Gara Poetica Gratuita “Lunula”
Regolamento:
1. La Gara Poetica Gratuita “Lunula” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Fabio Amato. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.
A. Poesia
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.
Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.
4. Premio:
N° 1 copia di “Lunula”, raccolta poetica di Fabio Amato.
Saranno premiati i primi tre classificati.
5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 19 novembre 2012.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)
Fabio Amato (Poeta)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Nino Fazio (Collaboratore Oubliette)
Benedetta De Bonis (Collaboratrice Oubliette)
Luca Allegrini (Pittore)
Fiorella Carcereri (Collaboratrice Oubliette)
7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230
10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Sperò – Andrea Borrelli – accetto il regolamento
Un piccolo pero al centro
è grande il mio giardino
intorno non vi è nulla
del resto s’è fatto solo.
La cura di un limone
unico fusto lì vicino
nella sua ombra ha fatto
breccia s’ aspetta lento
di toccarlo alla corteccia.
Voglia di sentirlo vivo
d’ essere considerato
ma l’ altro di continuo
scappa via verso il cielo
per l’ alto vuol toccarlo.
Nulla che tocchi al suolo
può tener la mano
e l’ altro non contento
ancora di lasciarlo.
Se almeno con le sue spine
sarà possibile graffiarlo.
NULLA E’ PER CASO
Un giorno come un altro,
di noia,di rabbia e voglia
di niente,
un libro aperto
un telefono muto,
al computer mi mandano cuori
rose e un video d uina vecchia canzone ,
ed io sto li a fissare
senza rispondere.
Poi la chat si apre,
un saluto festoso,
un cuore ed un sorriso,
un ritorno alla vita,
mi sento rinascere.
Mi accingo a rispondere,
non sento la voce,
sento una mano che scrive veloce ,
son tocchi che arrivano al cuore,
mi invita a parlare , a sorridere un poco,
a lasciare le lacrime e il dolore
buttarlo al passato.
Forse non è soltanto per caso
che ho aperto il computer,
non ho seguito un bel film ,
non ho letto le pagine del libro,
a volte
nulla è per caso nella nostra vita ,
c’è sempre una grazia divina
a spronarci,
a dire :è questa
la strada che devi seguire,
è questo
il tuo destino..
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
ANNA ALFANO ACCETTO IL REGOLAMENTO
TERRA ROVENTE
Lingue di fuoco, menti contorte
Resa del momento di giorni frenetici
Restano nell’aria urla inconsapevoli.
Sanguinano i cuori per i tortiumani.
Ruscelli rumorosi senza anime
Con prati dormienti senza gorgheggi
Lo spavento echeggia nell’aria
Non resta la brina che disseta,
Sole spine lasciate a dimorare
Nell’acida penombra di speranze e sogni,
pregheremo Dio per la nostra pace
amando la terra e tutto l’universo
scruteremo l’arcobaleno
Abbracciandol’amore
sorrideremo alla vita
Diletto amore
“Amore mio diletto,
sin da bambina tu coloravi i miei sogni
di blu e di zaffiro.
Fantasticavo pensando a te come infinito ed eterno.
E il nostro, quel giorno, anni fa,
fu un incontro di due anime semplici
che si cercavano dalla notte dei tempi.
Amai ardentemente la tua dolce nenia perpetua
che accarezzava il mio riposo,
il tuo respiro mutevole
spesso divenir un canto soave,
i tuoi riccioli ribelli arruffati dal vento beffardo
e le tante sfumature delicate o decise
che indossavi vanitoso.
Emozioni intense e lacrime gioiose,
da quanto ti amai.
Ora, sono ebbra del tuo grande amore e se tu vuoi,
nel blu mi perderò,
e l’abbraccio che mi unisce a te,
sarà per sempre, o diletto mare.”
Accetto il regolamento del concorso 27-10-2012
Stefania Parolin
accetto il regolamento
Poesia
O Musa che non parli
ma che ascolti.
O Musa divina,
leggiadra fanciulla
velata solo di sottili coltri,
delicata ancella
di animi gentili,
dolce usignolo dei mattini di primavera,
affranto passerotto delle piogge autunnali,
disperata amante delle rigide sere invernali,
infuocata passione delle notti estive
protettrice della fredda solitudine
e dell’allegra compagnia
sei la sola ad entrare
nell’intimo delle menti
dei pazzi e degli incompresi…
fa’ comprendere al mondo la tua bellezza
e la tua vastità.
ARGENTEA
Argentea
come luna
sospesa
nel cielo del tuo cuore
allargo
le mie braccia
tenue contengo
del cammino l’angoscia
apprendo
la sostanza dei pensieri
quieta solitudine
il sentire.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Il Bambino di Via delle Ginestre
di
Ersilia Anna Tomoe
Aspetto.
Aspetto mentre fugaci sguardi mi scrutano
mentre il nero dell’emarginazione si fonde
con l’oscurità del putrido sottopasso cittadino.
C’è tanfo di vecchio e di sporcizia.
Qualcuno sussurra hai paura?
…Perché dovrei averne?
Il mio posto è qui: su di un muretto di anime derelitte.
Che dirò a Jalal
quando mi chiederà di suo padre?
Vorrei
poter costruirgli una speranza e raccontargli favole.
Come fa il suo corpicino a sostenere
il gravame di un mondo che è fallito?
Jalal ha tre anni
ed è uno di quei bambini di cui non si sa niente.
Cosa ne sarà di te quando le tenebre verranno?
Ti sollevo piuma di cristallo.
Tu mi sorridi.
Ed io mi sento straniera nel mio paese.
ACCETTO IL REGOLAMENTO, 13/11/2012
Da un caldo ventre nasco piangendo,
Le mani tese implorano i miei sorrisi,
bocche umide pronte a baciarmi.
Vestiti di trama sottile i miei giorni, s’incendiano lentamente.
E’ la nascita mi dissero,
quell’invisibile e concreta opportunità che ti danno senza volerlo,
quella bestemmia che mai pronunciai.
Da un orgasmo i miei occhi presero forma,
le mie labbra contorno di fragole su un paffuto viso,mani piccole ad afferrare il nulla.
E’ la vita mi dissero,
quell’interminabile sensazione di vuoto che mi accompagnò per tutto il viaggio.
Accetto in ogni sua forma il regolamento
Matteo Mocci
EMOZIONI D’AUTUNNO
di Filippo Salvatore Ganci
n.b. Accetto in ogni sua parte il regolamento.-
Cigliati cieli
sovrastano
e iridi
dipinti da tramonti.
Rosso vermiglio
veste anima
e
di giallo-oro
l’addobba.
Si placa il cuore
al chiudersi dell’occhio dorato
ultimo tepore d’un raggio.
Emozioni
ora colorano i miei sogni.
Glossario
resiste un glossario di cose rossastre
nel silenzio che gira le porte
un fiume si accumula nell’avanzare
di gomiti pallidi – la foresta di rughe
lenzuola stese sui nostri romanzi – singhiozzanti
riportando asole dalle bocche
alle chiavi – nella ruggine che si appresta
come un bordo di saliva biancastra
e le dita toccano – una riga di pioggia
resta una mattina, a piedi nudi
sul tempo
Accetto in ogni sua forma il regolamento
Antonella Taravella
Oggi
La pioggia come lacrime di vena
Scorre lenta
Il cuore pulsa e piange
Nell’aria fumosa di tristezza
Accetto il regolamento
Caterina Coccia
Antonio Blunda – Dichiaro di accettare il presente regolamento.
“T’ho misurato il viso”
T’ho misurato il viso
da un pollice
da una notte d’amore
con la tua vita che mi dormiva accanto
con le mani fredde e le guance
nella distanza breve da me.
Nessun rumore
interrogava il silenzio,
forse – non mi accorgevo – era tagliato ai piani
da intervalli di passi.
Era soltanto una notte
così uguale ad altre
come tante già viste
dai capelli scombinati,
di spettatori di scarpe per terra
per la fiaba muta accesa dei televisori.
T’ho misurato il viso
quella notte
che la tua vita mi dormiva accanto.
Una notte
così uguale ad altre
che ho misurato anche l’anima
e per amore
mi s’è ferita ogni cosa.
Triciclo
Corre sul triciclo un bimbo
oltrepassando
l’infanzia rendendo
eterna il cammino dei giochi
ti ho creato perchè
potessi baciarmi
ultima la gelosia
ma solo amore per te
ho sentito la tua
carne crescere in me
rotondo il ventre
ti disegnavo
con gli occhi del
pensiero immaginando
il tuo viso ti facevo bello
eri il mio amore
hai aperto uno
spazio nel mio cuore
non ti conoscevo ancora
ma già ti amavo
la tua prima
carezza quasi un soffio
un piccolo movimento un
sussulto nel mio grembo
Una emozione nessuna parola
al tuo collo
prima faceva pianto
e poi nelle mie mani
faceva amore
Fa male trattenere le
lacrime dei bei ricordi
il bambino che stringo
frà le braccia
è il mio aquilone
che mi fa luce come un faro
illuminando le mie giornate
Grazie figlio mio
Rosaria Catania
accetto il regolamento
ALLIEVO! L’AMOR COS’E’?
Maestro, l’amore è un cero
che si consuma piano,
è un alito leggero,
un disegno divino.
E’ un mendicante buffo,
una carezza rara,
la forza d’uno schiaffo,
un guaio senza cura.
La gioia della vita,
è l’alba d’un mattino,
felicità trovata,
la mano d’un bambino.
E’ dare senza avere,
un palpito letale,
un piatto da servire
condito con del miele.
Un sogno che s’avvera,
un angelo immortale,
una realtà sincera….
però, sa far del male,
quando, improvvisamente,
senza un motivo vero,
ti perdi tra la gente
e ti ritrovi solo!
17-10-2012.
accetto il regolamento
Accadde ed eravamo certi che
non poteva il vento quel giorno
né potevano gli uomini
né le mani tese degli innocenti
eppure accadde e volarono
nebbia di fumo nero e morte
ovunque infilata persino
nel sostrato d’ogni pensiero
si destò un silenzio disumano
che ancora serpeggia tra i vivi
Accetto in ogni sua forma il regolamento
Tiziana Tius
ALLIEVO! L’AMOR COS’E’?
Maestro, l’amore è un cero
che si consuma piano,
è un alito leggero,
un disegno divino.
E’ un mendicante buffo,
una carezza rara,
la forza d’uno schiaffo,
un guaio senza cura.
La gioia della vita,
è l’alba d’un mattino,
felicità trovata,
la mano d’un bambino.
E’ dare senza avere,
un palpito letale,
un piatto da servire
condito con del miele.
Un sogno che s’avvera,
un angelo immortale,
una realtà sincera….
però, sa far del male,
quando, improvvisamente,
senza un motivo vero,
ti perdi tra la gente
e ti ritrovi solo!
17-10-2012.
accetto il regolamento
“Vidi”
Vidi
dai tuoi occhi
lacrime sgorgar
come lamento or
di bimba or
di acqua fiocchi.
Vidi
tutta tremar
paura andar
forse restar
sì star
come calmo mar.
Vidi
muta star
assorta restar
subito andar
come mosso mar
te tornar.
accetto il regolamento
Nessuno tocchi la bellezza – accetto il regolamento
Urgenza del nostro tempo
è il tempo stesso
Accessorio da rinnovare, è la purezza
Cornice…
la commozione
E ti voglio raccontare
di milioni di occhi
e infiniti punti di vista
spostati
oltre i limiti di luoghi dove agire
Corpi dipinti nell’atrio della luce
regolano umiltà millenarie,
da abbandonare
Piuttosto mai più sopperire
a regole papali o intrighi reali
Ma guida è la stanchezza
femmina che strazia
che non lascia spazio per respirare
o per il lancio lontano del fardello,
in cambio di un jazz
Murata leggerezza
da medaglie al petto e guerre interiori,
lasciaci ancora tacchi e fruscianti chifon
sporchi di bellezza popolare
senza alcuna ipocrisia.
Accetto in ogni sua forma il regolamento
Valentina Gaglione
MAI PIU’
Sarà l’inverno
Cadrà un silenzio,
come mattone
il tonfo
verranno giorni di malta e ferro
coperte prone
pelli d’aspidi intorno
mi dico
Mai più notti pungenti
nel vuoto che è di te
Sfronderanno,
spicchi di luce
cadrà la neve
tu mi riscaldi
ancora
guscio di noce
Dichiaro di accettare il regolamento
Rita Stanzione
“Morirò solo” accetto il regolamento del concorso
Morirò solo
come un cane,
con gli occhi rivolti verso il basso,
morirò solo
senza padrone,
sarà un pomeriggio di agosto, o un mattino di aprile,
oppure sarà un freddo tramonto di febbraio
quando, tu, ti siederai
ad ammirare un sole scialbo che scompare,
che ti ha portato solo guai.
Morirò solo
è il mio destino,
morirò senza svegliarmi,
senza dire:
ciao è mattino.
Perderò la strada accostandomi piano piano,
sarà un’uscita leggera,
ecco, lo sento,
morirò in una fresca mattina di primavera.
Sognare,
sarebbe bello
accostarmi al tuo viso
prima dell’ultimo respiro,
portarmi con me il tuo sorriso,
portarlo con me all’inferno per sentirmi in paradiso
e godere, godere di quel che qui non mi è bastato,
di quello che ho trovato e come un uomo solo sa fare
ho maldestramente calpestato.
Sarà il giudizio di chi rimarrà vivo
a tatuarmi sotto il mento, oltre alle date,
un epitaffio con aggettivo e sostantivo.
Ma ciò che rimarrà di me
è quello che ti porterai dentro solo te.
Questo è quanto,
quanto ti dovevo,
lo so non è nulla se penso al male di cui ti senti ora vestita,
ma ricorda, tu sorridi ancora,
la tua favola non è finita.
“Amore” Francesco Paolo Catanzaro- accetto il regolamento-
Ancora un riflesso sull’acqua,
una piccola vibrazione
come quando un sasso piatto
saltella sulla superficie equorea
per inseguire il sogno del volo.
Ancora il tuo riverbero
sugli scoscendimenti della roccia
come disintegrazione di un cuore insensibile
ma che spera di ritornare a pulsare
come un tempo, come una volta.
Ancora l’imperativo di questo tuo amore
per arginare i miei sbandamenti
come sigillo del giorno che ritorna
ogni volta che la speranza è la nostra risurrezione.
