Painting Words #20: intervista a Daniela Demurtas, autrice ed illustratrice

La rubrica “Painting Words” vuole tracciare l’arte contemporanea con una serie di domande rivolte alle personalità più interessanti del panorama odierno. Nella prima puntata abbiamo incontrato Iena Cruz, nella seconda Lorenzo Babboni, nella terza Eugenio Sicomoro, nella quarta Gabriele Artusio, nella quinta Kimi, nella sesta Antonio Bonanno, nella settima Silvia Crocicchi, nell’ottava Giovanni Lopez, nella nona Alessandro Coppola, nella decima Maria Pappalardo, nell’undicesima Sergio Olivotti, nella dodicesima Bruna Iacopino, nella tredicesima Valentina Merzi, nella quattordicesima Erika Belfanti, nella quindicesima Irene Penazzi, nella sedicesima Valeria Gilardoni, nella diciassettesima Nicola Micali, nella diciottesima Pietro Ruffo, nelladiciannovesima Simone Frasca, ed in questa ventesima vi presentiamo Daniela Demurtas.

Daniela Demurtas intervista Painting Words
Daniela Demurtas intervista Painting Words

Daniela Demurtas dal 2018 studia illustrazione all’Accademia d’arte di Cagliari, dove è nata e vive, per poi approfondire la narrazione per immagini degli albi illustrati presso la scuola Ars in fabula di Macerata, frequentando successivamente il master in Illustrazione editoriale della medesima scuola e conseguendone il Diploma nel 2022.

Nel 2020 una sua tavola vince il Premio di illustrazione editoriale Livio Sossi per la migliore tavola digitale.

Dal 2021 insegna Illustrazione presso l’Accademia d’arte di Cagliari, una scuola privata di arte del capoluogo sardo.

Nel 2023 illustra l’albo per l’infanzia Per catturare un rospo magico, scritto da Pierdomenico Baccalario ed edito da Camelozampa, pubblicato nel 2024 anche in Francia col titolo Pour capturer un Crapaud Magique, edito da Edition du Ricochet.

Nel 2024 realizza le illustrazioni per l’albo illustrato La fabbrica della neve, scritto da Claudio Gobbetti ed edito da Sassi editore e quelle per La mia vita imprevista, romanzo di Giuliana Facchini, pubblicato da Camelozampa. Nello stesso anno è selezionata per l’annuale Autori di Immagini.

 

S.T.: “La mia vita imprevista”: racconta di questa collaborazione e di quanto è “imprevista” la tua vita?

Daniela Demurtas: Sono stata contattata dalla casa editrice Camelozampa, con cui avevo già collaborato, in quanto le editrici, Francesca Segato e Sara Saorin, ritenevano che il mio stile riuscisse a esprimere bene l’atmosfera leggera e intima del romanzo di Giuliana Facchini. Dalla lettura ne sono rimasta rapita, forse soprattutto perché la protagonista mi ricordava il modo in cui vivevo io le situazioni da piccola e poi per i misteri che i bimbi si trovano ad affrontare: mi ha sempre intrigato l’idea di illustrare una storia che contenesse delle indagini. Mi sono subito venute in mente tante immagini che potevano corredare il testo.

La mia vita è sempre imprevista perché in un certo senso il mio lavoro lo è ed è il lato migliore di quel che faccio. Ogni progetto mi fa immergere in dimensioni sempre nuove, ogni libro è un mondo a sé in cui compiere un percorso fatto di ricerca e anche indagine interiore. In un certo senso un’esplorazione continua, ricca di stimoli, che mi diverte tantissimo.

 

S.T.: Chi è Mostrino e quando crei la sua prima illustrazione?

