“Persuasione” di Jane Austen: la condizione femminile

Persuasione è il romanzo tipico di Jane Austen. Il che vuol dire tutto e nulla.

Persuasione di Jane Austen
Persuasione di Jane Austen

Quando J. K. Rowling e il suo primo marito s’incontrarono, per gran parte del tempo parlarono di questa autrice, ed è significativo il fatto che i due, ben presto, poco si compresero e dovettero affrontare varie situazioni dolorose che sfociarono nel divorzio.

Sono a oltre metà della lettura e non ho ancora compreso a pieno il perché del titolo del romanzo Persuasione (che non fu scelto dall’autrice, morta a soli quarantadue anni, prima della sua pubblicazione).

Le api sciamano da un alveare all’altro e ovunque creano la loro socialità. Noi umani non siamo da meno. Abbiamo bisogno dell’Altro principalmente per fargli sentire la nostra e per udire la sua. Necessitiamo delle nostre e delle altrui parole, nonché dei mutui fraintendimenti, delle improvvise scoperte psicologiche, dei successivi ripensamenti. Più che all’altrui pensiero noi badiamo ai nostri ripensamenti. Più che a realizzare i progetti noi puntiamo a progettarli e poi, eventualmente, a disdirli. Su tale incertezza quantistica, che diventa sociale, è fondata la civiltà umana. È un mero gioco di probabilità, che a un certo punto (né prima né dopo) si trasforma nel necessario destino.

Mister Eliot ha tre figlie, due delle quali “Sophia” e “Mary”, sono da lui elette per essere la rappresentazione in società della sua famiglia. Una terza sorella, “Anne Elliot”, svolge il pur essenziale ruolo di supporto, e quasi nulla più.

Anne è però la protagonista scelta dalla Austen per dare il senso costruttivo della sua narrazione.

Gli altri personaggi svolgono il ruolo di indispensabili comparse. La prescelta della scrittrice è Anne, soprattutto e sopra tutti Anne. Gli altri servono a integrare il discorso dell’autrice.

“Mrs Clay” dimostra d’essere una persona moderna, quando dice a “Sir Walter”: “Effettivamente sono sempre stata convinta che, sebbene ogni professione sia necessaria e onorevole, solo coloro che non sono obbligati a intraprenderne una possano vivere un’esistenza regolata in campagna seguendo i propri ritmi, dedicandosi ai propri interessi, vivendo di ciò che è loro, senza il tormento di voler di più. Solo loro, intendo dire, hanno la fortuna di conservare pienamente il dono della salute e della bellezza: non conosco altro tipo di uomini che quando cessano d’esser giovani non perdano qualcosa della loro bella presenza.” – degenerando entropicamente nella propria alienazione, che finisce per sfigurarli, facendoli abbandonare per sempre i loro precedenti sogni. E qui Herbert Marcuse, necessariamente, si leverebbe in piedi ad applaudire.

Anne e “un certo Capitano Frederick Wentworth” – un giovane di modesta cultura e condizione sociale – “Giorno dopo giorno impararono a conoscersi, e quando si furono conosciuti si innamorarono, rapidamente e profondamente…” – che bello! No! Questo matrimonio non s’ha da fare.

Ascoltando le ragioni esposte da un’amica, AnneFu persuasa a ritenere un errore quel fidanzamento, un’imprudenza, una cosa sconveniente, di incerta riuscita e che non meritava. Ma non era stata solo un’egoistica considerazione a persuaderla a porvi fine. Se ella non avesse ritenuto di fare il bene di lui, ancora più del proprio, difficilmente lo avrebbe lasciato…” – seguono poi altre deduzioni, che tralascio perché non essenziali.

Serve però sottolineare questo verbo, persuaderla, al fine di comprendere quel titolo.

Come per tutte le narrazioni, ma qui più che altrove, occorre osservare quel gioco quantico grazie a cui le cose vanno dove devono andare, ma solo al termine del percorso la particella Anne sarà attestata e non . Roger Penrose fa rientrare tale enigma dell’ultimo tragitto nelle Z questions, che restano inspiegabili anche al momento del loro finalmente accadere.

Anne, “quando aveva perduto la sua adorata mamma, non aveva mai conosciuto la felicità di essere ascoltata o incoraggiata da qualche giusta lode e da un apprezzamento dettato dal gusto. La musica l’aveva abituata a sentirsi sola al mondo, e l’affettuosa parzialità di Mr. e Mrs. Muscrove per l’esecuzione delle loro figlie e la totale indifferenza a quelle di chiunque altro, invece di mortificarla le facevano provare per amor loro una felicità ancor più grande.”e lo scopo palese della Austen è di far innamorare il lettore della negletta ragazza tramite astute frasi come queste.

Il Capitano Wentworth è ora tornato e Mary, l’avvilita ed egocentrica sorella di Anne, non sospettava neppure che stava infliggendo alla sorella una ferita.” – nel comunicarle un dato da lei casualmente raccolto: “… e lui ha detto che ‘tu eri così cambiata che non ti avrebbe riconosciuta.’” – per cui “Anne accettò il giudizio con silenziosa e profonda mortificazione.”