Io Pino Frau dichiarò di accettare in ogni sua forma il regolamento
clandestino…
in questo viaggiare
e viaggiare
quasi senza piú vivere
in me
mi sento
clandestino dell’anima
…per questo
volo da te
dove sono
da sempre
accolto
“Scutarius” accetto il regolamento del concorso
Il mio piccolo paese
un’isola lontana da tutti
un mistero di pietra levigata dal vento
un enigma irrisolto
un segreto custodito da angeli molto più furbi di me.
Scruta il Tirreno con sospetto,
ne prende le distanze,
è schivo.
In quelle sere in cui cerca di sussurrarmi qualcosa abbasso la testa, affretto il passo
e mi perdo tra le secrete vie.
Perchè non sono mai stato in cerca di conferme.
Accetto il regolamento.
UN NUOVO INIZIO
un attimo
un soffio
trema l’infinito
piccolo sentiero di maggio
porti i colori dell’autunno
nella casa dei ricordi
ieri è al suo tramonto
nell’alba di oggi tu saluti nuovi volti nel tuo
Maria Panico 17\10\2012
INDIMENTICABILE!
Indimenticabile…
occhi che guardano
il cielo!
Indimenticabile…
mani che accarezzano un fiore!
Indimenticabile…
la tua bocca che bacia la mia….
indimenticabile…
il mio corpo unito al tuo!
Indimenticabile…
l’eternita’ dell’amore!
Accetto il regolamento in ogni sua forma
“Tremolare di steli
preludio è a notte
Sull’acqua morta del giorno
ninfee di ombre a posarsi.
Laccata è l’anima
di cicatrici
fuochi accesi nelle
sue stanze
rischiarano pareti
affrescate parimenti
di maree e deserti.
Immune è la luna
alle lusinghe degli sguardi
non effonde lucori.
Tolgo involucri di ansie
ai pensieri
assecondo le lusinghe
di un vento quieto
che irride ogni gravità
ogni peso .
Prismi di solitudini
i monti
deflettono raggi di stelle.
Provvisorie eternità
ostenta l’universo
vuoti assoluti.
E incanti!
accetto il regolamento
Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento
PIOGGIA DI MARE
Lacrime
-come pioggia di mare –
salate
a bruciare
sulle ferite del cuore.
Alzo lo sguardo
al cielo blu:
nemmeno una goccia
agli occhi.
molto bella… complimenti! :)
BRUNO BELLETTI / 17/10/2012
accetto il regolamento del concorso
Cosa resta
del tuo profumo
di verbena,
quando
ti disperdi
nell’oceano
dei miei baci
che ti trattengono
tremuli
e avidi,
regina
dei miei abissi
e delle mie vette?
Trattengo
l’umore
del tuo sorriso,
mio radioso
arco-baleno.
E penso
che nulla resta,
ma resta il nulla,
comunque,
senza di te
Carnevale
Occhi dorati, capelli colorati
vestiti damascati
e bustini ben strizzati,
parrucche, ciprie e volants,
tra maschere e fruscii Venezia
è un insieme di colori
di profumi, di malizia,
il riso dietro un viso
di cartapesta oppur di raso,
una sfumatura di ombretto
il profilo di un naso,
chi mai ci sarà sotto
nascosto nel vestito
frusciante e ricamato
stirato e ben ordito
dai colori viola
del tramonto antico,
dei verdi smeraldi
che rammentano altri tempi,
altre genti, signori baldi
e donzelle accattivanti
e odori di vecchie cucine
e colori di usi lontani.
Venezia antico lustro,
genti di mare,
avvezzi a viaggi
e galere, nobili signori
indaffarati in luridi amori
in guerre lontane
in stranieri mercati.
Che atmosfera di lusso
un che di passato
un’aria di mare
che torna d’un fiato
un’immagine svanita,
che va oltre la vita
e tra le damine mascherate
si intuiscono altre serate,
d’amori, di balli,
di buie scalinate,
di furti, di odi, fra le calli
le vite passate…
Emanuela Di Caprio accetto il regolamento.
Ronni Corbari-“Per una poesia”-accetto il regolamento
Per una poesia
Non è facile trovare la chiave,
o ce l’hai o non ce l’hai
dentro.
Non nel cuore per carità, quelle sono tutte palle.
Ce l’hai nello stomaco quando brucia dopo una bevuta colossale
ce l’hai nella testa libera e arrabbiata,
non nel cuore.
Per una poesia ci vogliono palle di piombo
per una poesia ci vuole rabbia pura
ci vuole faccia tosta.
Una poesia ti esce dalle budella, se non ti esce da lì
vuole dire che non esiste,
che non ce l’hai.
Per una poesia ci vuole tempo
per una poesia ci vuole spazio d’azione,
combatte una guerra, lei,
contro il mondo
contro gli umani
contro il tempo.
Per una poesia ci vuole tutto,
si scriverà da sola senza aiuti,
batterà da sola quei tasti e si manifesterà in tutta la sua potenza.
Ci vuole coraggio
ci vuole incoscienza
per una poesia ci vuole la vita.
Potresti morire per la poesia e sarebbe la miglior morte possibile.
Per una poesia si scateneranno uragani nella tua anima
per una poesia verrai preso per pazzo
per una poesia devi dare tutto
altrimenti non vale niente.
Per una poesia bisogna essere disposti a tutto.
Ti additeranno, ti offenderanno
ti prenderanno per il culo e rideranno di te.
Per una poesia devi lottare oltre ogni limite
e la vittoria sarà magnifica.
COSA TI SPINGE A ME
Cosa ti spinge a me
fra questi dirupi di sete d’essere
come lupi saziarci
lavarci via tristezza e
nera afasia di pelle inascoltata
ti odio quando non ci sei
frutto dolce e raro con cui m’imbratto
ti amo perché sei
prego la vita non ti lavi via
non ti scavi di dolore
ti lasci mia
oltre la notte
oltre l’albore.
accetto il regolamento
Datemi Fuoco!
Vorrei vedere dove hanno abitato gli dei.
Vorrei visitare la terra e sentirmi viva assaporando il profumo della notte, i suoni del cielo e il dolce fluire di mari colorati di rosa e purpurea brillantezza.
Voglio contare tutte le nuvole dell’universo e vederle danzare in un’unica stagione, un pacato inverno o una sera d’aprile.
Voglio dare nomi a cose mai viste e vedere cose che non hanno un nome.
Voglio che il vento sia mio amante e che mi consoli se la terra profumi di sangue.
Voglio camminare mille anni su un unico sentiero e aspettare che nuovi fiori crescano.
Voglio ascoltare i discorsi dei corvi e conoscere i loro romantici segreti.
Voglio nuotare in un lago di stelle e rimanere bagnata di rugiada per l’eternita’.
Vorrei toccare il sole e chiedergli ”perche’ sei cosi’ caldo?”.
Voglio bruciarmi lentamente in un fuoco dorato che profuma di verita’.
Voglio vivere mille vite e aspettare che finiscano tutte le notti su questo letto di foglie, disperatevi anni, siete pochi!!
Io devo andare, devo viaggiare, in questo fiume brillante, superare i caldi governi e rinascere di nuovo, ancora, ancora…
Seguo la mia stella… vorrei lasciare aperte tutte le porte del mondo e veder lacrimare gli avidi dal freddo e i bugiardi congelati.
Voglio una scala sincera che mi porti all’inferno per accarezzare le ferite dei dannati.
Voglio succhiare il sangue di dio e dissetarmi con la sua ardente ignoranza.
Voglio bere la pioggia che non e’ mai caduta, camminare sugli arcobaleni d’India e incontrarti alla fine del viola.
Vorrei conoscere parole e canti mistici per fermare il tempo e vivere con te nella nostra laguna.
Vorrei avere un solo secondo per spiegarti che il mio non e’ un viaggio lungo.
Vorrei portarti con me e farti sentire i profumi che vedo evaporare nelle colorate vie di questi cieli.
Vorrei dirti due parole per incidere sull’acqua questa visione, per suggellare questo giuramento d’amore.
T’amo.
Erica Cavaliere, accetto i termini del regolamento.
QUEL PASSO INVALICABILE
di Denis Cornacchia – accetto il regolamento.
Nel silenzio strani luoghi
di spazi tenebrosi nemmeno l’ombra
e tu che annunci il passo
di là dallo scandaglio
… nemmeno il fondo.
Vaganti sguardi intorno
a sfatar nubi e contemplazioni
s’intrecciano sull’albero della vita
ch’io fui degno nell’anima
di cotanto amor vissuto.
E busso sulla roccia
gradinate temporali invadono
il pensier mio assalgono,
e reduce trasparente
la pietra si fa.
Un passo ed un altro
ultimo ormai
a firma del mio mondo passato
ripongo… per ben morire.
PAURE NASCOSTE
Respira profondamente
lentamente l’ansia muore.
La paura
lascia che si precipiti nel baratro.
L’amore
accoglilo.
Luana La Camera accetto il regolamento.
VAGABONDO
Sa di metallo, questa zuppa fredda
e di cartone, il fuoco per scaldarla;
sull’unico pensiero, sto, da ore,
gesticolando, senza compagnia.
E ti ritrovo appesa, su quel muro,
nella cornice stanca del passato,
due gocce di profumo avvelenato,
a far da tenda, al nulla della sera.
Non scalda a sufficienza, questo sole,
odora un po’ d’orina e cicche spente;
gli spiccioli, non suonano abbastanza,
son morti con le scarpe, giorni fa.
L’unica via è quella che conosco,
che va da fame certa, a notti insonni,
arriva sino al vino, un po’ annacquato
abbandonato, al lato della strada.
E sembra senza senso, questa vita
fatta di buste piene e di ricordi,
sprecati al gioco, d’una morte attesa,
che sfoglio sempre, senza fine alcuna.
Alta, la luna, porgerà il suo braccio
sulla sua strada, correrò domani,
stasera è freddo, troppo freddo ancora,
pago il biglietto … stanotte, vado via.
“il sottoscritto dichiara di essere l’autore del brano allegato e di accettare integralmente il regolamento di questa gara di poesia”
Marco Gavotti
VIVERE
…tanta aria da calpestare
tanto vento da navigare….
quanta solitudine da macinare!
….tante strade da attraversare
tante piazze per aspettare
per aspettarti….
fino a quando? fino a dove?…
impegnato a scorticare il Tempo
dentro ogni istante
setacciare lo Spazio
cercare… andare…. tornare.
Renato Barletti – VIVERE – accetto il regolamento
accetto il regolamento
Se di luna amassi…
Se di luna amassi il tempo
forse sarei vestita di vento
fino a sentirmi nuda dentro
questo filo di tormento.
Se di luna amassi il cielo
forse vivrei per davvero
di quel bacio abbandonato
che la stella lascia sul prato.
Se di luna amassi il mondo
magari danzerei in un girotondo
e mi sentirei persa nell’oceano
di questo sentimento sempre più vero.
Se di luna amassi l’amore
stringerei te senza contare le ore,
ma purtroppo quando lei scompare
lasciandomi qui a meditare
non esiste giorno che mi assale,
perché so che tornerai
ogni notte al suo fianco
e farai di me sposa
vestita di bianco.
Francesca Ghiribelli.
Ridere
“Vorrei ridere, ridere di te …
e della tua solitudine
E di cose da dirti ne avrei
a te che mi hai sorriso per giorni
incontrandomi per strada,
a te che sei entrato nei miei sogni
e io credevo che tu fossi lì con me …
Per te che hai avuto la mia parte migliore,
per te che hai finto di ascoltare la mia voce
Ogni giorno, la mattina,
apro gli occhi e dico: “no!”
Stamattina ho aperto gli occhi e ho visto
le foglie gialle turbinare nel vento,
in mezzo a loro i miei ricordi secchi
e inariditi …
Vorrei ridere, ridere di te
e della tua solitudine…”
Dichiaro di accettare il regolamento
L’ACCHIAPPASOGNI
L’acchiappasogni di giorno riposa / nel suo letto morbido posto agli angoli del buio / Mentre la notte rimbalza tra le nuvole / con il suo cestino intessuto di stelle / Egli tende la mano verso i tetti delle città / e, silenziosamente, cattura i sogni dei bambini – che son i più colorati e belli – per farne coriandoli / sono i coriandoli di speranza / che l’acchiappasogni soffia sulle cupe teste degli uomini / per dar un po’ di luce al loro riposo.
Charlotte Ridley – accetto il regolamento
COME UNA PERLA
Racchiusa
nella tua conchiglia
m’illumino
di trasparente luce.
Batti nel petto
come onda sullo scoglio
scotendo la mia anima
d’infiniti desideri.
Corpi serrati,
profumati
da dolci balsami
d’invisibile passione,
si schiudono
ai sogni
di tesori nascosti.
DICHIARO di accettare il regolamento
Volerò
libera
l’universo dentro
mete senza fine
per sentirmi
interamente mia
Nulla mi prenderà
nell’essenza dell’esistere.
Prigioniera
mai.
DICHIARO di accettare il regolamento
Da Adele Libero, che accetta il regolamento
Sfuma l’orizzonte
Sfuma l’orizzonte di Capri,
confusa nei colori del tramonto,
dorme, fanciulla abbandonata,
come in un triste racconto.
Le luci dei traghetti in arrivo
si tendono nel piccolo porto,
s’apre anche la luna sul mare
creando la luce per amare.
Si, forse lei arriva stasera,
improvvisa ha aperto la vita,
ha deciso di urlare al destino
che nulla può tenerli lontano.
E lui, pescatore ammalato
di passione, la guarda sorpreso,
anche il vento adesso è calato
e l’amore non è più sospeso.
Adele Libero
ROMA
Stasera io e te ci siamo incontrate,
non è la prima volta ma è come se lo fosse!
Tu hai un volto che avevo dimenticato,
la tua luce mi incanta e mi avvolge.
Ripercorro le strade a te tanto care,
i viali alberati sembrano abbracciarmi.
La loro ombra accompagna il mio passo, non vogliono abbandonarmi.
Quasi per incanto, mi portano là dove tutto è iniziato.
Ma il mio cuore che sussulta sembra non accorgersene,
ad un tratto una mano sfiora la mia fronte,
mi volto ma non vedo nessuno!
Mi domando:”Chi sarà mai?”.
Poi capisco, sei tu…
Per la prima volta hai sussurrato al mio cuore!
Io ti guardo, ti chiedo perdono,
tu mi conosci e ben sai…
Mentre il buio ti avvolge
e la luce delle stelle sigilla il nostro incontro,
mi parli:” Vai, parti pure…
Ma non dimenticare quei silenzi, quelle attese,che ti ho regalato!”.
