Due brevi romanzi sull’amicizia di Richard Bach – recensione di Daniela Schirru
Viaggio all’interno delle novelle di Richard Bach, nel segno dell’amicizia.
Quante volte mi sarà capitato di immergermi tra le parole e le immagini dei libri di Richard Bach?
Soprattutto nelle pagine di due dei suoi brevi romanzi, quali “Nessun Luogo è Lontano” e “Il Gabbiano Jonathan Livingstone”, che dopo averli letti regalano un senso di pace interiore, di emozioni mai sentite prima.
Ogni pagina racconta immagini, ogni immagine racconta parole, ogni parola incontra musica. Già, perché quando ti immergi nella lettura di queste novelle sembra di sentire note di musica che si sprigionano nell’aria. Anche se invisibili, sembra di sentirle. Sono vive dentro il nostro cuore, dentro la nostra anima che ci portano a ricongiungerci con i ricordi, le amicizie vissute, attuali e future.
Entrambe le novelle, infatti, parlano di amicizia, vissuta come poesia, come un viaggio infinito alla ricerca di noi stessi, di quelle emozioni che si possono dividere tra amici. Amicizia, quindi, nel senso di un viaggio infinito, con amici immaginari o reali. Non c’è un limite, l’importante è sapere che, nonostante tutto, gli amici ci siano. Non è importante la loro presenza materiale e fisica, ma è importante sapere che, nonostante le distanze lunghe o corte loro ci siano.
E anche se non sono presenti fisicamente, anche se vicino a te non ci sono voci che ti parlano, loro sono sempre con te, nel cuore, nelle immagini, nei sogni, e ti sembra di sentire le loro voci che ti parlano.
Questo è il senso del libro “Nessun Luogo è Lontano”, ed è riconoscibile dalla celebre citazione:
“Può una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se desideri essere accanto, alle persone che ami, non ci sei forse già?”
Certo è vero, ma a volte, anzi spesso, si sente la necessità di avere i propri amici FISICAMENTE davanti a noi, anche se sono distanti, perché abbiamo bisogno di sentire voci che ci parlano, che ci ascoltano, persone da abbracciare, da toccare, per non dover credere che siano solo frutto della nostra immaginazione. Perché poi ci sentiamo come se quelle persone che abbiamo conosciuto non siano reali, siano solo parti di un sogno, della nostra fantasia.
Eppoi c’è la paura di non ricordarci più le loro facce, le loro voci? E se passeggiando per strada ci capitasse di incontrare facce note e mentre ci avviciniamo con l’intento di andare a salutarle ci accorgiamo che ci eravamo sbagliati. Questa è una paura che sentiamo di avere, quando ci capita di confondere una persona con una che forse conosciamo, che non vediamo da anni. Come recita un detto “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, si rischia di perdere il contatto con la realtà e di continuare a pensare che nonostante le persone non siano presenti materialmente pensiamo di essere finiti dentro un sogno, quando vorresti solo trascorrere del tempo insieme a loro, ascoltare le loro voci, e guardarli dritti negli occhi.
L’amicizia è un sentimento unico e deve essere motivata da entrambe le parti, ma quando solo un a delle parti è interessata alla crescita di questo sentimento, nonostante mille vicissitudini, nonostante cerchi di aspettare l’altro con pazienza, e senza troppe insistenze, si può parlare di un gesto d’affetto verso l’amico in difficoltà, cercando di aiutarlo anche a distanza, telepaticamente, come
se fossimo una cosa sola che si unisce a distanza. Come attraverso un viaggio infinito, dentro il nostro cuore. Alla ricerca di libertà.
Anche “Il Gabbiano Jonathan Livingstone” parla di amicizia, di libertà, di sogno e di amore. Ma soprattutto di libertà e di vita. Perché il gabbiano è un gabbiano desideroso di di vivere libero da vincoli, vincoli che la sua natura gli impone, ma con il desiderio di sfatare quel tabù, lottando per una libertà nuova, diversa, ottenuta soprattutto seguendo il proprio amore per la vita e il desiderio di aiutare gli altri a ribellarsi a coloro che non credono in questa libertà di vita diversa da quella tradizionale, e fanno di tutto per ostacolare la realizzazione di quello in cui si crede. C’è ignoranza nei loro occhi, paura di andare al di là di tutto.
Sarà un viaggio lungo, avventuroso e allo stesso tempo affascinante in quel mare di esperienze che solo la vita sa darci. Perché la vita è un’avventura, è un inno di libertà.
E’ un sogno che si realizza attraverso noi.
Prima o poi leggerò gli altri libri di Richard Bach, e sarà com’è stato per questi due, un volo all’interno di mille bolle colorate, andando all’avventura in un luogo incantato chiamato Vita.
In cui dovremo credere giorno dopo giorno.
Written by Daniela “Aiko” Schirru
http://insidesilenceheart.blogspot.com/
Stupendi! Io, di Richard Bach, ho letto tutto! Grazie infinite Richard per la bellezza che hai regalato alla mia Vita. G.Dea
Ciao Gloria, sì davvero ottimi romanzi :D
Ciao Gloria! E’ vero Richard B. ha lasciato una bellissima eredità letteraria. Leggere i suoi romanzi è un dono, un qualcosa di magico. :) :)