo di un altro credo, la relazione col quale mette a repentaglio l’accettazione di lei in seno alla famiglia e ai fratelli praticanti.
14 novembre: “Ibrahimovic – Diventare leggenda”, di Magnus Gertten. La nona opera del documentarista svedese ripercorre la carriera del connazionale campione di calcio, dagli esordi alla leggenda.
16 novembre: “Elstree 1976”, di Jon Spira. Il documentario muove dal set che nella cittadina inglese di Elstree ha ospitato le riprese di “Guerre stellari” (1977), interessandosi prevalentemente agli attori e alle comparse, al modo in cui hanno vissuto l’esperienza e a come è variata la loro esistenza dopo di essa.
17 novembre: “Agnus Dei”, di Anne Fontaine. Dalla regista di “Coco Avant Chanel” (2008) e “Gemma Bovary” (2014), un dramma ambientato nella Polonia della Seconda Guerra Mondiale che vede un gruppo di suore incinte affidato alle cure di una giovane dottoressa (la bellissima Lou de Laâge, vista ne “L’attesa” di Piero Messina, 2015).
17 novembre: “Animali fantastici e dove trovarli”, di David Yates. Il primo spin-off della saga di Harry Potter, i cui ultimi quattro episodi erano stati diretti dallo medesimo regista, vede il Premio Oscar Eddie Redmayne nei panni del magizoologo Newt Scamander, appena tornato a New York dopo un lungo viaggio alla ricerca di moltissime specie di animali magici e tutt’altro che pronto ad affrontare una loro improvvisa fuga causata da un babbano. Nel cast troveremo anche Katherine Waterston, Colin Farell, Jon Voight e Ron Perlman; da non perdere.
17 novembre: “Animali notturni”, di Tom Ford. Il regista di “A Single Man” (2009) si cimenta nel thriller mostrando un’Amy Adams nei panni della gallerista Susan Morrow che riceve il manoscritto di un romanzo del suo ex marito Edward (Jake Gyllenhaal), dal quale aveva divorziato 19 anni prima; calandosi nella lettura si accorge, pagina dopo pagina, che quel libro rappresenta una sorta di vendetta premonitrice. Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia, potenziale concorrente agli Oscar 2017 nella categoria miglior attore non protagonista (Michael Shannon); da non perdere.
17 novembre: “Bianca & Grey e la pozione magica”, di Andrey Gatal e Maxim Volkov. Cartoon di produzione russa ma in lingua inglese, narra di un branco di lupi che, accampatosi in un burrone vicino un prato dove pascola un gregge di pecore, deve decidere chi prenderà il posto dell’ormai anziano maschio alfa. La “Bianca” del titolo è la lupacchiotta avvenente e la “pozione magica” la fortuna/sciagura del protagonista Grey, l’unico in grado di sfidare l’avversario più temibile della comunità.
17 novembre: “Falchi”, di Toni D’Angelo. Dal regista de “L’innocenza di Clara” (2012), un nuovo noir con protagonisti due agenti della Squadra Mobile di Napoli, sostenuti nella lotta quotidiana contro il crimine (e contro il nemico “più duro e spietato”) da due presenze femminili.
17 novembre: “Mechanic: Resurrection”, di Dennis Gansel. Diretto dal regista de “L’onda” (2008), il sequel di “Professione assassino” (2011) torna a vedere Jason Statham nei panni del letale killer Arthur Bishop, minacciato dal suo acerrimo nemico di trovarsi rapita la compagna di vita. La missione: uccidere tre individui e far apparire le loro morti come eventi dovuti a cause aleatorie. Nel cast anche Jessica Alba, Tommy Lee Jones e Michelle Yeoh.
17 novembre: “Per mio figlio”, di Frédéric Mermoud. Il secondo lungo per il cinema del regista francese ritrae una quarantacinquenne in fuga da una clinica: con sé ha solo qualche effetto personale e… una pistola.
17 novembre: “Quel bravo ragazzo”, di Enrico Lando. Nuova commedia per il regista padovano de “I soliti Idioti” (2011 e 2012) che nel titolo richiama il capolavoro di Martin Scorsese e nei contenuti parla di un boss della mala, il quale sul punto di lasciare questo mondo, vuole affidare il suo impero ad un figlio mai riconosciuto uso ad amministrare le celebrazioni eucaristiche.