Io ascolto, mi incammino serena,
adesso so che tu mi capirai!
Sei la mia città!
accetto il regolamento
Il richiamo del mare
L’aria è immobile
sopra il fiume
impetuoso
che inesorabile
e fluente
trascina emozioni
vissute sui monti
giù a valle.
A chi lo guarda
dissolve i pensieri,
rinsalda l’amor
della natura,
mentre solerte
attraversa
rigogliosi boschi
e fiorenti pianure,
per infine
serenamente
abbandonarsi
all’irresistibile
richiamo
del mare.
Accetto il regolamento.
Susanna Polimanti- Assenza- Accetto regolamento
Assenza
Affido il mio dolore
alle acque del mare
la sua luce riflessa
illumina il mio cuore.
Affondo
su sabbia bagnata
per non sentire
lacrime scorrere
sul viso
ad asciugare il cuore
penserà il caldo sole.
Brucio chilometri
sotto le scarpe
le membra stanche
recuperano vigore.
Una silente voce
lontana
sempre
vicina resterà.
Un angelo
mi abbraccia
io, impalpabile
sotto le sue ali.
Un soffio leggero
mi sfiora
stretta in un eterno abbraccio
ti chiamo
la tua risposta
ancora non arriva
attendo.
Che tu possa danzare
nella luce
di un cielo infinito.
Accetto il regolamento.
Alla mia Sposa
Chiara è la nube alle porte dell’inferno e tacqui allora
Quel giorno in cui ti chiederò di esser la mia sposa
Mi vedrà gettar le care adorate lame e dire addio.
Sì resterò a sognarti di notte sopra castagni ammutoliti
fino a quel dì procrastinato dalla giovane età tua
si protrarrà la mia decadenza indebolita innanzi
al tuo fascinoso equilibrio ch’io non so bilanciare
Maledetto Iddio che non vede speranza.
Cara è la nube alle porte dell’inferno dorato
ch’io proferir non posso all’occhi vostri indecenti
inebriati da venti africani delle mille voci profane.
Quel riso infantile che non conosce pena
se non i corpi inanimi avvolti da polvere nera
e come tronchi spogli restano senza mutare
né loco né remoto tempo ove possan riposar
dai falli commessi e commissionati ai non vezzi.
Odo la piuma posarsi sulla sua tavoletta cera
Oh, Calliope! Canta bellissima in questo tristo loco
il trionfo e la disfatta del cuor e dell’appetente fato.
Con saggia critica e dimmi, Oh Musa, come nella disputa
di Adone, com’è opportuno e probo agire in questo loco buio
ove né l’occhio discerne né l’anima coglie l’imminente verità.
Mi congedo ora alla vostra autorità che con intelletto puro
possa portare al momento ultimo la pace de la mia alma.
Elena Condemi – Sez. A – Dichiaro di accettare i termini e le condizioni del regolamento.
“Nella ruvida quiete”
Non posso
non ascoltare
come piove dal soffitto
nella ruvida quiete
e si fa musica.
Piangevano i roseti
alla vista dei passi
sull’erba fredda.
Inciampammo
nell’orgoglio
d’un amore giovane.
Senti come piove dal soffitto?
Tegole le stelle.
I tuoi occhi
conchiglie ambrate
sono ancora qui.
Nastri ciondolanti di brace
le mie braccia senza te.
Mi pulsa nelle vene d’opale
l’odore acceso dell’alba.
Elena Condemi
La veste dei miei giorni
Hai vestito i miei giorni di splendente luce,
dando il riflesso di un amore mai provato.
Hai vestito i miei giorni di felice abbandono,
su quell’amore che non aveva confini.
Erano praterie immense e libere
su cui correre prendendoti per mano.
Hai spogliato poi quei giorni,
lasciandoli nudi in una fredda realtà.
Hai spogliato il mio amore,
ostacolato da confini
su quelle praterie diventate deserti.
Hai fatto tutto questo spogliando la mia vita
e vestendola di incredulità e sofferenza!
Ho indossato un amore la cui cieca ingenuità,
l’ha vestito degli abiti più strani.
Ma gli abiti che indosso ora
vestono tutta la mia libertà
e tutta la piena consapevolezza
di quanta imprudenza era vestito quell’amore.
accetto il regolamento
POSSIBILE L’IMPOSSIBILE
Vorrei poter scrivere
sull’acqua del mare
e sul cielo,
azzurro di giorno,
brillante di stelle la notte.
Vorrei ascoltare
il canto dei fiori
e delle piante
più belle del mondo.
Vorrei poter sentire
gli animali parlare
e conoscere i loro linguaggi,
i loro istinti.
Vorrei che gli uomini
fossero tutti fratelli
e che si tenessero
sempre per mano.
Vorrei, ma non posso.
Tuttavia, se chiudo gli occhi e volo,
tutto è possibile nella mia fantasia,
anche l’impossibile.
Fiorella Fiorenzoni – Accetto il regolamento.
La veste dei miei giorni
Hai vestito i miei giorni di splendente luce,
dando il riflesso di un amore mai provato.
Hai vestito i miei giorni di felice abbandono,
su quell’amore che non aveva confini.
Erano praterie immense e libere
su cui correre prendendoti per mano.
Hai spogliato poi quei giorni,
lasciandoli nudi in una fredda realtà.
Hai spogliato il mio amore,
ostacolato da confini
su quelle praterie diventate deserti.
Hai fatto tutto questo spogliando la mia vita
e vestendola di incredulità e sofferenza!
Ho indossato un amore la cui cieca ingenuità,
l’ha vestito degli abiti più strani.
Ma gli abiti che indosso ora
vestono tutta la mia libertà
e tutta la piena consapevolezza
di quanta imprudenza era vestito quell’amore.
dichiaro di accettare il regolamento
Pietre di sangue senza nome
(Lapidazione)
Aveva desiderato un uomo
con la grazia di una farfalla che amoreggia con un’altra
nel silenzio meridiano di una spiga di grano
dal vento pettinata.
Aveva desiderato un altro uomo
con il candore di un infante che assaggia il grappolo dei
sogni suoi suggendone uno ad uno gli acini
come neve di latte.
Sul cuore di costui erano lacrime di cenere
e ombre di spina.
Pietre furono accompagnate contro di lui da
mani sorelle senza volto
erano pugni contro un cielo di spalle gravido
già di orazioni inesaudite
e piano piano e senza fretta il bianco sudario
di costui sbiadiva in un dolore umido di terra.
Fu lapidato.
(Coro:
Lapidato fu costui nella sua nudità d’uomo in un sol
istante lungo un sospiro.
Lapidato fu costui nel suo sentimento d’uomo in una
nota capace di mescere l’avvento e l’addio.
E lapidato fu costui nel suo essere nato uomo da una
madre che lo ha permesso).
Fu lapidato.
Tacevano le macerie in un fil di polvere, immobili
e rivoli di sangue si protendevano come radici
di vita in un’ultima supplica.
Erano pietre di sangue senza nome.
Pietre di sangue che giacevano là come cadute stelle, ai piedi
di una croce senza volto.
(Coro:
E si schiuse al grappolo dei sogni suoi piano piano e senza
fretta la farfalla infante).
[In dedica a tutti gli omosessuali lapidati]
Accetto il regolamento.
ASPETTATIVE DISATTESE
Poco avevo riflettuto.
Ti fissai per un minuto.
Aspettavo un tuo saluto.
Per te ero sconosciuto.
Ogni tanto una batosta.
Aspettavo la risposta
al messaggio mio di posta.
Ti pensavo senza sosta.
Aspettavo un tuo cenno.
Un tuo segno era un sogno.
Un mio sogno era un segno.
Per amore persi il senno.
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO.
Terra
Cadono pesanti
le tue parole,
alzano la polvere
della mia terra.
Sbocciavano frutti
dalla tua bocca,
ora parole
aride e aspre,
che incolte muoiono
nella mia terra.
Sezione A
Accetto il regolamento
A G.
Triste come il mare in calma:
tace e non parla, soffre e non favella!
Accarezzato dall’iri l’orizzonte
l’avvolge in salvazione dell’oblìo!
Il sorriso è spento.
Vibra la luce del sole
come corde di violino
una nota in si bemolle.
Fibrilla il cuore:
a cinquant’anni non è passione,
si affaccia alla finestra socchiusa
a soffocare nascosto l’amore
che danza in una piazza deserta
senza spiraglio di evoluzione.
Impossibile averti, fugace piuma al vento
il pensiero di te non può essermi negato.
Soffro tremendamente la calma
di questo oceano che continua a tacere
in un ti amo di burrasca!
ROCCO GIUSEPPE TASSONE
Dichiaro di accettare il regolamento
Ali di Farfalla
Nei tuoi occhi neri e tersi
io vedo l’alba di un sorriso,
diffonde luce nel mio viso
in sogno ci si sente persi.
Tu voli come fossi stella
anima libera nel vento,
planando in un cuore aperto
dispieghi ali di farfalla.
accetto il regolamento
bella… :)
I love Neda
Tutto è stato detto, e tutto deve essere fatto.
E così sarà finché Neda muore. Quante volte ancora
Neda dovrà morire così, ancora, stupidamente.
Oh, Neda, in questo preciso momento,
che sono le 4,52 ora di Roma, fuori albeggia; gli usignoli cantano,
e libera nell’aria il gelsomino il suo profumo.
Tu dove sei, cos’hai mangiato oggi? dove hai dormito? cosa ti ha detto
tua madre per rassicurarti? Se è ancora viva, se non è stata
violentata o massacrata nell’anima e nel corpo, da qualcuno che non sa,
e non saprà forse mai che poteva avere una alternativa migliore.
Neda, amore mio, bambina mia, figlia mia,
cosa posso fare per te, adesso, domani e il giorno dopo.
Non credo che basterà scrivere na poesia.
Stai con me Neda, resta ancora nei miei occhi e nella mia memoria.
Non lasciare che la distrazione mi porti via.
Solo allora, solo quando io smetterò di distrarmi, tu potrai smettere
di morire.
accetto il regolamento
Odissea
Nuda è la notte
-amico mio caro-
lacerate le vesti del sogno
le vene viola mostra
al pallore lunare
e questo dolore che traspare
dall’acuto silenzio siderale
raccolgo e avvolgo
Itaca non è perduta
seppur tace il suo eroe.
( dichiaro di accettare il regolamento)
LUNA ROSSA
La vedi intera due giorni al mese,
la dolce Iside sempre velata.
Il marito è via col bambino,
due giorni al mese, in passeggiata.
Lei tutta sola nella casa scura,
può scostare le gelosie,
i veli neri, la mantella dura,
ed esplodere in squilli di trombe.
É lei il demone delle tombe!
É lei la femmina natica bianca
che ispira, che invoglia, che sfianca!
In queste notti l’atmosfera
le fabbrica un largo tampone
dove lei versa fiotti di sangue,
seria, già usa all’operazione.
Il suo bambino l’ha munta troppo
e i poeti soli, pieni di voglia
la molestavano di bave e di oppio
anche quando non era spoglia.
Sangue a fiotti sputa dai seni
la bella Iside ammaliatrice,
la mia madre pudica e sana,
anche di perla, sempre felice.
accetto il regolamento
SONO FELICE
Non chiedetemi
perché.
Sono contento
di scrivere
non per me,
ma per voi.
Sono felice…
di svelare i miei
sentimenti al fiore.
Non chiedetemi
perché
ma sono felice,
annunciandomi
a voi
con calore e affetto
come una rosa rossa,
annunziata
alla sua donzelletta.
Sono felice…
il vedere tanta
magia nelle parole.
Vi sembrerà
strano ma
sono giallo
dall’aurea.
Di rivedere colombe
bianche
come la vita
volteggiar
su noi
sotto una elegante
melodia.
DI PAOLO FRANZINI
TUTTI I DIRITTI DELLA POESIA RISERVATI
ALL’AUTORE, ACCETTO IL REGOLAMENTO…
BUONA POESIA A TUTTI.
Accetto il regolamento
La mia mano
LA MIA MANO
A VOLTE STANCA,
TI DA’ UNA CAREZZA,
SE TI MANCA.
LA MIA MANO TREMA
SE COMPONE CON DOLCEZZA,
SE AFFERRA CON TENEREZZA
I TUOI CAPELLI D’ORO.
LA MIA MANO VUOLE SCRIVERE
DI VOI, PER VOI, PER SE’
FINO A QUANDO NE AVRA’ LA FORZA,
LA COSTANZA
IL GIUSTO SPIRITO.
LA MIA MANO VUOL STRINGERE
LA TUA MANO,
PER SENTIRSI PIU’ VIVA
PER SCOPRIRE SOPITE SENSAZIONI
E CAPIRE COM’E’ BELLO VOLER BENE.
EMOZIONANDOMI COME UN BIMBO…
GLI HANNO DONATO UN SOGNO
“FORSE UN GIORNO TI CHIEDERAI” di ANNALUCIA MENEGHINI – (Dichiaro di accettare il regolamento)- 25/10/2012
Un giorno ti chiederai
Perché la vita è così
strana da come la desideriamo.
Eppure ogni cosa ha significato,
perfino la paura.
Il coraggio è l’unica cosa
che ti fa andare oltre
a ciò che vedi.
E tutto quello che farai
con quell’ardore,
non potrai dimenticarlo mai,
nel bene e nel male,
perché quella è la parte
migliore di te,
che ti farà sopravvivere
ad ogni inutile intoppo
che troverai sul tuo cammino,
e allora ti accorgerai di chi sei
veramente e soprattutto saprai
che sei veramente vivo.
Un po’ sfinge un po’pierrot
Scivolano ora i miei pensieri
come sabbia tra le dita,
neanche lo specchio riflette i miei segreti,
d’ora in poi farò la sfinge a vita!
Contemplo la luna ed il suo alone di magia
raccolgo nella notte la polvere del giorno
poi lenta mi assopisco con la mia nostalgia
sconfitta dalla fretta di un bel sogno.
