
Mar 7, 2012
“L’arte di perdere”
L’arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall’intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.
Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell’ora sprecata.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.
Ho perduto l’orologio di mia madre.
E guarda! L’ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Ho perso due città, proprio graziose.
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.
Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato).
Questa è la prova. È evidente,
l’arte di perdere non è difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo!) disastro.
Elizabeth Bishop (Worcester, 8 febbraio 1911 – Boston, 6 ottobre 1979) è stata una poetessa e scrittrice statunitense. La sua poesia ha ottenuto un largo consenso di critica ed è tuttora molto letta e studiata, soprattutto negli Stati Uniti.
È considerata unanimemente uno dei più raffinati poeti di lingua inglese del XX secolo. Ha scritto anche opere in prosa e si è cimentata perfino nella pittura.
Profondamente bella
Già Mirella, davvero particolare come poetica. Tu scrivi?
Difficile commentare una poesia così, davanti a poesie del genere l’apprezzamento migliore è la lettura silenziosa, da anima ad anima.
Ben detto Fiorella!
Un’occasione per riflettere sull’unico vero valore: la vita. Poi c’è la malinconia per tutto ciò che è stato, che abbiamo avuto, che abbiamo perso, ma anche l’attesa per ciò che verrà.
Lei lo dice così
Come per invitarci
Ad imitarla
Andando a capo
tra la vita e il resto c’è una differenza: se la prima è il valore il resto si può perdere senza essere perduti
Interessante Giulia.