17 novembre: “La sindrome di Antonio”, di Claudio Rossi Massimi. Al suo esordio il regista italiano scrive e dirige Antonio, studente degli anni ’50 appena maturato che, rincorrendo l’ossessione di trovare l’arcinota caverna delle ombre platoniche, arriva in Grecia a bordo della sua 500 blu indossando improvvidamente la maglia del Che in un Paese assai conservatore, fortunatamente guidato in questa sua strampalata ricerca dalla bella e assennata Maria.
17 novembre: “Ti amo presidente”, di Richard Tanne. Cronaca dei primi amori fra Barack e Michelle Obama affidata ad un regista esordiente.
17 novembre: “La verità negata”, di Mick Jackson. Dal regista di “Guardia del corpo” (1992) e “Vulcano – Los Angeles 1997” (1997), un solido legal drama tratto dalle memorie che l’accademica ebrea Deborah Lipstadt (Rachel Weisz) ripose nel 2005 in un libro (“Denial”, anche titolo originale del film) dove raccontò il processo per diffamazione intentatole dal negazionista David Irving (Timothy Spall) nel 2000.
21 novembre: “Roberto Bolle – L’arte della danza”, di Francesca Pedroni. Documentario sul ballerino che più di altri ha saputo avvicinare l’arte della danza classica ai gusti pop.
23 novembre: “Il profumo del tempo delle favole”, di Mauro Caputo. Docudrama in cui lo scrittore e drammaturgo Giorgio Pressburger si racconta, attraverso riflessioni filosofico-teoretiche, dolore e bellezza.
24 novembre: “3 Generations – Una famiglia quasi perfetta”, di Gaby Dellal. Ray (Elle Fanning) è una sedicenne che da 12 anni si sente un maschio e chiede alla madre (Naomi Watts) di cominciare la cura ormonale per cambiare radicalmente il suo aspetto esteriore; si ritrova contro l’assenza costante del padre, del quale serve l’autorizzazione esplicita, e la nonna lesbica (Susan Sarandon), che non comprende la necessità di voler mutare sesso quando si può già essere “come ci si sente”.
24 novembre: “Allied – Un’ombra nascosta”, di Robert Zemeckis. Sotto la direzione del sempreverde padre di “Forrest Gump” (1994), Brad Pitt e Marion Cotillard sono due spie di opposte fazioni senza saperlo, si innamorano e si sposano. Reggerà la loro relazione quando la verità comincerà ad emergere? Da vedere.
24 novembre: “Arrival”, di Denis Villeneuve. Sci-fi di spessore diretto dal regista di “Sicario” (2015), che muovendo dai rapporti pacifici di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977) e “Contact” (1997) racconta la missione di una linguista di fama internazionale che, affiancata dal fisico Jeremy Renner, tenta di individuare le intenzioni degli alieni sospesi a pochi metri dalla superficie del pianeta Terra. Nomination al Leone d’oro allo scorso Festival di Venezia ed uno dei più solidi probabili concorrenti agli Oscar 2017 nelle categorie miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Amy Adams), miglior sceneggiatura non originale, colonna sonora e in 6 fra le 8 tecniche. Nel cast troviamo anche il Premio Oscar Forest Whitaker; da non perdere.
24 novembre: “La cena di Natale”, di Marco Ponti. Per il sequel di “Io che amo solo te” (2015) tornano lo stesso regista, Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti e Michele Placido.
24 novembre: “Il cittadino illustre”, di Gastón Duprat e Mariano Cohn. L’immaginario Premio Nobel per la letteratura Daniel Mantovani (interpretato da Oscar Martínez) accetta, unico fra moltissimi, l’invito speditogli dal paese di Salas, in Argentina; tornare alla sua festosa terra d’origine pare fargli dimenticare i dolori di un tempo, salvo poi contraddirlo una volta che comincerà ad emergere la divergenza delle opinioni locali. Coppa Volpi alla miglior interpretazione maschile allo scorso Festival di Venezia; da vedere.
24 novembre: “Il cliente”, di Asghar Farhadi. Il cineasta iraniano de “Il passato” (2013), Premio Oscar per “Una separazione” (2011), presentando allo scorso Festival di Cannes questo dramma in cui due coniugi sono costretti a cambiare casa nel centro di Teheran per sfuggire alcune minacce alla loro proprietà, cadendone in altre di ben diversa entità, ha vinto il Premio alla miglior sceneggiatura, accanto al protagonista, cui è stato assegnato il Premio per l’interpretazione maschile. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 in qualità di film straniero. Da non perdere.