E domani, domani io mi sveglierò.
riaprirò gli occhi su quella chimera
e continuerò a sentirmi un pierrot
parlando con la luna quando è sera!
edita in “La sfinge e il Pierrot”
Aletti editore
PLANARE DI FARFALLA
Invisibile tela
sospesa
nel vuoto:
oscuro
territorio
della mantide,
che scavando
nel fragile
pensiero,
contrapponendo
l’esuberanza
del vivere,
all’abisso
della disperazione,
illude
la sua preda,
che ignara,
sognante,
cavalcando
un leggero
alito di vento,
planerà
nel cielo
aprendo,
per l’ultima volta,
le sue ali
di colorata,
sensibile,
farfalla…
Tiziano Consani
Accetto il regolamento
LA NOSTRA GENERAZIONE
Cinquantenni brizzolati o stempiati,
nell’animo ventenni di eterni adolescenti.
Navigando in mare aperto, all’orizzonte,
non s’intravede tramonto
per il nostro mondo.
Sospesi nel tempo
e sempre “On the Road”,
l’isola felice circumnavighiamo
nel ricercar pace, amore e libertà
sventolando la bandiera
di quel ‘68 che fu il nostro motto.
Negli anni lieto è il viaggiar
imbarcati in colonne sonore
“pop, country, rock”,
veleggiando nel “blues”
nel sogno mai finito
della nostra generazione,
porto essenziale di epocali passaggi
fra crisi, benessere e tecnologia spaziale.
Sull’onda del passato si continua a navigar
facendo rotta nel presente
alla ricerca permanente
di una migliore umanità.
Utopia, realtà:
non spegnerti O speranza!!!
Lasciaci salpare ancora verso il futuro,
nel continuo ricercar…
Magici tesori e mondi migliori.
Antonio Bicchierri
accetto il regolamento
SITTER
È buio.
No, non fuori, lì c’è il sole… è il nero dentro di me.
Pece che cola lentamente sulle pareti della mia anima;
freddo che si avvinghia parassita al mio cuore;
nebbia che ammanta palpabile quel poco che rimane del mio cervello.
Tristezza immensa, angoscia fisica, solitudine straziante nel pozzo del mio io, sprofondato nel baratro pieno, colmo di vuoto.
Occhi-civetta che girano sperduti sui muri che crollano, respiro stroncato di paura e nulla; corse, lagrime, impotenza!
E nulla è né sarà più come prima. Forse.
Un’unica, lontana, quasimpossibile luce di speranza che tremola, esile ed impalpabile, da raggiungere… al pi˘ presto, prima che – sperando che non – sia troppo tardi.
No, non sono drogato.
Magari lo fossi… passerebbe.
Marionetta dai fili tagliati,
tutti meno uno.
Così liso, quasi inesistente, piccola bava di ragno sifilitico che si stende sino allo spasmo.
E il mio urlo muto si spegne
nel vuoto assoluto.
…e poi più nulla.
Accetto il regolamento del Concorso
LOTTE “INTESTINE” di Antonio Giordano. Presa visione, si accetta il regolamento del concorso.
Dice e ridice Euridice,
né mai si contraddice,
che il Duce tracce
di nome Aiace
non fece le feci
il dì delle preci
ma invece in sua vece
felice le fece il vice.
Tace Euridice e più non dice
ma corre voce
che il Duce truce non ebbe pace.
Con piglio feroce
veloce veloce
a colpi d’orbace
il vile vice gettò sulla brace
nella fornace di borace
e pece ne fece
quanto una noce.
Che fine atroce
del Nilo alla foce!
ALTRA ESISTENZA
Esiste il tempo d’uno strapazzo
non voluto per il semplice motivo
d’un ascolto non desiderato.
Esiste il tempo delle libellule
nel ricordo d’un temporale fulminante
che accresce il desiderio
di tornare indietro nel tempo
dove tutto si può costruire
senza l’arroganza
della umana speculazione.
Esiste il tempo del vento irrequieto
che accorcia distanze labiali
irrilevanti nelle loro interpretazioni.
Eppure in tutte queste bugie
si aggregano ori spezzati
da suoni d’abbaglio;
nel loro ermetismo
si nascondono
fiabe di noi
che stiamo vivendo
nelle incarnazioni
delle nostre ricche proiezioni.
GLORIA D’ALESSANDRO
(dichiaro di accettare il regolamento)
Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Voce di Ilaria Militello
Sento la tua voce,
ma non riesco a vedere i tuoi occhi.
Sento il tuo respiro,
ma la tua bocca è lontana.
Ti sento,
ogni giorno,
ma sei solo dentro me.
Tu sei lontano,
irraggiungibile.
Sentire la tua voce mi fa impazzire,
ancora di più sapere che non sarai mai mio.
Dovrei allontanarmi,
non amarti,
non amare più così disperatamente la tua voce.
Il desiderio di te
mi opprime ogni giorno,
non mi fa vivere,
in ogni uomo di cerco,
ma non sei mai tu,
non lo sarai mai
e io continuo ad amare,
sempre e solo una voce.
Poesia di Maila Meini. Accetto il regolamento.
Silenziosa come il vento
Nel giorno che declina, radente
la luce trasfigura i colori
dei campi, dei boschi e delle case
di uno splendore ambiguo. Percepisco
l’energia dorata della vita,
un tempo ardente, spesso trasformata
in fili di fumo scolorito,
più calda ora dell’aria che mi avvolge.
Mi muovo silenziosa come il vento
passando attraverso i fili d’erba,
leggera perché c’è un domani.
Fabrizio Tanda – accetto il regolamento
NELL’AZZURRO MUOVERSI
Fremono le onde
serenita’ schiumose
fra l’azzurro
muoversi come
in un un sogno:
forse
ti rivedro’
ridente e libera
mentre
petali di ginestra
ora si posano
dove
le onde
s’assopiscono.
DEA DELLA CASTITA’
” dela della castità
mi costringi ad amarti ogni giorno
e già la gente sorride
di questo
amore
tenero
come le labbra di un bambino
castità di pensiero
dove la libertà
è assoluta
dove la mente spazia
sopra ogni indefinibile limite
l’anima è leggera
dove lo spazio è senza tempo
e senza forma
difficile raggiungere questo stadio di castità
ma noi molto spesso
ne assorbiamo
mai sapranno gli impuri
che i prati
si specchiano nei nostri occhi
oltre ogni realtà possibile
io poso il corpo nudo
sulle zolle di umida pietra
per respirare
una libertà
a me soltanto donata”
accetto il regolamento
Della gioia
E allora dunque la gioia è solo un sogno,
sul tardi, quando le ore inclinano
ai vapori leggeri della sera
e non ci resta null’altro
che una trepida attesa della quiete?
Vorrebbe ribellarsi la voce
che ci accompagna nel ruminare
affollato di speranze e rimpianti,
e un disperato bisogno ci sorprende
d’un antico ma rinnovato tepore,
che ci accolga nelle braccia del sonno.
E cosa è mai questa gioia che ci tenta
in un ultimo assalto con la furia
e la dolcezza del ricordo
e con la carezza d’un volto
che disegna un futuro di bene
nei nostri pensieri?
L’incertezza ci cinge la testa
come un giorno in cui in cielo
s’alternano qualche sprazzo di sole
e squarci improvvisi di nuvole nere
e non c’è risposta alle nostre domande,
che restano sospese
nella greve atmosfera d’un orizzonte
senza un filo di luce,
e ii mistero che le circonda
ci avvince nel buio e ci sospinge
nella notte più inquieta.
Dichiaro di accettare il regolamento in ogni sua parte.
Voi che ogni giorno …
Un cuore debole come la mente stessa
Un sogno che si spezza e t’ incatena ad esso
Un tormentar dell’ anima senza veder la luce
Un buio all’ improvviso che toglie anche la pace
Nessuno che fa niente, con solo amar commenti
Nessuno che ti aiuta ed io … sola … perduta …
Perduta e senza fiato: un grido nella mente
Confuso e esasperato …
Ma non vedete che sono triste e stanca?
Non vi accorgete che soffro immensamente?
Voi che ogni giorno mi dite che mi amate
Non vi accorgete di come son rimasta sbalordita
Quando l’ anima mia d’ un tratto si è spezzata?
Perché non mi aiutate? Perché non mi ascoltate?
Ma voi … le spalle al muro … a terra mi gettate …
Sempre di più … ancora più colpite …
Non vi è bastato il danno che ho nel cuore …
Voi che dite a tutti che mi amate …
Non vi è bastato un corpo senza amore …
Voi che dite a tutti che mi amate …
Non vi è bastato che l’ anima ho perduto?
A chi mi dice amore nulla gli può bastare
Se non la gioia immensa
Un giorno di potermi cancellare
Completamente … dal mio presente …
Dove per me più niente potrà mai stare …
Né gioia né dolore ne lacrime e rimpianti
Né vita e né speranze
Ma solamente un fingere fatto di circostanze
Carmela Russo
accetto il regolamento
LA GUERRA E’ FINITA
Ricordo che quando ero ragazzino
avevo tanta fretta di diventare grande;
anch’io sognavo di essere un eroe
con quelle due pistole strette ai fianchi;
le avevo avute in dono da mio nonno
il giorno del mio quinto compleanno;
la guerra non è un gioco da bambini
la guerra è odio e tradimento.
Israele e Palestina hanno crocifisso Dio
con la loro caccia all’uomo,
con le loro bombe umane.
Correte, venite, quanto sangue, quanti feriti.
Correte venite, la guerra è finita!
accetto il regolamento
A NUDO
Corrode l’amore
quando la notte si desta
senza riguardo alcuno
a centellinare le virgole
e quei punti interrotti
di ogni riverbero di ieri
di ogni oggi e mai
o sempre
o quel dentro che non cheta
che non plaude all’imbelle sorriso
non elargito a forza
nè strappato al pegno
ma vivo
nel pur dolente ricordo
dell’amore che desta
quando la notte non ha riguardo
mentre si stringe il tempo.
(accetto il regolamento )
E vorrei dirti.
E vorrei dirti del mio giorno nuovo
Quando nel vento che sale
Per le strade lievita il pane
Ed il mio viso piange
L’assenza della tua mano
O una sirena stride sulla quiete
E un cane abbaia legato alla catena
Io vorrei dirti del mio giorno nuovo
Quando la parola cade nel vuoto
Come un seme nella crepa
E il sole affonda nel mare la sua luce
Come la quercia le sue radici al suolo
Si vorrei dirti del mio giorno nuovo
Quando discolorano le ombre sopra i muri
E la stanza rimane mestamente nuda
Quando il pensiero è un grido che m’assorda
E il desiderio un carbone spento
Io vorrei dirti del mio giorno nuovo
Che nuova manna mi liberi dal cielo
E di fresca pietanza adorni la mia mensa
Ma il giorno è uguale in tutte le sue ore
Se non nelle fatiche e nell’attesa
E l’ozio muta amaro nel supplizio
Se penso che mi chiami e aspetto invano
accetto il regolamento
Fermarsi cinque minuti,
seduta su un’altalena,
in un piccolo parco.
Contatto con un’aria calda,
di giorno uggioso,
copre il blu del cielo.
Nuvole in rivolta.
Piove ed io cammino tra le gocce.
@ Annalisa Civitelli 2012
Accetto in ogni sua parte il regolamento
Lunula candida poesia di Valentina Meloni
Bianco il palmo ove posasti il cuore
dita su dita carezzando
la falce bianca di luna nascente
pallida lunula aleggiante sogno
ricamo fiorito, sospeso
merletto del giorno antico
le mani che sfiorano promesse segrete.
Accetto il regolamento
http://poesiesullalbero.blogspot.it/2012/10/lunula-candida.html
Anna Rosa Falcone .Accetto in ogni sua parte il regolamento.
Troppe parole
Tutti parlano d’amore ma nessuno ama veramente
Tutti sono amici di tutti,con sempre un pugnale pronto ad attaccare
Tutti si chiedono il perché,ma nessuno risponde
Troppe solitudini innamorate
Troppi innamorati fasulli
Troppe amicizie infondate e
troppi mi manchi senza “eccomi qui”
La poesia è la risposta Dell’anima
E solo il sorriso
È la giusta risposta a tutti i tuoi perché
Disincanto
Pietra opaca
senza luce
ne’ ricordi
ghermita dalle acque gelide di un mare d’inverno.
Sasso instabile
senza amore
né colore
poggiato su morbida sabbia dorata.
Roccia stanca
senza calore
né gioia.
Così
se vuoi
ti dono il mio cuore.
accetto regolamento
NÉ IL CIELO POTRÀ NEGARMI IL SOLE
Niente potrà ridarmi
l’attimo passato
né il cielo potrà negarmi il sole.
Nulla potrà cancellare
i passi già vissuti
né le ombre della sera.
Solo nella polvere
ci si abbandona alla tristezza:
è il vento della vita che soffia leggero.
Niente potrà farmi dormire
né i soporiferi lamenti dei vicini
né il canto della notte stralunata,
solo la voglia di sognare
mi farà ricominciare.
accetto il regolamento
È da lì nacqui io
Una continua lotta con me stessa
Abbandoni,lacrime,morte
Tutto è passato dai miei occhi
E perfino l’amore ormai mi delude,
Mi fa cadere giù
Una stanza
Sensa via d’ uscita
Mi perdo nel buio della notte
È non riesco a sopravvivere all’immensp dolore
Che provo nel pensarti
Un ricordo,
ormai svanito
Nel buio dei tuoi occhi
Morte,solo morte
Vedo dentro di essi
Lotto,lotto
Per arrivare in cima ,
Ma i miei sforzi sono invani,
Un continuo lottare,
Per qualcosa che non esiste più
accetto il regolamento
accetto il regolamento del concorso
ESTATE
E volti la spalle alla dama dei fiori,
giungendo al solstizio.
Orafa incastoni tra i rami
gemme dai toni dolci e dalle aspre sfumature.
Imbratti le verdi distese
con variegate chiazze dalle raffinate aulenze.
Fragranze marine riesumi dai sensi
che conducono a spiagge pronte all’accoglienza.
Oh Pittrice quanto colore spendesti all’azzuro del cielo?
E’ specchio celeste
e lassu’ lo portasti!
Le onde e le tue brezze dan spunto a profumi
che indossa il melanconico costretto al suo cemento.
Spezzi oppur circondi flirt e grandi amori
che vivono le ore come fossero degli anni.
Con passione culli l’ozio e coltivi notti insonni,
aizzi a rinviare ogni dovere al dì.
Bellissima, raffinata, sicuramente da premiare !!!
LE LIBELLULE
FELICITA’ di VIVERE 12/06/2011
Ieri sera, mi stavo appisolando
Il Capo ho adagiato sulle braccia
E mi sino addormentato
In un baleno lungo un attimo d’eternità
Mi sono ritrovato in un mondo di sogni
C’era quello che odiava il mondo
ripeteva continuamente perché a me?
