Vaiolo: il temutissimo virus del passato potrebbe aver proprietà curative?

Il vaiolo rappresenta l’unica infezione, altamente contagiosa, che l’umanità non sia riuscita completamente a debellare mediante vaccinazione di massa. I suoi ceppi batterici vengono conservati nei laboratori di Russia e Stati Uniti, nonostante una delibera dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) abbia imposto che i “resti” del virus di questa terribile malattia debbano essere distrutti nel 2014.

Ma Russia ed America pare abbiano piani diversi a riguardo. Cercheremo quindi di scoprire chi e soprattutto perché si cerca di “salvare” questo virus altamente infettivo ad ogni costo. Nel 1980 l’Oms dichiarò il vaiolo finalmente estirpato. Veniva sconfitta una delle malattie più antiche e pericolose, che aveva mietuto milioni di vittime.

Dato le cure inadeguate, di vaiolo infatti si moriva. Ci si salvava raramente. L’ultimo caso venne registrato in Somalia nel 1977, ed il mondo tirò un sospiro di sollievo. Coloro che amano l’epoca delle “crinoline” e delle “parrucche incipriate”, potrebbero cambiare idea, al solo pensiero di come dovessero essere le città in preda al vaiolo in quel periodo, quando ancora la vaccinazione era cosa sconosciuta.

Nessuno poteva sentirsi al sicuro. Per esempio, nella Parigi del Settecento, quando la polizia cercava un sospettato, indicava sempre, tra i suoi connotati caratteristici, il fatto che egli avesse o meno i butteri lasciati dal vaiolo. I medici russi ed inglesi ritenevamo che ciascuno dovesse, almeno una volta nella vita, ammalarsi di questo male. In Europa, fino all’inizio del Novecento, morivano di questa atroce malattia oltre 1,5 milioni di persone all’anno, e l’incidenza del vaiolo sul totale delle morti era pari ad un terzo. I fortunati che riuscivano a sopravvivere, rimanevano con il viso e con il corpo mostruosamente devastati dai butteri, e talvolta diventavano completamente o parzialmente ciechi. I sintomi principali del vaiolo, così come descritti nei manuali medici, sono: forti brividi in tutto il corpo, dolori lancinanti alle estremità ed ai lombi, sete, vomito, mal di testa e vertigini.

Dopo alcuni giorni apparivano i butteri sulla parte della testa coperta dai capelli, sul viso, sulle estremità del corpo. Al principio hanno la forma di macchie, poi si trasformano in papule, poi in bolle e pustole. Anche solo chi ha avuto una banale varicella, può immaginare quanto potesse essere doloroso e fastidioso il decorso della malattia. Dopo la formazione ed il distacco delle croste, apparivano cicatrici deturpanti che “marchiavano” per sempre la pelle del malcapitato.

Ed ora viene la parte più terribile, di cui molti sicuramente non sono a conoscenza. I butteri si formavano non solo esternamente, sulla cute, ma anche su tutte le membrane mucose. Le pustole che si rompevano in bocca, nel naso, nella trachea e nei bronchi, provocavano al malato sofferenze indicibili. Se l’uomo non moriva per uno shock doloroso, oppure a causa di larghe emorragie sub cutanee, si poteva ritenere che egli avesse superato il momento più brutto della sua intera vita.

Gli orrori sopra descritti, furono vissuti per alcuni millenni dall’umanità, ed ecco che, finalmente, ai nostri giorni gli uomini furono liberati da questo incubo. Il demone del vaiolo fu imprigionato e sconfitto. Ma non è tutto così semplice, come ritiene il virologo Natalja Romanova: “Il virus del vaiolo fu sradicato nel 1980. Due anni dopo nell’Urss cessa la vaccinazione della popolazione contro questa malattia, in quanto diventata ormai inutile. Il virus viene conservato in Russia ai fini delle ricerche scientifiche, e negli Stati Uniti sempre per scopi analoghi. Immaginate per un attimo cosa potrebbe succedere se il virus del vaiolo arrivasse nei laboratori sbagliati. Potrebbe diventare una pericolosissima arma batteriologica, tanto più che adesso è cresciuta una generazione intera di persone non vaccinate contro la malattia”.

La dottoressa Romanova informa che i ricercatori sono interessati ad esplorare questo virus, poiché potrebbe aiutare a combattere molte malattie terribili. Recentemente sono state scoperte proprietà curative del vaiolo delle mucche, che aiuterebbe a combattere il carcinoma mammario.

Le disposizioni dell’Oms, circa la distruzione del virus del vaiolo nel 2014, sembrano quindi abbastanza singolari, poiché la comunità scientifica non ha ancora terminato gli esperimenti su questo virus. Il vaiolo, un tempo acerrimo nemico dell’umanità, potrebbe dunque aiutare a combattere malattie ritenute fino ad ora incurabili? Solo il tempo potrà dirlo.

E mentre termino questo articolo, la mia mente va ad una bambina che piange, ad iniezioni dolorose, ed alla febbre che, puntualmente, si presentava il giorno dopo. Con orgoglio, osservo quel “buttero” che gelosamente conservo sul braccio sinistro. Un “tatuaggio” indelebile. Penso a noi, della “vecchia generazione”, uomini e donne vaccinati contro il vaiolo.

 

Written by Cristina Biolcati

 

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