24 novembre: “Come diventare grandi nonostante i genitori”, di Luca Lucini. Dal regista di “Tre metri sopra il cielo” (2004) e l’ottimo “Leonardo da Vinci – Il Genio a Milano” (2016), una commedia che oppone genitori e professori, genitori e figli, figli e professori, chi interessato a proteggere la salute psichica dei giovani, chi a metterla alla prova in vista del futuro, chi a raggiungere i propri obiettivi dal giovanile profilo. Nel cast, dopo “Nemiche per la pelle” (2016), ancora Margherita Buy.
24 novembre: “The Dancer”, di Stéphanie Di Giusto. In concorso a Cannes nella sezione “Un Certain Regard”, questo biopic d’esordio conduce alla scoperta della carriera artistica della danzatrice Loïe Fuller, cresciuta col padre in America tirando col lazo, poi trasferitasi dalla madre bigotta che avrebbe voluto soggiogarla, quindi in Europa, dove il suo talento cominciò a fiorire nel pieno della sua grazia anticonvenzionale.
24 novembre: “Monte”, di Amir Naderi. Dal regista iraniano di “Vegas: Based on a True Story” (2008), un dramma italiano ambientato nel medioevo all’ombra di un aspro monte su cui non cresce altro all’infuori delle disgustose verdure che una famiglia, unica rimasta nella valle impervia, abbandonata negli anni da tutti gli altri nuclei, cerca di coltivare e vendere nel centro abitato meno lontano. La testardaggine del patriarca, ostinato a non lasciare la sua terra per alcun motivo al mondo, prende la solenne decisione di abbattere a martellate la montagna sovrastante per permettere finalmente alla luce del sole di nutrire i suoi poveri vegetali.
24 novembre: “One Piece Gold – Il film”, di Hiroaki Miyamoto. Il 13esimo capitolo della celebre saga anime porta la ciurma di Luffy in una specie di Eldorado, Gran Tesoro, luminescente città dei ricconi che amano intrattenersi, spendere e spandere. Si tratta di un paradiso solo apparente, dal quale peraltro sarà alquanto difficile scappare.
24 novembre: “Palle di neve – Snowtime!”, di Jean-François Pouliot e François Brisson. Cartoon canadese in cui un manipolo di ragazzetti provinciali combatte su due fronti opposti, dall’interno di possenti fortificazioni ghiacciate.
24 novembre: “Planetarium”, di Rebecca Zlotowski. Il terzo lungometraggio della 36enne regista ritrae due sorelle spiritiste americane (Natalie Portman e Lily-Rose Depp) che durante una tournée mondiale vengono avvicinate da un importante produttore che fiuta l’affare adatto a risollevare le sorti della propria casa cinematografica: propone loro di catturare su pellicola uno degli spiriti evocati.
24 novembre: “La stoffa dei sogni”, di Gianfranco Cabiddu. Il regista sardo narra di una nave carica di attori e camorristi, che una volta naufragati a L’Asinara pericolosamente si confondono tra di loro agli occhi degli ispettori.
24 novembre: “Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta”, di Morgan Neville. Dal regista Premio Oscar per “Twenty Feet from Stardom” (2013), un nuovo documentario che si immerge nel mondo musicale, stavolta classico e “para-classico”, guidato dal celebre violoncellista cinese Yo-Yo Ma e contornato da un gran numero di talenti animati da grande passione. Da vedere.
28 novembre: “I Am Bolt”, di Benjamin e Gabe Turner. Documentario sull’iconico campione olimpico, ritratto da vicino nei campi dove si allena come nella vita privata.
30 novembre: “Ciò che le nuvole non dicono”, di Marco Recalchi. Un avventuroso viaggio alla scoperta delle proprie origini intrapreso dal 16enne Anthony, che dalla California vola in Europa seguendo le lievissime tracce lasciate dai suoi genitori, morti 15 anni prima in un incidente stradale.
Dicembre
1 dicembre: “Absolutely Fabulous: The Movie”, di Mandie Fletcher. Da una regista che negli anni ha fatto il callo alle serie tv, un film tratto da un’invenzione di successo, con le protagoniste di sempre (Joanna Lumley e Jennifer Saunders) sotto accusa per aver favorito un incidente ad un party e pure paparazzate da mezzo mondo: decideranno di fuggire da tutto e tutti.
1 dicembre: “Amore e inganni”, di Whit Stillman. Ex “Love & Friendship”, è la storia di fine Settecento di Lady Susan Vernon, la quale si reca nel podere dei suoceri per fuggire le maldicenze sulla sua condotta sessuale. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nelle categorie miglior sceneggiatura non originale e migliori costumi.