C’era quella che pure avendo un corpo stupendo
Nei suoi sogni c’erano solo incubi
E fra un mare di sogni negativi
Ho incontrato il sogno di una ragazza
Il suo corpo
Non aveva i piedi per camminare
Neppure le mani per mangiare
I suoi sogni erano solo di bellezza, amore e gentilezza
Quando vide il mio sguardo incapace di por domanda
Con un filo di voce e con un sorriso smagliante
Disse
Lei non può comprendere
Quanto sia immensa la mia felicità di vivere
Giancarlo Rizzati, via Roma 2° tronco,67
45030 Occhiobello- RO
e-mail giancarlo.rizzati@gmail.com
tel. 0425-750552
Accetto le condizioni
Waiting for – accetto il regolamento – Carmelina Casamassa
E’ nei vicoli stretti che odorano di bucato appena steso
dove le persone si siedono raso al muro
all’ora in cui
nelle campagne di Cassola hanno tutti smesso di lavorare
e sono fuori a godere della calura che allenta la presa
e la gente non ha neanche tanto voglia di parlare
quanto quella di ascoltarsi il silenzio.
E’ in quei vicoli che s’insidia l’attesa…
Castelli di sabbia – Elisabetta Bagli – accetto il regolamento
Ogni giorno tu,
la tua vita, il tuo sorriso,
i tuoi nei che il tempo non ha cancellato,
i tuoi nei che accendono la mia fantasia.
Ogni giorno tu,
la tua voce che cade su di me,
calda come una pioggia estiva
inumidisce le mie membra
che da sempre hanno sete di te,
che da sempre vogliono vivere la tua carne.
Ogni giorno tu,
imprigionato nei miei sogni,
vaghi nei miei castelli di sabbia
che non vogliono farti andar via.
Ma le onde arrivano,
puntuali arrivano.
Distruggono tutto.
I ricordi, no.
Costruisco ancora castelli di sabbia.
Lo farò fin quando il vento
che mi dà la vita
animerà questo mio corpo nudo.
Li abiterai tu.
Lì, ci sarai tu.
Ogni giorno tu.
A ritroso
Ho dormito con Baudelaire per anni
sotto il portico della ferrovia
A volte mi mancava la fretta
altre volte sentivo Huysman
battermi le tempie
sbucato fuori da quel paramento
A rebours
A ritroso ho incamminato un verso
diretto alla pace di un volto
truccato
Federica Galetto
Dichiaro di accettare in ogni sua parte il regolamento
La rosa
La rosa è un fiore,
migliore per comprendere la vita.
Le spine sono le pene e gli affanni
della misera vita.
Il bocciolo è l’amore
che unisce l’uomo con il suo simile.
Non importa se è amicizia,
affetto, passione.
E’ un romanzo la vita.
La rosa è il sigillo
per comprenderti e
chiamarti amore.
Questo è il sogno
chiamato “misera vita”.
accetto il regolamento
– Sogno in Bianco e Nero-
Sola,nel silenzio
ascolto la voce dell’anima
forse sogno
scorrono sfuocate immagini
sui muri bianchi
immagini in bianco e nero
foto sbiadite ,attimi di vita
Bianco….dolci ricordi..
Nero….no!—
non voglio ricordare
fa male!!—-
rivoli di lacrime sul viso.
un battilo di ali..una carezza
inaspettata
son desta
non soffro più.
caputo antonietta 06.09.2012. accetto il regolamento
Ammaliato
Per le viuzze del paese mio
all’imbrunir la vidi camminar,
fissai lo sguardo su cotanta grazia
e per incanto stetti ad ammirar.
Leggiadra andava con quei passi suoi,
parea quel calpestio voler volare;
tanta avvenenza io non vidi mai…
che il cuore mio chiese di parlare.
Fisso negli occhi posi il lungo sguardo
e amabilmente volli pronunciarmi;
che cosa dissi non ricordo affatto
ma cosa certa fu… complimentarmi.
In ogni modo esposi le parole
che dal profondo mi dettava il cuore;
le labbra si toccavan per magia,
non riuscivo che.. parlar d’amore.
Cosa cercavo – quello fu certezza –
tanta bellezza non passasse invano
fu mio intento quel di conquistarla
e timidamente gli chiesi “la mano”.
Bellotta Luigi, Dichiaro di accettare in toto il regolamento
Pensando a te
Scrivimi
ché le tue parole giungano
a domare quell’ansia che ho nel cuore
Pensami
per riempire il vuoto di vita
che mi assale
Aleggiami
soffiando dolcemente nell’anima
a spazzar via le mie paure
Stringimi
per non lasciarmi sola
a pensare al futuro
Amami
come luce che sorge timida e impetuosa
a illuminare desideri
Cercami
per percorrere insieme le infinite strade dell’amore
trasformando in vita i sogni
Dichiaro di accettare il regolamanto
Daniela Cavazzi
A volte tra la gente.. cammino distratto per le vie affollate, incrocio lo sguardo delle persone cercando di trovare nei loro occhi frammenti di vita,storie,qualche dettaglio che mi parli di loro,io le sento a volte ma non sono parole,a volte è un canto dolce ,talvolta amaro come un lamento che mi angoscia che mi spinge a guardare nella direzione opposta a tutta quella confusione, dove tra le tante cose che sono rimaste in silenzio, vedo il riflesso della mia immagine ,alla quale chiedo disperatamente chi sono io.
accetto il regolamento
Fissare delle regole
(per mia figlia di 16 anni)
Fissare delle regole per quei tuoi gesti morbinosi
è come aprirsi a un torbido mattino di sole
senza luce.
Come dirtelo, come fartelo capire,
l’ignoto ordine della fatalità.
Potenza e atto, causa ed effetto,
leggi dell’universo o solo falsità?
Come accarezzare il tuo imbronciato
sguardo, strombato verso la malinconia,
come toccarti, come farti sentire,
la durezza della mia fragilità.
accetto il regolamento
Fissare delle regole
(per mia figlia di 16 anni)
Fissare delle regole per quei tuoi gesti morbinosi
è come aprirsi a un torbido mattino di sole
senza luce.
Come dirtelo, come fartelo capire,
l’ignoto ordine della fatalità.
Potenza e atto, causa ed effetto,
leggi dell’universo o solo falsità?
Come accarezzare il tuo imbronciato
sguardo, strombato verso la malinconia,
come toccarti, come farti sentire,
la durezza della mia fragilità.
accetto il regolamento
Di sera, fra le mani un bicchiere
mi piace pensare al domani
come improvviso mutare
come onda che scrosci
schiumosa e saturi l’aria
del salso sentore del mare
Mi piace pensare al maestrale
ai gabbiani arruffati sul molo
alle barche tremanti
alle nuvole-alianti
al tuo sorriso sorpreso
felice, rapito
nel vento
che di zagare odora
i ricci ribelli
Mi piace pensare che vivere
in fondo
non sia che l’incerto volare
d’un aquilone
che tende allo spasimo il filo
e non sa se fermarsi
o partire
Nel frattempo
aspettando che scoppi
la tempesta perfetta
il bicchiere si svuota
e la coscienza s’appanna
Finalmente sbilenco
mi alzo
dalla sedia sfondata
allontano un fantasma ossessivo
sventolando la mano
mi spoglio confuso
e poi vado a nanna.
Accetto il regolamento
Io in Poesia
sono diversa.
Sono un insieme
di vetri rotti, lasciati
in un angolo della
soffitta.
Aspetto che qualcuno
si ricordi di venirli a
prendere.
La polvere li ha ricoperti,
la mia immagine e’ distorta.
Non possono accorgersi
di me.
Solo il sole puo’ ridare
forma al volto, invitare
qualcuno ad entrare
nella soffitta, raccogliermi,
accogliermi.
Liberarmi da questa vita
di vetro fatta solo di
sentimento e introdurre
la ragione.
Non piu’ frantumata,
essa si ricompone,
ritrova identita’ in un
corpo reale che non
appartiene piu’ alla
Poesia.
Daniela
Dichiaro di accettare il regolamento.
29.10.12
Daniela Vento
Avrai motivo di canto e di preghiera
verso quel dio cui fosti inviso,
come l’eroe che cadde per bandiera
di una patria che non lo riconobbe,
e non trovò il suo posto in paradiso.
Cuore, di che ti penti e di che piangi?
Amasti fino all’ultima chimera,
e la inseguisti fino ad orbite celesti,
come ora, nel dolore, che ti appresti
a cantare emozione che non c’era.
Spargi i tuoi versi nella terra d’oro
che accarezzasti tanto da fanciullo
dietro i passeri in volo per trastullo
di agguantare un bel sogno a primavera.
Con stupore negli occhi guarda il sole
e inebriati di luce e dei poemi
che lo spazio dispensa a mo’ di premi
a chi sa coltivarlo come aiuole.
Guarda gli spazi pregni di altri canti,
sentili e poi dimentica il presente
arido e vivo di realtà dolente,
di splendidi ricordi e di rimpianti.
Frena, cuore, l’impulso alla chimera,
verrà il buio comunque dopo i giorni
di questo lampo che non ha ritorni
e che smette i barbagli con la sera.
Gesuino Curreli
Accetto il regolamento
Dolore 11.09.12
Coltre nera su ogni pensiero
Cielo senza stelle per parole mai dette
Cuore tagliato da lama affilata
Orizzonte irraggiungibile con lo sguardo
Impotenza assoluta che pervade i sensi
Sconforto che si insinua nelle vene
Rammarico per atti incompiuti
Ricordi che affiorano come bolle d’aria
E la vista si offusca in un attimo
E la carne si ritrae da se stessa
Tutto è inutile e già compiuto
Anche con la forza nessuna soluzione
Il tuo mondo ti scivola fra le dita
Come sabbia finissima che non trattieni
L’inutilità s’impadronisce severa
Di quel vuoto esanime che di te rimane
E ti manca il fiato e le parole non servono
Ogni gesto sembra ovviamente improduttivo
Nessun aiuto può sembrare efficace
Un sacco vuoto è più animato di te
La solitudine s’impadronisce
Di quell’anima come carta bianca
Disperato trovi solo dentro te
Un flebile filo d’aria per respirare
Infinito e spazio si fondono in una prece
Che aiuti a ritrovare almeno la speranza
A colmare di ricordi incancellabili
L’essenza abbondante di dolore
Invio accettazione incondizionata del regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/200)
SEMPRE NEL CUORE
Sempre nel cuore
granitico filtraggio
di lame e di gioielli
finché attendi…
colpito da residua chiarezza
un giorno, a trasformar le pozze d’acqua
in fluide vivide pendenze.
L’amore sfreccia sulla sabbia
che solo alla mente
pare che i flussi possano parlare:
di nuovi rifugi, nuove solarità.
“L’anima procura la vita,
dove solo morde siccità
e desolazione.”
Una scintilla verde a dire:
“Tutto comincia
quando tutto sembra finire!”
Bronzo seppellito il corpo
per il quale, un definir di ciglia
per mano di fanciulli, scavando
tra la sabbia perle:
“Ritrovato è l’uomo!”
Nei suoi occhi.
Luca Gismondi
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
Ragazza di Lisbona
Dalla finestra
guardo un mare di lucciole nell’immensa piana
e guardo te,
abbandonata sul mio letto.
Dormi.
Morbida luce di addobbi cosmici ti veste
come i tuoi capelli sparsi sul cuscino.
Socchiudi gli occhi.
Un sorriso…
A me o ad un sogno?
“Vieni amore, guarda…”
Ti chiamo vicino.
La notte è ferma e calda.
Il cielo capovolto.
Migliaia di pirilampos che paiono stelle.
Una lacrima furtiva,
malinconia della tua terra,
desiderio del vento assolato di Lisbona.
Dal profondo dell’anima canti un fado
che parla di viali alberati e marciapiedi a mosaico.
Monica Bianchetti (accetto il regolamento del concorso)
NON SO SE SO AMARE sez.A
Non so se so amare
ma lo vivo!
Fatto di carezze che scivolano
di labbra che assaporano
di sguardi che si incrociano
respiri che riempiono silenzi
poi un gemito quando
ne penetri la sua essenza
un abbraccio
quando ti perdi in esso.
Non so se so amare
ma ne respiro la presenza
facendo vibrare il mio corpo
dandogli una forma immensa
Giambattista Ganzerli
accetto il regolamento
Nel tuo ricordo Bepi, fratello caro sez.A
Non tremare:
lascia che il tuo dolore
foglia d’autunno,
plani sui tuoi pensieri-
Non tremare !
Ascolta ancora le sue parole
che vibrano nella stanza
un’identica voce
e ricorda il fischio senz’aria
e i tuoi occhi stupiti
dietro al cavalletto
a nutrirsi
di manciate di sogni.
Gianni Moi
accetto il regolamento
NON SO SE SO AMARE
Non so se so amare
ma lo vivo
fatto di carezze che scivolano
di labbra che assaporano
di sguardi che si incrociano
respiri che riempiono silenzi
poi un gemito quando
ne penetri la sua essenza
un abbraccio
quando ti perdi in esso.
non so se so amare
ma ne respiro la presenza
facendo vibrare il mio corpo
dandogli una forma immensa
Giambattista Ganzerli
accetto il regolamento
Corpo che vibra
Sento il corpo che vibra,
quando la tua mano arriva
portandomi alla deriva
di una spiaggia lasciva.
Lussuriosa visione
imbalsamata nella reclusione
progetta l’evasione.
Grisanti Maria
Accetto il regolamentodel concorso
lo spazio urbano
amplifica la difficoltà di una vita da vivere
e la natura complessa dell’uomo
è un bricolage di graffiti
spruzzati sui muri di ogni periferia
e nei tatuaggi che raccontano di notti
che esplodono improvvise
per eccesso di alcol, droga
ormoni e leggerezza
che aiuta a spegnere la volontà
di aprirsi agli altri
e fa sempre di più optare
per un’esistenza alternativa in diretta sul web
quasi priva di rischi e rughe autentiche
“un’esistenza alternativa in diretta sul web”
accetto il regolamento
A VOLTE…IMMAGINA
Chiudi gli occhi e immagina
come sarebbe il tempo senza ricordi,
un violino senza corde da suonare,
una mattina senza il sole.
immagina, una vita senza sogni e adesso.. non immaginare
apri gli occhi e vivi.
accetto regolamento. sartori elena
accetto il regolamento
sina mazzei
sezione a
Inginocchiata davanti all’altare
del mio cuore
lasciate che io non senta dolore
ma solo il vento commosso
che mi spinge più in alto
di un coro di voci
e mi porta a conoscere arie
che quaggiù non riesco a cantare.