Daniela Demurtas: Mostrino è il mio gatto bianco e nero, un classico tuxedo cat, con la voce leggermente roca, che ha la particolarità di avere un musetto incredibilmente espressivo, ed è anche il “volto illustrato” del mio profilo Instagram e dei miei biglietti da visita. Disegno sempre i miei gatti fin da quando li adotto, ma con lui è nato un “sodalizio artistico” perché poter cogliere le sue espressioni nei disegni è una delle cose che mi diverte di più in assoluto e devo dire che conoscenti e contatti social hanno ormai una certa predilezione per lui.

Lavorando molto sui personaggi, ho sviluppato la caratteristica di affiancare spesso animali ai character umani, dove la storia lo consente, perché mi permette di aggiungere toni leggeri proprio grazie alla loro presenza fatta principalmente di espressioni e Mostrino è ispirazione continua.

 

S.T.: Un personaggio creato che più ti rappresenta?

Daniela Demurtas: Questa domanda è bellissima, ma anche difficile perché tendo a cercare nei personaggi lati di me con cui farli esprimere nei gesti, sembianze ed espressioni o per lo meno per poterli capire meglio e dar loro “voce”.

Anche se non li ho creati da autrice completa, ma solo rappresentati nelle illustrazioni, nella piccola Frances di La mia vita Imprevista mi ritrovo molto per carattere e l’ho anche disegnata in modo piuttosto simile a come ero io da bambina, ma anche nel fabbricante di neve de La fabbrica della neve, scritto da Claudio Gobetti e uscito in occasione dello scorso Natale, così allampanato, fragile e forte quando comprende il suo talento, mi vedo tanto.

 

S.T.: Quando nasce la tua passione e se c’è, racconta un episodio particolare che ti ha fatto capire che l’arte sarebbe stata la tua scelta di vita.

Daniela Demurtas: Disegno fin da quando ho memoria, credo che i bambini abbiano una sapienza innata che grazie alla curiosità li indirizza verso le loro passioni. In fondo l’ho sempre saputo che era esattamente quello con cui mi sentivo più in sintonia. Poi per varie situazioni, pur avendo alle spalle una vita da autodidatta, la mia formazione artistica l’ho potuta intraprendere solo da adulta.

Gli episodi di svolta sono stati due: quando, mentre iniziavo a studiare illustrazione, ho partecipato al premio Livio Sossi, vincendo il premio per la migliore tavola digitale, al mio primo tentativo di elaborare un progetto di albo illustrato. Ho capito che gli albi illustrati erano i veicoli espressivi adatti alla mia voglia di raccontare attraverso le immagini. Il secondo è stato, quando la dad imposta dal Covid mi ha consentito di partecipare al master Ars in fabula (dalla Sardegna dove vivo), che ha completato la mia formazione artistica e mi ha introdotto alla dimensione professionale dell’illustrazione.

 

Daniela Demurtas opere Stagno
Daniela Demurtas opere Stagno

S.T.: Cosa rappresenta per te la pittura nella tua vita?

Daniela Demurtas: La pittura mi permette di immergermi in uno stato quasi meditativo, di flow, e in quelle situazioni mi capita di sperimentare dei momenti che sento di felicità. Quando poi ho la possibilità di sperimentare soluzioni nuove c’è anche la curiosità, il divertimento, il gioco: è come tornare bambina. Credo che per me sia il mio spazio personale di libertà e felicità.

 

S.T.: Hai un sogno nel cassetto o progetto che vuoi concretizzare nel 2025?

Daniela Demurtas: Se i progetti attualmente in corso d’opera me lo consentiranno, mi piacerebbe realizzarne uno da autrice completa, con una storia di mia elaborazione. Nel cassetto ho un’idea per un albo per l’infanzia di cui ho già scritto il testo e due idee per due progetti di carattere divulgativo per un target più alto. Per ora lavoro a progetti che mi vengono affidati e sono contenta così, per il resto ci sarà tempo in seguito.

 

S.T.: Scegli tre aggettivi con cui definirti.

Daniela Demurtas: Resistente, intricata e divergente.

 

Written by Simona Trunzo

 

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