Anne è una donna (eroica e) destinata a un prezioso anonimato, per cui: “come al solito, offrì i suoi servigi, e sebbene i suoi occhi di tanto in tanto si riempissero di lacrime mentre sedeva allo strumento, era felicissima di essere utile e non desiderava niente in cambio se non restare inosservata.” – quel pianoforte la allontanava dagli uditori, essendo il simbolo della sua alterità. La sua stessa antica fiamma pareva estranea al suo mondo: “La sua fredda cortesia, la sua grazia cerimoniosa erano peggiori di ogni altra cosa.” – erano come due continenti per sempre (o chissà…) alla deriva l’uno dall’altro.

Dice quel Capitano già tanto amato (Jane Austen e la sua Anne lo odono di nascosto) a una certa Louisa Musgrove – parlando di una “nocciola” appesa a un ramo: “… mentre moltissime sue simili son cadute e sono state calpestate, possiede ancora tutta la felicità della quale una nocciola può godere.”e poi aggiunge: “Il mio primo desiderio nei confronti delle persone per le quali provo interesse, è che siano decise e irremovibili…” – cioè che abbiano un centro di gravità permanente, come si augura Franco Battiato, facendo riferimento al filosofo Georges Ivanovič Gurdjieff: grazie a cui si riesce a gestire il mondo in modo consapevole.

La domanda che il lettore di Persuasione si fa è: Anne si fece fuorviare dal suo destino da chi la convinse che quel Frederick o fu una sua consapevole disamina, giusta o errata che fosse?

Non è mai facile indovinare la scelta giusta, ma è essenziale compiere fino in fondo il proprio compito di essere razionale, mantenendo integro e funzionante ogni lato della propria esistenza, compreso quello emozionale e quello sentimentale.

Anne era persuasa di aver fatto la scelta giusta. Poi sarà il tempo a dare il responso finale (come nel caso della Rowling).

Il corso della sua vita la porta a rivedere l’antico amore e, in un primo momento, i rispettivi comportamenti paiono fondati da un reciproco, apparentemente freddo, rispetto reciproco.

Anne fa conoscenza del “Capitano Benwick, e un magnanimo impulso dettato da una natura gentile la spinse a cercarlo di conoscerlo di più. Era timido e incline all’astrazione…” – un uomo tutt’altro che capace di destare un’assoluta passione, ma solo un relativo interesse. Anne si sente gravitare verso di lui, anche se non si tratta di fatale attrazione. Le loro due anime si cercano senza affanno.

Mary, la sorella depressa (o, meglio: compressa su di sé, come una stella nana nera) non vede di buon occhio quella relazione: o “perché considerasse il Capitano Benwick non adatto per nascita e per posizione sociale a innamorarsi di un’Eliot…” – ma in quell’ambito si tende a dirigere i sentimenti lungo i binari della convenienza – “… oppure perché non volesse credere che Anne rappresentasse un’attrazione maggiore di lei…” – poiché il destino delle persone complessate è d’alterare in modo irrazionale la concezione di sé e degli altri. In fondo, Mary desidera che Anne resti nubile e, per questo almeno, inferiore a lei, che è sposata a un uomo poco comprensivo delle sue problematiche, che però, come dire, un po’ la sistema e protegge.

Anne, invece, non è nemmeno qual piuma al vento, ma è destinata in modo ferreo a servire alla famiglia, senza crearne una sua.

Succede però l’inevitabile che solo dopo che è occorso si dimostra d’essere tale.

Jane Austen citazioni
Jane Austen citazioni

Anne capisce di amare ancora l’uomo che aveva abbandonato, seguendo i consigli dell’amica. Ora è lei, e solo lei, a decidere. Anche allora lo fu, ma le condizioni in quell’accadimento spazio-temporale erano affatto diverse. Anne è (e sempre è stata), sia pure relativamente, autonoma: “perché c’era un Capitano Wentworth, quale che fosse la conclusione, buona o cattiva, di quella situazione d’incertezza, il suo amore per lui sarebbe stato eterno. La loro unione, ne era certa, non poteva allontanarla dagli altri uomini più della loro definitiva separazione.”: restava ogni fenomeno nella correlazione collettiva, in quel groviglio di enti che si chiama socialità.

Anne è figlia del suo tempo ed è consapevole della sua condizione storica di donna. Sussurra a un amico: “Sì. Noi non vi dimentichiamo così presto come invece accade a voi. Forse è il nostro destino, piuttosto che il nostro merito. Non possiamo farne a meno. Viviamo in casa, tranquille, inerme prede dei nostri sentimenti. Voi siete per natura costretti all’azione. Avete sempre una professione, degli interessi, degli affari di vario tipo che vi riportano immediatamente al mondo, e la continua attività e il costante mutamento attenuano subito le vostre emozioni.” – e tale era la condizione femminile ai tempi di Jane Austen, e così rimase per tutto il suo secolo e, in certi luoghi, lo è tutt’oggi.

Anne fa altre osservazioni interessanti, spiegando per filo e per segno il significato di quella pregressa persuasione che l’aveva destinata a fuggire da quello che ora sta cercando.

Si è ora nel Capitolo Undicesimo de Persuasione, a pagina 212, ove tutto è ormai chiaro, per cui basta leggere questa pagina (ma, prima di essa, tutto il resto!).

Che dire di te, Jane?

Se non che sei di un’intelligenza così rara che sembri inventata!… dal tuo essere una donna, ovvio!

Credo che i due pressoché coetanei Virginia Woolf e James Joyce ti abbiano letto e straletto.

Come pure il tuo ancor più giovane amico, lo yankee e geniale autore di La paga del soldato.

 

Written by Stefano Pioli

 

Bibliografia

Jane Austen, Persuasione, Classic House Book, 2022

 

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