Painting Words #11: intervista a Sergio Olivotti, illustratore ed autore

La rubrica “Painting Words” vuole tracciare l’arte contemporanea con una serie di domande rivolte alle personalità più interessanti del panorama odierno. Nella prima puntata abbiamo incontrato Iena Cruz, nella seconda Lorenzo Babboni, nella terza Eugenio Sicomoro, nella quarta Gabriele Artusio, nella quinta Kimi, nella sesta Antonio Bonanno, nella settima Silvia Crocicchi, nell’ottava Giovanni Lopez, nella nona Alessandro Coppola, nella decima Maria Pappalardo ed in questa undicesima vi presentiamo Sergio Olivotti.

Sergio Olivotti intervista Painting Words
Sergio Olivotti intervista Painting Words

Sergio Olivotti, laureato in architettura, illustra e scrive libri per l’infanzia.

La comunicazione e le sue varie forme lo incuriosiscono e arricchiscono, in un mondo di pura creatività pronto a condivider con gli altri. Realizza workshop per adulti e bambini; cerca di inserire una canzone in ogni libro.

Vincitore di numerosi premi si menziona la Menzione speciale premio “Rodari” Omegna nella categoria Fiabe e Racconti nel 2021; Premio Lyra Autori di Immagine 2019 miglior opera con tecnica tradizionale; Gold e Bronze Award Autori di Immagine nel 2019; “Miglior Immagine Digitale” a Lucca Comics Junior nel 2018; 1° Premio ex aequo Città di Schwanendstadt; Jury’s Special Award al Ali Gargınsu International Poster Competition nel 2017.

 

S.T.: Quando nasce la tua passione per l’illustrazione e cosa ti ha portato a centrare i tuoi studi ai campi della didattica e dell’editoria per l’infanzia?

Sergio Olivotti: Ho sempre disegnato fin da quando ero in prima elementare. Il disegno è da sempre la mia materia preferita insieme alla matematica. L’insegnamento invece è questione ereditaria perché mia madre è una maestra di storia dell’arte in pensione.

 

S.T.: Illustrazione-parola-parola in musica. Cosa vuoi dirci di questo progetto e tua ultima pubblicazione?

Sergio Olivotti: Amo tutti i linguaggi, ne sono incuriosito e mi piace sperimentarli. In un recente incontro coi bambini ho condiviso ho condiviso la scena con una traduttrice nella lingua dei segni (LIS) e il suo modo di disegnare le parole in aria mi ha tremendamente affascinato. La musica poi è vox populi un linguaggio universale che trascende la provenienza e l’età: piace a tutti e quindi è una porta per l’accoglienza. Mi piace che i linguaggi non si sovrappongano, non siano una didascalia dell’altro, ma siano piuttosto additivi, in modo che il loro incontro produca esponenzialmente valore.

 

S.T.: Temi sociali e divulgazione di messaggi educativi: quale il tuo pensiero a riguardo?

Sergio Olivotti: Ho scritto molti albi illustrati che non avevano alcuna pretesa di contemplare un tema “forte”. Spesso invece il mercato fatto da maestri, libraie e mamme è ossessionato dai libri con il grande tema educativo e moralizzante. Io dico sempre che anche Rodari ha scritto “La torta in cielo”, una storia di pura fantasia senza alcuna morale nascosta, questo perché il vero super-tema rodariano è la Creatività. La creatività è strumento di Libertà: insegnando la creatività (anche attraverso il nonsense, l’assurdo, il paradossale, il comico) stiamo aiutando il bambino di oggi a essere un futuro uomo libero di domani.

 

S.T.: Poster-art: un lavoro in particolare da te progettato che vuoi condividere con i lettori?

Sergio Olivotti: Circa dieci anni fa progettai un poster intitolato “Guerra preventivas” raffigurante un uovo-spinoso: una vita che parte male, con un atteggiamento ostile nei confronti del mondo. Ma non era un poster di satira politica, cerco sempre di progettare lavori che vadano oltre il contingente delle cronache di attualità.

 

S.T.: Il tuo processo creativo si ispira a processi casuali o progettazione strutturata?

Sergio Olivotti: A luglio 2024 ho pubblicato un saggio intitolato “Creativologia: Boškov, lucertole, capezzoli, xanax e l’affascinante caso degli albi illustrati” dove tratto proprio dei metodi progettuali e dei meccanismi attraverso i quali è possibile cercare e sviluppare. Sono convinto che non esista un unico metodo creativo, esistono piuttosto delle procedure e degli atteggiamenti che, se opportunamente perseguiti con costanza e gioia, possono aiutarci nella fase creativa (qualsiasi cosa significhi l’aporia “creatività”).

 

Sergio Olivotti opere Monociclo mon amour
Sergio Olivotti opere Monociclo mon amour

S.T.: C’è un elemento della tua personalità che si palesa più spesso nelle tue opere oppure un messaggio che vuoi veicolare?

Sergio Olivotti: Mi hanno fatto notare che molti dei miei libri parlano del linguaggio e delle difficoltà della comunicazione e della comprensione reciproca. Di questo ho preso coscienza a posteriori e onestamente la cosa un po’ mi inquieta: è evidente che ho irrisolto un problema con la comunicazione e il rapporto col mondo e gli altri. Me ne sto facendo una ragione…

 

S.T.: Scegli tre aggettivi con cui definirti…

Sergio Olivotti: Ci sarà sicuramente chi mi classificherà e incasellerà con tre aggettivi ma sarei masochista da parte mia se fossi io il primo a farlo. Posso dire cosa non sono (anche in risposta a un luogo comune antichissimo ribadito nelle ultime settimane sui social da un solone/trombone antichissimo anch’egli): non sono un pazzo. L’arte e la creatività hanno ben poco a che fare con la follia. Trovo questo luogo comune squalificante e perniciosamente omologante. Bastasse essere “pazzerelli” per essere creativi allora tutti lo sarebbero. Non è così.

 

Written by Simona Trunzo

 

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Leggi le interviste agli altri artisti della rubrica Painting Words

 

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