1 dicembre: “Free State of Jones”, di Gary Ross. Dal regista di “Pleasantville” (1998) e del primo capitolo della saga degli “Hunger Games” (2012) giunge un film storico ambientato durante la Guerra Civile Americana, avente per protagonista un coraggioso contadino del Sud (Matthew McConaughey) che si oppose alla Confederazione istigando alla rivolta l’intera Contea di Jones e dando avvio alla prima comunità di razza mista dei tempi di pace. Da vedere.
1 dicembre: “Manchester by the Sea”, di Kenneth Lonergan. Il regista di “Margaret” (2011) ci immerge nell’atmosfera tesa in cui un idraulico si ritrova quando, appresa la morte del fratello, decide di tornare alla casa natia e, con essa, ad un passato da dimenticare. Si tratta di uno dei maggiori frontrunners alle porte degli Oscar 2017 nelle categorie miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Casey Affleck), miglior attore non protagonista (Lucas Hedges), miglior attrice non protagonista (Michelle Williams) e miglior sceneggiatura originale; da non perdere.
1 dicembre: “La mia vita da zucchina”, di Claude Barras. L’eccezionale esordio nel lungo del regista svizzero racconta l’infanzia di un ragazzino orfano che incontra nuovi amici destinati a cambiargli radicalmente il suo modo di vedere il mondo. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nella categoria miglior film d’animazione; da non perdere.
1 dicembre: “Ozzy – Eroe per sbaglio”, di Alberto Rodríguez. Lungometraggio animato d’esordio, coproduzione ispano-canadese, il cui protagonista è un cane lasciato dai suoi padroni prossimi ad un viaggio in Giappone in un canile per animali d’alto borgo, che però nasconde una gestione assai malvagia.
1 dicembre: “Rock Dog”, di Ash Brannon. Dal regista di “Surf’s Up” (2007), una coproduzione sino-statunitense con ancora una volta protagonista un cane, che stavolta scopre la propria passione per il rock, la propensione per il quale lo allontanerebbe dal futuro riservatogli dal padre, ossia la difesa di un gregge dagli attacchi di un branco di lupi affamati.
1 dicembre: “Snowden”, di Oliver Stone. Biopic diretto dal regista di “Nato il quattro luglio” (1989) e “Platoon” (1986) sul noto ex dipendente della CIA (già protagonista del documentario Premio Oscar “Citizenfour”, 2014) interpretato da Joseph Gordon-Levitt, che per primo rivelò dettagli segretissimi sulle pratiche di intercettazione illegale perpetrate dai governi USA e UK. Nel cast anche Nicolas Cage e Melissa Leo; da vedere.
5 dicembre: “Strike a Pose”, di Ester Gould e Reijer Zwaan. Documentario in cui sei dei sette giovani ballerini che accompagnarono Madonna nel suo tour mondiale “Blond Ambition” ricordano quei mesi che hanno cambiato per sempre la loro vita.
6 dicembre: “Robinù”, di Michele Santoro. Il celebre conduttore televisivo “torna al giornalismo puro” col suo primo lungo documentario, nel quale incontra i baby-killer che svicolano pericolosamente per le strade napoletane.
7 dicembre: “È solo la fine del mondo”, di Xavier Dolan. Narra di uno scrittore che torna alla sua città natale per annunciare ai familiari la sua morte imminente; le reazioni saranno del tutto prive di amore ed empatia. Nel cast di questo dramma, che quest’anno ha fatto bissare al giovane e talentuosissimo prodigio canadese la vittoria del Premio della Giuria al Festival di Cannes dopo quello del 2014 per “Mommy”, troveremo miti del calibro di Marion Cotillard, Léa Seydoux e Vincent Cassel; da non perdere.
7 dicembre: “La festa prima delle feste”, di Josh Gordon e Will Speck. Terzo film per la coppia di “Due cuori e una provetta” (2010), che racconta stavolta di una festa organizzata dal direttore di un azienda a rischio chiusura per cercare di convincere un cliente influente. L’idea sembra funzionare, ma l’esito non sarà quello previsto. Nel cast troveremo, fra gli altri, Jennifer Aniston.
7 dicembre: “Non c’è più religione”, di Luca Miniero. Una commedia sull’Italia di oggi a sfondo religioso, con un cast, comprendente Claudio Bisio, Angela Finocchiaro e Alessandro Gassmann, che ruota attorno ad un improbabile presepe vivente, i cui attori il tempo trascorso impone di sostituire.
