“Er gatto, er cane” poesia di Trilussa
Di seguito si potrà leggere la poesia “Er gatto, er cane” di Trilussa.
“Er gatto, er cane”

Un Gatto soriano
diceva a un Barbone:
Nun porto rispetto
nemmanco ar padrone,
perché a l’occasione
je sgraffto la mano;
ma tu che lo lecchi
te becchi le botte.
Te mena, te sfotte,
te mette in catena
cor muso rinchiuso
e un cerchio cor bollo
sull’osso der collo.
Seconno la moda
te taja li ricci,
te spunta la coda…
Che belli capricci!
Io, guarda. So’ un gatto,
so’ ladro, lo dico:
ma a me nun s’azzarda
de famme ‘ste cose.
Er Cane rispose:
Ma io… je so’ amico!
Nato Carlo Alberto Camillo Salustri, il poeta scelse uno pseudonimo anagrammatico con Trilussa. Fu il 26 ottobre del 1871 a Roma che vide la luce ed il 21 dicembre del 1950 che si spense.
Poeta che scrisse prevalentemente in dialetto romanesco.
Ebbe notevole fortuna postuma, infatti molti artisti musicarono le sue poesie. “Er gatto, er cane” è un chiaro esempio della sua poetica scherzosa ma che rispecchia la realtà della vita.
Per leggere una approfondita biografia sull’autore clicca su Wikipedia.
Info
Leggi altre poesie di Trilussa: