“Il ritrovamento dello zio bambino” di Caterina Emili: il passato riaffiora e porta a dolorosi ricordi
“È l’una di notte e sto davanti a un piccolo scheletro rannicchiato dentro una cassa di ferro, tutto vestito, col suo bel cravattino, la giacca da ometto, i pantaloni lunghi, le scarpe di cuoio, i brandelli di una camicia bianca. Mi chiamo Vittore, Vittore Guerrieri e ho superato i cinquanta”.

La giornalista Caterina Emili, inviata speciale di quotidiani nazionali e conduttrice di programmi radiofonici, ci parla di una storia avvenuta più di 50 anni prima, in cui un passato segreto e sconosciuto torna a far parlare di sé. Perché non c’è altro come la sparizione di un bambino, mai più ritrovato, a portare a galla sentimenti mai sopiti.
Attualmente l’autrice, che è nata a Roma, vive tra l’Umbria e la Puglia; ed è proprio quel dialetto pugliese, stretto e dal suono un po’ buffo, a mescolarsi all’italiano in questa storia.
Per la casa editrice indiens g&a, Caterina Emili aveva già scritto “L’innocenza di Tommasina”, un romanzo che ha fatto parlare di sé poiché meritevole del Premio della critica al IV Premio letterario Montefiore. “Il ritrovamento dello zio bambino”, la cui edizione è del febbraio 2015, è il suo terzo libro.
Un piccolo scheletro, vestito a festa, viene ritrovato nel sotterraneo di un’antica abitazione che il protagonista, il cinquantenne Vittore Guerrieri, ha da poco acquistato. Si tratta del cadavere del piccolo Domenico, un bimbo di 5 o 6 anni, scomparso 50 anni prima durante una festa di famiglia a Ceglie Messapica, il paese della Puglia dove si svolge la trama. Il macabro ritrovamento riapre antiche ferite, mettendo a nudo i segreti che la provincia contadina ha tenuto nascosto per mezzo secolo. Il piccolo scomparso era il fratellastro di Carmela Maggiore, colei che ha venduto l’immobile a Vittore. La donna, di aspetto non proprio gradevole, in realtà è dotata di modi e pensieri virtuosi che inteneriscono il nostro protagonista: un venditore di olio e formaggi, appassionato di gioco d’azzardo, dal passato movimentato ma irrilevante, al fine di avere creato legami importanti.
Sarà proprio Vittore Guerrieri, destinato a viaggiare fino in Belgio per lavoro, a fare luce sul mistero. Chi può avere ucciso il bambino nel lontano 1960? E soprattutto, chi lo ha messo all’interno di una vecchia cassetta per le munizioni dei militari e sepolto in una cisterna scavata sotto l’abitazione? Com’è morto, in realtà, il piccolo Domenico?

Sono le domande che si fa chi legge questo libro.
Si tratta di un romanzo breve, dalla prosa semplice che fila liscia, non fosse per quelle frasi in dialetto pugliese che non sono facili da interpretare, anche se l’autrice ci ha fornito la traduzione a piè di pagina.
I personaggi sono originali: dall’amico Mario alquanto ingenuo, a Maria brava pasticcera. Dal Professore puntiglioso e sarcastico, all’arido Catnazz, anche lui chiuso nello stereotipo di chi fa quello che può, in base alla situazione in cui si trova e alle sue condizioni di reietto.
“Il ritrovamento dello zio bambino” è un romanzo interessante, nonostante riservi un finale un po’ troppo “affrettato”, se paragonato allo sviluppo accurato della trama nella prima parte.
Consigliato a chi interessa la storia e il passato di un paese, dove la sparizione di un minore diventa una piaga sociale universalmente condivisa. Un tragico evento che non avviene mai per caso e nasconde la parte più buia dell’animo umano.
Written by Cristina Biolcati