7 dicembre: “Una vita da gatto”, di Barry Sonnenfeld. Dal regista de “La famiglia Addams” (1991 e 1993) e “MIB” (1997, 2002 e 2012), una bizzarra commedia in cui un ricchissimo padre di famiglia (Kevin Spacey), nel tentativo di riallacciare i contatti con moglie e figlia, regala a quest’ultima un gatto per il suo compleanno. Peccato che recandosi alla festa rimanga vittima di un incidente e la sua anima venga intrappolata nel corpo del micio, avendo così tuttavia l’opportunità di osservare i propri cari da un punto di vista privilegiato. Nel cast troviamo anche Christopher Walken.
13 dicembre: “Il curioso mondo di Hieronymus Bosch”, di David Bickerstaff e Phil Grabsky. Dopo Vermeer, Van Gogh, Goya, Monet e Matisse, il documentarista Bickerstaff, coadiuvato dal collega Grabsky, ci porta alla scoperta dell’artista tardo-medievale olandese, la cui recente mostra dedicata (già esplorata in “Jheronimus Bsch – Unto dal diavolo” di Pieter van Huystee, 2015) ne affianca le opere più significative.
15 dicembre: “Aquarius”, di Kleber Mendonça Filho. Il secondo lungo di finzione per il cinema del regista brasiliano, nomination alla Palma d’oro a Cannes, narra di una pensionata, ex critica musicale, ormai unica inquilina di uno stabile, l’Aquarius del titolo, costruito negli anni ’40 per l’alba borghesia della città di Recife; fra lei e il progettista della società incaricata di acquisire la gestione dell’intero palazzo si instaura una vera guerra fredda. Da vedere.
15 dicembre: “Captain Fantastic”, di Matt Ross. Premio alla regia della sezione “Un Certain Regard” a Cannes, nonché film preferito dal pubblico romano alla scorsa Festa del Cinema, racconta del padre di famiglia Ben (Viggo Mortensen) che, quando ancora la moglie era viva, ha deciso assieme a lei di crescere la prole, fra letture impegnate e battute di caccia, in un bosco del Nord America lontano dalla società contemporanea e dall’etica consumistica. Il suo metodo educativo è però destinato ad essere messo in discussione. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nelle categorie miglior sceneggiatura originale e migliori costumi; da vedere.
15 dicembre: “Fuga da Reuma Park”, di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti e Morgan Bertacca. Il 12esimo lungo interpretato dal celebre trio comico è una commedia futuristica, in cui un’improvvisata casa di riposo al centro di un luna park dismesso ospita Aldo, Giovanni e Giacomo (il primo abbandonato dai figli Ficarra e Picone, il secondo in preda all’Alzheimer, il terzo costretto alla carrozzina), seguiti da “procaci infermiere” e seviziati da un “primario” sovrappeso.
15 dicembre: “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali”, di Tim Burton. Posticipato di 3 mesi, il 18esimo film del maestro narra del sedicenne Jacob, intenzionato a scoprire se fossero fondate le leggende circolanti attorno all’orfanotrofio gestito da Miss Peregrine per ragazzini con strani poteri paranormali. Nel cast troveremo Eva Green, Samuel L. Jackson, Terence Stamp e Judi Dench; da vedere.
15 dicembre: “Natale a Londra – Dio salvi la Regina”, di Volfango De Biasi. Lillo e Greg tornano ad essere diretti in una commedia delle festività che segue le orme lasciate dal successo di “Natale col boss” (2015): vestono i panni di due fratelli intenzionati a rapire i cani della regina d’Inghilterra mentre questa cena in un ristorante di lusso.
15 dicembre: “Poveri ma ricchi”, di Fausto Brizzi. Dal regista di “Notte prima degli esami” (2006), una nuova commedia in cui una famiglia allo sbando vince 100 milioni di dollari: nel tentativo di mantenere segreta la cosa, scappa comunque una parola di troppo e l’unico destino sembra la fuga. Nel cast Christian De Sica ed Enrico Brignano.
15 dicembre: “Rogue One: A Star Wars Story”, di Gareth Edwards. Diretto dal regista di “Godzilla” (2014), il primo spin-off della nuova saga dedicata all’universo lontano lontano è ambientato in un tempo precedente agli eventi de “Il risveglio della Forza” (2015). Nel cast troveremo, fra gli altri, Felicity Jones e Forest Whitaker, interessati a rubare e proteggere i piani per la costruzione della Morte Nera. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nelle categorie miglior colonna sonora, migliori effetti speciali, migliori trucco e acconciatura, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro; da non perdere.
