8 marzo: la storia di una tragedia diventata opportunità per la parità di genere
“Le donne sono servite, in tutti questi secoli, come specchi che possiedono il potere magico e delizioso di riflettere la figura di un uomo a due volte la sua grandezza naturale.” ‒ Virginia Woolf

La giornata internazionale della donna, comunemente conosciuta come Festa della Donna, celebrata l’8 marzo di ogni anno, è una ricorrenza che va oltre la semplice festa.
E non dovrebbe essere semplicemente una data segnata sul calendario. Ma un’occasione per celebrare i traguardi raggiunti dalle donne nel corso della storia, e al contempo riflettere sulle sfide che ancora oggi il genere femminile deve affrontare.
Le origini di questa ricorrenza risalgono ai primi anni del Novecento, un periodo segnato da profonde trasformazioni politiche e sociali. Legate alla tragedia avvenuta a New York, quando un gruppo di lavoratrici tessili in lotta per migliori condizioni di lavoro, morì in un incendio all’interno di una fabbrica.
Evento drammatico, che è stato un punto di svolta nel movimento per i diritti delle donne, e che ha alimentato la necessità di ottenere maggiore parità, sia nei luoghi di lavoro come all’interno della società.
Dunque, è in un difficile contesto di lotte sociali e politiche che affonda le radici la celebrazione dell’8 marzo; per acquisire poi nel corso degli anni un significato universale, diventando un simbolo della lotta per i diritti, per la parità di genere e contro la violenza di cui le donne sono spesso vittime.
Fondata sull’impegno di promuovere il rispetto e l’uguaglianza tra uomini e donne, l’8 marzo, che viene celebrato in moltissimi paesi del mondo con manifestazioni, incontri, eventi culturali, è un’occasione per celebrare le donne, ma è anche un momento di riflessione sul cammino ancora da percorrere.
Le donne, infatti, continuano a essere soggette a forme di discriminazione, dalle disparità salariali alla violenza domestica, fino alla minore rappresentanza politica ed economica del genere femminile.
Impegnate in politica o ad occupare ruoli di leadership, spesso le donne devono affrontare ostilità e stereotipi sessisti da parte di alcuni uomini. Non di tutti, per fortuna, perché qualche eccezione esiste anche fra i maschi.
In molti paesi la battaglia per l’uguaglianza di genere è una lotta ardua, nonostante gli indiscutibili progressi ottenuti durante il corso del Novecento, seppur esistano ancora barriere che limitano il pieno riconoscimento dei diritti femminili.
La Festa della Donna rappresenta dunque l’occasione per ricordare che la completa parità non è stata ancora raggiunta, ma è un percorso ancora in divenire. Tuttavia, celebrarlo è importante, in quanto è un giorno che riconosce il valore, la forza e la determinazione di molte donne che si sono battute a nome di tutte. Ottenendo progressi sociali, economici e politici che hanno segnato il cammino dell’umanità.
Al contempo, l’8 marzo è l’occasione per fare un bilancio delle disuguaglianze e delle discriminazioni che a tutt’oggi persistono in molte parti del mondo. Come recita una celebre espressione, non si può dire di aver vinto tutta la guerra, se la vittoria è riferita soltanto ad una sola battaglia.
“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza.” ‒ Rita Levi Montalcini
La festa della donna è anche un tributo alle donne che hanno lasciato un segno durevole nella storia dell’umanità. Dalle grandi figure storiche come Marie Curie, prima donna a vincere il Nobel, a Emmeline Pankhurst, pioniera del suffragio femminile, passando per personalità più contemporanee come Malala Yousafzai, che ha lottato per l’educazione delle ragazze in Pakistan, il giorno dell’8 marzo è un’opportunità per celebrare queste donne, che con coraggio e determinazione hanno cambiato il corso della storia.
Ma non si tratta solo di commemorare, anche di continuare ad agire. Compito che spetta soprattutto alle nuove generazioni di donne e uomini chiamate a costruire un mondo più equo, dove il talento, il coraggio e le capacità delle donne vengano riconosciuti senza pregiudizi.
Le politiche di inclusività, il rafforzamento dei diritti economici e l’educazione alla parità di genere sono passi necessari per un cambiamento duraturo.
In definitiva, la Festa della Donna non è solo un giorno di celebrazione, ma è un’eco costante per ricordare che il cambiamento è possibile, e che il cammino verso una vera uguaglianza è una lotta che coinvolge tutti, uomini e donne, indistintamente. con uno sguardo rivolto al futuro.
“Ciò che Dio non può più fare, una donna, a volte, lo può fare.” ‒ Daniel Pennac
A proposito della violenza di genere, è importante affermare che le molestie nei confronti delle donne continuano a essere fenomeni preoccupanti, che richiedono interventi concreti a livello globale.
In quanto i soprusi e le prevaricazioni rappresentano una delle forme più gravi di disuguaglianza di genere, per cui si può parlare di una vera e propria piaga sociale a livello planetario.
Le statistiche globali sono allarmanti: ogni giorno sono milioni le donne che subiscono violenza fisica, sessuale. A cui si aggiungono maltrattamenti anche psicologici, che non solo minano la dignità e la libertà delle donne, ma incidono gravemente sulla loro salute fisica e mentale. Che molte volte si consumano in ambito domestico.
Il femminicidio, la tratta di donne e ragazze per sfruttamento sessuale, sono solo alcune delle manifestazioni di un fenomeno che purtroppo non conosce confini.