L’universo attende la voce
che canti il suo infinito ordine
la sua ragione infinita
il suo giusto posto,
con il motivo di essere pensato…
Nel mio errare
il cuore trova il posto
e il motivo per pensarsi.
E Dio m’ insegna un canto nuovo,
in un’alba nuova;
i suoi accordi scalano il rigo,
i suoi intervalli sono pause di riflessione
per respirare fraternità perdute,
le chiavi, fragranti aperture
di pace
e così giorno imparo a cantare
condannata
ad una prigionia d’amore
nella mia incapacità d’amare.
Tra i singhiozzi
Come potrò mai liberarmi?
Io CARMELA CASUCCIO, con la presenteintendo partecipare alla gara di poesia, sez. A, e accetto i termini del regolamento
ASIMMETRIE
Mi guardo
sola e invisibile
esistere nell’immenso.
Ostinata, fallace
per niente motivata
persistere in questo
esserci senza essere.
E quando il giorno assume un’asimmetria
come sfuggendo
su di un’asse inclinata,
mi fermo distrattamente
a volerlo raddrizzare
quasi fosse
un quadro d’ingresso
che ci guarda
perennemente storto.
Con la presente poesia io, Emma Pirozzi, partecipo al concorso “Lunula” e dichiaro di accettarne il regolamento.
Miracolo
Anelli verso il cielo al tramonto
All’alba triste fatica a respirare
Ne vidi andar tanti
Mentre mi si vietava di fumare
Come l’ultima sigaretta persa
Ritrovata nella tasca di un cappotto
Mi svestii di morte un mattino
E tornai a mezzogiorno tranciato
da un miracolo
Un giorno che vide cent’anni in un solo secondo
E al polso l’orologio più preciso del mondo
ANIMA MIA – accetto il regolamento
Guardo all’interno della mia anima,
e vedo tutto sfocato ….
trovo paura, dolore, rabbia e in lontananza l’amore.
Vorrei mettermi a nudo
e gridare che c’è un’ anima tremante,
perché forse ha capito,
che il mondo, la vita è un tornado,
e dopo un po’ tutto passa ….
lasciando la distruzione e la paura
portando con se tanto amore.
Giro e rigiro,
mi volto e non trovo che un passato addolorato,
ma nel rivoltarmi rivedo il presente
e guardo lontano il futuro…
poi ad un tratto tutto prende senso ,
e l’amore si impossessa del cuore
e la malinconia….
Si allontana dall’anima mia.
Borrelli Corrado
07-05-2011
tutti i diritti sono riservati
Accetto il regolamento
CARAMELLE
Dammi ancora caramelle
e quella tragica euforia
che solo i pazzi
sanno avere.
Affacciato ad un muro di macerie,
araba fenice di rovine
mal celate.
Testimone involontario
di un piccolo battito che
ancora reclama la sua vita.
E poi ci sono quei giorni bui
che ti manca il fiato
mastichi sale e pepe
e ingoi rabbia.
Fradici giorni
segnati da pioggia acida
sporca e invadente.
Manca il sole a scaldare
la luna a illuminare
manca la vita, il suo respiro.
Apri questi pugni chiusi e stretti
domanda al vento di alitare forte
è ben noto a tutti
quanto più energico soffia
la pioggia di contro non batte
accetto il regolamento
La poesia e’ troppa
La poesia e’ troppa!
Troppe le parole scritte
con il sangue dell’anima
da penne indelebili, su pagine
di letteratura universale,
scolpite come il capolavoro
di un grande scultore,
pennellate come un quadro
di un Goya o di un Velasquez,
eterne, per quanto eterna
possa essere l’arte umana..
Perche’ tratteggiare ancora
con tratti deboli e incerti,
con tutti questi difetti,
la nostra comune storia,
ripetere il gia’ detto
udire quegli echi,
che gia’ risuonano da sempre
da Omero e Saffo in poi
migliaia di poemi ci cantano
sin dalla ninna nanna, nella culla
l’antica melodia della poesia..
La poesia e’ troppa!
E oggi questa pletora di parole
mi soffoca.. meglio uscire!
Ma continuo a pensare
che essere poeta
renda l’uomo migliore!
Accetto il regolamento.
Ti ho cercata
Ti ho incontrata
una sera
all’uscita del tram
in una città senza nome
fra passanti assurdi e musiche zigane.
Poi ti ho cercata
nei miei sogni appesi,
nelle lunghe camminate dell’inconscio,
sotto gli archi di monumenti arcani.
Infine ti ho trovata,
la scia del tuo profumo che mi inonda
gli occhi scuri della notte
su di noi,
amanti persi per una sola notte.
Nulla avviene per caso
nella vita.
Nulla.
Accetto i regolamento
Carlo Conti/ 3/11/2012
Ditemi
Ditemi
sconosciuti figli ..
dove m’incontrerete.
Datemi ragion
di ch’io sia.
Mi troverete
lungo la strada
del tempo .. forse
in un campo
di papaveri rossi
o tra gialle
spighe di grano.
Ditemi se sarò
goccia di mare
o già grano
di sale.
Vi ciberò come
amorevole padre ..
sconosciuti figli.
Siete stati
i miei padri.
Accetto il regolamento.
LELE MASTROLEO – ACCETTO IL REGOLAMENTO
…quando arriverà il giorno…
…quando arriverà il giorno
in cui la Bellezza
verrà a gridarti il disprezzo
ed i nani di Velasquez
ti salteranno al collo
per sgozzare la Fantasia,
per darti l’ultimo pasto
da condannato a vivere,
allora e solo allora,
potrai battere le ali,
e giocare finalmente
quel fante di picche
che nascondevi malamente
in ogni tuo taschino,
ed io ti inviterò a ballare
un’altra volta sulla riva dell’Idro
o nella grotta dei Cervi,
a fare notte e a far mattino,
con la malvasia delle piante rizze
e quella del levatico rissoso.
a sentire scoccare le ore
dalla torre campanaria,
a salutare le nuvole di oriente
o la luna ballerina
che stranita come sempre,
aspetta il tuo sorriso bambino,
prima di infilarti il suo coltello rosso
dritto in fondo alla gola,
per spingere le braccia più in alto
sino a rubarti la tua unica mela,
ad uccidere ogni tua meta.
quando arriverà il silenzio
sulle tue labbra
e la Fortuna avrà comprato
un cavallo nuovo,
alla frontiera dei tuoi pensieri,
allora ti prenderà le vesti
che coprono le parole,
e porterà con sè il vento di aprile
che ti ha visto nascere
e che ha visto le rose
coprire la pinnaccia
del tuo destino alla fonda.
a cercare la rondine
dei tuoi racconti,
che ti faccia sentire
il profumo mai usato
di una carezza nuova.
quando arriverà
quello sfiorarsi le mani
con altre mani
le braccia con altre braccia,
quel tuo tenere
il diario della gioia
a portata di mano,
per inciderne i caratteri
di sangue vivo e calce bianca,
con tutto l’incanto
della terra del rimpianto
e della leuca pianura
riarsa dal rimorso,
quando arriverà
la controra sugli stazzi,
nelle chiese dei santi gravidi
e nelle viuzze di catrame
che portano alla banchisa,
quando il giorno
si mescolerà al sonno dei bimbi
alle nere nostre donne
con lo scialle firmato dai briganti,
sarai crocefisso,
al palo della cuccagna.
e quando noi tutti qui,
non avremo più il sale,
per fermare le piaghe,
e nel nostro cielo borbonico
non voleranno più i gabbiani,
che portano il salmastro
e lo scapece marinato,
e la fatica di spostare la collina
sin dietro al sole
non servirà più a niente,
io sarò in giro a vendere il rumore.
Io sarò in giro a vendere il rumore,
quello strillo disilluso della mia vita,
quel:”Lele,chiudi la finestra.e serra l’uscio.
tanto la Poesia non verrà più”,
che urlava mio padre…
A M I C I Z I A -Accetto il regolamento-
..Se la vita ti lascia indietro..
se è bello o cattivo tempo,
se sei stanca e il buio t’avvolge..
..gira lo sguardo e guardati intorno,
vedrai tanti sguardi, che tutt’nsieme
illuminano il tuo cammino,
tante mani che prendono le tue,
tanti cuori, che con il loro ritmico battito,
rompono festosamente il tuo silenzio!
Caterina Borrelli
Il viaggio dell’Io
Smarrirsi e ritrovarsi
lungo i complessi percorsi dell’anima,
addormentarsi e risvegliarsi
tra le stropicciate pieghe della vita,
conoscersi e non riconoscersi
su per le salite della cima
o giù per i pendii scoscesi a valle..
In questo viaggio senza sosta
dai veli delle notti incerte
alle luci dei rassicuranti giorni,
fino a distaccarsi da uggiosi dubbi
navigando morbidi tra i flutti,
delle proprie certezze, ..forti.
Il viaggio dell’Io
Smarrirsi e ritrovarsi
lungo i complessi percorsi dell’anima,
addormentarsi e risvegliarsi
tra le stropicciate pieghe della vita,
conoscersi e non riconoscersi
su per le salite della cima
o giù per i pendii scoscesi a valle..
In questo viaggio senza sosta
dai veli delle notti incerte
alle luci dei rassicuranti giorni,
fino a distaccarsi da uggiosi dubbi
navigando morbidi tra i flutti,
delle proprie certezze, ..forti.
autore: Tania Scavolini – accetto il regolamento
Sezione A – Accetto il regolamento del concorso.
… Flying in the Wind …
L’ululato impetuoso del vento
sbatte con furia esplosiva
come una tempesta magnetica
trascinante lontano
dentro un vortice di emozioni,
la mente si allontana
in attimi di incanto,
e soccombe tra le braccia di Orfeo.
Daniela, 27. Maggio. 2008
Le stagioni della verità
Sfoltendo le foglie dell’Autunno
cantando,
imbottigliando l’aurea che ti isola dal mondo
inspiro
per patire contento quando in altri universi voli.
Musiche primaverili e spiazzanti prima di dormire sonni creativi
ascolto,
suicido
ipocriti e deliranti piagnistei quando ti parlo,
ma l’ombra deve aver paura della luce finché crede di aver senso,
e per guarirti
d’Estate m’ammalerò di te,
esile stelo dal letame che rafforza.
Le tue feconde impronte
occhi febbrili consolano,
ma il passato
come il diritto, gli avvocati e i giudici
è un mostro
che criminalizzando i miei delicati e tormentati sospiri
cannibalizzerebbe i miei utili desideri.
Non conoscerò mai la fine di questo interminabile inverno
se dopo avermi inteso,
germoglio del mio risveglio,
non ti innesterai in me.
…
le spighe crescono verdi e indisturbate,
gli acini ancora non si vedono,
e col sorriso del “vento” che ammirando la pecora gravida
non spezzerà le nostre “canne”,
produrranno ottimo vino.
Lo specchio nel mentre,
ironizzando e scrutando le sue possibilità,
amerà la sua speranza riflessa
e quando il nostro miraggio da realizzare non verrà sprecato,
si entusiasmerà.
Facciamolo teatrale,
facciamolo vero.
Giuseppe Carta accetto il regolamento
Dichiaro di partecipare per la sezione A e di accettare il regolamento del concorso(legge 675/1996 e D.L. 196/2003)
AGONIA SILENTE
Sogni, compagni lievi delle mie trasfigurazioni.
Corpo in quiete come il volo di un gabbiano
su stanchi orizzonti.
Sull’arco pesante di un mare,
allibito da tanta improvvisa pace,
si staglia remota una luce di rosso tramonto.
Vorrei essere la, dove l’acqua abbraccia il cielo.
Un paio d’ali vorrei, anche tremule e sottili,
come labbra schiuse all’amore,
per ingoiare tutta l’essenza
di questo incredibile gioioso momento;
e non tornare più in pesanti e ottusi pensieri.
Un paio d’ali vorrei per non tornare più.
incendio
brucia di silenzio la strada
mentre conosco per certa la sera
e chiodi di luce trafiggono
i passanti in agonia
come ammalati crocifissi
in attesa del gran finale.
brucia di silenzio la strada
quando ricordo le sporte di mia madre
che erano sempre troppo dolorose
e ricordo lo stupore per le cose
più banali alla scoperta della vita.
bruciava dentro le parole
il senso pieno e denso dei silenzi
il valore dei vuoti, degli spazi.
e ricordo la poesia delle tue mani
piene di sete nell’incendio del mio corpo.
Ho letto ed accettato il regolamento.
Il minuscolo è scelta artistica.
Carla de Falco
– luna –
voglio far l’amore con te
mentre guardi il mare
carezzare il tuo riflesso
con il sogno tra le mani
voglio far l’amore
attraverso il vuoto
con le parole che salgono
come sale la marea
quando ne sfiori i flutti
voglio far l’amore
imprigionando di te
ogni singolo raggio
sulla mia pelle umida
in una grotta
sotto l’onde d’un faraglione
voglio far l’amore con te
rotolando nel tuo fluido
in osmosi i miei sensi liquidi
e il mio corpo
voglio far l’amore con te
– luna –
in equilibrio su un filo di seta
sospeso in quel lembo di cielo
dove la ragione s’astrae
in un caleidoscopio di desideri
autore: Sergio Carrivale “senzamaninbicicletta”
titolo della poesia: “luna”
accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “Lunula”
autore: D’AMATO MARIA “RICORDI”
titolo della poesia: “MI PIACEVA”
accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “LUNULA”
Maria D’Amato / 08/11/2012
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MI PIACEVA
Mi piaceva sentire la mia risata nella notte con te
Mi piaceva tenere con me i diversi timbri di voce, che
nascondevano dolore, che liberavano gioia, che dipingevano
il silenzio vuoto allegro…
Mi piaceva la forma delle labbra che assumevi
quando mi avvcinavo a te, preda e padrona sedotta,
impigliata tra le gabbie di un respiro mai interrotto.
Mi piaceva il verso delle fossette,
lune di carne in mezzo al viso,
roseo confine aoltre il baratro,
cuscino di fiori aappena colti.
Mi piacevano le risate dopo l’amore, e anche prima di
colpire la tua anima.