15 dicembre: “Sully”, di Clint Eastwood. Lo straniero dagli occhi di ghiaccio rimane sul filone biopic girando un lungo sul capitano d’aviazione Chesley “Sully” Sullenberger (Tom Hanks), che salvò tutti i 155 passeggeri a suo carico planando con un velivolo in avaria sul fiume Hudson; andò incontro ai plausi del mondo intero, ma anche ad alcune feroci critiche. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nelle categorie miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista (Aaron Eckhart), miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio; da non perdere.
22 dicembre: “Babbo Bastardo 2”, di Mark Waters. Sequel della commedia del 2003 che vede ancora protagonista Billy Bob Thornton nei panni di uno scorrettissimo Babbo Natale, attore per beneficenza alcolizzato e misantropo. Nel cast troveremo anche Kathy Bates.
22 dicembre: “Florence”, di Stephen Frears. Dal regista di “Philomena” (2013), “The Queen – La regina” (2006), “Alta fedeltà” (2000) e “Le relazioni pericolose” (1988), un biopic sulla soprano con meno doti canore della storia, Florence Foster Jenkins (interpretata da Meryl Streep), la cui passione per il bel canto è stata sostenuta primariamente dal marito St Clair Bayfield (Hugh Grant). Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nelle categorie miglior attrice protagonista, miglior attore non protagonista e miglior colonna sonora; da vedere.
22 dicembre: “Lion – La strada verso casa”, di Garth Davis. Avventuroso esordio nel lungo di finzione, il film romanza la vera storia di Saroo, che a 5 anni prende senza volerlo un treno che dall’India centrale lo porta a Calcutta, dove non ha alcun modo per spiegare da dove viene. Adottato da una coppia australiana (Nicole Kidman e David Wenham), una volta cresciuto con l‘aiuto di Google Maps si metterà alla ricerca della propria famiglia indiana. Nel cast anche Rooney Mara; potenziale concorrente agli Oscar 2017 nelle categorie miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista (Dev Patel), miglior attrice non protagonista, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio: da vedere.
22 dicembre: “Louise en hiver”, di Jean-François Laguionie. Il quinto lungo animato del regista francese ritrae una vecchietta che, assieme al suo cane parlante, rimane nella località balneare dell’estate in un contesto surreale che la farà viaggiare con la mente ai giorni della sua infanzia.
22 dicembre: “Il medico di campagna”, di Thomas Lilti. L’ormai anziano e malato dottore di un paesino che lo rispetta come un santone, attivo sette giorni su sette, è costretto ad accettare l’aiuto di una bella e ben più giovane collega.
22 dicembre: “Oceania”, di Ron Clements e John Musker. A 14 anni di distanza dal loro ultimo film in qualità di registi (“Il pianeta del tesoro”, 2002), Clements e Musker tornano a dirigere un classico Disney, il 56esimo: esso narra della giovane e affascinante Vaiana (Moana nell’originale, pur senza alcun riferimento alla nota pornostar italica) alla ricerca della propria identità solcando la vasta distesa del Pacifico assieme ad un semidio “in disgrazia”, aiuto prezioso anche in virtù dei molti pericoli che la protagonista si troverà ad affrontare per salvare il suo popolo dalla catastrofe. Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nella categoria miglior film d’animazione; da non perdere.
29 dicembre: “Paterson”, di Jim Jarmusch. Il 12esimo lungo di finzione del regista statunitense di “Solo gli amanti sopravvivono” (2013) e “Dead Man” (1995) fa della poesia composta giorno per giorno dal protagonista (Adam Driver), autista di autobus nell’omonima città del New Jersey in fuga da una degradante routine, il proprio fulcro, la propria stessa sostanza. Nomination alla Palma d’oro a Cannes; da non perdere.
30 dicembre: “Il GGG – Il Grande Gigante Gentile”, di Steven Spielberg. Il 30esimo lungometraggio per il cinema del regista americano vede Mark Rylance, fresco del Premio Oscar per “Il ponte delle spie”, prendere i panni del gigante buono nato dalla penna del britannico Roald Dahl, vegetariano a differenza dei suoi simili e desideroso di farsi apprezzare dalla tenera bambina protagonista (Ruby Barnhill, esordiente sul grande schermo). Potenziale concorrente agli Oscar 2017 nella categoria miglior colonna sonora (firmata dal fedelissimo John Williams); da vedere.
Written by Raffaele Lazzaroni