“Tre atti e due tempi” di Giorgio Faletti: lealtà e corruzione nel mondo del calcio

“Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve. Soprattutto quando ti presenti al bar dopo un combattimento con un occhio così nero da sembrare coperto dalla pezzuola di un pirata e uno ti dice che assomigli a Long John Silver, quello dell’Isola del Tesoro”.

Prima di parlare del sesto libro di Giorgio FalettiTre atti e due tempi, edito da Einaudi nel 2011, vorrei citare un commento del critico letterario Antonio D’Orrico, che compendia, a mio avviso, in maniera egregia l’essenza del breve romanzo.

Questo è un racconto perfetto. Questo è un racconto italiano. Mai, nella sua carriera, Giorgio Faletti aveva trovato un tocco così morbido, così preciso, così amaro”. Ho pensato esattamente la stessa cosa anche se, devo dire la verità, a me il personaggio di “Silver”, di cui in seguito parleremo, ha evocato il Clint Eastwood di “Gran Torino”.

Stesso personaggio in apparenza burbero, stessa solitudine ben celata ai malpensanti di quel Walt Kowalski, passato alla storia in uno dei film più teneri e struggenti mai realizzati. Ma questa naturalmente è soltanto una questione di opinioni. Seguendo le cosiddette “unità aristotelice” degne della migliore “pièce” teatrale, l’azione si svolge in un’unica giornata, importantissima per una squadra di calcio che fa tutti ben sperare.

Il protagonista è il sessantenne Silvano Masoero, che è anche l’io narrante della sua intensa giornata, alla quale include dei flash back che rimandano ad episodi passati della sua vita. Silver, questo il soprannome che la gente gli ha dato, è un ex pugile e un pregiudicato. In prigione, ha pagato cari gli errori del passato, ma non sa perdonare se stesso.

Con quel trascorso da sbandato, continua a farci i conti. Un tempo ottimo peso medio, è da trentatré anni magazziniere di una squadra di calcio che gioca in serie B. Tale squadra è ai vertici della classifica e si appresta a disputare la partita decisiva, quella che potrebbe portarla ad accedere alla serie A. Inoltre, nella formazione gioca “Il Grinta”, campione di provincia, che potrebbe riscattare il passato di Silver e renderlo orgoglioso, poiché il Grinta è Roberto Masoero, suo figlio. Silver è vedovo.

Da quando sua moglie Elena è morta, è rimasto solo. Egli cerca un po’ d’affetto e d’amicizia in Rosa, la cameriera part-time del ristorante dove spesso si reca a mangiare, ma ancora si sta chiedendo se la loro frequentazione potrà trasformarsi in futuro in qualcosa di più serio. Il rapporto fra padre e figlio è da sempre difficile. Roberto è stato inibito dal fatto di essere “il figlio del pregiudicato”, mentre adesso, finalmente, Silver è divenuto “il padre del Grinta”.

Ma purtroppo c’è qualcosa in quel ragazzo che l’anziano pugile non conosce. E che scopre per caso. L’intenzione di sabotare la partita per denaro. Chi altri della squadra sarà coinvolto? E soprattutto, chi sarà il “mandante” di questo giro di affari milionario? Silver non ha più tregua, non concede tregua.

E prende in mano la situazione. Diventa detective, e quando l’allenatore della squadra ha un infarto in sua presenza, decide di diventare lui, anche se con le dovute distanze, l’allenatore. A tutti i costi deve impedire che Roberto, il suo ragazzo, faccia la sua stessa fine. E questo può affermarlo strenuamente solo uno che in galera c’è stato. Si inventa così tutta una serie di espedienti per impedire che la partita venga truccata. Agisce nell’ombra. Nessuno fa caso a uno come lui.

Un romanzo ricco di colpi di scena, concepito da Faletti come uno dei suoi thriller. Al lettore sembra di agire in prima persona, insieme con Silver. Una vita di provincia che attende, cose che forse mai si verificheranno. Si avverte la nostalgia per il tempo passato e il valore della lealtà nello sport. A Faletti piaceva molto esplorare nuovi campi, nuovi orizzonti.

Tre atti e due tempi” è un’opera concepita come una partita di calcio, da parte di un autore che, per sua stessa ammissione, poco sapeva di questo gioco. Ha dovuto documentarsi, imparate, cimentarsi, mettersi in gioco. E questa era una delle sue più grandi doti, che maggiormente abbiamo apprezzato. “Invece di continuare ad ampliare il mio orticello, – ha dichiarato a Gianluca Favetto per Il venerdì – ho sempre cercato di esplorare altri campi e fare altri viaggi, alla ricerca di nuove esperienze nelle quali utilizzare ciò che ho imparato in precedenza”.

Centotrentatré pagine che si leggono tutte d’un fiato. Ennesima conferma della grandezza di questo autore che ci ha da poco lasciato e che rimpiangeremo a lungo.

 

Written by Cristina Biolcati

 

Giorgio Faletti Booktrailer “Tre atti e due tempi” from DeusExMachinaStudio on Vimeo.

3 pensieri su ““Tre atti e due tempi” di Giorgio Faletti: lealtà e corruzione nel mondo del calcio

  1. Cara Cris, scrivi egregiamente, complimenti!!! Ti abbraccio con la consueta stima e tanto affetto. Gio’

  2. Grazie Gio’. Soprattutto per la tua amicizia e per l’attenzione che hai sempre nei confronti degli altri :) Un abbraccio.

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