“Versi e Racconti di Lombardia”: la quiete e i misteri che avvolgono il paesaggio
“Il mutamento del paesaggio ha portato Alessandro Manzoni al trasferimento emozionale dell’animo, dove paragona il divenire dei pensieri e dei sentimenti a quelli della natura, a volte anzi, spesso, sorprendenti e cangianti. Così come spesso accade, ad attirare l’attenzione e curiosità sono le ville storiche della Lombardia, dimore che hanno molto da raccontare…” ‒ dalla prefazione di “Versi e Racconti di Lombardi”
Come si evince sin dalla prefazione della poetessa Teresa Stringa “Versi e racconti di Lombardia”, edito Tomarchio Editore nella collana Oubliette, non è una semplice raccolta di poesie e brevi prose, ma un’essenza ricca di verità e amore che avvolge persone e territorio.
Le ville storiche con quel fascino tra storia, mistero e tradizione, rendono l’immaginario di un mondo a dir poco magico, simbolo potente di cultura e tradizione: ben scelta quella rappresentata in copertina dell’artista Ugo Stringa, padre di Teresa Stringa, delicata nei colori e nella linea che la definisce, forte e imponente ma quasi inafferrabile, che invita chi osserva ad avvicinarsi all’ingresso e silenziosamente scoprire la quiete e i misteri che avvolgono il paesaggio e la dimora, storie che si celano tra le mura della struttura e l’ambiente circostante, con quel verde che rappresenta il continuo rinnovarsi della vita, tra equilibrio e crescita, il colore del fluire di tutto ciò che arriva, punto di equilibrio già nel suo definirsi, visto che è il colore della natura circostante, delle foglie che sono fondamentali del processo di fotosintesi e traspirazione della pianta, non solo per sé ma per tutti gli esseri ed elementi naturali.
Un verde che affonda le proprie radici nella terra, come ricorda il tenue colore della villa, rivendicando che uno appartiene all’altro in un’infinita correlazione che li rende intimi.
Così il territorio diventa il filo conduttore della narrazione dei vari autori autrici, dove si svela un amore incondizionato per la terra d’origine, che diventa culla di scenari e racconti accattivanti, in una narrazione dinamica volta alla riscoperta delle origini e dell’appartenenza territoriale; quasi un voler proteggere un legame tra passato, presente e futuro collegati dai ricordi e dalle memorie e dal dinamismo dei cambiamenti.
Una tipicità basata su quel tessuto umano che intreccia cultura, arte, tradizioni, emozioni differenziandone l’aspetto identitario. La dimora storica diventa simbolo di tradizioni e valori che si imprimono in modo indelebile nell’appartenenza al luogo.
Alcune citazioni tratte dalle raccolte
Francesca Santucci: “Racconti al femminile”
“Credenza popolare vuole che la luna piena causi nelle persone una vena di pazzia: è quello che, pur scettica rispetto a queste fole, voglio credere, ripensando alla me stessa di quel tempo tragico della mia vita e al folle gesto commesso…”
Gian Carlo Storti: “Brevi, verosimili e false storielle”
“Era una bella mattina d’estate chiara e fresca. Sono andato a Villa Salus, per la trattativa, in bicicletta. Il portinaio, quello senza divisa, mi ha indicato dove appoggiare la bicicletta e di non chiuderla perché c’era il Primo.”
Giuseppe Terranova: “Carmina”
“Rapidamente divorati dal vorace tempo,/ di nomi di futili individui vieppiù s’allunga la lista;/ bramosi di volatile e volubile fama, che sol/ l’attimo goder lor fa, d’inezie e parvenze/ pienamente appagandoli.”
Marcello Sgarbi: “Milaneide”
“E a proposito di memoria, spero che il mio taccuino verde sia sato risparmiato dall’altro virus: è pieno delle cose che abbiamo vissuto, leggilo. Se invece non esiste più, sappi che quei ricordi li custodisco nel mio cuore.”
Marco Leonardi: “Un canto fra le onde”
“… e dalla barca dondolante sulle acque del lago- lei se ne era appena andata, ricordo ancora i suoi tacchi veloci sul pontile ‒ il sole mi sembrò un palloncino sfuggito dalla mano di Dio che lentamente si sollevava.”
Maurizio Fierro: “Il demone di Marley”
“Finalmente era riuscito a confessarlo. A sé stesso, innanzitutto. Perché sì, da anni quel pensiero albergava in una stanza della sua mente, eppure mai, mai che gli fosse venuto in mente di provare ad aprire la porta e farci i conti.”
Miriam Ballerini: “Viceversa”
“Emma sbiancò: un’assassina? Era così piccola, dall’aspetto delicato di chi, superati un certo numero di anni sembra quasi diventare fragile, sbiadendo.”
Oswaldo Codiga: “Undici anni di Auguri di Pasqua” e “La bottega del fabbro”
“C’è un piccolo Crocifisso appeso al muro in corridoio dove sul capo di nostro Signore una corona di spine colui che lo ha costruito è andato a posare…”
“Sotto le grondaie era tutto uno svolazzare di rondini che volavano nel cielo e che ogni tanto si fermavano sui rami dei tre maestosi pini piantati davanti alla fontana.”
Paolo Chioda: “Riflessioni”
“La vita è come una corsa a tappe, se vuoi farcela devi arrivare in fondo mantenendo una buona dose di energie.”
Roberta Sgrò: “Se… un giorno”
“… un frammento della sua vita, del suo essere, che nel suo comporsi attraverso le parole, riuscivano a far sorridere Letizia, donandole un po’ di colore sul viso.”
Teresa Stringa: “Percorsi” e “I colori del vuoto”
“Accompagnato dagli altalenanti ricordi, Alberto uscì di casa e, per ingannare il tempo, andò in quella bella corte contadina, sopravvissuta nel centro della cittadina milanese…”
“La scrittura è il buon paradosso del mio doloroso incedere”
“Versi e racconti di Lombardia” narra di identità differenti appartenenti allo stesso luogo, in un incedere di emozioni che si intrecciano sotto lo stesso cielo.
Written by Simona Trunzo
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