Mi piaceva il silenzio nelle mani,
e il calore con cui stringevi le dita,
In un buio amico,
in sorrisi mai spenti,
in cicatrici mai chiuse, c’eri tu…
Mi piaceva ancora che sorridevi,
un crepuscolo calmo sul mare…
Guardati intorno
Guardarti intorno
Dove?
Intorno !
Non senti forse il ritorno del vento?
Si, lo sento e mi fa spavento!
Incute paura quando soffia forte,
contro quel monte irto e incombente
dalle cinque dita,
tra diroccate case di sperduta gente.
Non fa niente, non temere,
sono vetuste leggende e trame
spettri antichi di sanguinose contese
di secoli passati , di ciò che fu un bel paese.
Guardati intorno.
Dove?
Intorno!
Lì dove nasce il mare
Di fronte a quelle terre
Ove l’orizzonte scompare.
Si, mi fa spavento!
Il suo malcontento,
l’onda che gonfia e tracima con forza ,
la sua violenza sull’altra sponda;
Trascina le pietre, le vecchie case
e le contese ancora accese.
Vedi, non c’è piu’ quel bel paese!
Fermati!
No, ora ti rispondo,
non son piu’ lo spettatore
d’ un popolo che muore,
di case in rovina.
Bene, disse!
Or che sei in piedi lotterai per gli ideali?
Tu chi sei, rispondi adesso,
ti nascondi per l’aspetto
o sei falso come un Giuda?
Sono solo il tuo futuro,
la paura tua più grande
e l’ignoto per qualcuno.
Da quì rinacqui.
Accetto il regolamento
_ Loddo Carmelo –
accetto il regolamento
7 bollicine sette
7 bollicine sette
salgono verso l’alto
per poi scoppiare
lentamente
una ad una
Le guardo svanire nel vuoto che
mi hai lasciato dentro
mentre inseguo il mio turbamento che
passa da un ricordo ad un altro
Sorseggio quello che
rimane nel mio bicchiere
sperando spenga ciò che ho dentro
e mi aiuti a deglutire
polvere e sogni
annegando vuoto e te
mentre ancora parli di me.
Sandra Vacchio
Accetto il regolamento e autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
“A stasera.”
Azzurro, giallo saturo, rosso dei papaveri.
Dove sono
in un campo di grano macchiato di rosso, sotto il sole di agosto
o qui..
All’improvviso
il calore sale, il serpente arrotolato alla base del sacro si risveglia, ancora.
Neanche si guarda in giro
lui sa
e sa qual è la strada.
Il mio pensiero vola a Te
come se tu mi chiamassi.
Mi pare di sentirti:
mi porti profumi di zenzero ed arancio, in dono
e mani di desiderio
e labbra di fuoco.
Cerco di rallentare il cammino del serpente
terribilmente sinuoso e languido.
Vorrebbe aumentare il suo passo
sempre più veloce.
Piano, piano, gli ricordo.
La morbidezza si esprime
poi la voluttà presente, prende il sopravvento.
Elettricità nell’aria, nel corpo
l’energia del serpente sale, inizia il vortice.
E diventa fluida, satura, gira e se non la fermo
se non le rammento di avere pazienza
può esplodere in mille colori e ricordi di scintille di fuoco e venti travolgenti.
E così è.
Respiro fragranze di spezie
di mandorle che frigolano sulle braci.
Respiro Te.
E rotolo nell’azzurro
occhi di acqua verde e pagliuzze d’oro.
Le lingue di fuoco e di piacere lambiscono il corpo
penetrano all’interno di ogni organo.
Il pensiero diventa vivo e coriandoli colorati
esplodono tutt’intorno e spezzano la penombra.
E il tuo ricordo è vivo.
Un sorriso languido sulle mie labbra.
Titolo: Elettrone
Sembro giacere
tra le masse dei
miei opposti ,
com’è triste
l’elettrone
mi sento particella
di uno spazio
vuoto , il mondo
si contorce in suoni
instabili , stona
col canto delle stelle
un pianeta brillo
barcolla nel senso
nascosto,
mi piange i suoi
bagliori addosso
si comprime su
se stesso , implode
col silenzio di una
lacrima ,
i nostri rancori
e le nostre grida
nuotano in mari
neri , librati
dal nulla sotto
ai piedi , sono
linee senza spazio
collidono tra loro
e con gli altri
corpi a creare
la materia dello
spirito malvagio .
Sembro un ubriaco
che arranca
nell’orchestra ,
porto avanti l’adagio
che mi pesa sulla testa .
Accetto i termini del regolamento
Fruscio d’estate
Era forse un lieve fruscio,
un fruscio d’estate,
il fiore di buganvillea
stretto tra i fogli
di un quaderno
a segnare il passo
dei versi amati
e delle rime baciate
appena nate
e già pronte
a esser pronunciate
nell’eco di samare d’oleandro
Manuela Fragale – Dichiaro di accettare il regolamento del Concorso
Polvere dispersa
Ceneri vissute…
il tempo della danza,
l’ora della foglia.
Carta ingiallita…
scaffali traballanti,
il peso dei libri.
Erba verde…
vento pazzo,
sradicate le radici.
Organi donati,
corpo senza anima
avvolto dalle fiamme.
Rituale sano,
gesto doveroso
in animi umani.
Regalo al mare, al cielo,
al prato, ad un albero
a un posto a me caro.
dichiaro di acettare il regolamento
IN RICORDO DEI MIEI CANI
Dolci compagni del passato
m’avete donato amicizia
e siete stati a me vicini
in gioia, tristezza e gaudio
senza mai chieder nulla in cambio.
Mi scrutavate nel profondo
per leggere il mio stato d’animo
e sempre indovinavate
quel che sentivo e provavo.
Condivideste i miei dolori
come nessun altro potrebbe;
poggiando il muso sul mio grembo
mi dicevate: “Non sei solo”.
So che il loro maggior dolore
è stato il dover lasciarmi
senza protezione in terra.
Se un Paradiso lor esiste
spero non siano più schiavi
dell’affetto che han per l’uomo.
Liomax D’ARRIGO
Dichiaro di accettare il regolamento della presente gara poetica
Cielo limpido
Cielo limpido di balconi,
di fiori e piante colorate abbelliti,
antichi e pericolanti
del quartiere popolare.
Cielo limpido su cortili
storditi dal troppo sole,
nel silenzio della controra
che entra in punta di piedi
dalle porte
e dalle finestre
lievemente socchiuse
a sorprendere corpi seminudi
e addormentati
nella penombra di tapparelle abbassate a metà.
Cielo limpido su teste di bambini
che più tardi sciameranno fuori
a popolare i vicoli con grida festanti
di miseria e purezza.
Cielo limpido su panni stesi ad asciugare
e su ginocchia stanche di vecchie comari
sedute da qualche parte a sbucciare piselli
e a ciarlare a voce bassa.
Cielo limpido su questi tuoi occhi chiari
così pieni di paura,
che parlano senza dire
e dicono tutto senza bisogno di parlare.
Cielo limpido su di me,
che son passato per caso da queste parti,
e che adesso m’accompagna,
tenendomi per mano,
a passi lenti verso casa.
Michele Vaccaro
Tutti i diritti riservati
accetto il regolamento
Emanuela Di Caprio ACCETTO IL REGOLAMENTO
Luna grassa
Luna grassa
di cipria rosa
ti specchi vanitosa
nel nostro pianeta,
come una vecchia
puttana, sorridi
e c’inquieti sovrana,
solleticando gli istinti
non concedi mai niente
ti fai desiderare
e guardar solamente.
Ti concedi tra i monti
e sali poi scendi
imitando l’atto d’amore
appari e scompari
tra i rami ci prendi,
di luce sorprendi,
antica baldracca
sei furba e un po’ matta,
ironicamente
ti mostri per niente,
ti rotoli ironica
e un po’ impertinente,
ci abitui al sorriso
del beffardo tuo viso,
come una donna
che ammicca da lontano
senza mai far capire
le sue losche mire.
autore: CHRISTIAN GUSMEROLI
titolo della poesia: “SOGNA DONNA”
accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “LUNULA”
SOGNA DONNA
Vivere una vita odiata
una dignità che è andata
parole che sembrano spade
ti seguono nelle strade
un finto sorriso nella notte
e a scura ombre dare gioie.
Un rancore in fondo al cuore
non ti era concesso l’amore
una patria nota ti ha accolto
ma ne paghi un alto costo,
pioggia,grandine e neve
l’anima solo nebbia vede.
La tua vita di donna
nelle mani di chi sogna
denaro ed oro senza sforzo
e gode di un gioco sporco,
gioendo dei vizi altrui
che si sfogano in vicoli bui.
Sogna donna quella vita
che a te è stata rubata,
sogna donna l’amore di un uomo
che non ti voglia solo per gioco,
sogna donna un dolce abbraccio
per un cuore ormai di ghiaccio.
Accetto i termini del concorso.
ANNI
Trema il tempo che va
come un aquila vola alta, sopra noi,
che restiamo impavidi e spaventati
a guardarlo andar via;
gli anni non fanno fermate neanche per un attimo,
ma forse
un briciolo di poesia
può per un istante rallentarlo
come fosse una voce lontana
che piano, piano si avvicina,
lasciamo il tempo da parte
e diciamoci semplicemente e dolcemente – TI AMO-
Accetto i termini del concorso
La lotta
Sono le dieci e dieci del mattino
Il primo dell’anno,un giorno di festa
Non per i medici e gl’infermieri
Che lavorano oggi anche volentieri
Per loro sarà una giornata funesta
Combatteranno un destino crudele
Contro un nemico che non si può battere.
Sono sdraiato su un letto vicino
Ed intravedo un povero corpicino
Che uomini e donne cercheranno di salvare
Io sento e scorgo quel che succede
La cosa più impressionante
Non è quello che intravedo
Ma è ciò che si sente
Dai…dai
Adrenalina…
Continua… Continua
Dai…dai
Ancora…ancora
E continua l’incessante incitamento
Per mezz’ora ininterrotto il trattamento
Sopra le voci si sente uno scampanio
Provenire dalle macchine un balenio
Sembra un sono raggiante
Invece è di morte
Il suono man mano aumenta
E la battaglia diventa più violenta
Aumenta…
Aumenta…
Aumenta…
E poi…
Silenzio…
La battaglia è finita.
La morte ha vinto un’altra volta
Ho visto i volti sconsolati
I loro occhi arrossati
Un’infermiera giovane
Mi è venuta vicino
Mi ha chiesto
“lei come sta”
Ho pianto
Un destino infranto
Non conoscevo la donna morta
accetto il regolamento
Titolo: Sguardi
Volgi lo sguardo di là,
ed è schiuma bianca di mare,
laggiù
ed è vento,nuvole,terra,strade,
riccioli nei capelli.
nel cuore.
Volgi lo sguardo
ed io lo seguo,
con la penna,
nel volo tuo
e nostro,
giovinezza colorata
Ode all’Amore 04.10.11
Il dolce sorriso dei tuoi occhi
e la tenerezza del tuo cuore
mi rendono vieppiù donna
e questo merito è solo tuo.
L’abbraccio tenero
che solo tu sai come offrirmi
ti rende unico e solo
e il mio corpo fragile
non oppone resistenza
ma s’abbandona sicuro.
Un rifugio, caldo e accogliente
come ogni degna dimora!
Ecco! Sei tu!
Sorgente di vita,
fonte inesauribile
alla quale attingere!
Ispirazione massima,
grandissimo spirito,
nobile anima,
dalla quale come edera
prendo linfa vitale
per avvilupparti e proteggerti.
Incandescente stella del firmamento
che illumini la mia vita,
sublime tenerezza
che sciogli il mio cuore,
una sola cosa riesco a dirti
per renderti omaggio
delle tue grandi doti:
GRAZIE DI ESISTERE <3
Grazia Luisa Priano – Accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “LUNULA"
Dichiaro di accettare il Regolamento.
VOCE
Voce viene fuori sommessa
e si fa largo tra la folla
dei perché …
Voce risponde all’arroganza
di chi sostiene
di aver sempre
la risposta giusta …
Risuona la voce e la sua eco
negli antri dei pensieri
in cui torna in superficie
il danno che fu Ieri …
Voce interiore parla
alla mia Essenza …
le dice di che cosa
non può fare senza.
Voce decisa nel toccare
l’animo di chi é
un romantico
e un sognatore …
Voce che canta all’unisono
con il mio cuore …
Voce che dolce
melodia vuol dare
alle sue parole,
scrivendone le note
perché possano
essere ascoltate
da chi non sa ancora …
che forte può dar fiato
alla sua VOCE!
( Tiziana Scuderi )
accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “LUNULA”
Titolo: NON PIANGO PER ME
Mi urla il mio ventre,
le mie mani tremano,
nel mio cuore ascolto
vuoti che sobbalzano,
ma non piango per me.
Posso sentire il gelo,
velo nell’anima che dispera,
Quell’immensa tempesta che
nella mente respira,
ma non piango per me.
Le mie lacrime scendono
al tuo pensiero di dolore,
nelle tue ansie, nei tuoi timori,
piango per la tua resa,
per l’inadeguato senso
del mio corpo sconfitto,
piango il nostro
abbandono.
ANCHE TU
Anche tu
Piccola farfalla
Sei volata via
Portando insieme a te
Quel ch’era
L’ultimo mio sogno
Lontano è il tempo
In cui leggera l’aria tu muovevi
Con voli articolati
Davanti a questi occhi increduli
E l’ali tue di colori a mille
A me donavan dolce parvenza
Di leggerezza d’animo
Che solo amor sa dare
A chi in amor inerte cade
Ignorando che caduco è il bello
E che ogni cosa il tempo muta
Neanche amor
Che divino sentimento appare
Ed immortale
A tal destino sfugge
E come te
Farfalla
S’invola via
Ed ecco allor
Che il ciel s’oscura
S’inturgida la mente
Lasciando steso a terra
Un vegetal fra vegetali
Nell’infinita attesa
Di vedersi trasformar
Se questo mai vedrà
In quelle dure e fredde pietre
Che intorno ad esso
Immobili si giacciono.
© Gianni Berna
accetto il regolamento
Anna Maria Paolizzi 16/11/2012
Titolo: CONTRASTO DI LUCE
Accetto il Regolamento.
Guardo il cielo grigio e penso alle ombre della vita,
alle anime di tanta gente che vive senza sorriso.
Penso alla tristezza di vite senza sogni,
di destini votati al dolore,
che non guardano con gli occhi del cuore
dove si accende la speranza del sole.
