Tre libri che fanno sprofondare nella mente dei personaggi

Tutti i romanzi raccontano storie incredibili, ma pochi riescono davvero a farti sprofondare nella mente dei protagonisti. Quando un libro ti cattura al punto da farti vivere due vite, la tua e quella dei personaggi, puoi considerarti fortunato: hai raggiunto quella catarsi che solo la letteratura può offrire. Le storie capaci di manipolare gli stati d’animo sono le più pericolose, perché mettono radici dentro di te.

Tre libri psicologici
Tre libri psicologici

Questi tre libri ivi proposti invadono, toccano le parti più profonde, trovano terreno fertile nelle tue fragilità, nelle tue sofferenze e nella rabbia.

Tre libri che diventano una droga di cui non puoi fare a meno, e l’unico antidoto possibile è sprofondare ancora di più nella lettura. Quando però arrivi alla riga finale, senti un morso alla gola: è l’amara consapevolezza che non ci sarà più nulla di cui nutrirsi, perché la fine della storia comporta anche la fine dell’identificazione nei personaggi. Leggere un libro è come nascere, vivere e morire: quando la vita è intensa, anche il distacco lo è.

La sensazione di abbandono che segue la fine di un libro è l’unica controindicazione della letteratura. Con i prossimi tre libri che verranno elencati, questa percezione sarà particolarmente intensa. Tuttavia, scegliere di non leggerli è il vero danno che un lettore può fare a se stesso, poiché, con questi romanzi, la catarsi letteraria è assicurata.

Ecco i tre libri!

 

Follia” di Patrick McGrath

Citazioni Patrick McGrath
Citazioni Patrick McGrath

Patrick McGrath ha scritto Follia (Adelphi), uno straordinario romanzo psicologico pubblicato nel 1996. Riscoperto negli ultimi anni attraverso i booktoker, gli “influencer” letterari che pubblicano su Tik Tok, questo libro è decisamente un capolavoro. Racconta la storia d’amore fra un paziente di un istituto psichiatrico, internato per un brutale omicidio, e la moglie del medico che lo cura. È una storia controversa e particolarmente intensa.

La caratteristica distintiva della scrittura di McGrath è la sua capacità di assorbire completamente il lettore, coinvolgendolo in un’esperienza psicologica e narrativa che non lascia scampo. Frase dopo frase, il romanzo ti trascina in un vortice di emozioni, paure e ossessioni, fino a far vacillare ogni certezza. La follia, che dà il titolo al libro, non esplode in maniera violenta o improvvisa, ma si insinua lentamente nella narrazione, come un’ombra che si allunga progressivamente, senza mai essere del tutto definita. McGrath costruisce la tensione con una precisione chirurgica, giocando con l’illusione che ciò che stiamo leggendo non sia altro che una serie di eventi ordinari, perfettamente comprensibili.

Tuttavia, l’aspetto più straordinario della storia è proprio questa impercettibile trasformazione della realtà: l’incapacità di percepire la follia stessa, che appare inizialmente come una semplice sequenza di azioni logiche e razionali. McGrath riesce a fare qualcosa di unico: rende la “follia” non tanto un fenomeno esterno e alienante, ma una condizione intima e naturale, che evolve senza forzature, fino a diventare quasi familiare. I confini tra normalità e patologia si assottigliano, e il lettore, inconsapevolmente, si ritrova a esplorare territori inesplorati della mente umana.

La follia non è più percepita come un disturbo distante e incomprensibile, ma diventa parte integrante della narrazione stessa, una lente attraverso la quale viene filtrata la realtà. McGrath ci offre una prospettiva alternativa, facendoci osservare il mondo attraverso gli occhi di chi vive in uno stato mentale alterato. Pian piano, il lettore è portato a considerare normali comportamenti che, all’inizio, avrebbe giudicato impensabili o inaccettabili. Si entra, così, in un mondo che segue regole diverse, altre logiche, completamente slegate dalle convenzioni sociali e morali a cui siamo abituati. E, in questo processo, la follia diventa una nuova forma di razionalità, una dimensione in cui tutto appare giustificabile e persino inevitabile. Si finisce per giustificare ed identificarsi nella follia. Ed è questa la vera follia del romanzo.

 

“Atti osceni in luogo privato” di Marco Missiroli

Marco Missiroli citazioni
Marco Missiroli citazioni

Marco Missiroli è la nuova promessa della letteratura italiana contemporanea. Vincitore del Premio Campiello e del Premio Strega Giovani, ha una scrittura particolarmente semplice e persuasiva. Il suo romanzo Atti osceni in luogo privato, pubblicato nel 2015, è una delle sue migliori opere, assieme a Fedeltà e Il senso dell’Elefante.

Il titolo del romanzo è fraintendibile perché ambiguo, infatti suggerisce l’eventualità che si tratti di una narrazione erotica. E in realtà in questa storia la sessualità ha un ruolo chiave, infatti appare come lo strumento per indagare la profondità del vissuto. Tuttavia non appartiene al filone erotico poiché non c’è alcuna descrizione di scene hot, ma solo l’illustrazione dei sentimenti che accompagnano quei momenti.

