“Pissarro. Il padre dell’Impressionismo” docufilm di David Bickerstaff: un ritratto inedito
“Ogni volta che inizio un progetto su di un artista non vedo l’ora di scoprire qualcosa di nuovo su di lui.” ‒ David Bickerstaff
L’occasione di approfondire la conoscenza di Camille Pissarro, uno dei maggiori esponenti dell’Impressionismo, è ghiotta; e si presenta sotto forma di docufilm della Nexo Digital dal titolo Pissarro. Il padre dell’Impressionismo.
Diretto dal regista David Bickerstaff, il racconto della vita di Pissarro per La Grande arte al cinema è in visione esclusiva nelle sale cinematografiche il 19 e il 20 novembre 2024. Ed è con estrema ricchezza di dettagli, che il docufilm tratteggia il profilo artistico ed umano di un pittore simbolo, vissuto a cavallo di Ottocento e Novecento.
Elemento trainante di uno dei movimenti pittorici fra i più amati, a distanza di 150 anni dalla prima esposizione del movimento impressionista (1874), il docufilm offre un’interpretazione quanto mai eccellente di ciò che Pissarro ha rappresentato. Sia per l’Impressionismo come per l’intero universo artistico.
Persona inclusiva, Pissarro, grazie all’intervento di addetti ai lavori, viene descritto come un pittore dalle sfumature caratteriali positive; un uomo che amava legarsi ai suoi ‘colleghi’ da un rapporto non soltanto professionale, ma principalmente di amicizia.
Dotato di un acceso spirito di gruppo e di partecipazione, il film svela la vita e le opere di Pissarro attraverso una serie di lettere che l’artista scrisse agli amici, e narrate in prima persona da una voce fuori campo, che interpreta lo stesso pittore. Si tratta di un carteggio rinvenuto nell’archivio di Pissarro e conservato presso l’Università di Parigi, e recuperato per realizzare la retrospettiva dedicata al pittore dall’Ashmolean di Oxford, museo pubblico del Regno Unito. Che ospita una collezione incredibilmente ricca del lavoro dell’artista, tra cui l’archivio di Pissarro per l’appunto, il quale ha permesso di accedere alla vasta raccolta di suoi atti documentali.
Il film, inoltre, si sofferma sulle opere della mostra del Kunstmuseum di Basilea, con l’obiettivo di comprovare la forza trainante di Pissarro, il quale è stato elemento propulsore per l’arte moderna, e sull’Impressionismo innanzitutto, così come lo conosciamo oggi.
“Camille Pissarro era un uomo generoso, appassionato, uno sperimentatore.” ‒ David Bickerstaff
Nato nelle Antille (Saint-Thomas) nel 1830, da padre ebreo di origine portoghese, e da madre creola delle Antille danesi, Camille Pissarro manifesta fin da giovanissimo il suo interesse per la pittura, relegata in un primo momento a un ruolo secondario. In quanto impegnato a occuparsi dell’attività di famiglia.
Tuttavia, l’ambiente familiare va stretto a Pissarro, che in compagnia di un pittore danese, tale Melbye, si stabilisce in Venezuela per dare impulso alla sua primigenia passione e guadagnare i soldi sufficienti per raggiungere Parigi (1855).
A Parigi frequenta l’Ecole des Beaux-Arts e poi l’Academie de Suisse, luoghi dove ha occasione di conoscere ed entrare in contatto con pittori del calibro di Manet, Courbet e Corot, e altri nomi eccellenti di impressionisti, già entusiasti di dipingere en plein air.
Malgrado la prima mostra degli impressionisti non abbia il successo in cui speravano e che meritavano, e per di più disprezzata dalla critica, l’occasione per il gruppo è di porre le basi per dare un’identità al movimento, e acquisire quella fama che risuonerà alta negli anni a venire.
Durante la guerra tra francesi e prussiani (1870), mentre i prussiani occupano la sua abitazione e distruggono i lavori realizzati dal pittore fino ad allora, si rifugia a Londra. Dove dipinge paesaggi e vedute di Norwood e dell’area a sud di Londra. Oggi esposti nella galleria londinese del mercante d’arte Paul Durand-Ruel, che occuperà un posto importante nella vita di Pissarro.
Nonostante sia uno dei più grandi animatori dell’Impressionismo, tornato in Francia nel 1872, Pissarro versa in condizioni economiche davvero difficili, le quali hanno un impatto negativo anche sulla sua vita familiare. Come lamenta la moglie, presente nel docufilm anche se marginalmente, che ha dato al pittore ben undici figli; alcuni dei quali non sono sopravvissuti, motivo questo di profonda afflizione sia per la moglie che per il pittore.