Guardo questo cielo e intravedo oltre il grigio orizzonte,
uno spiraglio di luce.
Prigioniera (2.12.2005)
Ho vomitato i miei sentimenti
alle tue spalle sempre più
lontane da me
masticando il tuo nome e
parole d’amore
scagliate come frecce
per farti cadere ed
incatenarti al mio petto.
Ho stretto le mie gambe
intorno al tuo corpo ancora
immerso in me
prendendo le tue labbra
con le mie
avvinghiate come tentacoli
per immobilizzarti e
tenerti legato alla mia vita.
Basta.
Ecco le chiavi della cella.
Ti lascio andare via.
Ma soprattutto rendo
libera me
da questo cadavere
d’amore ostinato
ma purtroppo, da tempo,
privo di vita.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Paola Retta
acetto regolamento e partecipo al concorso.
Sono la pietra scagliata…
la parola spezzata.
Il discorso interrotto…
il pianto a dirotto.
Eppure il tonfo arrivò
al mio cuore
anch’esso di pietra,
cademmo a terra
e insieme a noi
altre pietre e sangue
e sputo… e bestemmie.
Nel mio cuore di pietra
ho sentito lacerarsi la carne,
disfarsi l’anima.
Sentivo ancora il caldo
della mano che mi scagliò…
nel pianto di pietà.
Sono la pietra lapidaria,
sputata, macchiata
di un non voluto delitto.
Gan Poeta. 08-11-12
Tu…
Tu evochi
tornadi lontani
spasmi e nascondigli,
ere infantili
e ricordi di ardenti desideri.
Tu calamiti
il mio pensiero
trascinando folle
il mio sentire mentre
grilli estivi musicano la notte.
Tu muovi
maree fragili e femminee,
eccessi sopiti e lembi insofferenti
di nuovo piegati a un volere feroce.
Tu metti in pericolo
i miei versi
perché mi togli il fiato
e il poetare.
Tu t’inoltri
tra le mie certezze,
spezzandole
e strappando le mie resistenze
come penna rabbiosa
su inerme foglio bianco.
(Alessandra Prospero)
accetto il Vs regolamento
I TUOI OCCHI
I tuoi occhi,
faro nella nebbia
per la mia nave
sperduta
i tuoi occhi,
un immenso lago
in cui vorrei
specchiarmi sempre,
i tuoi occhi,
un universo infinito
in cui amerei
perdermi tutto,
i tuoi occhi,
color del mare
dopo il tramonto
ed in essi,
la stessa tristezza.
sergio tierno
accetto il Vs.regolamento
Solo e sempre !
Sempre…è la parola
che vorrei incidere
sulle tue labbra…
Sempre come la notte
rincorrerà il giorno…
come l’onda perenne
che infrangerà lo scoglio…
Sempre come i miei occhi
su di te
e le tue mani su di me !
Sempre come un quadro
comprato e lasciato all’ingresso
in attesa di essere appeso !
Come un bacio perenne…
come il segno che il graffio
sulla pelle lascerà per sempre !
E tutte le volte che sarai con lei
una lacrima pesante
mi brucerà il viso lasciando
la cicatrice nel cuore !
Lascia che sia la tua voglia
per sempre….lascia che sia
la tua amante silente….
lo scrigno dei tuoi giorni veri…
il cuscino dei tuoi giorni neri…
Sempre e per sempre….
cullati da un amore
testardo e innocente
che di colpa ha solo quella
di essere nato tardi
ma di pregio….
aver sconfitto tutti gli inganni….
Saranno solo tuoi…..
i miei disperati anni !
by. Emily.
di:Emilia Simonetti.
@tutti i diritti riservati.
accetto il regolamento
COSTRUENDO IL PARADISO
Sarò nel tuo buio
quando cercherai luce
la voce di un faro
megafono dall’inferno.
Mi farò strada tra la ragione
e la perversa convinzione
che tu sia cosa mia
e di nessun altro.
Ero nel mio buio
quando tu eri già luce
donandomi speranza
per arrivare oltre la distanza.
Allora sarà amore,ma
non prima d’illuminarsi
di smussare
gli spigoli dell’anima.
Spegnendo i nostri inferi
costruendo il nostro paradiso.
M.Crosera ed accetto il regolamento
Se questo lungo esercizio di pazienza che protesta contro il peso
dell’esistenza,
se non fosse come afferrare per i capelli un ubriaco, di notte, per
strada, l’asfalto umido di una maledetta stagione persa;
se non fosse la cedevolezza che scopre le carte,
mentre ce ne stiamo chiusi al buio delle nostre tane;
se non mi sentissi aggredito all’imbrunire da un impeto furioso
che scava e devasta;
se non fosse nel crepitare d’una melodia dolce
l’alterità che fa paura…
Accetto il regolamento
IL PASSATO NON PASSA MAI”
Io non posso dimenticare
il volto giovane di mia madre
le mani forti di mio padre,
come potrei dimenticare
i giochi di infanzia coi miei fratelli
o quelle sere seduti per terra
ascoltando rapiti i racconti del nonno,
potrei io forse dimenticare
gli odori puliti degli anni 60
scoperti e stampati per prima volta
nei carnosi meandri del mio cervello
e tutti i cani della mia vita?
per ognuno di essi darei la mia vita.
Io non posso dimenticare
gli occhi marroni delle mie figlie
quegli occhi che appena sbocciati nel mondo
an visto nei miei il proprio riflesso.
Ma vorrei scordare
il tuo volto
le tue mani
i tuoi denti
vorrei curare quel vuoto che mi sento dentro
vorrei scordare
il tuo odore
le tue forme
l’amore.
ma cio`non si puo`
e adesso lo sai
il passato non passa mai.
Espedito Luigi De Leonardis
accetto il regolamento
Ricordi confusi
Carmela Russo
Ho ascoltato il fiume della vita
scorrere lentamente e poi precipitarsi
lungo percorsi impervi e senza fine,
ho udito le urla di chi si dice sano tra i pazzi
le loro urla che disumane
smarrivano noi “pazzi” ancora più
e ci lasciavano col fiato in gola
senza sapere nemmeno cosa fare,
e mi son ritrovata nel baratro disumano
di un sapere ignobile che contro ogni regola divina
si ritrovava in menti crudeli e infami
che usavano il sapere della scienza
per procurare dolori e sofferenze,
ed ho guardato diritto dentro il male
in chi del bene fingeva la sua causa
e calpestava la dignità dell’essere
e in nome di una carica speciale
donava orrore a chi cercava aiuto
e si avvaleva del diritto ignobile
di procurare dolori ancor più gravi,
ho visto piangere dolori non vissuti
ma inferti agli altri son diventati miei,
e son riuscita a guardare avanti
in un cammino confuso di idee disilluse
di attimi rubati e sogni calpestati,
tutto il dolore di quella umana gente
è conficcato come una spada nel cuore mio
tanto da non poterne fare mai
tanto è l’Inferno che mi provocherebbe
il rinvangarlo alla mia stessa anima.
Accetto il regolamento
ACCETTO IL REGOLAMENTO
L’INVIDIA
DI RUGGIERO GORGOGLIONE
l’invidia
l’invidia se provata verso gli altri
porta un’insaziabile agitazione
lasciandoti sempre
innappagato e insoddisfatto
togliendoti salute spirituale
e la tua lucidita’ morale
l’orgoglio
peggior alleato dell’invidia
ti porta a comportarti
con arroganza verso gli altri
pur sapendo in cuor tuo
che non bisogna in alcun caso
provare gelosia
nel successo degli altri
nella vita che ognuno conduce
l’ìinvidia toglie la pace dall’anima
perche’ e’ ribellione
verso verso la Suprema volonta’ del Signore
nel tuo cuore proverai dolore
per la grande gioia degli altri
che magari hanno piu’ problemi di te
ma si accontentano di vedere ogni giorno
la luce del sole, accettando la vita
con tutti i problemi che porta con se
assaporando le piccole gioie
come un dono gradito del Signore
se riscontri in te questo tarlo
che corrode la tua sensibilita’
portandoti alla reale dannazione
e al reale impatto con gli altri
portandoti un malessere
che oscura la tua anima
e ogni relazione umana
amore e invidia
non possono convivere nel cuore
scaccia il tarlo dei tuoi pensieri
assapora la vita
come Dio te la manda
assaporandone l’effetto
e la sensazione di benessere
che ogni attimo donato
ci da….
Se distribuisci amore
amore riceverai
senza tante inutili parole
amare gli altri
come Dio ama te
con semplicita’
indipendentemente
dal tuo stato d’essere…
ruggiero gorgoglione®
Disteso all’ombra degli arcaici sensi,
rimossi dai sudori della vita
ed espulsi dall’Anima per sempre,
scolpiti dal trapano del tempo
nella rocciosa tormentata selce
di segrete memorie in avaria,
sento il passar di sensi truffaldini
arrivare e rubare,
senza alcun rispetto,
metafore in stato di abbandono,
dell’arte amiche e della fantasia,
ma fuor di me senza valore alcuno.
Cosa fare, pensare a rimediare,
ricorrerò ad antiche medicine,
per dipanare luce dov’è notte,
sciogliere suono e voce dov’è muto,
partorir le emozioni dov’è gelo.
Metto il mio punto fermo tra le viole,
e ricomincio a respirare il senso,
per avere la forza di morire,
ricominciando la mia vita altrove,
nella poesia di un mondo rilucente,
risorto dentro un cuore stagionato.
Nicola Andreassi 2 giugno 2012
Copyright 2012 Nicola Andreassi
tutti i diritti riservati
accetto il regolamento!
gioco d’ombre
ho cancellato
per un istante
la mia ombra
nascondendola
al mio sguardo
affogato nella luce
Cosimo Rotolo
Accetto il regolamento
A Rosanna
Non ho mai incontrato i ripari d’ebano
dove coabiti con le lacrime
né auscultato le intermittenze lente
del muscolo che ti è nemico.
Dolcezza e garbo e altruismo
ho conosciuto nella tua voce
che sa le sabbie mobili dell’attesa
le luci opache del forse
nei pomeriggi scuramari
che attraversi oggi.
Quel giorno
mentre dell’ultima nube
si ciberà il cielo
in danze oblique andranno gabbiani
a proteggere scogli di speranza
carezze d’infinito.
Ci saranno voci sorprese
camicie sgargianti al tuo risveglio
e pantomime allegre nelle braccia
strette nel bianco
aggruppate davanti al letto
che si farà gioia ai tuoi occhi.
Il dolore scomparirà
all’abbraccio della tua nuova vita.
Giuseppe Mandia
Tutti i diritti e gli usi riservati all’autore.
Accetto il regolamento
(ti chiedo in prestito…i tuoi occhi) di Cettina Lascia Cirinnà
non volo per voglia d’infinito
ma per raggiungere la meta
sei tu quel puntino di biro
lasciato sull’intonaco bianco
della casa dalle persiane verde smeraldo
luccicanti di vita
tra le mura portanti
l’alcova era culla d’infanzia
ragione intrinseca di carezze terrene
(non nascondere il tuo viso)
le braccia sono liane da afferrare al volo
per sparire nella giungla
dove tremano nell’aria
pericolose trappole
chiedo in prestito per l’ultima volta
i tuoi occhi per guardarmi dentro
in cerca dell’ultima luce di quel sole bambino
i miei all’improvviso si sono spenti
non so perché
Accetto il Regolamento del Concorso.
Notte
immensa,stellata
quanti misteri
ai nostri scarsi lumi
scuoti
Gli occhi incendi
di nuovi incanti
ad ogni senso
nuda.
Accetto regolamento
Auschwitz
E non chiedermi chi sono
tanto poi
non ti rispondo..
E non scavarmi tra le mani…
Tra quello che resta
delle mie ossa
non cercarci la speranza:
pietra morta
verso il lago dell’inutile
l’ho scagliata
oltre le mura…
Tanto…
tanto
io non spero.
Io non sogno.
Io non sono.
accetto il regolamento
SEI PIOGGIA
Sei pioggia che bagna il mio viso
e confonde le lacrime
per lasciar posto ad un sorriso.
Sei vento…
vento violento
che spazza via le nuvole
dal mio cuore
e cura ogni mio tormento.
Sei sole che riscalda
la mia anima
con il suo calore.
Sei linfa per le mie emozioni
che accresce ogni giorno
la mia voglia d’amore.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Io sottoscritta nome Mara, cognome Giglio chiedo di partecipare alla Gara Poetica Gratuita “Lunula” sezione A. Accetto il regolamento della suddetta gara.
Il Gabbiano
Il gabbiano
imita
per burla
l’umana
voce.
Io emulo
il volo suo
con il volto serio
e le mani trepidanti.
Copyright Mara Giglio. Poesia tratta dal libro “I segreti delle orchidee” di Mara Giglio.
MACIGNI
ACCETTO IL REGOLAMENTO IN TOTO
Le mani hanno sfiorato l’anima
del mondo
in mille colori di stelle
stanche di strisciare al suolo.
Le mani hanno intessuto stoffe
preziose di lino e di seta
per adornare la casa della luce.
Le mani hanno accarezzato
il viso del sole
che vaga nella galassia
dell’amore.
Silenzi freddi di meteora
hanno oscurato
il viso,
braccia conserte si stringono
e piangono le lacrime
del dolore.
Spente voci si perdono
nel tritatutto della vita,
immani macigni gravano
sulle spalle,
ricurve e schiacciate
di lordure e vomitate bugie.
ALBERO IMPONENTE
Albero imponente si affaccia sulla pianura
la ove il ciel tramonta
risplendon le sue foglie.
Allo sguardo sembra galleggino nell’aria
verdi accese che a osservarle
non spengon la speranza
proiettata dal proprio color.
Rami ben stesi
che al primo refolo
leggermente piegandosi
sembran abbracciare la vallata.
accomiata è la città.
Esistenza esemplare e secolare ti aspetta
o albero dai mille volti
e dai milioni di respiri
che regali all’umanità famelica d’aria.
Purtroppo non sempre rispettandoti di ciò
o magnifica radice di vita.
Bartolomeo Capuano.Accetto il regolamento.
Dove si potrà vedere chi ha vinto questo concorso? Grazie.
Sempre nel magazine.
E’ facile! Basta scrivere Lunula nella barra di ricerca in alto a destra! :D
Ecco a te il link:
http://oubliettemagazine.com/2012/12/03/vincitori-e-finalisti-della-gara-poetica-lunula/