In realtà Atti osceni in luogo privato (Feltrinelli) è un romanzo di formazione che utilizza l’amore e il sesso, dalla preadolescenza all’età adulta, per approfondire le contraddizioni e la frammentazione di sé. Così il protagonista, Libero Marsell, diventa lo specchio della parte più nascosta dell’io. Le sue paure, i suoi errori, le sue lotte interiori e le sue gelosie sono le debolezze che vive qualunque essere umano. Per cui la storia di Libero è la storia delle fragilità dell’umanità. E fa male. Fa dannatamente male leggerle nero su bianco. Ma è anche un buon modo per accettarle, per rendersi conto che non siamo soli nel percorso di crescita, ma che tutti, in qualche modo, vivono i dubbi del diventare adulti, del vivere essendo responsabili.

Atti osceni in luogo privato è un romanzo sulla libertà, sull’amore per la letteratura, sull’importanza di vivere altrove per scoprire altri lati di sé. Missiroli realizza una storia lineare ma intricata, in cui vengono affrontati i più grandi dolori, come la perdita di un genitore, e le più grandi passioni come la prima storia d’amore.

Quest’opera è, dunque, un viaggio nell’intimità dell’animo umano, raccontato con una delicatezza disarmante. Attraverso la vita di Libero Marsell, Missiroli ci invita a riflettere su ciò che significa crescere, amare, sbagliare e cercare se stessi in un mondo che spesso confonde e ferisce. È un romanzo che non offre risposte semplici, ma che ci guida con sensibilità attraverso le incertezze della vita, mostrando quanto sia prezioso accettare la nostra vulnerabilità.

 

“Alexis” di Marguerite Yourcenar

Citazioni Marguerite Yourcenar
Citazioni Marguerite Yourcenar

Marguerite Yourcenar, autrice francese, entra nella storia della letteratura con passo felpato.  Si introduce silenziosamente negli animi dei lettori grazie alla sua prima opera pubblicata nel 1929: Alexis o il trattato della lotta vana (Feltrinelli). Si tratta di un romanzo epistolare ‒ o meglio di una sola lunga lettera ‒ in cui il narratore confida a sua moglie un segreto profondo e oscuro.

Il sottotitolo racchiude già il cuore della confessione: una rivelazione che dà vita a una lotta destinata a non avere esito. La verità che Alexis svela non porta infatti né a uno scontro né a una soluzione, ma solo a un inevitabile allontanamento tra i due protagonisti. Questo segreto diventa il punto di non ritorno per una coppia che ha amato, ma non abbastanza. I sentimenti di inconclusione e di potenziale sprecato vengono mostrati in tutta la loro essenza nelle parole del narratore, che bruciano come ferite.

La “lotta vana” può essere letta anche come la battaglia interna del protagonista contro le sue vere inclinazioni. Alexis reprime a lungo i suoi desideri più autentici, tentando di cancellare la propria natura per conformarsi a rigide convenzioni sociali. La riservatezza, il pudore e il sottile gioco di allusioni con cui questa lotta viene vissuta riflettono l’oppressione dei tabù sociali, che soffocano l’individuo. È proprio questa sensazione di sottomissione alla morale comune, seguita dalla sua inevitabile ribellione e dalla pesante liberazione, a rendere il romanzo così intensamente doloroso.

Il segreto di Alexis non è mai dichiarato apertamente, ma piuttosto svelato in modo graduale, attraverso ricordi frammentati e allusioni cucite e scucite nel corso del racconto. Non si tratta solo di una confessione, ma di una vera e propria espiazione, di un calvario lungo e profondo che evidenzia la pericolosità dell’essere se stessi. Il lettore viene trascinato in questo percorso e, come su una barca in balia delle onde, sente il tumulto della tempesta e il sollievo della quiete che ne consegue.

L’opera è un viaggio nell’introspezione, dove le parole di Alexis diventano pesanti come pietre, cariche del desiderio di autenticità. Si percepisce la tensione di volersi liberare di un peso, insieme al terrore di esporsi e ferire irrimediabilmente chi si ama. Alexis ripercorre episodi della sua infanzia e giovinezza, senza seguire un ordine cronologico, ma guidato dalle emozioni che riemergono con la forza della confessione. Trova nella musica un rifugio, ma non sufficiente per fuggire da ciò che realmente è. Racconta di uno strazio durato anni, di una colpa esistenziale da cui sente il bisogno di liberarsi, e scopre che è proprio l’atto di ribellione a rappresentare l’antidoto alla colpa stessa. La liberazione dalla “colpa” di essere ciò che è diventa l’unica via di salvezza, e ci insegna che il vero peccato non è nel vivere secondo la propria natura, ma nel cercare di negarla.

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Questi tre libri ti trascineranno in un viaggio oscuro ma affascinante, e ti spingeranno a a sprofondare nella mente dei protagonisti. Ti perderai nei loro segreti più intimi, tra fragilità, conflitti e tormenti. Ogni pagina dei tre libri ti avvolgerà in un crescendo emotivo, così intenso da farti vivere una vita parallela alla tua. Sarà un’esperienza che ti invoglierà a riflettere su te stesso, rivelando come la letteratura possa essere un percorso catartico e trasformativo.

 

Written by Ilenia Sicignano

 

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