Aiutato da protettori e collezionisti d’arte come Murar e Arosa, dal 1881 Pissarro si dedica non più a dipingere paesaggi e scorci di natura, ma a rappresentare il mondo contadino, che sarà soggetto di alcuni suoi dipinti. Portando sulla tela la loro quotidianità, la fatica del duro lavoro, con tratti da vero osservatore della realtà.
Nel 1884, dopo un breve soggiorno a Rouen, in cerca di nuova espressività, si trasferisce ad Eragny. Successivamente, l’anno dopo per la precisione, influenzato da Seurat, fa nuove sperimentazioni pittoriche grazie al Puntinismo, tecnica esercitata saltuariamente fino al 1890.
Negli anni successivi, Camille Pissarro si vede costretto a ridurre la sua attività a causa di problemi agli occhi, malanno che lo spinge a dedicarsi all’incisione.
Negli ultimi anni della sua vita, dopo essere stato costretto a fuggire in Belgio per le sue idee anarchiche, con l’aggravarsi della sua patologia, dipinge dal suo appartamento rappresentando scorci di città e di paesaggi con vista prospettica dall’alto. Per fare poi ritorno allo stile impressionista intorno al 1892, tecnica a cui rimase sostanzialmente fedele fino alla morte, avvenuta a Parigi il 13 novembre del 1903.
“Era un artista colto, astuto, socievole consapevole e anarchico.” ‒ David Bickerstaff
Attraverso una narrazione che include lettere private e preziosi materiali d’archivio, il documentario di Bickerstaff esplora l’essenza artistica e umana di Pissarro, rivelandone il carattere generoso e innovativo.
Il film, supportato dall’Ashmolean Museum di Oxford e del Kunstmuseum di Basilea, grazie anche alle testimonianze di esperti, tra cui il curatore senior Colin Harrison e il direttore del museo Alexander Sturgis, offre una visione d’insieme sulla figura di Pissarro davvero esaustiva.
Inoltre, è doveroso aggiungere la collaborazione dell’archivio Durand-Ruel di Parigi, che ha permesso di conoscere sotto una nuova luce un Pissarro che va oltre, oltre a ciò che già si conosceva di lui. Con approfondimenti non solo dell’artista talentuoso che è stato, ma anche dell’uomo e del suo rapporto con il mondo che lo circondava.
“Nato da una famiglia di origine ebraica a St. Thomas, Indie Occidentali, divenne un padre di famiglia dedito al lavoro.” ‒ David Bickerstaff
Infine, un breve accenno allo stile pittorico di Camille Pissarro. Impressionista sì, ma con sfumature proprie e singolari. En plein air, come già detto, è il metodo di lavoro che ha fatto suo entrando in contatto con il gruppo di pittori che facevano uso di questo metodo di lavoro. Con una pittura che si caratterizza per i suoi toni freschi e vivi, con un’attenzione ai volumi degli spazi definiti meticolosamente.
I suoi soggetti, incentrati sul paesaggio e sulla natura, sono per il pittore motivo di ispirazione da cui trarre un’impressione profonda. Quasi un senso dell’eterno da imprimere alle sue composizioni, dove l’attimo colto è filtrato dall’emotività che risiede nell’animo dell’artista, e declinata grazie al colore e alla luce.
A sottolineare le differenze con gli altri esponenti dell’Impressionismo sono le composizioni di Pissarro, ben definite dalla luce che modella ed evidenzia le forme comprese in un armonioso equilibrio compositivo come quello del colore.
Oltre a una vivace leggerezza, che non è senso di istantanea fugacità, ma è condizione perché l’occhio dell’osservatore si soffermi su tutta la composizione. Pissarro predilige l’impostazione della tela in uno sviluppo orizzontale, al fine di creare un effetto panoramico degli elementi compositivi con accostamenti cromatici tali per esaltare la luce dell’insieme pittorico.
In profonda connessione col mondo della natura, dai suoi quadri sembra emergere, attraverso l’uso del colore, la suggestione che la contemplazione della natura gli suscita.
Mantenendo la purezza e l’autenticità dell’immagine, Pissarro ama rappresentare luoghi comuni, quali pascoli e colli, luoghi quieti e rive dei fiumi, nonché semplici casolari.
Rappresentando in questo modo l’essenza della natura che attraverso l’arte pittorica di Pissarro, lo etichetta come pittore emblema del movimento Impressionista.
“Sono grato a Ashmolean Museum di Oxford e al Kunstmuseum di Basilea che sono stati incredibilmente generosi nell’accesso alle loro mostre sul pittore, offrendo alle nostre camere molto tempo per soffermarsi sul lavoro di Pissarro in modo dettagliato” David Bickerstaff
Written by Carolina Colombi
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