“Se gli uomini fossero belli ed intelligenti, si chiamerebbero donne.” ‒ Audrey Hepburn
Ma come arginare il fenomeno del femminicidio che pare non avere alcuna battuta d’arresto anche oggi, 2025?
Contrastare la violenza sulle donne richiede un impegno collettivo, che deve coinvolgere le istituzioni, la società civile e tutti coloro che auspicano per se stessi e per le donne un domani migliore. Le azioni per combattere questo fenomeno devono essere molteplici e mirate a sradicare le radici culturali, sociali ed economiche della violenza di genere.
Una fra le più importanti è l’educazione, che unita alla sensibilizzazione conduce alla prevenzione, strumento fra i più potenti per contrastare la violenza. Essenziale è educare i bambini e i giovani, fin dalle scuole primarie, alla parità di genere, al rispetto reciproco e alla cultura della pacifica convivenza, che è la prima arma contro la violenza di genere. Perché coinvolgere in tale direzione i ragazzi, fin dall’infanzia, significa costruire una società più consapevole e meno incline ad una mentalità dispotica. Importante è sensibilizzare la società attraverso campagne educative, indicando una condotta che può contribuire a cambiare atteggiamenti e stereotipi atti ad alimentare la violenza.
Introducendo nelle scuole programmi che insegnino il rispetto, l’uguaglianza e la gestione non violenta dei conflitti.
Quasi sempre le donne che subiscono violenza si trovano in situazioni di isolamento e di paura. È fondamentale perciò che esistano reti di supporto che offrano loro protezione, consulenza psicologica, assistenza legale e, se necessario, un rifugio sicuro. I centri antiviolenza svolgono un ruolo cruciale, aiutando le donne a rompere il silenzio e ad accedere a tutte le risorse di cui hanno bisogno per ricostruire una vita che sia degna di essere vissuta. Anche non lasciare sole le vittime, ma dar loro il supporto necessario, è altra modalità per tenere sotto controllo il disgraziato fenomeno.
Importante è che le donne siano incoraggiate a denunciare le violenze subite, che siano credute e che non siano colpevolizzate. Perché spesso quelle che subiscono violenza non denunciano per paura o per mancanza di supporto. I centri antiviolenza e le case rifugio devono essere potenziati e resi facilmente accessibili, fornendo assistenza psicologica, legale ed economica alle vittime.
Ultimo, ma non per questo meno importante è l’inasprimento delle pene per il reo, e vincolante è garantire il rispetto delle leggi. Leggi, che dovrebbero essere più severe, è un altro passo fondamentale per arginare il fenomeno della violenza di genere, infliggendo pene adeguate al colpevole di un reato più deplorevole di altri. È dunque importante garantire che le leggi adottate vengano applicate efficacemente, con un sistema giudiziario sensibile alle specificità dei casi di violenza contro le donne, evitando che le vittime vengano nuovamente emarginate o ignorate. Ma dar loro voce, e promuovere un clima in cui le donne possano parlare senza paura di ritorsioni.
Molti paesi hanno introdotto leggi contro il femminicidio, ma spesso il problema è la loro scarsa applicazione. È necessario rafforzare le misure di protezione per le vittime, garantire processi rapidi ed efficaci e punire severamente i colpevoli, senza lasciare spazio all’impunità.
Ancora, dare spazio a storie di donne che hanno superato la violenza può essere un reale strumento di speranza con un coinvolgimento attivo degli uomini: la violenza sulle donne è una problematica che riguarda innanzitutto il genere maschile, la cui mentalità oscurantista e obsoleta andrebbe debellata. In quanto contrastare il femminicidio non deve essere solo una battaglia femminile.

È cruciale coinvolgere gli uomini in campagne di sensibilizzazione affinché diventino parte attiva del cambiamento, educandoli al rispetto e alla parità. Creare spazi di riflessione e di confronto tra uomini può essere un escamotage atto a decostruire modelli di comportamento tossici e violenti, promuovendo una visione più sana e rispettosa delle relazioni. Principio, ovviamente, che va esteso all’intera società.
Perché il femminicidio è una piaga sociale che continua a mietere vittime in tutto il mondo. Non si tratta di episodi isolati, ma della manifestazione estrema di una cultura patriarcale che ancora oggi relega le donne a una posizione di vulnerabilità.
Per contrastare questo fenomeno, è necessario un impegno collettivo che coinvolga istituzioni, educazione e società civile, perché affrontare il femminicidio significa cambiare una cultura profondamente radicata. Solo con coraggio, volontà politica e mobilitazione sociale costante la Festa della Donna può assumere allora un significato diverso. Oltre che monito affinché nessuna donna sia più vittima di violenza.
Anche i media hanno un ruolo chiave nella narrazione della violenza di genere. È necessario abbandonare il linguaggio che colpevolizza le vittime o minimizza le responsabilità degli aggressori. Il femminicidio non è mai un “raptus” né un “delitto passionale”, ma un atto premeditato di violenza e sopraffazione.
“Essere donna è così affascinante… È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida, che non finisce mai.” ‒ Oriana Fallaci
Ed è in un contesto globale dove la violenza di genere è ancora una realtà tragica, che la Festa della Donna diventa anche un momento di consapevolezza e di impegno. Perché non basta celebrare i progressi ottenuti se, parallelamente, non si combatte ogni forma di violenza.
“Se vuoi che venga detto qualcosa, chiedi a un uomo, se vuoi che venga fatto qualcosa, chiedi a una donna.” ‒ Margaret Thatcher
Written by Carolina Colombi